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Autore: xUnbroken    13/07/2012    1 recensioni
Cosa succede quando Scott, Derek e il suo branco hanno a che fare con un nuovo lupo più forte e con caratteristiche di natura diversa?
Fan-fiction con le vicende della nuova serie di Teen Wolf (SPOILER PER CHI NON HA VISTO LE PUNTATE) più l'aggiunta di un nuovo personaggio e una serie di intrecci amorosi inaspettati.
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Stiles era all’entrata della vecchia metropolitana. Il cielo era scuro, coperto dalle nuvole che annunciavano di diradarsi presto lasciando posto alla luna piena, quando vide avvicinarsi una macchina. Era nascosto da altre due macchine davanti a sé, ma li vedeva perfettamente. I cacciatori scendevano armati fino ai denti. Balestre, frecce, fucili.
Corse dentro ad avvisare Derek e gli altri.
“Cacciatori. Sono qui.” Urlò in un sussurro.
Scattò il panico tra di loro quando videro Stiles sbucare lì dentro, ma principalmente quando sentirono i loro passi. Scendevano cauti le scale. Ma la luna era già sorta, troppo in fretta. Isaac si era già trasformato ed era pronto ad attaccare. “Oh, un giovane beta!” fece compiaciuto Gerard Argent, sbucando dietro di loro.
 Ululò e il grido di rabbia rimbombò lì sotto. Derek era già scappato trascinando con sé Stiles, e al suo seguito anche Boyd ed Erica.
Si trovarono poi nel bel mezzo del bosco, senza sapere cosa fare.
“Chiama Jane.” Lo esortò Stiles.
“No, non servirebbe a nulla. Non può trasformarsi senza di noi e noi non possiamo tornare lì sotto.”
“Chiamala Derek.” Ribadì autoritario.
Ululò, il grido d’aiuto sembrò far tremare tutta la terra, e arrivò alle orecchie di Jane.
I suoi occhi divennero per un secondo dorati.
So che puoi sentirmi. I cacciatori hanno trovato il nostro rifugio. Hanno preso Isaac. Siamo al limitare del bosco.
“Che succede?” chiese Allison.
“I tuoi genitori hanno preso Isaac. Devo andare.”
“Vengo con te!”
“No, è troppo pericoloso!”
“No, avrai bisogno di me!” insistette Allison. Prese una borsa e la mise in spalla, e una balestra carica in mano. Jane la guardò perplessa. “Avrai bisogno di queste armi, ma non con i lupi.”
Annuì e partirono in auto alla velocità della luce.
“Cosa c’è in quella borsa?” chiese mentre andavano a incontrare  Derek.
“Frecce. C’è un arco, prendilo.” la incitò. Jane aprì la borsa e tirò fuori l’arco. “Nella tasca laterale ci sono delle frecce imbevute di sonnifero. Ti serviranno se vuoi liberarlo.”
Jane non disse nulla, almeno fin quando non fu davanti a Derek.
“Oh mio dio, non ci posso credere che l’hai portata con te!” le disse, riferendosi ad Allison.
“Ho bisogno di lei.”
“E delle sue armi per ammazzare il tuo ragazzo?”
“No.” rispose lei decisa. “Sono frecce con sonniferi. Ci daranno un breve periodo di tempo per liberarlo.”
Derek rise divertito, come se fosse impossibile attuare quel piano. “Ti farai ammazzare.”
“Perché? Tu non vieni?” chiese lei.
“Non posso farmi scoprire. Sono scappato da lì sotto per miracolo!”
“Quindi mi stai dicendo che te ne sei andato lasciandolo lì sotto a farsi ammazzare solo per salvarti il culo?” ruggì lei.
Derek non rispose e i suoi occhi divennero rossi. Poi arrivò Scott. “Ho sentito l’ululato. Che succede?” chiese, analizzando il viso di tutti i presenti.
“I cacciatori hanno preso Isaac e il grande Alfa qui presente se n’è andato lasciandolo lì a farsi ammazzare.” Rispose prontamente Jane.
“A quest’ora Gerard l’avrà tranciato in due.” Disse cruento Derek.
“Se sarà così l’unico ad averne la colpa sarai tu.” rispose lei, senza distogliere lo sguardo.
“Ok andiamo, non c’è tempo per le discussioni.” Concluse Scott.
Derek sbuffò. “Stiles va’ a casa, subito. Voi due non osate uscire dal bosco.” Disse indicando Erica e Boyd.
“No, tu no.” ordinò Scott, quando vide Allison che li seguiva.
“Si, invece.” Rispose Jane.
“No Jane, non te lo permetterò.”
“Si invece. Abbiamo un piano e non sarai tu a rovinarlo, Scott.” Disse autoritaria. Si diressero verso la vecchia metropolitana, indecisi da dove entrare. Il tempo passava e la vita di Isaac era appesa ad un filo, se non l’avevano già stroncata. La luna era già sorta da un pezzo. Si intrufolarono dal retro in silenzio.
Isaac urlava di dolore, era tornato umano, e Gerard rideva divertito. I vetri del vecchio treno erano impolverati e non si vedeva nulla, a parte dei fasci di luce e dei ronzii di scariche.
“Oh mio dio.” Disse Jane, terrorizzata dal guardare.
Derek la costrinse con la forza a guardare. “Guarda. Guardali cosa fanno!”
“Lasciami!” lo implorava Jane.
“Sei tu che sei voluta venire qui!”
“Non posso lasciare che lo uccidano! Non ha fatto nulla!”
“Si invece, ha ucciso uno di loro!”
“Perché voleva uccidere lui!” Era testarda, impulsiva, ma sapeva anche quando tenere la bocca chiusa. Prese l’arco.
“Che diavolo vuoi fare?” chiese Derek. Non rispose. Caricò una freccia con sonnifero e mirò ai due cacciatori che stavano di guardia. Caddero a terra con un tonfo interrompendo le torture di Isaac. Jane iniziò a sentire il respiro affannato di Isaac farsi più forte e il cuore non palpitava regolarmente. Allison uscì allo scoperto, facendosi vedere da suo padre e suo nonno, abbassando la balestra. Forse lei e Derek avevano esagerato a parlare della sua famiglia in quel modo. Sentiva anche il cuore di lei palpitarle nelle orecchie in maniera insistente.
“Allison, dovresti essere a casa.” Disse suo padre, sconvolto dal vederla lì armata, ma non per aiutare loro, ma per impedire loro di continuare.
“Papà, usate il codice.” Lo implorò con la voce rotta tenendo ben salda la balestra tra le mani.
“Lo stiamo usando.” Rispose Gerard.
“No, non è vero.”
“Allison…” iniziò suo padre.
“Allison… la fiducia è tutto in una famiglia. Abbiamo bisogno che tutti gli Argent, nessuno escluso, non abbiani delle opinioni contrastanti con i nostri metodi. Quindi è il momento di chiedertelo: stai con noi o no?” chiese autoritario Gerard. Era una domanda difficile. Volevano uccidere dei ragazzini e pretendevano anche che la loro figlia sedicenne prendesse parte alle torture e agli omicidi.
Perché erano omicidi. Allison abbassò lo sguardo.
“Non potete ucciderlo.”
“Tu credi?” disse Gerard, tirando fuori una spada.
“Papà, ti prego.” Disse in lacrime, rivolgendosi a suo padre. “Non uccidetelo.”
Intanto Derek tratteneva a stento Scott e Jane.
Chris Argent si avvicinò lentamente a lei prendendole il viso tra le mani. “Tesoro…”
Ma quando si voltarono un rivolo di sangue usciva dal torace di Isaac. Gerard aveva infilzato la spada proprio sotto il suo cuore e la girava sentendo i tessuti che cercavano di guarire. Derek tappò al volo la bocca a Jane, che stava per urlare. Sentì gli occhi bagnarsi e delle lacrime scendevano lente sul suo viso, lungo la mano di Derek. Cercò di liberarsi e il contatto con Derek la fece trasformare. Gli occhi divennero dorati, spuntarono gli artigli e i denti affilati. Derek riuscì a trattenerla a stento, ma davanti a quella scena non riuscì a trattenersi nemmeno lui. Dei pensieri affluirono nella sua mente con una forza tale da impedirgli di ragionare. Ripensò alla sua famiglia morta nell’incendio causato da Kate Argent, a sua sorella. Al dolore che si prova a perdere qualcuno. La lasciò nelle mani di Scott, si mosse velocemente e lanciò delle scariche elettriche a Gerard e scappò via. Un Argent era al tappeto per qualche altro minuto. Ma per assicurarsi ciò Jane prese l’arco e tirò una freccia col sonnifero.
Chris si accorse della freccia e fece per andare a guardare chi c’era dentro quel vecchio treno.
“Papà, no… liberalo. Lei ha bisogno di lui.” Disse Allison. A quelle parole Isaac alzò lentamente il viso, ormai senza forze con la spada ancora infilzata nel corpo che gli impediva di guarire.
“Allison, io…”
“Papà, ti prego! Lei non ha nessun altro! A scuola nessuno le parlava finché noi non abbiamo avuto bisogno di lei, passava la maggior parte del tempo da sola, isolata dal mondo e i suoi genitori non sono mai a casa. Jane ha bisogno di lui. Non sopporterebbe di perdere anche lui.”
Chris Argent guardò sua figlia come se fosse un’estranea, ma poi il suo cuore iniziò a battere più forte. Terrorizzato. Per le cose a cui aveva assistito sua figlia, per ciò che sapeva, per ciò che gli veniva impedito di fare. Per il dolore che doveva sopportare ogni volta che decidevano di voler porre fine alla vita di qualche persona a lei cara.
Jane si dimenava. “Torna umana prima!” la incitò Scott. Dopo vari tentativi tornò umana e si diresse da Isaac, spaventata e tremante. Si voltò a guardare con le lacrime agli occhi Allison e suo padre e poi il suo sguardo tornò al torace di Isaac. Non riusciva a togliergli la spada dal corpo per la paura di tutto il sangue che sarebbe uscito. Detestava il sangue. Scott si avvicinò senza dire nulla e l’aiutò. Il padre di Allison gli rivolse uno sguardo torvo prima di riconcentrarsi su sua figlia.
Scott e Jane lo presero cautamente e lo trascinarono fuori prima che Gerard si svegliasse. Derek era in auto che li aspettava, li aiutò a metterlo in macchina e lo portò a casa di Boyd dopo aver lasciato Jane e Scott davanti alle loro rispettive case. Dopo andò a cercare Stiles.
Si intrufolò dalla finestra della sua stanza spaventandolo quando entrò.
“Stai bene?” chiese impassibile.
Stiles esitò confuso. “Sto… bene. Grazie dell’interessamento. Isaac?”
“Mal ridotto, ma è vivo.”
“Bene.” Concluse Stiles. Ci fu un lungo silenzio. Stiles lo fissava, incapace di dire qualsiasi cosa. Era bello, davvero bello. Quando Derek alzò lo sguardo parlò. “Sai… infondo non sei cattivo come sembri.” Gli disse.
Derek sorrise, come se pensasse che fosse uno scherzo. “Sul serio. Fai il duro solo perché sei da solo.”
“Tu non sai niente.” Rispose poi, arrabbiato.
“So molto più di quello che credi.”
Derek si fiondò su di lui, bloccandolo contro la porta. Erano faccia a faccia e si guardavano come non avevano mai fatto prima. Poi Derek lasciò la presa, intenzionato ad andarsene, ma Stiles lo fermò per un braccio. Lo sguardo minaccioso di Derek si alternò dal suo viso alla mano sul suo braccio, facendogli segno che non gradiva quel contatto. Stiles tolse la mano senza dire nulla. Abbassò lo sguardo imbarazzato e lo lasciò andare, ma Derek tornò e gli stampò un bacio sulle labbra. Si guardarono mentre i loro corpi lentamente si avvicinavano e Derek sentiva il cuore di lui andare a mille. Si sentì incredibilmente attratto da Stiles e lasciò che lui lo baciasse delicatamente un’ultima volta sulle labbra prima di andarsene. Lasciò la presa dal corpo di Stiles e uscì esattamente da dove era entrato, senza dire nulla.
Stiles si scaraventò sul letto, ripensando a quegli occhi azzurro/verdi, quelle labbra, quel corpo. Derek Hale. Come diavolo aveva fatto ad innamorarsi di Derek? Lui non si era mai sentito attratto da un ragazzo in vita sua, e dubitava che Derek lo fosse.
Nel frattempo Jane era a casa da sola, chiusa a chiave nella sua stanza a fissare il vuoto sul letto. Il vicino aveva lo sguardo fisso sulla sua finestra. Le tende erano chiuse ma la luce era accesa. Si alzò e prima di spegnere le luci gli mostrò il dito medio e poi se ne tornò a letto, lasciando che fosse la luna piena a illuminare la sua stanza. Al mattino dopo si alzò all’alba solo perché si era stancata di restare a letto senza dormire. Si diede una sistemata e si mise silenziosa al computer. Uscì dalla sua stanza solo quando i suoi genitori se ne andarono per cercare qualcosa da mangiare, ma non c’era nulla. Tornò nella sua stanza esausta e si accasciò sul letto fin quando le gambe di qualcuno non emersero dalla sua finestra, e lentamente anche il resto del corpo.
“Isaac!” disse saltandogli con le braccia al collo. Lui sorrise felice e si strinse in quell’abbraccio.
La stanza era gelida e faceva ancora molto freddo. Isaac la strinse a sé senza lasciarla, e rimasero così per cinque minuti. Gli stampò un bacio sulla guancia e poi sulle labbra.
  
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