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Autore: Iclim    11/07/2012    3 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo che affronta l'adolescenza e sente il bisogno di scappare dal suo paese. Presto si renderà conto di voler tornare e di voler mettere fine alla sua avventura... Ho iniziato a scrivere questa storia perchè anche io sto affrontando questo periodo anche se ho reso questa storia molto partivolare e piena di sorprese.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, al suono del campanello, andai io ad aprire la porta e mi trovai davanti un uomo basso e buffo con un foglio dall’aspetto invecchiato in mano. - Chi è lei? – disse con voce profonda, ma che sembrava amichevole. - Sono un “aspirante” maggiordomo. - Veda di dare questo messaggio alla signora Emeli Lorah, è da parte di James Ribotique. - Glielo porto subito. - Grazie e arrivederci giovanotto - disse girando le spalle. - Arrivederci. Chi sarà mai James Ribotique? Il cognome è francese e mi sembra di averlo già sentito, sarà sicuramente molto conosciuto. - Signora Lorah – dissi vedendola passare – c’è qualcosa per voi. - Chi te l’ha dato? - Un signore che ha suonato alla porta, dice che è da parte si James Ribotique. - Ah si, cosa vorrà questa volta? Grazie ragazzo – concluse salendo le scale. Poco dopo scese al piano terra con passo veloce chiamando me e Jiulia. - Venite devo dirvi una cosa importante, abbiamo ricevuto un invito di James Ribotique, una signora francese molto ricca che ci ha invitato, anzi, mi ha invitato nella sua grande villa. Voglio che voi due veniate con me, le donne inglesi portano sempre qualcuno per sicurezza. Oggi vi comprerò dei vestiti adatti all’invito, dovete sapere che la signora James ha una catena di negozi molto famosi che hanno preso il nome da suo padre, il signore Ribotique. Nessuno conosce la moda come lei e la sua famiglia, per questo dobbiamo apparire composti ed educati, ma soprattutto vestiti in un certo modo. Facciamo così, vi porto con me a fare compere quindi andate a prepararvi. Io e Jiulia ci guardammo con occhi spalancati, la signora Emeli aveva parlato per cinque minuti senza riprendere mai fiato e senza fermarsi spiegandoci tutto sulla signora James. Quando ebbe finito di parlare si diresse a prepararsi e, presa dalla gioia, zompettò sulle scale fino al secondo piano canticchiando una canzoncina. Io e Jiulia scoppiamo a ridere e quando riuscimmo a fermarci, con le lacrime agli occhi, ci dirigemmo nelle nostre camere. Aspetta Ahmide – disse lei prendendomi il braccio – devo dirti una cosa, la Signora Lorah è veramente stonata! Così ricominciammo a ridere, aveva davvero un bel sorriso. Mezz’ora dopo io e Jiulia eravamo nell’atrio ad aspettare la signora Emeli che arrivò venti minuti dopo. - Pronto ragazzi? Bene, oggi non andremo con il carro. Dobbiamo andare nei quartieri più famosi di questa città, prenderemo la Ferrari blu. Un grande sorriso mi spuntò sulla faccia, non pensavo che sarei mai salito su una Ferrari. Emeli aprì il cancello e con il telecomando fece alzare la porta del garage, uno dei tanti garage. Dopo di ciò cominciò a ridere entusiasta di guidare la macchina. Eh si, stavolta non c’era l’autista, aveva voglia di guidare. - Salite ragazzi – disse lei accendendo la macchina. Noi corremmo felici, salimmo sulla stupenda Ferrari e la Signora Lorah partì velocemente mentre il cancello si chiudeva alle nostre spalle. Dopo pochi minuti ci fermammo davanti ad un negozio, quei quartieri sembravano appartenere ad un altro mondo. Non erano tranquilli e raffinati, erano pieni di gente, c’era la musica e le insegne dei negozi erano molto illuminati. Jiulia fissò le vetrine come se non avesse mai visto niente del genere in vita sua, anche per me era così. La signora Emeli scese dalla macchina mentre noi la seguivamo ed entrò in un negozio. - Jiulia, per te vedremo qui. La signora Lorah prese tanti completi di pantaloni e magliette della taglia di Jiulia e li portò al camerino, tutti le stavano bene. - Sei bellissima, ma ti serve qualcosa di più femminile – disse Emili cominciando a prendere una marea di vestiti. Jiulia li provava felice e la signora Lorah esprimeva il suo parere ad ognuno, le stavano bene veramente tutti. Due in particolare, uno blu con ricami bianchi e la scollatura ricamata con il pizzo, molto lavorato e raffinato. L’altro aveva il top di seta rossa che arrivava al bacino con leggera scollatura alla schiena, alla fine del top partiva una gonna di tulle nera, era molto sbarazzino ma non volgare e rimaneva comunque elegante nella sua particolarità. Infatti, con il consenso della signora Lorah, scelse proprio quel vestito. Emeli non voleva farci sembrare dei domestici, non lo avrebbe neanche detto alla signora James. Le compere continuavano, ora toccava a me. - Ahmide, per te vorrei uno smoking nero con camicia bianca e papillon, saresti davvero elegante. In Francia si usa andare vestiti così a qualsiasi invito, anche di poca importanza ma che riguarda famiglie ricche. - Non ho mai provato uno smoking e mi piacerebbe indossarlo come prima volta per un invito del genere. Entrammo in un negozio per soli maschi, c’erano gli smoking di ogni tipo e colore, era immenso. Mi attirò subito un manichino che indossava uno smoking nero molto bello, lucido ai polsi e al colletto, sotto aveva una camicia bianca molto carina con i bottoni neri lucidi, bellissimo. La signora Lorah notò come guardavo quel abito. - Provalo, sembra fatto apposta per te. Il commesso venne da me e mi osservò da sopra a sotto. - Questa è proprio la tua taglia – disse mentre toglieva il vestito dal manichino. Andai nel camerino a provarlo facendo attenzione a non rovinarlo nemmeno un po’. Mi guardai allo specchio e pensai “mamma quanto sono fico” e scoppiai a ridere. Uscii dal camerino e la signora Lorah e Jiulia mi guardarono con stupore. - Ti sta proprio a pennello – disse il commesso. - Si sembra proprio fatto apposta, ti sta benissimo – disse la signora Emeli mentre Jiulia annuiva – bene, prendiamo questo e passiamo alle scarpe. Quel giorno tornammo a casa alle 6 e andammo ad apparecchiare la tavola, era stata una bellissima giornata davvero. Chissà come sarà la villa della signora James e chissà cosa faremo domani, queste domande mi viaggiarono nella testa tutta la notte.
  
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