-I'm A Selfish Bastard. But At Least I'm Not Alone.-
One Last Wish
One Last Wish
Los Angeles,
il mattino dopo...
il mattino dopo...
Sarah,
Valerie, Natalia ed Alexa parlavano da ore della festa di compleanno
che Sarah si era auto-organizzata. Anzi, a dirla tutta forse soltanto
Sarah ne stava
parlando. Brandon evitava di ascoltarla, dato che non sopportava la sua
vocina stridula. Adam era nervoso. Continuava a camminare avanti e
indietro, buttando sempre un occhio su Evelyn, sul suo viso serio.
Aveva dei sospetti, perché sicuramente c'era qualcosa che non
andava. Era certo che dietro quel suo strano comportamento ci fosse un
nome. Un nome che odiava.
Evelyn non aveva detto una parola da quando aveva messo piede nel negozio, e faceva il possibile pur di evitare qualunque dialogo. Non sentiva le voci delle sue amiche, ognuno dei suoi movimenti era automatico. Aveva troppi pensieri per la testa.
"E' proprio vero Evelyn Jones. Io l'ho sempre detto. Sei veramente unica nel tuo genere. Sono entrambi negaviti. Non hai assolutamente niente. Sei sana."
La gruccia che teneva in mano le cadde, facendo un enorme frastuono. Tutte le teste si voltarono verso di lei, ma Evelyn non ci fece caso. Immobile. Con gli occhi sbarrati.
Sana.
Era sana. Lo era sul serio. Lo era?
NEG - A - TIVE
NE - GAT - IVE
Cosa le diceva il cuore?
"Tu hai tutto Eve. Hai carattere. Hai i piedi per terra. E sei meravigliosa."
Cosa le diceva la ragione?
Evelyn non aveva detto una parola da quando aveva messo piede nel negozio, e faceva il possibile pur di evitare qualunque dialogo. Non sentiva le voci delle sue amiche, ognuno dei suoi movimenti era automatico. Aveva troppi pensieri per la testa.
"E' proprio vero Evelyn Jones. Io l'ho sempre detto. Sei veramente unica nel tuo genere. Sono entrambi negaviti. Non hai assolutamente niente. Sei sana."
La gruccia che teneva in mano le cadde, facendo un enorme frastuono. Tutte le teste si voltarono verso di lei, ma Evelyn non ci fece caso. Immobile. Con gli occhi sbarrati.
Sana.
Era sana. Lo era sul serio. Lo era?
NEG - A - TIVE
NE - GAT - IVE
Cosa le diceva il cuore?
"Tu hai tutto Eve. Hai carattere. Hai i piedi per terra. E sei meravigliosa."
Cosa le diceva la ragione?
"Serate, ragazze, avventure... Ha tutto sempre solo fatto parte del gioco."
Un
trambusto totale. L'impossibilità di scegliere quale delle due
voci ascoltare. Sentiva ancora il sapore delle sue labbra e non
riusciva a toglierselo dalla testa.
Shannon.
Si, era sciocco continuare a negare. Per lei non c'era stato nessun'altro in quegli anni. Nessuno oltre a lui. Aveva provato innumerevoli volte a ricominciare, a voltare pagina, si era lasciata andare con altri uomini pur di dimenticare che nel suo cuore, nella sua mente, nella sua anima c'era lui. A volte c'era quasi riuscita, ma ad un passo dal traguardo lui le si presentava di fronte, ritornava dai suoi viaggi, azzerando tutto quanto.
Ma ora le cose erano cambiate. Lei era un'altra. Lei era sana. Lo era sempre stata; ma aveva ad ogni modo la sensazione di essere guarita. Di essere diversa. Di essere libera.
"Evelyn? Evelyn??"
"Eh? Si?"
Sarah la stava guardando con aria piuttosto seccata.
"Ma si può sapere che hai??"
"Oh, i-io? No, niente. Niente."
Silenzio.
"Allora??" fece la bionda.
"Ehm..." balbettò Evelyn, certa che Sarah poco prima di richiamarla le avesse chiesto qualcosa che lei non aveva ascoltato.
"Verrai?!"
"Dove?"
"Come 'dove'??"
La festa. La sua festa.
"Oh, si, la festa si. Si, certo questa volta ci sarò."
Adam, stanco dei suoi balbettii, raggiunse Evelyn con aria minacciosa.
"Dobbiamo parlare. Io e te."
"No, no... Io..."
"Evelyn sono giorni che sei strana. Sono giorni che non ti fai nemmeno sentire. Sono giorni che..."
"Lo so, lo so." cercò di calmarlo lei passandosi una mano fra i capelli, "Scusami."
"No, no, basta scuse Evelyn. Dobbiamo mettere in chiaro alcune cose." ed afferrandole un braccio la portò in un angolo in fondo al negozio.
"Tu mi devi delle spiegazioni da troppo tempo signorina."
"Ma..."
"Chi è? E' lui?" l'interruppe minaccioso. "Oh, certo che è lui. Da quando? Da quando ci vai a letto invece che stare con me, eh?"
Evelyn non osò rispondere alla provocazione, anzi, la utilizzò a proprio favore per riflettere.
"Da quando??"
Ora o mai più.
"Rispondi." la scosse lui, irritato dal suo silenzio.
Era il momento.
"Scusami tanto Adam," gli disse, "ma ho una cosa più importante da fare."
"Una cosa più imp...?!" ripeté lui sconcertato.
"Si." e scappò verso l'uscita.
"Evelyn!" la chiamò, "Evelyn!!"
"Scusami." si fermò voltandosi indietro, verso di lui, "Credo che non ci sia bisogno di dirlo ormai. Ma... voglio che tu sappia che non è più come prima."
"Cosa... Ma... Che diavolo stai dicendo?? Cosa, cosa non è più come prima?!"
"Tutto Adam. Io. Noi, il nostro rapporto. Ogni cosa, tutto quanto..."
Adam attese la fine della frase col cuore in gola.
"...finisce qui."
Evelyn afferrò giacca e borsa e scappò fuori sotto gli occhi sconcertati di tutti.
"Ma dove va??" chiese immediatamente Sarah.
Natalia sorrise fra sé e sé, incerta di che cosa sarebbe potuto accadere, ma sicura che Evelyn avrebbe fatto ad ogni modo la cosa giusta questa volta. Sospirò, sperando che da quel momento le cose sarebbero migliorate. Anche fra loro due.
Shannon.
Si, era sciocco continuare a negare. Per lei non c'era stato nessun'altro in quegli anni. Nessuno oltre a lui. Aveva provato innumerevoli volte a ricominciare, a voltare pagina, si era lasciata andare con altri uomini pur di dimenticare che nel suo cuore, nella sua mente, nella sua anima c'era lui. A volte c'era quasi riuscita, ma ad un passo dal traguardo lui le si presentava di fronte, ritornava dai suoi viaggi, azzerando tutto quanto.
Ma ora le cose erano cambiate. Lei era un'altra. Lei era sana. Lo era sempre stata; ma aveva ad ogni modo la sensazione di essere guarita. Di essere diversa. Di essere libera.
"Evelyn? Evelyn??"
"Eh? Si?"
Sarah la stava guardando con aria piuttosto seccata.
"Ma si può sapere che hai??"
"Oh, i-io? No, niente. Niente."
Silenzio.
"Allora??" fece la bionda.
"Ehm..." balbettò Evelyn, certa che Sarah poco prima di richiamarla le avesse chiesto qualcosa che lei non aveva ascoltato.
"Verrai?!"
"Dove?"
"Come 'dove'??"
La festa. La sua festa.
"Oh, si, la festa si. Si, certo questa volta ci sarò."
Adam, stanco dei suoi balbettii, raggiunse Evelyn con aria minacciosa.
"Dobbiamo parlare. Io e te."
"No, no... Io..."
"Evelyn sono giorni che sei strana. Sono giorni che non ti fai nemmeno sentire. Sono giorni che..."
"Lo so, lo so." cercò di calmarlo lei passandosi una mano fra i capelli, "Scusami."
"No, no, basta scuse Evelyn. Dobbiamo mettere in chiaro alcune cose." ed afferrandole un braccio la portò in un angolo in fondo al negozio.
"Tu mi devi delle spiegazioni da troppo tempo signorina."
"Ma..."
"Chi è? E' lui?" l'interruppe minaccioso. "Oh, certo che è lui. Da quando? Da quando ci vai a letto invece che stare con me, eh?"
Evelyn non osò rispondere alla provocazione, anzi, la utilizzò a proprio favore per riflettere.
"Da quando??"
Ora o mai più.
"Rispondi." la scosse lui, irritato dal suo silenzio.
Era il momento.
"Scusami tanto Adam," gli disse, "ma ho una cosa più importante da fare."
"Una cosa più imp...?!" ripeté lui sconcertato.
"Si." e scappò verso l'uscita.
"Evelyn!" la chiamò, "Evelyn!!"
"Scusami." si fermò voltandosi indietro, verso di lui, "Credo che non ci sia bisogno di dirlo ormai. Ma... voglio che tu sappia che non è più come prima."
"Cosa... Ma... Che diavolo stai dicendo?? Cosa, cosa non è più come prima?!"
"Tutto Adam. Io. Noi, il nostro rapporto. Ogni cosa, tutto quanto..."
Adam attese la fine della frase col cuore in gola.
"...finisce qui."
Evelyn afferrò giacca e borsa e scappò fuori sotto gli occhi sconcertati di tutti.
"Ma dove va??" chiese immediatamente Sarah.
Natalia sorrise fra sé e sé, incerta di che cosa sarebbe potuto accadere, ma sicura che Evelyn avrebbe fatto ad ogni modo la cosa giusta questa volta. Sospirò, sperando che da quel momento le cose sarebbero migliorate. Anche fra loro due.
Al prossimo...:) Un bacio! Flychick.