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Autore: Eleonora999    13/07/2012    8 recensioni
Salve, allora questa è una fic Ichigo/Kisshu.
E' la mia prima storia, quindi so già che sarà difficile guadagnarsi qualche lettrice. Ma ci spero comunque tanto.
La storia è molto incasinatA, dove si capirà qualcosa solo verso la fine della storia stessa.
Ci saranno i tormenti di ghish, varie scoperte sulle origini della sua razza.
ese vi dico DEA DELL'AMORE cosa vi fa pensare?
Bhè, allora entrate e leggete, e lasciate qualche commentino se vi è piaciuta ^^
* Fine della battaglia. E’ finita, ma io mi sento morire. Perché? *
Ho almeno attirato un po' la vostra attenzione? Che fate, leggete ancora l'introduzione.. Entrate e leggete la storia ^^
Ciao ♥
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera ragazze! Qualche notturna? Hahaha non credo, cazzo sono le 01.50 di notte.
Facciamo un bel gioco vi va?
Alla fine di ogni Capitolo vi lascerò con una domanda.
Quando avete terminato di leggere il capitolo stesso, rispondete alla domanda.
Chissà, magari ci facciamo due leggere risate leggendo le recensioni di tutte noi..
Oppure no .__.
Lasciamo Perdere, ahahahaha Vabbè se vi interessa ditemelo ^^
Ora vi lascio alla lettura di questo A T T E S I S S I M O reating Rosso^^
Buona lettura :)

 
La paura eguaglia *l'amore*


*Nono Capitolo*




 
 

Lentamente scese sempre di più con il viso. Unì le sue labbra a quelle di Ghish.
 




Ero sconcertato da quello che stava accadendo.
Ritrovarmi lei addosso, con gli occhi umidi di lacrime e che pian piano si avvicinava a me, era davvero troppo.
Il mio “amico” stipulò un armistizio con il cuore e felici gioivano.
Il mio cervello invece era sconnesso.
Fin quando un qualcosa toccò le mie labbra, ed io imbambolato come un cretino non facevo assolutamente nulla.
Il cuore parve uscirmi dal petto, il battito era così forte che quasi non lo sentivo.
Riprendendomi da quel affascinante ‘shock’ ritornai in me stesso, con sorprese al quanto immaginabili.


 




‘Il cane da guardia è stato abbindolato da una semplice bistecca’ pensai con un sorriso beffardo.
Non sapevo cosa mi aveva spinto a prendere quel coltello sul mobiletto dove giacevo fino a pochi minuti fa.
E non sapevo neanche per quale motivo io mi sarei messa a gattoni su di lui.
Ero divisa tra due forze, la pazzia e la voglia di assaggiare le sue labbra.
Istintivamente mi abbassai per baciarlo, e fui molto delusa nel constatare che il bell’alieno sotto di me non ricambiava ciò che io gli stava donando.
E fu lì l’errore.
La pazzia prese il coltello che nascondevo nella gonna e..


 

* * *
 

 
E.. una mano la fermò all’istante


 

* * *

 

“‘Cosa cazzo credi  di fare insulsa umana” – sbraitava un alieno furente – “Vuoi scherzare con il fuoco?”
Strawberry parve svegliarsi da un lungo sonno.
Cosa stava succedendo dentro di lei? La prigionia la stava portando alla pazzia.
Ghish ancora sotto di lei, le teneva bloccato il braccio, la guardò a lungo. C’era qualcosa che non andava, ma non si applicò più di tanto.
Strawberry ancora con gli occhi persi nel vuoto, fece cadere il coltello dalla mano, dove cadde sulla destra del suo ‘rapinatore’. Senza rendersi conto, si mise a sedere sulle parti intime di Ghish. Istintivamente portò le mani al viso, dove iniziò un pianto frustato.
“Co-co-cosa stavo per fare” – Lentamente abbassò le mani e alzò lo sguardo verso Ghish, che a sua volta la stava guardando in un stramaledettissimo modo malizioso, compiaciuto, ma allo stesso tempo furioso.
L’oggetto dei suoi pensieri iniziò a parlare attirando, stavolta, la sua più completa attenzione!
Razza di essere vivente che non merita la vita – disse d’un fiato – hai tentato di porre fine alla mia vita prendendomi alla sprovvista. Ti rendi conto in che razza di guaio ti sei messa?”. Quelle parole la uccidevano, ma non per il contenuto stesso, ma per il modo di essere state pronunciate.
Ogni parola, un misero suono equivaleva ad una coltellata. Lunga, profonda e.. sanguinante.
Strawberry ormai presa dallo spavento, cercò di scappare.
Si alzò da quella posizione ‘scomoda’  corse verso la porta principale.
Ghish guardò la scena compiaciuto, aspettava solo il momento giusto.
Era vicino alla porta quando Ghish si teletrasportò dinnanzi a lei, bloccandole ogni via d’uscita.
“Ehm, no no no Strawberry, volevi scappare? Che senso ha, sei su un astronave. Rassegnati. Sei spacciata” – disse mostrando un dei suoi ghigni migliori, e stavolta si intravedevano anche i canini.
Strawberry tentò di nuovo la fuga, ma fu troppo lenta. Ghish le prese i polsi e con forza la schiantò con le spalle al muro. Riportò i polsi sopra la testa della sua micina e li iniziò il divertimento.
“Lasciami Ghish, mi fai male!”
“Oh no piccolina, io non ti lascio” le disse annusandole i capelli e compiaciuto sorrise – “Vedi piccolina, non sono io a volerti far del male, sei tu che mi costringi!”. La strattonò con forza vicino alla porta, stavolta incastrandola bene! Con la sua gamba le aprì le gambe e le premette il proprio bacino contro il suo.
Strawberry ebbe un sussulto, c’era qualcosa di enormemente duro che le premeva contro, sperava che forse aveva anche lui un coltello, sperava che poteva trattarsi di qualsiasi cosa, ma tutte le sue speranze crollarono sentendo una risata perfidamente divertita da parte di Ghish.
“Non dirmi che non ne hai mai visto uno – alluse l’alieno, si stava veramente divertendo damatti, e soprattutto eccitando! – chissà quante volte avrai toccato quello del tuo adorato Mark”
La ragazza-gatto sussultò.
Era stata ferita, fin dentro l’anima.
Allora era questo quello che pensava Ghish di lei? Che era una sgualdrina?
Con tutto il disprezzo gli sputò in faccia.
A Ghish quel gesto non fece altro che farlo imbestialire di più.
Le strinse ancora di più i polsì, ma stavolta con una sola mano. Con l’altra gli diede un sonoro e forte schiaffo.
Ne aveva abbastanza dei suoi giochetti.
Le strappò la camicetta ed anche il reggiseno.
Strawberry rimase immobile, non si liberava, ormai la sua dignità era già scomparsa da quello schiaffo, anzi forse da quella notte che lui si presentò nel cuore della notte.
Ghish notando questo particolare le lasciò i polsi e si dedicò ai seni.
Uno lo baciava e lo succhiava avidamente, mentre l’altro venne lasciato alla mano destra. Lo palpava, lo schiaffeggiava.
Con la mano sinistra libera scivolò sotto la gonna, ora le stava palpando il sedere in modo frenetico.
Cazzo non c’era niente che non gli piacesse di lei. Tutto era buono. Lei era buona.
Con in testa questi pensieri le morse il capezzolo, le uscì un po’ di sangue, ma non gli interessava. Contemporaneamente strinse l’altro seno così forte, che con un sonoro schiaffo sul sedere fece gemere Strawberry dal dolore.
Era stanco di stare in piedi.
Ma prima di dirigersi sul letto, si recò sulle labbra della ragazza.
Lei non lo guardava, e questo lo fece arrabbiare. Doveva guardare chi le stava facendo cosa.
Doveva vedere il terrore. Lo eccitava.
Con unamano allora l tirò i capelli – “GUARDAMI” – le gridò.
Strawberry girò il capo, ma non lo guardava. Aveva deciso di tenere gli occhi chiusi.
“STUPIDA TI HO DETTO DI GUARDARMI.” – La voce autoritaria le fece aprire gli occhi. Sorrise compiaciuto. – “Bene gattina.. ora mi darai un assaggio di quello che hai dato al tuo amato – calcando la parola amato con tono disgustato – Mark.”
Altre lacrime le rigavano il volto.
No, no doveva succedere così, non voleva.
In una frazione di secondo si ritrovò sul letto.
Ghish la spogliò di tutto e rimase quasi sbalordito. Era semplicemente fantastica, davanti ai suoi occhi.


 

NUDA.



In fretta si tolse la maglia e i pantaloni, e rimase solo con i boxer.
Si abbassò di poco e le sussurrò all’orecchio “Oh Strawberry, qualche giorno di questo tu mi farai impazzire..” sorrise. Le baciò il collo, quel bacio pian piano divenne un segno. Un segno che solo lui conosceva il significato.
Aveva sentito dolore, così si scostò. Lo guardava furiosa. Lo stava sfidando.
“Sei uno stronzo” – gli disse – “ e.. io “. Venne interrotta da un bacio.
Un bacio arrogante, un bacio voluto solo per attapparle la bocca. Strawberry in tutta risposta gli morse il labbro inferiore.
Era stanco. Basta!
Le riprese i polsi e li attaccò allo schienale dell’enorme letto.
Le bacio il collo, fino a scendere sui seni.
Si soffermò un po’ di più su quest’ultimi. Dopo un po’ riprese la sua discesa verso il ventre.
Strawberry parve calmarsi, e ad ogni bacio di Ghish reagiva.
Sentiva caldo. Molto caldo.
Ghish le aprì le gambe e iniziò a danzare con la lingua nell’interno della sua femminilità.
Strawberrry ormai facendosi trasportare dal piacere gemeva. Urlava di piacere.
Ghish si alzò, e si asciugò le labbra. Vedendo che la sua ‘preda’ era rossa in volto e con respiro affannato, non potè far altro che complimentarsi con se stesso.
Pian piano raggiunse di nuovo le labbra di Strawberry e notò un particolare.
Il suoi occhi umidi brillavano. Erano diversi.
Le schiaffeggiò un sorriso e le disse “Gattina, il tuo gatto non ti faceva provar tali emozioni?! O avevi bisogno di un cagnone per arraparti”.
In se per se Strawberry non gli rispose. Cercò di riprendersi dal turbine di emozioni e sensazioni che l’avevano avvolta fin poco tempo prima.
Ghish stavolta si tolse anche i boxer, rimanendo completamente nudo dinnanzi a lei.
Sublime, pensò Strawberry. Finchè non capì le losche intenzioni di Ghish.
“NO! Non così..” si agitava più che poteva. Ghish la penetrò con forza sovraumana .
Qualcosa dentro Strawberry si spezzò.
Ghish spingeva, spingeva più forte e Strawberry urlava, urlava dal dolore. Quella tortura durò pochissimo.
Ghish uscì da lei, le slegò i polsi e le sorrise.
Le accarezzò una guancia e le diede un bacio così dolce, che anche lui stesso stentava a crederlo.
Un bacio così dolce che era stato il primo bacio che Strawberry ricambiò.
Il suo animo si placò. “Da ora in poi, non sentirai più dolore Strawberry, te lo prometto” le sorrise.
Entrò di nuovo in lei. Lentamente, poi sempre più velocemente. E Strawberry stavolta urlava.
Urlava dal piacere. Gridava il suo nome.
“Ghiiiiish!”
“Brava Strawberry, grida ancora il mio nome” – le spinte diventavano sempre più forti.
“Ghiiish!” – per il troppo piacere la ragazza felino aveva gli occhi chiusi.
Ghish le costrinse ad aprire gli occhi – “Guardami quando ti faccio mia.” – un'altra spinta – “GUARDAMI” le gridò.
Strawberry finalmente aprì gli occhi.
Questa era quello che voleva lei? Si.
Erano ormai all’apice entrambi. Ghish stava per uscire quando.. due gambe gli cinsero la vita.
Non le importava delle conseguenze. Voleva sentirsi sua a tutti gli effetti.
Un ondata di calore la penetrò con forza a velocità. Ghish stremato si portò a fianco della sua.. sì SUA amata.
Strawberry aveva l’affanno. Allora era questo l’amore?
“Ghish…” lo chiamò. Nessuna risposta, si stava per alzare quando la sua voce la bloccò.
“Dove vai?” diretto.
“Siccome non hai risposto pensavo che non mi voless e..” fu zittita, anche stavolta da un bacio.
Si ritrovò sotto di lui, di nuovo.
La guardò intensamente. “Strawberry, non sai quanto tempo ho aspettato per far si che tu fossi mia.. solo mia”.
Strawberry gli sorrise. “Ghish.. mi sei mancato in questi anni..” stava per iniziare a piangere.
Ghish le sorrise. Le asciugò le lacrime e l’abbracciò.
Strawberry si addormentò subito mentre Ghish passò la notte sveglio.


 



Questa relazione, avrebbe portato solo guai.

  
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