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Autore: jennybrava    12/07/2012    12 recensioni
Di cene settimanali, amore, team iperprotettivi, sentimenti nascosti e famiglie.
Di un teme, un dobe, un pervertito, un sociopatico ed un una violenta. Di lui e lei.
Dal Quarto Capitolo "Guess Who Coming To Dinner: Their Friends":
"«Sakura, mi domandavo se, visto che hai operato Neji-san, non l'avessi visto nudo» questo era Sai.
«Ti sembrano domande da fare, razza di pervertito?!» questo era Naruto.
«Ottima domanda, Sai. Complimenti per la fantasia» questo era Kakashi.
«Ha dei problemi di socializzazione» questa era Sakura, che cercò di smorzare la tensione con una risatina e battendo una pacca sulla spalla di Sai - non amichevole, vista la reazione del suddetto."

Perché c'è lei che aspetta, loro che osservano e lui che, semplicemente, deve imparare a perdonarsi.
Perché sono una famiglia.
{SasuSaku}
Enjoy!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Cap.2
NoteIniziali: Siamo al secondo :) L'unico appunto che volevo fare è questo, semplicemente: verso la fine del capitolo troverete la traduzione di alcuni versi di di "Again and Again" con tanto di collegamento a youtube ( la "I" di I think) per ascoltare la canzone. Ora, questo è un esperimento; diciamo che dovrebbe rendere più poetica l'intera scena e contribuire a creare l'atmosfera. Nel caso il testo o la cosa in generale vi dia fastidio provvedete a dirmelo; nel caso vi piaccia continuerò ad apporre le lyrics ad ogni scena ritenuta adatta.
Buona lettura :)    

Again & Again
2. Guess Who Coming To Dinner: His Girlfriend.









<< Non posso crederci. Perché siete così idioti? >>

Sasuke Uchiha non trovò nulla da replicare, perciò, piuttosto che rimanere zitto e seduto al suo posto, si proferì in un sonoro sbuffo.

<< Oh, non sbuffare, Sasuke-kun >> Sakura si voltò verso di lui, lo sguardo intimidatorio. << Questo è anche colpa tua >>

Era un bel sabato, quel giorno. Gli uccellini cinguettavano, il sole splendeva in alto, Konoha si era risvegliata allegra e pimpante come non mai, e loro aveva fissato per quella mattina un allenamento all'insegna del sudore e del sangue.

Quando Sakura, il mercoledì scorso, aveva giurato che li avrebbe uccisi tutti non aveva di certo scherzato: era parecchio tempo che non si allenava con loro, presa com'era dai suoi impegni all'Ospedale, e quando trovava una giornata libera per farlo finivano sempre tutti e quattro stesi per terra, ansimando dalla fatica e gocciolando sudore sull'erba.

Ma il punto non era quello, perché era oramai noto che Sakura interpretava quegli allenamenti come una sorta di vendetta nei loro confronti (per abbandonarla sempre, diceva) e si accaniva sui loro corpi con estrema malignità, tormentandoli coi suoi sporchi trucchetti degni della eccezionale kunoichi che era. Il punto era che le battute avevano generato altre battute, gli insulti altri insulti, e Sakura si era ritrovata estraneata dalla seconda sessione di allenamento quando sia lui che Naruto avevano iniziato a darsele di santa ragione, sotto gli occhi di un Sai che aveva partecipato passivamente e di un sensei che aveva preferito immergersi nella lettura di un romanzo porno.

Così, in un qualche strano modo, si ritrovavano seduti dell'ufficio di Sakura, all'ospedale, dove lei li aveva trascinati a forza quando era parso evidente che non avrebbero più potuto continuare a meno che non desiderassero tirare le cuoia anticipatamente. 

Tanto per farlo soffrire Sakura aveva preferito prima dedicarsi al trauma cranico di Sai, alle escoriazioni di Kakashi, per poi passare alle ustioni di secondo grado che ricoprivano l'addome di Naruto - merito di un Katon andato a buon fine, pensò sogghignando.

<< Frattura della spalla destra, rottura dei tendini del braccio sinistro >> Sakura aveva indossato il camice da medico, e dopo aver bendato le ferite di Naruto si era avvicinato a lui con gli occhi che brillavano. Di rabbia. << Complimenti, Sasuke-kun >>

<< Provvedi >> le disse lui, secco e spiccio come sempre.

Sakura sospirò e si affrettò a posare le sue mani sul suo braccio, nel punto dove i suoi tendini erano andati in mille pezzi mezz'ora prima. << E' possibile che non riusciate ad allenarvi senza per forza provare ad uccidervi? >> chakra verde cominciò a lenire il suo dolore e Sasuke si rilassò appena contro il muro, prima di tornare ad irrigidirsi quando la sua spalla destra cozzò contro la parete.

<< Ognuno ha il suo stile di combattimento, Sakura-chan >> Naruto cercò di grattarsi sotto le bende e Sakura lo fulminò con lo sguardo.

<< Stile di uccisione, vorrai dire >> replicò lei, secca. << Sai, pensavo che per lo meno tu potessi riuscire ad estraniarti da questa mandria di trogloditi >>

<< Se mi rifiutassi la cooperazione nel nostro Team ne risentirebbe >> ribatté lui, gli occhi puntati al soffitto. << E tu e Naruto non avete fatto altro che tormentarmi con quest'ultima per anni >>

<< Bravo, Sai! >> Naruto si aprì in un sorrisone luminoso, battendo una pacca da togliere il fiato sulla schiena del ragazzo. Che annaspò da dolore ma fu molto abile a nasconderlo. << E' proprio così che si parla! >>

Sakura, che continuava a iniettare chackra nei muscoli di Sasuke, roteò gli occhi e si rivolse al suo maestro. << Kakashi-sensei, sarebbe carino che tu dicessi qualcosa >>

Kakashi chiuse il suo libro e le sorrise, il volto nascosto dalla maschera. << Cosa vuoi che dica, Sakura? >>

Sakura sbuffò, e tornò a rivolgere completa attenzione a Sasuke e alle sue ferite, borbottando fra sé e sé qualche parolina poco gentile.

Quando Sasuke fu certo che ebbe finito, tornò ad osservarla negli occhi; nel mentre la stanza era piombata nel più assoluto silenzio. Addirittura Naruto stava zitto. Il che era decisamente strano.
Capì del perché ci fosse così tanto silenzio quando Sakura tornò a sorridergli, premurosa, e a massaggiare il suo braccio con cura - probabilmente per cercare di riattivare il flusso sanguigno. << Tieni a riposo il braccio per un giorno, Sasuke-kun >> gli disse, piegandoglielo lentamente e posandolo sulla sua coscia. << Adesso diamo un'occhiata alla tua spalla >>

"Dare un'occhiata" non era esattamente il termine giusto, perché quando gli occhi di Sakura notarono l'allarmante posizione del suo osso - che sbucava a novanta gradi dalla sua spalla e premeva contro la pelle - si strinsero in due fessure concentrate. Alzò una mano per verificare meglio la cosa, e quando le sue dita sfiorarono la sua pelle arrossata Sasuke faticò a trattenere un gemito di dolore.

<< Dobbiamo rimetterlo al suo posto, Sasuke-kun >> gli disse, molto professionalmente. << E farà un po' male >> aggiunse, cercando il suo sguardo. Sasuke annuì, pronto e deciso ad affrontare la situazione. Non avrebbe avuto via di scampo, in ogni caso.

Sakura scroccò le nocche della mano, e prese un respiro profondo. << Là in fondo, fate silenzio >> proferì, adocchiando da dietro una spalla Naruto che cercava di soffocare le risate nel lettino.

<< Conto fino a tre e poi vado, ok? >> Sakura aveva uno sguardo più apprensivo, questa volta, ma non per questo meno professionale. Sasuke annuì di nuovo, e prese un respiro profondo, proprio come lei aveva fatto.

Sentì un suo braccio correre a circondargli la vita, e in un attimo il corpo morbido di lei si appoggiò del tutto al suo petto, mentre la  mano correva a posarsi sulla sua spalla. Sasuke deglutì.

<< Uno- >>

Crock.

Il dolore fu così intenso che lo costrinse a soffocare un grugnito pericolosamente simile ad un gemito contro la stessa spalla di Sakura, e ad aggrapparsi col braccio buono al lettino sul quale sedeva, annaspando in cerca di aria.
Lei si scostò quasi subito, riprendendo ad iniettare chackra lenitivo contro la sua spalla e solo quando Sasuke fu certo di aver superato la parte peggiore che si decise ad aprire bocca, e a protestare contro quello che era appena successo:

<< Avevi detto fino a tre, Sakura >> sibilò, seccato dal dolore che continuava a percuotergli la parte superiore del corpo.

Sakura non lo guardò nemmeno, troppo concentrata. << Se il paziente viene colto di sorpresa il dolore è meno intenso >> gli disse. << E' l'aspettativa che uccide, Sasuke-kun >>

Sasuke non trovò nulla da replicare, per la seconda volta nel giro di dieci minuti, e la cosa non potè che farlo impensierire e dargli incredibilmente sui nervi. Sakura aveva ragione, maledizione, e lui non poteva contraddirla. Almeno non sul campo medico.

<< Molto bene >> smise di iniettargli chakra. << Adesso dovrò fasciarti il braccio. E non dovrai assolutamente tenerlo a riposo per due settimane >>

<< Cosa? >> la voce gli uscì rauca dallo sforzo e dal dolore.

<< Mi hai capito bene >> disse lei, allontanandosi per andare a recuperare delle bende. << Non potrai muovere quel braccio fino a nuovo ordine. Niente allenamenti o missioni, non è ancora guarito >>

<< Allora curalo >> Sasuke strinse le labbra in una linea sottile, ringhiando. << Ti avevo chiesto di farlo, se non sbaglio >>

Sakura tornò ad avvicinarsi, due rotoli di bende fra le mani. << Sasuke-kun, io posso rimetterti a posto la spalla, i tendini e il flusso sanguigno, ma prima che tu riesca a muovere perfettamente quella spalla dovranno passare due settimane >> ribatté, e si apprestò a far passare il primo rotolo di bende sotto il suo braccio, fasciandoglielo completamente.

<< Sakura, io non posso rimanere fermo >> lei roteò gli occhi al cielo, le bende che adesso circondavano la sua vita. << Perciò trova il modo di far muovere il mio braccio, altrimenti- >>

<< Altrimenti cosa, Sasuke-kun? >> i suoi occhi verdi lampeggiarono di sfida. << Andrai a lamentarti da Tsunade-sama solo perché ho fatto il mio lavoro? >>

Sasuke aprì la bocca, ma non trovò nulla da replicare - di nuovo - e soffiò aria fra le labbra, profondamente infastidito.
<< Curalo >> sibilò, alla fine.

<< No >> replicò lei, che cominciava a prenderci gusto. Era come parlare con un bambino cocciuto. << Non posso farlo. L'osso deve riprendere la sua mobilità da solo >> aggiunse. << Se tu e Naruto non vi foste massacrati così a quest'ora saresti liberissimo di fare quello che vuoi >>

A quel punto Sasuke ne ebbe abbastanza, non solo perché la sua compagna di squadra sembrava divertirsi a torturarlo in quel modo, ma anche perché dall'altra parte della stanza il dobe che aveva come amico cercava in tutti i modi di soffocare le risate contro le mani, il suo sensei sembrava ridere, nascosto dietro quel pornaccio, e l'altro sociopatico li osservava con interesse.

<< E poi potrebbe farti bene prenderti qualche giorno di riposo, Sasuke-kun >> la sua voce era tornata allegra e dolce come sempre e, volente e nolente, Sasuke non riuscì a replicare con nient'altro - e anche se avesse voluto non l'avrebbe fatto, Sakura era tornata di buon'umore, e quello era l'importante.

<< Molto bene! >> battè una pacca sulla sua spalla appena fasciata e lui ululò dal dolore, sotto le sue risate. << Abbiamo quasi finito, Sasuke-kun. Devo solo scrivere alcune cose nelle vostre cartelle >>

<< Kakashi >> la voce di Sai accompagnò il suo sguardo, mentre discretamente seguiva la figura di Sakura che si dirigeva verso la scrivania. << Ho letto da qualche parte riguardo questo atteggiamento >> Naruto drizzò le orecchie.

<< A cosa ti riferisci, Sai? >>

<< Al rapporto fra Sasuke e Sakura, ovviamente >> Sakura, che da brava stava estraendo le loro cartelle dall'armadietto, rischiò quasi di inciampare nella sua stessa sedia. << Però, purtroppo, non sono ancora riuscito a dargli un nome >>

<< Ah, ma è semplice! Sembrano solo una coppia di sposi- >>

Se lo sguardo avesse potuto uccidere Naruto, che aveva appena aperto bocca, sarebbe stramazzato al suolo senza possibilità di salvezza sotto le occhiate inferocite di Sasuke. Sakura, dal canto suo, sembrava neanche aver notato l'intero siparietto, perché quando tornò a parlare non c'era né traccia di rossore sul suo viso o di vago imbarazzo. Sorrideva.

<< Naruto >> cinguettò, posando la penna. << A proposito di Hinata-chan >> stavano per caso parlando di lei? << Ho visto che oggi è venuta a trovarti >>

Sasuke spostò lo sguardo dal suo migliore amico all'unico membro femminile della loro squadra, sorpreso di sentirla parlare di un simile argomento in un momento del genere. In realtà a Sakura piaceva parlare di Hinata, o perlomeno sembrava divertirsi un mondo a stuzzicare Naruto riguardo alla sua timida ed adorabile ragazza, eppure non c'era alcun nesso con quello di cui stavano discutendo fino a poco prima.

Solo in quel momento ricordò come, durante l'ora di pranzo, quando erano ancora al campo d'allenamento, avesse intravisto la figurina della Hyuuga avvicinarsi timidamente al loro gruppo, scambiando prima due parole con Sakura per poi farsi condurre da Naruto.

<< Che ne dici di invitarla a cena da noi, questo mercoledì? >> gli chiese, la voce che pareva una cucchiaiata di miele. A Sakura brillarono gli occhi di entusiasmo, e non di meno a Naruto, che si agitò sul lettino.

<< Davvero?! Davvero può venire Hinata-chan? Ehi.. ma.. aspetta! >> il suo entusiasmo sembrò scemare. << Pensavo che le nostre fossero cene fra noi e basta, solo noi del team >>

Sakura scosse la testa e si alzò dalla scrivania, tornando ad avvicinarsi. << No, sciocco. Sono cene di famiglia >> lo corresse amorevolmente. << Da quanto è che stai con Hinata-chan? Cinque mesi? Non credi sia giunto il momento di presentarla ufficialmente alla famiglia? >> gli strizzò l'occhio.

<< Davvero? >> Naruto si sporse per vederla meglio. << Davvero davvero, Sakura-chan? >>

Lei sorrise. << Davvero davvero >>

Naruto fece uno slancio verso di lei, abbracciandola stretta, e se non ci fossero stati il lettino e le gambe di Sasuke sarebbero entrambi ruzzolati sul pavimento come il mercoledì prima. Sakura scoppiò ridere, battendo delle pacche sulla schiena di Naruto.

<< Quanto sei idiota, Naruto >> disse, ma sorrideva.



***



In generale Sasuke non aveva nulla contro Hinata Hyuuga; forse la considerava un po' troppo silenziosa - lui che era sempre così abituato ad avere chiasso attorno a sé - ma fra tutte le kunoichi della loro generazione era decisamente quella più tollerabile (Sakura era un'altra storia) ed era fermamente convinto che in un moto di disperazione avesse accettato di uscire col dobe, compromettendo quindi la sua sanità mentale per tutto il resto della sua vita.

Così, quando la vide arrivare mano nella mano al suo migliore amico (che mai avrebbe dichiarato tale, in ogni caso) decise che ricambiare educatamente il suo saluto non avrebbe ucciso nessuno, quindi rispose con un cenno del capo al suo timido "Sasuke-san", azzardandosi anche a commentare con qualche frase il discorso intavolato dai due fidanzati, lungo la strada verso l'appartamento di Sakura.

Fu Naruto a suonare il campanello, e quando Sakura - una radiosa, entusiasta e dolcissima Sakura - venne loro ad aprire salutò prima ed unicamente Hinata, abbracciandola affettuosamente.

<< Ti r-ringrazio molto per l'invito, Sakura-san >> proferì lei, timidamente, prima di porgerle una elegante scatola circondata da un fiocco, che Sasuke poco prima aveva appreso contenesse dei dolcetti.. << Questi sono per te >>

Sakura sembrò colpita dal suo gesto, tanto che tornò ad abbracciarla nuovamente. << Non ce n'era alcun bisogno, Hinata-chan >> le disse, ma accettò di buon grado il dono. << Ma grazie mille lo stesso! Entra! Entra! Naruto non stare impalato sulla porta e fai strada alla tua ragazza! Sasuke-kun, chiudi la porta >> e rise. << Kakashi-sensei e Sai sono già arrivati! >>

Non appena si furono fatti spazio nel salotto, gli occhi perlati di Hinata divorarono centimetro per centimetro ogni angolo della casa: dal vecchio vaso verde, ai ritratti appesi ai muri, alla tonnellata di libri sparsi qua e là. C'era qualcosa di loro in quella casa, sempre:
C'era la console di videogiochi di Naruto; c'era qualche album di schizzi di Sai, quelli più vecchi; c'era qualcuno dei libri di Kakashi, che Sakura aveva parcheggiato dentro una cassapanca; c'era un ventaglio, appeso appena sopra il tavolo. Lo stemma degli Uchiha.

<< E' delizioso >> Hinata le sorrise dolcemente, una volta che si fu data un'occhiata generale attorno. << E' veramente un appartamento bellissimo, Sakura-san >>

<< Ti piace? Ne sono contenta >> le sorrise di nuovo, stringendole una mano con fare confidenziale << Accomodati.. fai come se fossi a casa tua! Mi dispiace che la cena ancora non sia pronta ma.. Kakashi-sensei, Sai.. Hinata-chan è arrivata! >>

La testa di Kakashi emerse dal divano. << Yo! >> alzò una mano in segno di saluto. << Hinata, ti trovo in forma! >>

<< Hinata-san >> Sai le sorrise, seduto al tavolo da pranzo con in mano un suo blocco per gli schizzi. << Buonasera >>

Sasuke, che aveva preso posto accanto a Kakashi sul divano, osservò come Hinata si indaffarasse per rispondere educatamente ai saluti dei suoi compagni di squadra, inchinandosi rispettosamente alla loro presenza e rispondendo alle loro domande con la sua solita voce timida.

<< Sakura-san >> Hinata si avvicinò al bancone della cucina, gli occhi perlati che vagavano fra pentole e i piatti << Posso darti una mano? >>

Sakura si voltò di scatto, il mestolo in mano e i capelli rosa legati in una coda. << Cosa..? Oh, no! Certo che no, Hinata-chan! Sei un ospite in fondo >>

<< Insisto >> e le sorrise.

Con la coda dell'occhio le vide indaffararsi ai fornelli, ridendo e chiocciando allegramente, e avrebbe perso altro tempo con la sua osservazione se non avesse colto il suo migliore amico che si dondolava avanti ed indietro sulla propria sedia, un'espressione trasognante stampata sul volto.

<< Sei raccapricciante >> gli disse, atono.

Naruto non diede segno di averlo sentito, continuò ad osservare la sua migliore amica e la sua ragazza con quel viso da prendere a pugni. Tutto in lui lo incalzava ad attraversare la stanza e a prenderlo a pugni. Naruto si rivelava sempre un ottimo sacco da box.

<< Sono bellissime >> lo sentì dire, con una voce così soave ed intensa da far accapponare la pelle. Non ci riuscì; roteò gli occhi al soffitto, mentre accanto a lui Kakashi sorrideva al suo libro. << Sai.. ehi, Sai! Vieni qua! >>

Sai - povera anima - stava abozzando qualcosa su quel suo blocco da disegno, e al suono della voce dell'amico alzò appena lo sguardo e lo degnò di quella minima considerazione che si riservava ad un bambino troppo rumoroso.
Naruto gli fece segno di avvicinarsi a grandi gesti, così grandi ed eclatanti che lo stesso Sasuke si sorprese quando sia Sakura che Hinata continuarono a cucinare, dando segno di non aver né visto né capito qualcosa.

<< Sai! Sai! >> Sai sembrò particolarmente indisposto dalla sua richiesta, ma decise di accontentarlo, alzandosi in piedi e trascinandosi fino alla sedia dove Naruto si era accomodato. E quando lui lo invitò a rivolgergli l'orecchio per potergli sussurrare qualcosa lo fece - che idiota. << Sai.. voglio che tu adesso faccia un disegno di loro due che cucinano. Hai capito? Un disegno, sì.. uno di quei così lì.. di Hinata-chan e Sakura-chan, ok? >>

<< Non ce n'è alcun bisogno, Naruto >> replicò lui, serafico. << Ne ho terminato l'abbozzo di uno proprio adesso >>

Quella fu la frase che riuscì a farlo sobbalzare, e a far in modo che Kakashi staccasse l'occhio sano da quel maledetto libraccio e lo puntasse sulle figure dei suoi allievi, sorpreso.

<< Sasuke >> Kakashi era calmo come sempre, ma sembrava vagamente perplesso. << Sai ha appena ritratto Hinata e Sakura? >>

Sasuke non era esattamente senza parole: sapeva che Sai, appena trovava la sua cosidetta ispirazione, dipingeva o disegnava qualsiasi cosa potesse avergliela data. Ma non credeva potesse voler ritrarre una scena così.. normale.

<< Hn >>

Proprio in quel momento, mentre Naruto squittiva sul foglio che Sai gli aveva appena consegnato, Sakura emerse dal cucinotto, senza grembiule e coi capelli nuovamente sciolti. << Cosa succede qui? >> domandò, incuriosita, prendendo a disporre i piatti sul tavolo.

Naruto montò il suo solito sorrisone da trantadue denti. << AAAssolutamente niente >> Sakura non gli avrebbe mai creduto, Sasuke lo sapeva, ma la voce fine di Hinata la distrasse da qualsiasi possibilità di indagine più approfondita, obbligandola a tornare indietro per cominciare a servire.

Dieci minuti dopo sedevano tutti al tavolo, pronti ad infilare le bacchette nella ciotola che avevano davanti: il menù di quella sera era ramen fatto in casa. Sakura aveva meticolosamente impastato e fritto gli udon, aveva preparato il brodo e cotto la carne a vapore; le era occorso così tanto tempo che aveva appena avuto il tempo di farsi una doccia, prima dell'arrivo dei suoi compagni.

<< Itadakimasu! >>

Il risultato non poteva non essere che delizioso, ma svariati minuti dopo che tutti avevano già infilato le proprie bacchette e saggiato la cosistenza degli udon, Sasuke non era ancora riuscito a prendere in mano le proprie, semplicemente perché con un braccio fasciato l'impresa riusciva decisamente ardua.

<< Naruto? >> Sakura, che era appena tornata dalla cucina dov'era andata a recuperare per l'ennesima volta delle salse. << Puoi scambiare posto con me? >>

Naruto emerse dalla sua ciotola - col viso sporco di brodo - e la osservò con la fronte corrugata. << 'erché? >> biascicò, e Sasuke sospirò sprezzante, quando vide Hinata affrettarsi a passargli un tovagliolino.

<< Niente storie e cambia posto >>

Naruto sembrò ancora più perplesso, ma non fiatò e scivolò al fianco destro della sua ragazza, lasciando che Sakura sedesse sulla sua sedia, proprio al lato opposto di Kakashi - e di fianco a Sasuke.
Sasuke sembrò ugualmente, se non più, confuso dal suo gesto: era una regola di casa, Sakura rivolgeva sempre la schiena alla cucina, e lui sedeva sempre davanti a lei. Con una tavola rotonda come quella - imposta dallo stesso Naruto, che aveva sottolineato come quella rettangolare, più comune, potesse portare a prese di posizione - anche sottigliezze come quelle erano importanti.

Sasuke sentì il gomito di Sakura sfiorare il suo fianco e prima che potesse solo rendersene conto la mano di lei era sopra la sua, che aggiustava la posizione delle bacchette e depositava al bordo della sua ciotola un cucchiaio.

<< Ecco >> gli disse, la voce carezzevole e poco più alta di un sussurro. << Così potrai mangiare meglio >> incontrò il suo sguardo, che sorrideva come le sue labbra.

Quello che seguì fu un silenzio.. imbarazzante. Perché Sasuke sapeva che tutti i commensali avevano interrotto le proprie attività - Kakashi stava per interrogare Hinata, e Naruto stava giusto per fare il solito commento idiota della serata - per rimanere ad osservare quel piccolo e grazioso siparietto.
Sarebbe arrossito, perché sentì addosso addirittura lo sguardo incuriosito della Hyuuga - e quello avrebbe potuto spiegare ogni cosa - ma non successe semplicemente perché la voce di Sai gli impedì di realizzare quello che era appena successo.

<< Ma allora vo- >> non riuscì a finire la frase che la mano di Kakashi, che mangiava tranquillamente, era corsa a tappargli la bocca con una naturalezza da lasciare spiazziati.

Sasuke faticò a non spezzare le proprie bacchette.

<< Sakura-san >> Hinata prese parola timidamente, ma con garbo e dolcezza. << E' veramente squisito. Io.. Naruto-kun mi aveva detto che eri un'ottima cuoca, ma non pensavo fossi così brava >> proferì. << Come fai? >>

Sakura sorrise, civettuola - e Sasuke si domandò se avesse imparato dalla Yamanaka. << Ti ringrazio >> rispose. << Beh.. immagino sia perché mi piace molto cucinare >>

<< Bando alle ciance! >> Kakashi depositò le bacchette sul bordo della sua ciotola, mentre un sorrisino birichino gli si dipingeva sul volto. << Questa è la prima volta che qualcuno di estraneo al team cena con noi, vero Sakura? >>

Sakura annuì, e sorrise gioiosamente; al suo fianco Hinata arrossì debolmente, scostandosi una ciocca di capelli scuri dal volto e chinando il capo rispettosamente. << V-Vi ringrazio ancora per l'invito! >>

<< Oh, Hinata-chan, non essere così formale! >> la mano di Naruto corse a circondarle le spalle. << Siamo sempre noi! >>

<< Che carini che siete >> il sorriso di Kakashi non lasciava presagire nulla di buono. << A quando il matrimonio? >>

Infatti.

Naruto, che aveva appena spazzolato la seconda ciotola, rischiò di soffocare con le bacchette in gola, mentre Hinata arrossì così tanto che a Sasuke, osservandola, tornarono in mente i pomodori che era solito comprare nell'alimentari più vicino al quartiere Uchiha.

<< KAKASHI-SENSEI! >> Naruto, dopo che fu certo di poter riuscire a respirare correttamente, starnazzò verso il suo sensei i più improbabili insulti esistenti al mondo.

<< Kakashi, ho letto che i vent'anni sono l'età perfetta per convolare a nozze >> ovviamente Sai non poteva non intervenire, e questo aggravò ancora di più la situazione, mandando in uno stato simile all'iperventilazione Hinata - che continuava ad osservare le sue mani come in trance - e rischiando, questa volta, di far soffocare Sakura con l'acqua che stava bevendo.

Sasuke allungò il braccio buono e le battè una sonora pacca sulla schiena senza neanche darsi pena di controllare fino a dove l'avesse spinta.

<< G-Grazie, Sasuke-kun >> la sua voce gli giunse ovattata, con tutto il casino che il dobe e gli altri stavano facendo.

Era una scena decisamente piacevole, e osservando Sakura che si adoperava a tenere Naruto fermo sulla sua sedia con una mano - in modo che non decidesse di attentare alla vita del suo maestro un po' prima del solito - Sasuke colse qualche stralcio di conversazione sopra le urla  - "Hinata-san, mi chiedevo fino a che stadio tu e Naruto foste arrivati nella vostra relazione" - sentendosi montare addosso una sensazione simile alla pace.

Mai l'avrebbe ammesso: aveva sempre giustificato la sua presenza a quelle cene settimanali con la banale e stupida scusa di poter riuscire a mangiare qualcosa di diverso dal ramen e dai soliti pomodori, quando in realtà era sempre fra i primi ad arrivare e fra gli ultimi ad andarsene, semplicemente perché gli piaceva. Perché gli piaceva stare con loro, - e lasciarsi alle spalle la morte e il sangue delle sue missioni; osservare il dobe che si soffocava col cibo, quel pervertito del loro sensei che non poteva fare a meno di sbirciare il suo libro, quell'altro sociopatico che interrompeva la cena coi suoi commenti idioti, osservare lei sorridere come se da quel sorriso fosse dipesa la sua vita.
Perché sedersi a quel tavolo lo riportava indietro di anni, perché ogni piatto profumava di famiglia e affetto, e perché in Kakashi rivedeva un padre mai avuto, e in Naruto un fratello scomparso, e in Sai un compagno di cui fidarsi.

E in lei... la figura sorridente di una madre. [Anche]

E gli bastava chiudere gli occhi per sentirsi tornare bambino, quella sensazione di calore al petto e allo stomaco, ogni volta che li sentiva ridere.

Una mano gli pizzicò il braccio, e un paio di (dolcissimi, luminosi ed intensi) occhi verdi cercarono il suo sguardo. << Vuoi il secondo, Sasuke-kun? >> sperò che lei non vedesse il suo viso tormentato dai ricordi del passato.

<< Sì >>



***



Il tè quella sera arrivò più tardi del solito.

Subito dopo cena Sakura ed Hinata avevano impiegato una mezz'oretta per rigovernare i piatti e pulire la cucina, mentre gli uomini aveva deciso di dividersi fra la tv e qualche libro sparso qua e là, da bravi e valorosi shinobi qual'erano.

Sasuke come al suo solito aveva impiegato il tempo nella lettura approfondita di un rotolo di medicina - il funzionamento dei muscoli - e anche se sapeva che mai avrebbe potuto aspirare nell'apprendere i jutsu medici così come Sakura, pensava che un poco di cultura non avrebbe guastato nessuno. Naruto dal canto suo si era parcheggiato davanti alla tv con Sai, e stava inutilmente cercando di spiegargli le funzioni dell'ultimo videogioco che aveva acquistato - non che servisse poi molto.

Kakashi si era appisolato sul divano, e ogni tanto riemergeva dal suo libro borbottando qualcosa di incomprensibile che negli ultimi minuti aveva spinto Sasuke ad ignorarlo più che a prenderlo in considerazione - non era novità, in fondo, che il loro vecchio sensei se ne uscisse con qualche trovata assurda dell'ultimo istante.

<< E' felice >>

Ecco, quella era una trovata assurda dell'ultimo istante. Sasuke, suo malgrado, fu costretto a distogliere lo sguardo dal rotolo a farlo scivolare, lento e con fare disinteressato, sul viso coperto dalla solita maschera di Kakashi, che lo osservava col suo unico occhio scoperto. Pur non essendo in servizio continuava ad indossare il coprifronte.

<< Forse più felice che mai >>

[Non spezzarla. Conservala. Proteggila. Proteggi lei. Rendila felice. Falla sorridere.]

A Sasuke non servì alcun nome per capire a chi si stesse riferendo, e all'improvviso si ritrovò ad agitarsi sul posto, a disagio, e quel cantuccio sul divano cominciò a diventare sempre più stretto.
Parlare di Sakura, con altri, non lo metteva esattamente a suo agio.

Proprio in quel momento lei ed Hinata emersero dalla cucina, e passarono loro vicino senza neanche degnarli di uno sguardo, tanto erano prese dalle loro chiacchere. A Sasuke, da bravo ed acuto osservatore qual era, bastò un'occhiata di sottecchi per notare le loro mani intrecciate affettuosamente e la loro più che evidente meta.

Sakura le avrebbe mostrato le foto.

E fu esattamente quello che fece: Sakura condusse la giovane Hyuuga verso la zona notte, la fece sedere sul suo letto e fra risate, balbettii imbarazzati e confidenze le mostrò quello che era "Il Team Sette Negli Anni".
Scorsero assieme le foto otto anni prima, di quando erano appena dodicenni; ritratti di un'attesa dolorosa e speranza per il futuro - e Sasuke, un rotolo sulle gambe che oramai era diventato pura formalità, visto e appurato che la sua mente seguiva altri discorsi, immaginò si trattasse della manciata di foto che li ritraeva soli, loro - senza di lui.

Senza neanche volerlo si ritrovò ad osservare il vuoto, e in un attimo i ricordi del passato - non ricordi felici, non quegli stralci d'infanzia felice - tornarono a danzargli in mente, inesorabili, come una condanna a morte.

[Odio. Odio. Odio]

<< Tutto bene, Sasuke? >> aveva stretto i pugni, e neanche se ne era accorto.

La mano di Kakashi, alzatosi a sedere, si posò sulla sua spalla e il suo occhio lo scrutò dentro, accorato.

Sasuke annuì, meccanico, ma non riuscì a racimolare un po' di voce per dare un canale ai suoi pensieri (no no no), e si ritrovò ad osservare il suo sensei con apparente distacco.

In realtà stava gridando dentro, e lo sapevano entrambi.

La presa di Kakashi si allentò, giusto prima che uno strillo lacerasse l'aria e li spingesse tutti a voltarsi verso la stessa direzione - ovvero il muro, dove dietro era nascosto il letto di Sakura.


<< Il tè! Ho dimenticato il tè! >>

Naruto si proferì in una sonora pernacchia di scherno, scuotendo vigorosamente la testa. << La solita Sakura-chan >> mormorò fra sé e sé, e Sai annuì, compito.

<< O-Oh! Perdonami Sakura-san, ti ho per caso distratto? Posso darti una mano? >>

Sasuke ascoltò per filo e per segno i loro futili chiacchericci, memorizzò anche i loro passi che tornavano verso la cucina e cercò di non badare allo sguardo fisso di Kakashi su di lui.
Sapeva che non stava più leggendo, e Sasuke si chiese a che servisse pretendere di continuare a farlo.

<< Che colore vuoi, Hinata-chan? Lilla ti va bene? >>

<< Non.. è di Sai-san quella tazza? >>

<< Oh no, questa è tua! L'ho comprata proprio ieri.. sai, ognuno deve avere una sua tazza per il té, in una casa. Quella viola lì è di Ino, e quest'altra viola è di Sai >>

<< Sei così ingeniosa, Sakura-san >>

<< Per mantenere una casa bisogna esserlo, Hinata-chan >>

Naruto aveva smesso di giocare, tutto d'un tratto, e a Sasuke non servì molto intuito per capire che - come lui - aveva preferito stare ad ascoltare quei discorsi - quei discorsi del tutto stupidi, inutili e privi di significato.
In realtà sembrava che tutti li stessero ascoltando; anche gli occhi di Kakashi avevano smesso di saettare da una riga all'altra del suo libro, e addirittura Sai aveva smesso di spippolare sul quel controller - probabilmente stava cercando di capire il significato recondito di quelle parole.

<< Quindi sei capace di fare una cerimonia del té? Una vera e propria cerimonia? >>

<< B-Beh, sì.. ma solo quella più semplice. Mia sorella Hanabi è molto più brava di me >>

[Tazze disposte sul vassoio]

<< Che invidia. Un po' di tempo fa mi ero iscritta ad un corso ma non sono riuscita a trovare del tempo per via dell'Ospedale e non mi sono presentata nemmeno una volta. E' stata un vera sfortuna! >>

<< S-Se vuoi posso insegnarti qualcosa io, Sakura-san. Non sono molto esperta, ma me la cavo >>

[Bollitore d'acqua]

<< Lo faresti davvero? Sarebbe fantastico! >>

<< Certo. Mi farebbe davvero molto piacere >>

[Foglie del tè]

Sakura servì come sempre Kakashi per primo, e Hinata si adoperò a consengnare la tazza al suo ragazzo, che la ringraziò un incommensurabile numero di volte - gli occhi gli brillarono addirittura - prendendola per mano e dicendole che sarebbe stata - testuali parole - una mogliettina perfetta. Hinata ovviamente rischiò di andare in iperventilazione - troppe novità in una sola volta.

Sasuke, accantonate per un attimo le vicessitudini di prima, sogghignò contro la sua tazza fumante e si concesse un sospiro liberatorio, sotto lo sguardo di Kakashi - che non l'aveva perso di vista nemmeno un attimo.

<< Quando è che avete la prossima missione, allora? >> Sakura si servì il suo tè e poggiò la schiena contro il muro.

<< Tsunade-baachan ha detto che dovremmo avercene una questo finesettimana, ma non è ancora sicuro. Domani siamo convocati per i dettagli >>

<< Ma, Naruto-kun... come potete andare in missione se Sasuke-san ha la spalla rotta? >>

Oh.

<< Oh, Kami! >> Naruto sgranò gli occhi. << Teme, non ci avevo pensato! E se la vecchia ci desse la missione come facciamo? Riesci a guarire per venerdì? >>

<< Ovviamente >>

<< Ovviamente no, Sasuke-kun >> Sakura corrugò la fronte. << Ti ho già detto che non puoi sforzare il braccio >>

<< Suvvia, Sakura-chan! Il Teme starà benissimo.. n-non ti arrabbiare ok? E poi non è nemmeno sicuro che Tsunade-baachan ci dia la missione >>

<< Fate come vi pare >> sbottò lei, decisamente irritata. << Sasuke-kun, poi non osare venire da me quando tornerai col braccio in cancrena e dovremo amputartelo >> e detto questo voltò la schiena e si diresse a grandi passi verso la cucina, con l'aria di chi decisamente si stava trattenendo dal prendere a pugni qualcosa.

Hinata balzò in piedi, e li osservò tutti, indecisa sul da farsi. Prima di correre dietro l'amica. << S-Sakura-san! >>

Sasuke non le rispose neanche, la ignorò sfacciatamente e continuò a sorseggiare il suo tè con la massima naturalezza. Naruto gli scoccò un'occhiataccia di rimprovero, ma lui non diede peso neanche a quella - preso com'era dai suoi pensieri.

Se qualcuno avesse prestato più attenzione, però, avrebbe notato la sua mano sul punto di frantumare la tazza in mille pezzi.

***



Dopo lo spiacevole incidente - che aveva compromesso il bel concludersi della serata - Naruto fu il primo a decidere che era giunta l'ora di andarsene.
Scoccate le undici e mezza si alzò dal tappeto e decretò che si era fatto decisamente tardi e che doveva riaccompagnare Hinata a casa. Gli addii furono decisamente più piacevoli dell'ultima mezz'ora, e Hinata salutò educatamente tutti - compreso lui, che fu nuovamente costretto a rispondere con cortesia al suo breve inchino - prima di abbracciare Sakura con timidezza e ringraziarla per la centesima volta. Lei ricambiò il gesto e le sorrise - ma era evidente che il brio di appena qualche ora prima era stato sotterrato sotto tonnellate di parole non dette.

<< Devi tornare più spesso, Hinata-chan >> Sakura le prese le mani fra le sue. << Naruto, promettimi che porterai Hinata-chan più spesso >>

<< Ma certo, Sakura-chan! >> il jinchuuriki le posò una mano sulla spalla, un sorrisone ad incorniciargli le labbra. << E' stato divertente, vero Kakashi-sensei? >>

<< Assolutamente! >> il ciuffo di Kakashi emerse da dietro al divano, e Sakura scosse la testa, mentre accanto a lei Hinata si proferiva in una risatina delicata. << Stammi bene, Hinata! E salutami Kurenai, appena la vedi! >>

<< Sarà fatto, Kakashi-sensei >> la sentirono dire, dall'ingresso. Il cigolio della porta fece loro intendere che erano giunti alla frutta, in un certo senso. << Oyasumi, Sakura-san >>

<< Oyasumi, Hinata-chan >> disse. << State attenti sulla strada >>

Quando la porta si chiuse Sasuke, pur con gli occhi strategicamente chiusi, avvertì chiaramente il peso di Kakashi sparire dal divano, e il secco rumore del suo libro che si chiudeva, assieme allo stridore della sedia su cui Sai sedeva fino a poco prima.

<< Sarà il caso di andarcene anche noi, Sai? >> Sakura emerse proprio in quel momento dall'ingresso, sorridendo alla loro vista e poggiando la spalla contro lo stipite dell'arco. << Così presto, Kakashi-sensei? >> ridacchiò, lei. << Quando potrò rivedervi? >>

<< Oh, presto.. spero. Ma non preoccuparti, se la Godaime affiderà loro la missione avrai sempre me con cui stare, no? >> Sakura scosse nuovamente la testa, divertita. << In ogni caso non è carino far stare sveglia la mia allieva preferita così a lungo >>

<< Potresti correre il rischio di diventare ancora più brutta >> Sai le passò davanti con un sorrisino da un orecchio all'altro, così irritante da prendere a pugni. Sakura sbuffò, ma piuttosto che atterrarlo preferì stampargli un bacio sul naso, al quale lui reagì osservandola interdetto. << Non recepisco il significato di questo gesto >> le disse. << Ho letto della infinita varietà dei tipi di baci, ma sul naso non ho trovato nessuna traccia>>

<< Significa affetto, zuccone >> Sakura sembrò trovare il suo buonumore perduto.

<< Oh, allora io dovrei baciarti sulle labbra? >>

Sakura inorridì, e il suo bel viso si tramutò in una maschera di disgusto - e Kakashi scoppiò a ridere, battendo la solita pacca amichevole sulla spalla dell'allievo. << Credo che Sakura ti ucciderebbe, e Naruto e Sasuke proverebbe- Sasuke, vieni anche tu con noi? >>

Sasuke annuì, distaccato, e passò loro davanti come se nulla fosse. Avvertì su di sé lo sguardo altrettanto sorpreso di lei, che seguì le sue movenze senza abbandonarlo nemmeno un istante; era sul punto di infilarsi i sandali quando lei parlò, la voce ridotta quasi ad un sussurro, tanto era timida.

<< Posso.. parlarti, Sasuke? >>

Sasuke sospirò, e il peso che stava meditando di togliersi dalle spalle (senso di colpa senso di colpa senso di colpa) fuggendo via da lì il prima possibile, tornò a farsi sentire quando lei lo chiamò sensa suffisso. E quando Sakura lo chiamava senza suffisso poteva significare solo una cosa:

Guai.

Stava giusto per meditare su come scampare a quella tortura - lei si sarebbe sicuramente dilungata su quanto fosse importante la sua sicurezza, su come non dovesse sforzarsi o chiedere troppo al suo fisico. Su come dovesse comportarsi più responsabilmente - e vedeva in una silenziosa preghiera a Kakashi un'ottima via di fuga. Proprio quando stava per alzare lo sguardo dal pavimento e puntarlo in quello del suo sensei nella speranza che udisse la sua richiesta d'aiuto, Kakashi aprì la bocca per sparare idiozie:

<< Oh, allora in tal caso io e Sai ti precediamo >> si sporse a scompigliarle i capelli, affettuosamente. << A domani, Sasuke! E.. oh, Sakura, una cena meravigliosa come sempre >> Lei annuì, e sorrise, saltando in due passi verso la porta e affrettandosi a chiuderla dietro le loro figure.

Quando la soglia si fu chiusa, e loro se ne furono definitivamente andati, Sasuke si ritrovò ad osservare la sua piccola schiena, e la sua fronte poggiata contro la porta - stava sicuramente scegliendo con cura le parole da rivolgergli.

Non era la prima volta che affrontavano discorsi seri, e nemmeno la prima volta che rimanevano soli nel suo appartamento - era sempre lui l'ultimo ad andarsene, in fondo. Per certi versi Sasuke sapeva cosa aspettarsi da lei - le solite parole, forse - per altri lei riusciva sempre a metterlo in crisi, il suo comportamento lo confondeva.
Quella sera Sakura decise di sorprenderlo di nuovo, e invece che proferirsi in mille raccomandazioni la sentì prendere un respiro profondo:

<< Scusa >>

[Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace]

<< Io.. credo di essermela presa troppo >> la sentì sussurrare, e notò come la sua mano corse a stringere il pomello della porta.

Sasuke incassò la testa nelle spalle, lo sguardo sempre basso, e decise che tornare dentro non avrebbe fatto del male a nessuno. Così le rivolse le spalle e a passi lunghi e misurati entrò di nuovo nel salotto, senza dire niente, perché lei lo conosceva, e sapeva come prenderlo. Lo seguì senza fiatare, infatti; Sasuke sentì i suoi piccoli passi affrettarsi a raggiungerlo.

Superò il divano e col braccio buono si chinò a raccogliere le confezioni dei videogiochi che Naruto aveva lasciato sparse sul tappetto, rendendo impossibile camminarvici senza per forza correre il rischio di scivolarvici sopra.

<< Non scusarti >> le disse, gli occhi bassi, la voce sostenuta. << E' stupido >>

Non gli servì vederla per sapere che aveva appena sorriso, forse intenerita. << Io.. forse sì. Forse è davvero stupido >> con la coda dell'occhio la vide passarsi una mano fra i lunghi capelli rosa.

[I think of you again and again
I cannot help it]

Non si dissero più niente, da quel momento: lei si affrettò a raggiungerlo, mormorando qualche cosa sottovoce, e ad aiutarlo a rimettere al suo posto ogni singola cosa sparsa lì attorno. Impilarono tutti i rotoli fra cui Sai aveva curiosato, e i libri che Sakura aveva mostrato ad Hinata, e rimisero al loro posto anche i controller e la console.
Quando anche l'ultimo videogioco fu infilato nel mobiletto in legno ai loro piedi, Sakura smise un attimo di respirare e torturò il legno su cui aveva appoggiato la mano.

<< Vorrei solo.. >> la sentì sussurrare, così bassa che Sasuke dovette sforzarsi per sentirla. Si chiese se lo stesse dicendo a lui, o a se stessa. <<... che tu stessi bene >>

Sto bene - avrebbe voluto dirle. Avrebbe voluto urlare a lei, a Naruto, a Kakashi e a Sai che lui stava davvero bene, che andava tutto bene, che non c'era niente di anormale o strano. Che lui stava semplicemente bene.

Ma avrebbe mentito - e lo sapevano entrambi.

Sperava solo che un giorno avrebbe trovato il coraggio di ammetterlo a se stesso.

[I think of you all of sudden.
I laugh]

Sakura sospirò, e tornò a passarsi una mano fra i capelli - come faceva lui, quando era nervoso - prima di alzare lo sguardo ed incontrare i suoi occhi, un sorriso che le danzava sulle labbra. << Vado a lavare le tazze >>

E mentre lavava le tazze Sasuke non trovò niente di meglio da fare che tornare a sedersi sul divano - certe volte si domandava se prima o poi non vi sarebbe rimasto impresso il segno del suo didietro, visto il numero di volte che vi ci campeggiava sopra.
Quando anche l'ultima tazza fu appesa ad asciugarsi - Sasuke l'osservò picchiettarne ciascuna, e disporle secondo l'ordine dei colori. Dalla più chiara alla più scura. Un'altra delle sue manie - lei tornò a sospirare, ma si voltò e gli sorrise di nuovo.

<< Vuoi che ti controlli il braccio? >>

[The scent that infiltrated my heart
Still clearly remains real]

Lei l'aiutò a sfilarsi la maglia, e disfò con cura il bendaggio, cercando di rilassare i suoi muscoli intorpiditi con un breve massaggio all'altezza del gomito. Quando il suo tocco salì dal suo petto, chakra verde che cominciava ad illuminarle le dita, fino alla sua spalla dove si depositò, Sasuke fremette - non era la prima volta che lo toccava, era sempre il suo medico personale, ma aveva ancora le mani fredde.

Lei ridacchiò, avvertendo la sua tensione << Scusa >> gli disse, e congiuse entrambe le mani all'altezza della sua spalla, che piano piano cominciò a riscaldarsi sotto il suo tocco delicato.

Lei cominciò a parlare, e Sasuke avrebbe voluto ringraziarla per aiutare a distrarlo dai suoi pensieri - che non erano esattamente felici, ma non ritraevano nemmeno situazioni tragiche o da lacrime. Erano solo dei semplici pensieri, forse anche futili - sul perché Sakura portasse i capelli così lunghi, o sul perché gli sembrasse che la distanza fra i loro corpi si stesse azzerando man mano che passava il tempo. Sul perché lui non riuscisse a staccare gli occhi dal suo sguardo.

<< Ricordami di ringraziare Naruto >> lo informò. << Sento di aver fatto una buona azione oggi, sai? Io ed Hinata non siamo mai state molto amiche, sai, e beh.. con tutti gli impegni che abbiamo non ho mai avuto neanche il tempo di prendere un tè con lei anche solo per parlare, ed è la ragazza del nostro migliore amico! E' assurdo! >> cercò i suoi occhi, in cerca di un'approvazione che Sasuke le diede col suo solito e criptico "Hn" << Sento di essermi avvicinata a lei, oggi. E' dolcissima, dovresti provare a parlarle, Sasuke-kun. E lei e Naruto sono assolutamente adorabili assieme >>

<< Mi domando come faccia a sopportarlo >> non riuscì a frenare la lingua, e la battuta gli scivolò dalle labbra prima che potesse solo rendersene conto.

Sakura scoppiò a ridere di getto. << E' una persona mooolto paziente, allora >> aggiunse, e il calore delle sue mani si spostò sul suo avambraccio. Sasuke notò come il suo sguardo si addolcì, tutto d'un tratto, e come il chakra contro la sua pelle fece altrettanto.

<< Lo ama davvero molto >>

<< Aa >>

[Just like saying I love you,
Saying I miss you
It's not been easy to me] 

Lei smise di parlare, ma non di iniettare chakra nel suo corpo e nemmeno di sorridere, e Sasuke si lasciò sfuggire un sospiro pericolosamente simile ad un gemito - di piacere.
Quando non erano sul campo di battaglia, e quindi quando Sakura non doveva pensare a salvargli la vita a o curargli qualche squarcio nel petto, non c'era alcun dolore vero e proprio; e sentire il chakra di lei che premeva, oltrepassava e leniva la tensione della sua pelle era semplicemente.. indescrivibile. Era come se gli stessero facendo un massaggio, era una sensazione simile al lieve e piacevole torpore dopo un bagno alle terme, o dopo una lunga e pacifica dormita nel proprio letto. Sasuke si sentiva bene - ed era qualcosa di cui non riusciva a prendere ancora pienamente coscienza. Di cui aveva... paura.

[Paura. Paura. Paura]

Sakura sembrò percepire il suo repentino benessere perché cominciò a spostare entrambe le mani verso il suo petto, ed una luce verde gli illuminò gli occhi, mozzandogli il fiato dalla sorpresa. Ma non le disse niente, e lasciò che continuasse - pur sapendo che quella mattina aveva avuto un turno all'ospedale. Lasciò che lo cullasse con le sue abilità ancora per un poco.
Solo per un altro poco, si disse, fino a quando il suo stesso corpo glielo avrebbe permesso.

Fino a quando la paura non lo avrebbe attanagliato di nuovo.

[Codardo]

Quando successe, quando con un incredibile sforzo Sasuke si obbligò a separarsi dal suo (carezzevole, delicato, dolce) tocco fu Sakura quella che si sorprese, sgranando gli occhi - le mani che ancora brillavano di verde.

<< Basta così >> le disse, chiudendo gli occhi. La voce che tornava monotonica e distaccata come sempre.

[To me..]

Lei mascherò il suo sguardo ferito con uno di quei sorrisi che Sasuke col passare del tempo aveva imparato a distinguere perfettamente. << Va.. bene >> sussurrò, e fece per muoversi verso le bende, con tutta l'intenzione di bendargli di nuovo il braccio, ma lui fu più veloce e posò una mano su di esse, scuotendo la testa. << Faccio da sol- >>

<< Non dire sciocchezze, Sasuke >> sbottò, secca e perentoria, e Sasuke non trovò di che lamentarsene.

Lasciò che lo toccasse di nuovo, allora, ma questa volta fu costretto a posare entrambi i pugni sulle ginocchia e a stringerli così forte che poco dopo divenne così doloroso continuare a farlo da non riuscire a smettere - e mai avrebbe voluto sapere cosa sarebbe successo, se non lo avesse fatto.

<< Ho finito >>

<< Hn >>

[Love is cherish for one another]

Le sue mani scivolarono in grembo, seduta ai piedi del divano com'era, e dopo che l'ebbe aiutato a rinfilarsi anche la maglia - con suo sommo disappunto - la sentì sospirare.

<< Vuoi del tè, Sasuke-kun? >> quando tornò a parlare il suffisso era tornato e la sua voce era più dolce, ma Sasuke percepì lo stesso il suo sforzo.

<< No >> le rispose. << E' tardi >>

Quello era il suo congedo - e lo sapevano entrambi. Era passato troppo tempo, e lui non avrebbe mai potuto accettare la sua offerta, perché non poteva. Semplicemente.
Lei lo seguì fino all'ingresso, mascherò nuovamente la delusione con l'ennesimo (finto finto finto) sorriso e l'osservò mentre si infilava i sandali, con incredibile calma.

<< Stai attento >> gli disse, una volta che ebbe aperto la porta e che lui fu fuori, sulla soglia dell'appartamento.

[Non sforzarti. Stai attento. Fallo. Stai attento]

Sasuke annuì - non le avrebbe mai risposto, ma sperava che fosse abbastanza. << Buonanotte >> mormorò, nel buio e nel freddo di quel corridoio. Fuori, oltre al corrimano, le stelle brillavano nel cielo, e il freddo pungente di quella sera di Marzo gli penetrò nelle ossa come poco prima il chakra di lei aveva fatto.

[Love is being together]

<< E grazie >> di tutto.

Sakura sorrise, e lui ritenne che fosse abbastanza per quella giornata, perciò mosse le gambe e marciò via, lontano da quell'appartamento, verso la solitaria Villa Uchiha.

Lei, come tutte le notti, attese che lui raggiungesse la tromba delle scale per poter chiudere la porta, ma prima che potesse farlo Sasuke la sentì distintamente sospirare - per la milionesima volta. Ed era un sospiro diverso dagli altri, era per lui.

Sospirava per lui.

[Teneva duro]

E Sasuke avrebbe voluto ringraziarla solo per quello.


[Love is merely that]




***
Continua.. ?




QuiC'èGè:
Che ve ne pare di questa trovata? Credo abbia anche un nome, che adesso però non ricordo - il fatto di associare alla lettura visiva anche la partecipazione di altri sensi. Mi verrebbe in mente "sinestesia" ma non vorrei cadere in errore - considerando che la sinestesia è qualcosa di decisamente più esteso - quindi taglio qui xD
Che dire? Avete conosciuto Hinata-chan, la nostra dolcissima Hinata-chan - e qui voglio precisare una cosa:
Chi segue o ha mai letto una delle mie fanfictions, esclusa Battle Royale, avrà notato la mia abitudine di dipingere Hinata (ma anche tutte le altre kunoichi di Konoha) come amica intima di Sakura, e perciò molto in confidenza con lei. Qui invece ho preferito apporre di nuovo le formalità che Kishimoto è solito darci, e aggiungere quel distacco che avrebbero avuto naturalmente. Così sarà anche per tutti i personaggi maschili e femminili che verrano introdotti in seguito, esclusa Ino :)
Prima di andarmene vi lascio uno stralcio del terzo capitolo:
"<< Cos'è quello, Sasuke-kun? >> cinguettò.
Sasuke capì a cosa si stesse riferendo e spostò il peso del proprio corpo prima su un piede e poi sull'altro, a disagio sotto il suo sguardo indagatorio. << La mia cena >>
Sakura sbatté le palpebre degli occhi. << La tua cena? >>
<< La mia cena, Sakura >> ripetè, stavolta con più irritazione. Odiava ripetersi, odiava quei giochetti, e lei lo sapeva bene.
<< Come sarebbe a dire la tua cena, Sasuke-kun? >> la sua voce campiò repentinamente tono, cominciando ad assomigliare a quella che era solita usare quando si rivolgeva a Naruto. << Sai che giorno è oggi, Sasuke-kun? Oggi è mercoledì >> sibilò, secca e incredibilmente seria. << Il mercoledì è il giorno in cui ceniamo tutti assieme >>"
Ringrazio, ovviamente, le persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Gentilissime, davvero! Un grazie di cuore :)
Al prossimo giovedì, non mancate.
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