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Autore: lafatablu    13/07/2012    2 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Parte 04

Sicuramente fuori era buio, non sapeva quanto tempo fosse passato, ma erano parecchie ore che stava seduto li per terra a leggere. Era entrato in quella stanza all’alba, con il terrore di trovare solo le ceneri di suo padre, e ora, al tramonto era totalmente immerso nel suo mondo. Certamente adesso conosceva meglio la sua anima. Molte cose non lo sorpresero, lui le aveva già intraviste nei suoi gesti, nelle sue parole, ma qui erano luminose ed evidenti.

Ogni tanto sporgeva il corpo in avanti, e si affacciava a sbirciare oltre al paravento, se si fosse svegliato, voleva stargli accanto. Ogni volta che Angel si agitava nel sonno, correva da lui, gli bagnava la fronte con un panno freddo, gli parlava, fra le lacrime gli chiedeva scusa, gli diceva che adesso aveva capito, e si era spinto tanto oltre da arrivare a sfiorarli una mano. A quel contatto Angel si rilassava e si assopiva di nuovo ..e Connor tornava alla sua lettura.

La prima cosa che notò, fu che Angel non aveva mentito. Aveva davvero una bella calligrafia, così come gli disse quattro anni prima, quando venne a salutarlo al college, offrendogli il suo aiuto per scrivere un curriculum. Quella fu la volta che gli confessò di aver recuperato i ricordi e di sapere che lui era suo padre. Da allora non riuscì più a stare lontano da lui. Poche ore dopo L.A. fu invasa da un orda di demoni e per Angel cominciò la lenta discesa agli inferi, in cui  pareva trovarsi tutt’oggi.

Un'altra cosa che notò, fu che alcune buste erano più pesanti delle altre. Quelle le aprì subito e vide che al loro interno, insieme alla lettera, vi erano anche dei disegni al carboncino. Oltre ad avere una bella calligrafia, era anche molto bravo a disegnare. I ritratti raffiguravano sempre la stessa persona e sembravano vivi tanto erano belli. Alcuni dovette riporli subito via perché erano troppo intimi e privati, ma non era difficile capire a chi appartenesse quel viso. Buffy.

Oltre a lei, Angel aveva ritratto anche qualcun altro ..e fu allora che Connor corse da lui e fra le lacrime gli chiese scusa, sfiorandogli la mano che invece avrebbe voluto stringere. Connor era presente in ogni lettera e a Buffy raccontava dei loro incontri mensili, di come fosse bravo nello sport, del giorno della sua laurea, e di tanti altri piccoli momenti in cui era stato presente senza farsi vedere da lui. Aveva disegnato molti momenti importanti della vita di Connor perché voleva che Buffy sapesse tutto di suo figlio e a lei confidava i suoi timori e le sue ansie.

Non so mai cosa pensa esattamente. Con me non parla mai. Vorrei tanto che tu fossi qui Buffy. Sono certo che sarebbe tutto più facile con te accanto. Connor è un ragazzo straordinario, ha una forza immensa, ma ha sofferto molto soprattutto a causa mia. Se non fosse stato mio figlio, non avrebbe conosciuto quell’inferno. Credo che mi voglia bene, ma non me l’ha mai detto. Mai, neanche una volta. Forse per lui sono stato una delusione, forse si vergogna di me, di come vivo, di quello che sono. Forse il modo in cui lo ha manipolato Holtz ancora gli impedisce di volermi bene in modo totale, e vorrei tanto stargli più vicino per aiutarlo a capire. Ma non posso stargli accanto come vorrei e come lui meriterebbe, anche se sono sempre presente nei momenti importanti della sua vita. Lui è felice adesso, o almeno credo. Ha una famiglia che si prende cura di lui. Stare accanto a me metterebbe a rischio la sua vita e quella delle persone che ama. Ma non ho rinunciato a lui, non completamente. Non m’importa se chiama papà qualcun’altro. Niente e nessuno potrà mai cambiare il fatto che sono io suo padre

Fu allora che Connor corse da lui e anche se non poteva sentirlo, gli parlò. “Non mi vergogno di te, non devi neanche pensarlo. Ti parlerò di Holtz, giurò che appena starai meglio, lo farò. Ti dirò tutto ciò che vuoi sapere, ma quello ormai è il passato, Holtz non è che un ricordo. Credeva di avermi plasmato, ma non è riuscito a piegarmi. Mi ha cresciuto nutrendomi con il suo odio, ha fatto di me una potente arma per distruggerti, ma ha fallito. Lui ha fallito perché era accecato dalla sete di vendetta. Alla fine ha fallito perché.. perché io ti voglio bene, papà”

Leggere le parole di suo padre lo ferì nel profondo, e sentì dentro sé tutto il risentimento che nutriva per Daniel Holtz. Non provava neanche più pena per lui e Connor pensò che la vita aveva uno strano senso dell’ironia. Holtz, l’uomo pio e fedele servitore del suo misericordioso Dio, adesso bruciava nelle fiamme eterne dell’inferno e con lui la sua anima. Mentre Angel, il malvagio vampiro che seminò tanta morte e distruzione, adesso era l’eroe che aveva salvato Los Angeles da un orda di demoni inferociti e la sua anima risplendeva come non mai.

Per Connor però, Angel era solo suo padre. Il suo vero padre. Vampiro o no, lui lo amava ed era fiero di essere suo figlio, anche se non poteva dirlo a nessuno e su questo concordava con Angel. Era meglio mantenere il riserbo sulla sua vera identità, per proteggere la sua famiglia adottiva, ma per Connor, dover tacere era una sofferenza. Talvolta gli capitava di intercettare discorsi da sconosciuti che commentavano sull’ultima grande apocalisse o anche dai suoi stessi compagni di college. Alcuni di loro avevano addirittura filmato dei momenti particolari, e nei dormitori, riuniti davanti a cartoni di piazza e lattine di coca cola, riguardavano le scene tifando per Angel, come fosse l’eroe di un video gioco.

“Hey Connor, hai visto il drago? Quello con il lungo capotto nero è Angel. Lui ha ucciso il drago con la spada. Angel è un campione. Nessuno sa dove sia adesso, forse ha lasciato la città”

Connor pensava a quanto fossero superficiali e vuoti e non avevano idea che Angel aveva pagato a caro prezzo la sua scelta. Moriva dalla voglia di urlare al mondo che quello che aveva ucciso il drago, era suo padre. L’eroe che aveva salvato Los Angeles era suo padre. Ma ogni volta taceva e allora metteva su le cuffie con la musica a tutto volume e si chiudeva nei suoi silenzi. Doveva evitare qualsiasi coinvolgimento che lo riconducesse ad Angel.

Sentì ancora Angel che si agitava nel sonno e Connor era preoccupato. Erano ore che non riprendeva conoscenza e sicuramente stava vivendo degli incubi terrificanti. Tentò di svegliarlo, doveva anche nutrirsi, sperava che il cibo potesse accelerare la sua guarigione. Pensò anche che forse il sangue di maiale non fosse indicato. Il sangue umano sarebbe stato mille volte più efficace, ma dove poteva trovarlo a quell’ora della notte? Il reparto in cui lavorava come specializzando aveva un emoteca ben fornita, ma non poteva farsi vedere lì, lo conoscevano tutti e non poteva neppure chiedere aiuto alla sua ragazza o a Tommy. Senza pensarci due volte, andò in cucina e prese un pugnale. Tornando subito dopo, si sedette sul letto e praticò un incisone sul suo avambraccio, avvicinandolo poi alla bocca di Angel. Come il sangue colò sulle labbra, lui urlò e si agitò ancora di più, allontanandosi dal suo braccio.

No.. Nooo.. vi prego no.. Il sangue di mio figlio, mi hanno nutrito con il sangue di mio figlio..

“Angel va tutto bene, è solo un incubo.. Angel mi senti?” Fasciò subito il braccio, era evidente che lui non gradiva e inoltre aveva urlato quella frase con angoscia, come se il sapore del suo sangue avesse riportato alla memoria un ricordo doloroso. Sospirò di sollievo quando Angel riaprì gli occhi “È tutto così reale, tutto così reale.. sento odori e sapori in modo vivido.. ho sentito il suo sangue ..e anche il tuo.. ed è così..” Voltò la testa di lato e smise di parlare, ma Connor non poté non notare che stava parlando di Buffy. Aveva letto qualcosa nelle sue lettere e sapeva che lui si era nutrito da lei, anche se non aveva capito in quali circostanze. Sapeva solo che lei, con il suo sangue, lo aveva salvato dalla morte.

Sei l’unica che ha amato tutto di me. Hai amato l’uomo e il demone. Hai baciato le mie labbra, nonostante il mio volto fosse trasfigurato dal vampiro e non hai neppure notato la differenza. Nessuno può comprendere la profondità del nostro amore. Nessuno può comprendere perché mi donasti il tuo sangue per farmi vivere ancora, nonostante sapessi che per noi non vi era alcun futuro insieme. Come posso dimenticare tutto questo? come posso dimenticarti?

Connor annuì e nel tentativo di tenerlo lontano da quegli incubi terrificanti, pensò che doveva tenerlo sveglio il più a lungo possibile. Per un attimo contemplò l’idea di dirgli che aveva letto alcune delle lettere indirizzate a Buffy, ma scartò subito quella possibilità. Fra loro due le cose erano diverse rispetto a quando era entrato in quella stanza all’alba, ma era ancora prematuro spingersi oltre e non voleva rischiare che lui si richiudesse nella fortezza dei suoi silenzi.

“Cosa volevi dire? ed è così.. così come?” Sentì il bisogno di rassicuralo. “Non devi rispondere per forza, se non vuoi.. io.. lo capisco, ok? se non ti va di parlare, per me va bene.. ora devo cambiare la fasciatura e dare una controllatina alla ferita.. cercherò di non farti male..”

Si alzò per prendere di nuovo la cassetta di pronto soccorso, ma non andò molto lontano.

“Io provo piacere. Mentre bevo da voi.. io provo un piacere immenso e non riesco a fermarmi”

Non sapeva se era il veleno o chissà che altro, ma Connor ebbe la conferma assoluta che fra loro due le cose erano cambiate. Solo il giorno prima, Angel non avrebbe mai detto una cosa del genere e di nuovo, implicitamente, parlava ancora di Buffy. Inizialmente non comprese cosa volesse dirgli, ma comprese che stava parlando di qualcosa che per lui era doloroso.

Da noi? Noi chi? io e chi altro?”

“..da te, volevo dire da te. Ho degli incubi in cui.. mi nutro di sangue umano e provo piacere”

“E questo è un problema?” chiese Connor “Io credo che per un vampiro sia normale provare piacere quando beve sangue umano, non vedo cosa ci sia di sconvolgente in questo”

Aveva parlato con un tono di voce di neutro. Né  serio, né  ironico, né accondiscendente e lui sapeva più di chiunque altro, che la classica pacca sulla spalla non serviva a niente e men che meno con Angel, ma adesso aveva capito cosa lo tormentava. Era la solita vecchia canzone. La paura di fare del male a coloro che amava, la paura di perdere il controllo del demone. Andò in bagno, quando tornò si sedette di nuovo sul letto e cominciò a parlare ..si era mai visto un figlio che raccontava una fiaba al proprio padre? a quel pensiero, Connor sorrise a sé stesso.

“Quando avevo tre anni, fui ricoverato per una intolleranza alimentare. Per una settimana mi misero a dieta stretta. Niente dolci, niente pane, niente succhi di frutta, solo uno schifosissimo semolino insipido” Fece una smorfia “Giuro che avrei voluto morire” Sorrise “Ma qualcuno mi salvò dal suicidio ..e dal semolino” Ridacchiò divertito. Angel sorrise incuriosito “chi ti salvò?” Connor spalancò gli occhi e rise. “Nonno Reilly. Disse che non avrebbe permesso a quei dottorini incompetenti di far morire di fame suo nipote. Di nascosto mi rimpinzò di ogni genere di cose buonissime e vietatissime, comprese le merendine al cioccolato ..le mie preferite”

Angel non riusciva a toglierli gli occhi di dosso. Lo sguardo di Connor era luminoso. Aveva dato tutto quello che aveva per vedere quel sorriso. Pensò che dopotutto non si era sacrificato invano. Il prezzo di quel sorriso era la sua rinuncia alla Shanshu, ma non si pentì della sua scelta, avrebbe rifatto la stessa cosa mille volte. “Questo non è mai accaduto” Disse sottovoce

“Lo so. Ma quel ricordo per me è reale. Il nocciolo della questione è che dopo una settimana di dieta, provai piacere quando tornai al cibo normale. Perché per te dovrebbe essere diverso? Da quanto tempo sei a dieta? Un centinaio d’anni? Lo credo bene che provi piacere con il sangue umano. È normale che sia così, mi stupirei del contrario. Forse compare nelle tue allucinazioni perché è proprio di questo che hai bisogno.. guariresti più velocemente se ti nutrissi di..”

“NO” urlò Angel. Era spaventato più di quanto Connor si aspettasse di vedere e si chiese perché. Lui aveva studiato bene la fisiologia dei vampiri e sapeva che l’unico cibo che poteva appagarli realmente era il sangue umano. Perché Angel era così spaventato?

“Il sangue umano dà dipendenza” disse Angel “Non è tutto uguale, il sangue di alcune persone è.. è più appagante ed è difficile non perdere il controllo. Anche dopo cento anni di astinenza. Quindi NO. Chiaro? Hai detto che dovevi cambiare la fasciatura? cosa stai aspettando?”

Si era rinchiuso di nuovo nei suoi “No” perché ora Connor lo sentì lontanissimo e quando lo sguardo di Angel andò al suo avambraccio, vide rabbia e dolore nei suoi occhi. Ancora una volta aveva sbagliato tutto con lui, ancora una volta l’aveva ferito. Ma Angel lo stupì di nuovo.

“So cosa volevi fare e so anche perché ..e lo apprezzo, Connor. Ma per me il tuo sangue non è semplice sangue umano, è molto di più. Su me ha un effetto inebriante. Mi procura euforia e irascibilità e questo è pericoloso. Quando eri piccolissimo mi nutrirono con il tuo sangue. La W&H mischiò il mio normale sangue di maiale con il tuo e persi completamente il controllo. Ero euforico, molto aggressivo ..feci letteralmente a pezzi dei demoni e avrei continuato a pestarli per ore se Gunn non mi avesse fermato. Mi hanno drogato per giorni con il tuo sangue perché ne volessi di più. Capisci cosa voglio dire?”

“Si, ho studiato bene la nostra fisiologia”

“La nostra? Connor TU non sei un vampiro”

Connor annuì “Lo so, ma capisci cosa voglio dire?” disse imitando la sua voce mentre rideva “Non capisco perché per te il mio sangue è speciale? Perché io sono in parte demone?..”

“Darla” rispose Angel seccamente “Nel tuo sangue è presente anche il sangue di Darla.. ma..

Connor annuì ancora “Certo! La tua Sire. Sapevo che il sangue del proprio Sire è speciale per i vampiri. Ma non credo che il sangue di Darla sia visibile nel mio, almeno non con una normale analisi di laboratorio, ciò non toglie che tu possa sentirlo” Sorrise mentre armeggiava con la garza. Vedeva che era stanco ma voleva che rimanesse sveglio ancora un pochino. “Quindi tu senti il sangue di mia madre e per te è da sballo come sniffare coca..” Vedendo la faccia di suo padre si affrettò ad aggiungere “..non che io conosca gli effetti della coca. Non ho mai sniffato niente in vita mia. Giuro. Ok.. scusa ti ho interrotto.. stavi per dire qualcos’altro..”

Non era preoccupato per la droga, Connor non l’avrebbe mai usata, Angel ne era certo. Ma lo guardò comunque intensamente, valutando la possibilità di rispondergli oppure tacere. Forse era il veleno a renderlo meno diffidente, sta di fatto che aveva bisogno di dire a qualcuno il tormento che stava vivendo da ore nelle sue allucinazioni. “Nel tuo sangue è presente il sangue di Darla.. ma non solo. C’è dell’altro.. anche se allora non riuscì a riconoscerlo, perché erano solo piccole dosi.. ora so che c’è dell’altro.. ed è estremamente potente ..per me

“Sangue Slayer” disse Connor nel modo più naturale possibile.

Angel scosse la testa incredulo. “Si, esatto.. ma tu come fai a..?”

“Ho studiato la loro fisiologia.. dei vampiri intendo. So che oltre al sangue del Sire, c’è solo un altro sangue che è come ambrosia per loro. Il nettare degli Dei vampirico è il sangue Slayer”

Angel non riuscì più a sostenere il suo sguardo e abbassò gli occhi. Questo non sfuggì a Connor che si mise a fare il buffone “Forse fra i miei antenati c’era una slayer.. potrebbe essere, no?”

Forse sono solo allucinazioni” disse Angel, apprezzando il suo tentativo di farlo ridere, ma ciò che non disse, era che nel suo delirio, aveva sentito chiaramente la presenza di qualcosa di speciale nel sangue di Connor. Qualcosa che non avrebbe dovuto essere lì. Il ricordo di quel sangue per lui rappresentava Inferno e Paradiso insieme. Tormento ed Estasi. Disperazione e Gioia infinita. Quel sangue lo avrebbe riconosciuto fra mille. Era il sangue di Buffy”

“Che strano” disse Connor togliendo la fasciatura vecchia “Pensavo di trovarla quasi richiusa, ma la ferita è quasi come era stamattina.. devi mangiare, papà. An..gel. Volevo dire.. Angel..” Entrambi abbassarono gli occhi, fingendo che nulla fosse accaduto, ma Angel sentì un nodo in gola e ricacciò dentro l’emozione che si mischiava ad una sensazione di gioia.

“Mi fa ancora un male cane.. ma la fuoriuscita di sangue sembra essersi fermata.. si, sarà meglio se mangio qualcosa.. potrebbe.. aiutare la.. guarigione.. e.. poi..” Non riusciva a tenere gli occhi aperti, era stremato. Parlare lo aveva svuotato di ogni energia.

“Angel.. Angel.. resistiti ancora un po’.. non addormentarti adesso..”

“..e poi non mi ha detto.. se.. se hanno trovato.. la tua allergia.. cosa.. a cosa eri allergico?”

Crollò di colpo e Connor non lo svegliò. Finì di medicare la ferita e lo coprì bene. Spegnendo la lampada, mormorò sottovoce “Non era nulla di grave, papà. Era solo allergia al pomodoro”

Sentiva di essere stanchissimo anche lui, ma aveva un compito da portare a termine. Decise che sarebbe rimasto sveglio tutta la notte. Un po’ perché Angel poteva svegliarsi e poteva aver bisogno di lui ..un po’ perché quel divano aveva tutta l’aria di essere scomodissimo ..ma soprattutto perché non voleva interrompere la sua lettura. Aprì il frigo e cercò qualcosa di commestibile. “Ci sarà pure qualcosa che posso mangiare senza dover usare il microon..”

Va bene, figliolo. Compriamo un microonde. Hai ragione, piccolo. Domani ne compriamo uno gigantesco.. voglio farvi assaggiare una zuppa di verdure.. è irlandese e non c’è il pomodoro.. piacerà anche a Buffy.. lei mangia sempre pochissimo, ma questo le piacerà..

Corse da lui, ma Angel dormiva. Sul suo viso un sorriso sereno ..forse stavolta il suo delirio non era angosciante ..forse parlare con lui, dopotutto, era servito a qualcosa “Va bene, papà”

Tornò a sedersi davanti al caminetto, e si rese conto che per tutta la giornata non aveva fatto altro che andare avanti e indietro fra quelle lettere e il letto di Angel, come fosse un corriere, un messaggero, una sorta di postino dell’anima. Lui leggeva le lettere, faceva suo il contenuto di esse, rinforzava la sua anima e poi restituiva ad Angel la forza e l’amore che lui aveva riversato in quelle lettere. La chiave di questo miracolo era Buffy. Una sconosciuta ragazza che amava suo padre ed era da lui riamata. Certamente una ragazza unica e speciale. Non sapeva nulla di lei, nemmeno se fosse ancora viva, ma avrebbe tanto voluto conoscerla.

Non si chiese perché, ma il suo pensiero andò a nonno Reilly. Lui non aveva mai conosciuto realmente i nonni, ma questo aveva poca importanza. Nei suoi ricordi, il nonno era morto quando aveva undici anni e ne aveva quattordici quando morì la nonna. Ma a quel tempo lui non era lì, non fisicamente. A quel tempo lui era ancora a Quortoth. Aveva cominciato a far parte della famiglia Reilly, anche fisicamente, quando aveva diciotto anni, cioè quando Angel aveva firmato l’accordo con i Soci Anziani, e a quel tempo i nonni erano già morti. Tutto ciò che riguardava il periodo precedente a quello, erano solo ricordi fabbricati dalla W&H, quindi non erano reali, anche se lui li ricordava come fossero veri. Gli venne in mente una cosa che gli disse il nonno.

Ti racconterò una storia.
Hai mai sentito parlare dell’ufficio delle anime perse?

Non riusciva a ricordare se in quel momento il nonno gli avesse raccontato una pezzo di storia di vita vissuta o se invece fosse una fiaba. Era una cosa che faceva spesso con lui. Gli parlava del suo passato e Connor aveva sempre sospettato che romanzasse la storia, trasformandola in una favola. Non sapeva mai dove finisse la realtà e dove cominciasse la fantasia, sta di fatto che lui adorava ascoltarlo. Durante le vacanze estive, passava pomeriggi interi a sentire le sue storie e Connor raccontava a lui degli incubi che popolavano le sue notti, spaventandolo a morte. Il nonno lo ascoltava con attenzione, e trovava sempre le risposte giuste a differenza di suo padre che lo zittiva dicendogli che erano solo sogni. Ma nonno Reilly non la pensava così.

Certo che esistono i vampiri, Connor. Esistono eccome. Ti ho mai detto che ne ho incontrato uno? Oh questo però non era un vampiro qualunque. Lui era quasi come un angelo. Un oscuro angelo vendicatore. Era irlandese, proprio come noi. Lui era il vampiro con l’anima. Un giorno potresti anche incontrarlo, se accadrà portali i miei saluti, sono certo che si ricorderà di me.

Possibile che nonno Reilly avesse davvero conosciuto Angel? Connor se lo chiese spesso in tutti quegli anni, ma era difficile sapere quanto di vero ci fosse nei suoi racconti e a giudicare da come lo redarguiva la nonna, sicuramente qualche volta esagerava ..e Connor adorava i loro litigi. Erano un milione di volte più divertenti dei cartoni animati. La nonna si affacciava nella veranda e con le mani sui fianchi, urlava a suo marito di lasciare in pace il piccolo Connor.

Smettila di raccontare stupidaggini e vieni qui a darmi una mano, vecchio sciocco irlandese.

L’attenzione di Connor fu catturata da un bellissimo disegno all’interno della lettera che recava la data del 30 Novembre 2005. Aveva notato che le lettere scritte in quel mese erano più intense, più malinconiche e piene di rimpianto, ma vi leggeva anche la speranza. Il disegno, come sempre, ritraeva Buffy. L’aveva ritratta mentre dormiva ed era bellissima. Al dito portava un anello claddagh, come quello che dei nonni e ora che ci pensava, aveva visto lo stesso anello pendere dalla collanina che Angel portava al collo. Sapeva tutto sul claddagh, il nonno gli aveva raccontato le leggende irlandesi sull’anello, in tutte le varianti possibili e sebbene la nonna ironizzasse sul romanticismo smielato del marito, anche lei portava un claddagh al dito, da cui non si sarebbe mai separata. Aveva però preteso che fosse almeno un anello un po’ più costoso e nonno Reilly l’accontentò. Per le loro nozze d’argento, le regalò un claddagh d’oro.

Connor era ormai immerso nella lettura da ore. Man mano che leggeva cadeva il velo di mistero che avvolgeva la vita di Angel e lui seppe ciò che tormentava la sua anima. Lui amava questa ragazza più di qualsiasi altra cosa al mondo, e certamente era da lei ricambiato, o lo era stato in passato. Connor non sapeva se lei fosse ancora viva. Ma il loro amore era irto di ostacoli e pareva che non potessero viverlo come avrebbero voluto. Qualcuno o qualcosa si era frapposto fra loro e avevano dovuto dirsi addio, ma non avevano mai smesso di amarsi.

Darla non ha idea della profondità del nostro amore. Lei non può capire. Nessuno può capire. Il mio amore per te consuma il demone e rafforza l'uomo, mentre la mia ossessione per Darla, alimentò il demone e cancellò l'uomo. Buffy, tu mi fai dimenticare il mostro che sono, ed è per questo che sei un pericolo per me. Per questo sono andato via. Quando dimentico ciò che sono, quando, anche solo per un attimo, la coscienza smette di tormentarmi, la mia anima vola via e diventa una sola con la tua, ma la troppa felicità le impedisce di trovare la via del ritorno. Essa si dissolve e mi abbandona, riconsegnandomi alle tenebre in cui mi condusse Darla.

..Angelus ti ferisce, ti deride, si fa beffe di te e del nostro amore, perché ha paura. Nella forza della tua anima, lui intravede la mia anima che lo tenne prigioniero come un animale in gabbia. Per questo è così spietato con te, perché tu possiedi la chiave per distruggerlo e per rispedirlo all’inferno da dove è venuto. La tua arma più potente è il tuo amore per me. Il nostro amore.

   
 
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