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Autore: lafatablu    13/07/2012    2 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Parte 05

Vi sono persone, che per sedare il dolore delle loro anime, si rifugiano nelle proprie ossessioni. Inventano rituali, si impongono regole o iniziano ad affezionarsi agli oggetti. Angel trovava pace nello scrivere a Buffy ..Connor nell’incontro mensile con Angel ..e Buffy da tempo era ossessionata dal tempo. Da quattro anni amava acquistare orologi che disseminava un po’ ovunque in giro per casa.

Da ore stava seduta sul divano di Rupert Giles, di fronte al grande camino nella sua casa londinese. Ferma immobile, fissava con interesse l’orologio sulla parete. Aveva accordato le lancette parecchie volte oggi, sincronizzandole con l’orologio della grande torre di Londra. Non era interessata alla lancetta delle ore, era il minutiere che l’affascinava così tanto e attirava la sua attenzione. Ne seguiva il suo ritmico e inesorabile movimento, così prevedibilmente deciso ad andare avanti. Fermare il tempo non era impresa umana, ma se Buffy avesse potuto, avrebbe bloccato la piccola lancetta dei minuti esattamente dove si trovava adesso. Mancava un solo minuto alle nove. L’orologio sulla parete era perfettamente sincronizzato con l’orologio da tavolo, poggiato sulla mensola sotto e con tutti gli altri orologi presenti nella stanza. Quello sulla mensola l’aveva acquistato anni prima da un vecchio rigattiere londinese a Trafalgar Square. Senza che lei chiedesse niente, lui aveva detto “È americano” e Buffy era certa che fosse vero. Non era di fattura pregiata. Non era né antico né altro, ma era identico a quell’orologio. La base di legno a lei ricordava il capello di Napoleone. Giles le aveva detto che quel tipo di orologi si chiamavano proprio così. Orologi a cappello di Napoleone.

Avvolse la coperta sulle spalle, raggomitolandosi meglio sul divano. Sentiva le voci provenire dalla cucina. Se solo potessero tacere. Almeno una volta. Almeno oggi. Fra un minuto avrebbe sorriso loro, magari avrebbe anche finto allegria, per essere certa che l’avrebbero lasciata in pace. Poi, fingendo ancora, avrebbe detto di essere stanca e sbadigliando avrebbe dato loro la buonanotte, per rifugiarsi finalmente in camera sua.

Fra un minuto avrebbe finto di essere ancora viva.

Ancora un minuto. Un solo minuto e Angel sarebbe morto ancora ..e lei con lui. Insieme.

No, un minuto non può bastarmi. Come riuscirò ad andare avanti con la mia vita sapendo quello che abbiamo avuto, quello che avremmo potuto avere.

In quel momento, a Londra, l’orologio scandì inesorabilmente le nove. No.. Non c’è più tempo.. Esattamente otto anni prima, in quello stesso momento, il cuore di Angel si fermava e ancora una volta moriva. Ho sentito il tuo cuore battere. Buffy chiuse gli occhi, ma non servì a nulla. Le lacrime scendevano libere proprio come quel giorno di otto anni fa. Non dimenticherò. E fu quello che avvenne anni dopo. Da quattro anni, ricordava quel giorno perfetto e per lei fu come tornare a morire di nuovo. Angel le aveva donato la vita ma quel dono era intriso di lacrime.

Accade una notte, mentre pattugliava in un cimitero di Roma. Cadde a terra e l’attimo dopo ricordò. Come riuscirò ad andare avanti con la mia vita? Angel aveva ragione, anche cancellare quel ricordo era amore, perché se allora avesse saputo, sarebbe impazzita.

Fu esattamente ciò che accadde, quando seppe cosa fosse accaduto a Los Angeles il giorno dopo il Ringraziamento di quattro anni prima. Il ricordo di quel giorno l’aveva devastata e da allora cominciò la sua ossessione per il tempo.

Pochi giorni dopo aver recuperato quel ricordo, arrivarono notizie della terribile apocalisse di Los Angeles. Lei sarebbe corsa subito lì, contro il parere di Giles che urlava che ormai non c’era più nulla che potessero fare. Tutto si era concluso nel giro di poche ore. Vi fu una battaglia epica, dove pareva che Angel avesse ucciso il drago, ma ormai il loro intervento sarebbe stato inutile. Per alcuni interminabili minuti, dopo la furibonda lite con Giles, Buffy tormentò sé stessa chiedendosi se fosse giusto abbandonare la missione o se invece sarebbe dovuta andare a combattere affianco ad Angel, anche contro il parere di tutti. La sua missione adesso era seguire le nuove cacciatrici, addestrarle e prepararle per la prossima apocalisse. Dieci minuti dopo aveva già radunato una squadra, scegliendo fra le slayers più esperte e partì per L.A.

“Volevate vedere un apocalisse? Bene, ne avrete una come Cristo comanda. Addestramento sul campo, ragazze. Si parte per Los Angeles”

Giles le urlò contro “Questa non è la tua guerra, Buffy. Devo ricordarti che la tua missione è..”

Lei rise con amarezza “La mia missione è proprio questa. Ovunque vi sia una guerra, è la mia guerra! Sono demoni, Giles. Mi dice a cosa accidenti serve il nostro apparato bellico se non siamo in grado di combattere dove necessario? Come è possibile che non ne sapessimo nulla?”

Giles aveva abbassato lo sguardo e lei comprese “Lei sapeva tutto e non mi ha detto niente. IO sono stufa marcia di questo atteggiamento.. sono stufa marcia dei vostri “No” per le mie scelte ..e non mi dica che l’ha fatto per il mio bene.. perché sono stufa marcia anche di questo..”

Mentre sistemava il borsone nel bagagliaio, tentò di calmarsi, e pensò che forse nessuno era stato abbastanza vicino ad Angel da sapere cosa stesse succedendo a Los Angeles. Nemmeno lei. Ma Giles sicuramente qualcosa sapeva. Quando tornò da Los Angeles scoprì che Angel aveva chiesto aiuto a Giles, ma lui si era rifiutato di aiutarlo, sbattendogli il telefono in faccia. Il divario che già esisteva fra lei e l’ex Osservatore, dopo quei fatti divenne abissale e lei si isolò ancora di più da tutto e da tutti. L’unica cosa che contava era la missione. Lavorava sodo senza concedersi pause o distrazioni. Non riusciva neanche più a ricordare da quanto tempo non uscisse la sera a divertirsi con gli amici o da quanto tempo non comprava un vestito nuovo o anche solo un rossetto. Di lei era sopravissuta solo la slayer. La donna era sepolta nelle profondità della sua anima ed emergeva solo nei sogni ..e lì, Angel era sempre con lei.

Mentre saliva in macchina, guardò ancora Giles sfidandolo duramente con lo sguardo.

“Forse le nuove slayers sono state create anche per questo, non solo per la lotta contro il Primo. Ha idea della portata enorme di questa apocalisse? ha visto le immagini dei telegiornali? Lo so a cosa sta pensando, ma non si tratta di me e neanche di Angel, se è per questo. Si tratta di fare la cosa giusta. Ma alla fine, Angel ha affrontato tutto questo da solo. Devo ricordarle che è grazie a lui se abbiamo chiuso la Bocca dell’Inferno? Era pronto a darci una mano e noi dobbiamo fare altrettanto. Lui combatte dalla nostra parte, non lo dimentichi. Ma ancora una volta ha combattuto da solo ..o anche se non era proprio solo, comunque io non ero li ad aiutarlo. Se ad Angel è capito qualcosa di brutto, sarà stata anche colpa nostra”

Giles non rispose, salutò con un filo di voce appena udibile. Buffy chiuse la portiera, dirigendosi all’aeroporto senza badare a lui. Se Angel è morto, la colpa sarà stata solo mia. Mormorò.

Lo aveva cercato ovunque, ma di lui nessuna traccia. Lo scenario di Los Angeles era quello post apocalittico. Desolazione e morte ovunque. Aveva anche trovato la carcassa del drago e aveva recuperato la spada che lo aveva ucciso. Era di Angel. Ma lui era introvabile, come fosse svanito nel nulla. Non era morto, ne era certa. Lei lo sentiva ancora dentro sé. Forse si nascondeva da qualche parte, sicuramente aveva molti nemici che avrebbero voluto la sua morte. Forse non poteva tornare da lei perché era braccato dalla W&H. Conosceva la loro fama e non avrebbero perdonato facilmente, anche se non conosceva i dettagli, sapeva che lei avrebbe agito esattamente come Angel. Di una cosa però era certa. Lui era vivo. Era vivo ed era fiera di come avesse condotto la battaglia ..e lo amava più di quanto non l’avesse mai amato prima. Angel era vivo ..e a quella certezza si era aggrappata negli ultimi quattro anni.

“Qualcuno dovrebbe dirle che è morto” La voce di Xander arrivò come da molto lontano, e fu come ricevere un pugno allo stomaco. Si alzò dal divano guardando ancora per un attimo il suo orologio che segnava le nove e un minuto. Arriverà mai il nostro tempo, Angel?

Sfoderò un sorriso di circostanza e li raggiunse. Erano seduti a tavola e aspettavano lei per cenare. C’erano proprio tutti. Giles, Xander, Willow, Kennedy, Dawn, Andrew, Faith, Wood, e alcune cacciatrici arrivate di recente. Vedendola entrare smisero di parlare. Come sempre fu Xander a rompere il silenzio “Allora? finita la meditazione post festa del Ringraziamento, davanti al sacro orologio napoleonico?” ..e come sempre disse qualcosa di inappropriato, ricevendo, come sempre, le occhiatacce di tutti e la sempre presente gomitata di Willow.

“È avanzato un po’ di tacchino, quello che hai cucinato tu ieri..” disse Dawn

“Grazie, ma dopo l’abbuffata di ieri preferisco una cosa leggera. Uno yogurt andrà bene”

“C’è del gelato.. magari ti andrebbe..” insistette Dawn

“NO. Gelato no.. non oggi.. oggi il gelato non potrei sopportarlo. Mettilo via per favore”

Guardandosi fra loro, si chiesero se Buffy non avesse bisogno dell’aiuto di un medico, perché le sue stranezze stavano diventando sempre più preoccupanti. Questa avversione al gelato era una cosa che non avevano mai sentito prima. Cosa c’era che non andava con il gelato?

“La tua cena del Ringraziamento ormai è una tradizione” disse Willow sorridendo a disagio.

“Proprio come ai vecchi tempi..” aggiunse Xander e prima che continuasse, Buffy lo interruppe.

Solo che Angel non è qui con noi” Giocherellò nervosamente con le posate, e finse di sorridere  continuando a parlare a ruota libera. Era difficile controllare le emozioni.

“Sicuramente sarà qui quando avrà finito.. di fare ciò che lo tiene lontano da me. Un giorno accadrà.. lui busserà a quella porta ..io andrò ad aprire ..e quel giorno sarà..”

Smise di parlare. Aveva finito la scorta dei sorrisi forzati. Salutò tutti e andò a rifugiarsi in camera sua, doveva fare qualcosa di importante. Doveva riconnettersi con Angel o sarebbe impazzita. Oramai non si preoccupava neppure più di nascondere il suo amore per lui.

“Qualcuno dovrebbe trovare il coraggio di dirle che è morto” Sbottò Xander non appena Buffy uscì. “Ogni anno, da quattro anni a questa parte, durante il periodo del Ringraziamento diventa ancora più taciturna e quel suo rituale davanti all’orologio mi da sui nervi. Sicuramente ha a che fare Angel. Tutti voi dovreste smettere di assecondarla, e dovreste trovare il coraggio di dirle che è morto. Per un po’ urlerà, piangerà e sarà disperata, ma poi andrà avanti con la sua vita. Non vedete che Angel la tormenta ancora? Riesce a farle del male anche da morto”

“Non sappiamo se è morto” disse Willow “Lei è certa che non lo sia, anche se le probabilità che sia sopravvissuto sono davvero minime. Pare che lui si trovasse proprio nell’epicentro di quella immane catastrofe. Un apocalisse di quella portata è..”

“Apocalisse che lui stesso scatenò” disse Giles “Mi duole dirlo, ma questo è esattamente ciò che accadde. Lui per primo sfidò la W&H che reagì inviando un esercito di demoni”

Mi duole dirlo” disse Faith in tono sarcastico rivolgendosi a Giles “Ma Angel è riuscito a spazzare via la W&H dalla faccia della terra. Particolare non poi così insignificante, che lei però dimentica sempre di menzionare. Non sappiano cosa sia accaduto realmente, i dettagli non li conosciamo, ma è dannatamente vero che alla fine, Angel ha vinto. Questo non fa di lui un eroe? Voglio dire.. non è esattamente ciò che facciamo anche noi? Combattere il male..”

“Comunque non è questo il punto” disse Xander “Eroe o no.. lui è un eroe morto e dovremmo dirlo a Buffy in modo chiaro. Deve smetterla di cullarsi nella pia illusione che sia ancora vivo”

“Io darei un po’ più di credito al suo istinto” disse ancora Faith. Odiava il modo in cui parlavano di Angel e odiava il modo in cui sminuivano il suo legame con Buffy. Tutti quanti erano certi che fosse morto e forse era proprio così, ma il fatto che Buffy si ostinasse a negarlo, per Faith aveva senso e quando poteva, l’aiutava a fronteggiare gli attacchi frontali dei suoi amici. Loro due si erano avvicinate molto dopo la distruzione di Sunnydale e in parte, questo era dovuto proprio ad Angel. Non solo perché lui l’aveva aiutata a rimettersi in carreggiata, ma anche perché Buffy aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti. Si fidava di lei adesso. Faith era l’unica con cui poteva parlare di Angel senza sentire parole cariche di veleno.

“Istinto?” Disse Kennedy “Quale istinto? Noi possiamo sentire la presenza dei vampiri quando sono nelle vicinanze, ma oltre a questo.. e possiamo sentirli perché dobbiamo ucciderli”

“Non mi riferivo all’istinto slayer, parlo d’altro. Fra lei ed Angel c’è un legame profon..” disse Faith ma Kennedy la interruppe ancora “Oh si, certo.. come quello che aveva con Spike?”

“No, Kennedy. Con Angel è diverso. Sappiamo tutti che con lui è sempre stato diverso.. ma perché continuo a parlare con te? Hai mai conosciuto Angel? Hai mai visto quei due insieme?”

Buffy sentiva tutto. Avrebbe voluto urlare. Si sedette sul letto e portò le mani alle orecchie per non sentire, mentre fra le lacrime scuoteva la testa. Basta.. smettetela per favore. Fu colta da un impeto di rabbia e scaraventò per terra tutto ciò che c’era sul letto. L’attimo dopo si pentì, chiedendo a sé stessa “Perché anche dopo tutti questi anni, sono sempre così.. così.. ormonale nei giorni intorno alla festa del Ringraziamento? La risposta la conosceva bene, ma quest’anno era diverso, era tutto più intenso. Lo sentiva a fior di pelle, c’era qualcosa che aleggiava nella sua coscienza e percepiva un vago senso di pericolo, anche se non riusciva a mettere a fuoco perché fosse così turbata. Istintivamente portò una mano al collo, massaggiandolo per lenire il fastidio che sentiva da qualche giorno. Anni fa, un tenebroso cucciolo ferito, aveva posato lì le sue zanne lucenti, poco prima che uscisse dalla sua vita, ingoiato da quella maledetta nebbia. A lui aveva dato tutto il suo amore e quella cicatrice era stampata a fuoco dentro il suo cuore come marchio indelebile. Da giorni la sentiva pulsare e faceva anche un po’ male. Non era mai accaduto prima e Buffy pensò che fosse presagio di qualcosa, ma non riusciva a capire di cosa.

“Saranno i reumatismi, l’ho sentito dire da qualcuno. Quando si invecchia, tutti gli acciacchi accumulati da giovane si accentuano, specie se piove ..e Londra è una città così umida” Disse fra sé, tentando di mettere a tacere le sue paure. Adesso aveva altro da fare che stare lì a preoccuparsi di cose a cui non riusciva a dare un nome.

Tirò fuori il suo baule da sotto al letto, era lì che custodiva i segreti della sua anima. Lì tutto parlava di Angel. Prese in mano la spada che aveva estratto dal drago che lui aveva ucciso e le diede il filo. Prima di riporla di nuovo dentro il baule, la lucidò bene come faceva ormai da quattro anni. Quando fosse tornato, Angel l’avrebbe trovata affilata e splendente, pronta per uccidere un altro drago, ma questa volta l’avrebbero fatto insieme. Accarezzò anche la giacca di pelle che lui le regalò agli inizi della loro storia, quando ancora non sapeva nulla di lui. Prese poi in mano il libro di poesie, e aprendo una pagina a caso, quasi rise quando vide brillare quella parola. Sempre. Si prendevano forse gioco di lei? I loro Sempre e Per Sempre erano diventati molto presto Mai e poi Mai, ma nonostante ciò, rivedere la calligrafia di Angel le dava sollievo. Si chiese come sarebbe stato bello se un giorno avesse ricevuto una sua lettera.

Sospirando, infine portò fuori il suo diario dal baule. Era lo stesso di tanti anni prima, solo che ora l’aveva fatto rilegare per preservarlo dal tempo. Su consiglio del rilegatore l’aveva trasformato in un quaderno a fogli staccabili e adesso con un semplice clic, poteva aggiungere quanti fogli voleva. Era pesantissimo ormai, dentro c’era tutta la sua vita e da quattro anni, l’ultimo giorno di ogni mese scriveva ad Angel. I fogli staccabili potevano diventare delle lettere, ed era ciò che avrebbe voluto fare inizialmente, ma non ne spedì mai nessuna.

Beh, come avrebbe potuto se non aveva un indirizzo dove inviarle? Non sapeva neanche se era in paradiso o all'inferno. Razionalmente, mille volte al giorno, diceva a sé stessa che Angel poteva anche essere morto, ma il suo cuore non voleva sentire ragioni. Lei lo sentiva vivo.

 

Londra – Regno Unito

30 Novembre  2008

 

Amore mio

Non immagini quanto mi manchi Los Angeles, specie in questo periodo. Detesto Londra con tutta me stessa, mi manca il sole della California, ma mi capita di pensare che a te piacerebbe questa città, allora sopporto e vado avanti un altro giorno, poi un altro e un altro e un altro ancora, fin quando tutto diventa di nuovo insopportabile. Spesso penso di mollare tutto e di tornare a casa. Mi dico che devo tornare da te e lo farei, se solo sapessi dove raggiungerti.

Tu come stai? non so più nulla di te. Ho rovistato ogni angolo possibile del mondo demoniaco, ma nessuno sembra nemmeno ricordare che tu sia mai esistito. Ho cercato ovunque, sfondato mille porte, ho messo sottotorchio persino Willy la spia. Lo ricordi? Adesso ha aperto un demon bar qua a Londra, ma lui giura di non sapere dove tu sia e a giudicare da come sanguinava dopo aver parlato con me, sono certa che non mentisse.

Perché ti nascondi? Sei nei guai? Se è così, io posso aiutarti, adesso abbiamo i mezzi per farlo. O forse ti nascondi solo da me? Sono forse le tue paure a tenerti lontano? Non dovresti, sai.

È per via di tuo figlio? Per questo stai lontano da me? So tutto Angel, non sono arrabbiata per questo, non lo sono affatto. Faith e Willow hanno detto di averlo conosciuto. Non ti nascondo che quando ho saputo, ho sentito un dolore sordo proprio infondo al cuore, ma Faith mi ha spiegato le circostanze della sua nascita e so che cosa ha significato per te diventare padre. Ho cercato di rintracciarlo pensando che potesse condurmi a te, ma anche lui sembra sparito nel nulla. Persino Faith e Willow non lo ricordano più. Quando chiedo in giro, mi ridono tutti dietro, ricordandomi che i vampiri non possono avere figli. Sono l’unica che continua a sapere della sua esistenza, soprattutto da quando ho recuperato il ricordo del nostro giorno perfetto.

È questo che ti tiene lontano? Hai paura che sia adirata per questo? anche in questo caso sbagli. Io ho capito cosa hai fatto e perché l’hai fatto e so che cancellare i miei ricordi non è stata una tua scelta. Sono stati gli Oracoli a decidere così. Per salvarmi da morte certa, hai barattato la tua vita con la mia. Tu hai chiesto di tornare ad essere vampiro. Cancellare quel giorno è stata la loro risposta e tu non potevi certo sapere che anni dopo, sarei morta comunque.

Io ti amo Angel. Ti amo e nulla è cambiato da allora. Sei presente in tutti i miei sogni. Li è tutto bello e luminoso, noi siamo insieme, e niente e nessuno può separarci.

Aveva provato ad andare oltre la sua storia con Angel, ma non vi era mai riuscita. Angel era dentro la sua pelle, dentro le sue ossa, dentro la sua anima e quando aveva tentato di andare avanti si era sentita persa, conscia che si allontanava da l’unica cosa che dava ancora senso alla sua vita. Il suo amore per Angel. Così smise di ingannare sé stessa. Non voleva ripetere gli errori del passato, quando si ubriacava di sesso con Spike per sentirsi ancora viva. Aveva imparato dai suoi errori, era una donna matura adesso e sapeva esattamente cosa voleva dalla vita.

Per farla breve..

Adesso non ridere Angel, ma quella cosa della pastafrolla è storia vecchia ormai. Non mi sento più un informe impasto per biscotti. Lo so che non faccio altro che dirti questo da quattro anni, ma voglio essere certa che tu abbia capito bene. Vedo il tuo sorriso mentre leggi queste mie parole e quindi le scriverò ancora. Sono cotta a puntino, Angel  e so chi si godrà il delizioso biscotto caldo che sono diventata. Non è proprio quello che mi chiedesti sei anni fa? Ora ho la risposta, anzi a dire il vero, conosco la risposta da quattro anni. La cosa buffa di tutto questo è che in fondo al mio cuore ho sempre saputo che quello potevi essere solo tu. Ho sempre visto solo te nel mio futuro e questo lo so da un infinità di tempo. Ma quando ho finalmente capito, quando ne sono diventata pienamente consapevole, tu sei scomparso ancora una volta dalla mia vita. Fra noi è sempre stato così, non facciamo che rincorrerci senza mai riuscire a raggiungerci e se questo accade, la colpa è solo nostra. Ho cercato di dare un senso a questi anni vissuti senza di te, ma per quanto io abbia tentato, non sono mai riuscita a trovarlo.

Mi manchi Angel, mi manchi da morire.

 

Tua, per sempre

Buffy

 

Aveva fatto un tale casino di cose con Angel, fra loro era sempre tutto così complicato, e ora  non sapeva nemmeno se fosse vivo. Se lo avesse trattenuto a Sunnydale la notte che portò l’amuleto, forse le cose sarebbero andate in modo diverso. Questo pensiero la tormentava da anni. Forse quella era la loro ultima possibilità e lei l’aveva bruciata, mandandolo via. Se lui era morto, la responsabile della sua morte era proprio lei. Sospirò mentre rivisitava per l’ennesima volta quel pensiero. Lo amava ancora, e fintanto che lo amava ancora, non poteva accontentarsi di qualcun altro. Non sarebbe stato giusto né per l’altro né per sé stessa. Non voleva un altro Riley accanto. Nessuno avrebbe mai sostituito Angel.

Chiuse il diario, riponendolo dentro il baule. Infilò il pigiama. Spense la luce e andò a dormire.

Io ti amo Angel. Ti amo e questo non cambierà mai. Sei presente in tutti i miei sogni. Li è tutto bello e luminoso, noi siamo insieme, e niente e nessuno può separarci ..restiamo qua per favore, prendi la mia mano e restiamo qua per sempre. Insieme.

   
 
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