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Autore: Bale    12/07/2012    0 recensioni
“Sono passati cinque anni, ma io sono ancora qui a piangere sulla tomba di Fred. Ci vengo tutti i giorni, al crepuscolo....
...non vivo più senza di lui, non vivo più da cinque anni.
A volte mi tocco l’orecchio, quello ferito e ripenso a lui, ripenso alla battaglia che abbiamo combattuto insieme e che ho vinto solo io."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Mi alzai da tavola per primo. Avevo voglia di starmene un po’ da solo, in disparte.
Lasciai la mamma a chiacchierare con Ginny ed Hermione e me ne andai in giardino.
Uno gnomo dispettoso spuntò fuori da un cespuglio ridacchiando. Non appena si accorse di me, mi rivolse uno sguardo spaventato e fuggì via a gambe levate.
Mi sfuggì un sorriso.
Spesso, d’estate, la mamma ci spediva a ripulire il giardino. Fred ed io ubbidivamo sempre controvoglia, ma poi trovavamo sempre il modo di divertirci. Rifilavamo qualche nostro esperimento a quelle creature indifese e ce ne stavamo lì a ridere per delle ore. La mamma non riusciva mai a spiegarsi cosa ci fosse di così divertente tra le erbacce. Ci guardava rientrare a casa con lo sguardo imbambolato. Papà, invece, si lasciava contagiare dalle nostre risate. Ho sempre pensato che sapesse perfettamente ciò che facevamo a quegli gnomi e sono sicuro che condividesse a pieno le nostre azioni. Dopotutto  invadevano la nostra proprietà e meritavano una lezione.
Ero in piedi in mezzo all’erba, il vento mi scompigliava i capelli. Davo le spalle alla Tana, fissavo l’orizzonte.
All’improvviso sentii un cigolio. Qualcuno aveva aperto la porta, qualcuno stava per raggiungermi.
Mi voltai leggermente e, con sorpresa, mi ritrovai di fronte il viso occhialuto di Harry.
Lo fissai per qualche istante. I suoi occhi verdi, identici a quelli della sua defunta madre, risposero curiosi al mio sguardo.
Harry si era sempre sentito in colpa per quello che era successo a Fred. Se solo si fosse consegnato a Voldemort fin da subito, forse Fred sarebbe stato lì con noi a festeggiare.
All’inizio anch’io avevo scaricato la colpa su di lui. In realtà, Harry Potter era il primo motivo che mi aveva portato a lasciare la Tana.
Aveva sposato Ginny, era entrato in casa nostra nonostante ciò che aveva fatto a mio fratello.
Mi faceva troppo male vedere il suo viso felice insieme a quello di mia sorella, mi faceva male vedere quanto fosse amato e coccolato dalla mia famiglia. Avrebbero dovuto odiarlo e invece lo avevano accolto a braccia aperte.
Durante i miei cinque anni di solitudine, tuttavia, mi ero reso conto che Harry non aveva alcuna colpa. Anzi, era la persona più altruista e coraggiosa che avessi mai conosciuto. Aveva agito in quel modo per un motivo, grazie a lui Voldemort era stato sconfitto. Dovevo soltanto essergli grato, nient’altro.

-Scusami-   sussurrai, continuando a fissarlo saldamente negli occhi.

-Sono io che devo scusarmi con te. Non avrei mai voluto…-

Lo zittii con un cenno della mano.

-Dov’è?-    chiesi bruscamente.

-Di cosa stai parlando?-    mi chiese lui, confuso.

-La Pietra della Resurrezione. So che ce l’avevi, so che avevi trovato i Doni della Morte-

-Cosa vuoi fare?-

Un altro gnomo sbucò da un cespuglio per poi sparire nell’oscurità.
Mi voltai a guardarlo, lieto di avere un motivo per distogliere lo sguardo dal mio interlocutore.
Harry mi fissava intensamente. Nell’oscurità non riuscivo bene a distinguere la sua espressione, ma mi sentii improvvisamente a disagio. Un brivido mi attraversò la schiena. Harry mi stava rimproverando.

-Tu dimmi dov’è-   insistetti.

-Non lo so-    tentò.

-Oh, andiamo. Non sono uno stupido-

-George, devi lasciarlo andare. Fred non c’è più e non possiamo farci nulla-

-Non è vero!-   esclamai indignato.

Le lacrime cominciarono a scendere copiosamente, le orecchie mi si infuocarono.

-Un modo c’è! La Pietra!-   continuai.

Harry scosse la testa.
Odiavo quel suo modo di fare, mi faceva sentire stupido.
Mi imposi di calmarmi, respiravo a fatica.

-Posso capirti, George-   Harry ruppe il silenzio.

-No, non puoi-   risposi meccanicamente.

-Sì che posso. Ho perso i miei genitori e ho dovuto imparare a farmene una ragione. Avrei potuto usare la Pietra anch’io, ma che vita sarebbe stata per me? E per loro? No, non è questa la strada per guarire, George. Tu puoi farcela, io posso aiutarti-

Sollevai lo sguardo. Ormai non avevo più nessun contegno: piangevo a dirotto.
Harry si avvicinò lentamente a me e mi strinse in un abbraccio.
Forse aveva ragione: potevo farcela e lui poteva aiutarmi.
   
 
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