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Autore: Lunastorta92    28/01/2007    0 recensioni
Andy Steed ha sempre avuto un'opinione piuttosto pessimistica sull'amore, ha sempre pensato che in amore ci fossero delle regole prestabilite e che tutto si dovesse svolgere secondo un criterio. Lo ha sempre pensato, almeno finchè non ha incontrato lui...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 5.

Eppure c'è qualcosa in lui che non mi convince affatto.
Sarà che è il primo uomo che da... ehm... anni, forse, mi chiede di aver una seconda possibilità di uscire con me. Solitamente sono io quella che si mette davanti a qualche povero malcapitato e lo prega in ginocchio di uscire a cena un'altra volta.
Tanto per la cronaca, hanno sempre detto che mi avrebbero chiamato. Qualcuno l'ha mai fatto? Certo che no.
Fattosta che Graham verrà a prendermi a momenti, e sono estremamente agitata. Ho bisogno di Wendy.
Mi precipito nel salotto, rischiando di cadere più volte (chi se lo ricordava che queste scarpe avessero il tacco così alto) e affero il telefono, con fare assatanato:
-Wendy!-
-Che vuoi?- mi domanda, scorbutica.
-Sono in crisi!- ribatto, sperando ardentemente che la mia affermazione la faccia preoccupare un po'.
-Non è certo una novità, Andy.- mi risponde, impassibile -Che c'è che ti turba, oggi?- mi domanda, con quel suo fare da psicologa che mi irrita tantissimo.
-Graham non mi convince...- inizio a spiegarle, fingendo di non accorgermi del suo tono annoiato.
-Neppure questa è una novità. Te l'avevo detto che quel tipo non mi convinceva affatto, forse è anche gay.- ipotizza la mia migliore amica, con una voce tra il pensieroso e il divertito.
-Lui non è gay!- esclamò, scuotendo la testa, ma tanto lei non mi può vedere.
-Certo, avevi detto la stessa cosa anche di... come si chiamava? Eric? Eri convintissima di piacergli, finchè non ti ha presentato il suo ragazzo!- mi risponde lei. Ho sempre odiato il fatto che Wendy si ricordi di tutti gli uomini che ho frequentato.
-Lascia perdere Eric e dammi uno dei tuoi formidabili consigli!- la imploro io, continuando a guardare l'orologio appeso al muro.
-Per una volta non mi immischio nelle tue faccende... Stai attenta, quel tipo non mi piace per niente!- e detto questo, riattaca, senza lasciarmi possibilità di replica.
Sapete cosa faccio? Ora telefono a Graham e gli dico che dobbiamo rimandare!
Faccio per comporre il numero, ma suona il campanello, facendomi sobbalzare. Lui è già qui!
Rassegnata, preoccupata e vagamente depressa, scendo le scale e apro la porta di casa: me lo ritrovo davanti, vicino ai bassi scalini dell'ingresso, che mi guarda con i suoi occhi azzurri da cane bastonato e un affascinantissimo sorriso sbieco disegnato sulle labbra.
No, lasciate perdere la parte sul suo sorriso... Non ha niente di affascinante, è solo un semplice, normalissimo sorriso.
E Graham è uno qualunque.
Sono coinvolta? Mi sembra di no.
-Ciao.- mi saluta lui, semplicemente; poi, aspettando che io scenda i quattro scalini che mi servono per raggiungerlo, mi conduce alla macchina, mi apre la portiera e mi fa salire a bordo.
Stop, freniamo un secondo. Dove sono tutti i "Ma come stai bene stasera, Andy!"? E i "Ti trovo particolarmente in forma."?
Insomma, nemmeno un complimento? Eppure mi sembrava di essere carina.
Va avanti così per tutto il viaggio, nemmeno una parola, guida e non dice niete.
Che ha che non va? E' imbarazzato? Nemmeno lui ha molta voglia di uscire? E' semplicemente strano?
Perchè quest'uomo è stato privato del dono della parola?
Il tragitto da casa mia al ristorante è lungo e teso, ho le mani sudaticcie, e ho continuando a mordermi il labbro inferiore, probabilmente compromettendo tutto il tempo che ho impiegato per avere un Trucco da Star come spiegava quella rivista da quattro soldi che ho acquistato stamattina.
Appena giunti a destinazione inizio a guardarmi nervosamente intorno: non conosco questo ristorate, è tranquillo, piccolo ed elegante, ai tavoli sono sedute quasi ed esclusivamente delle coppie, che chiacchierano tra di loro pacatamente, senza disturbare la tranquillità del locale.
Mi piace.
Il cameriere ci assegna un piccolo tavolino rotondo vicino ad una delle grosse finestre che danno sulla piazzola vicino al ristorante; il marciapiede e alcune panchine sono fiocamente illuminate dalla luce tremolante di qualche lampione.
Dopo avermi fatto accomodare, Graham si siede di fronte a me, intreccia le dita delle mani e le mette sotto il mento, appoggiando i gomiti al tavolo.
E mi guarda.
-Ehm... Carino, qui...- mormoro io, come sempre sperando di poter iniziare un discorso.
-Già...- mi risponde lui, annuendo.
E cala di nuovo il silenzio.
Ordiniamo da mangiare e la cena va avanti allo stesso identico modo, con qualche triste e breve scambio di battute.
Nessuno dei miei appuntamenti è mai stato così deprimente, imbarazzante e sottotono di questo.
Eppure, starei qui a fissare Graham per altre tre ore. C'è un qualcosa in quel suo sorriso un po' timido ma allo stesso tampo così affascinante, che mi fa sciogliere.
Ma lo ripeto: io non sono minimamente coinvolta!
-Vogliamo andare?- mi domanda lui, all'improvviso, forse notando che continuo a guardare l'orologio, e che ormai il mio dolce è finito.
-Certamente...- rispondo io, alzandomi in piedi e infilandomi il cappotto.
Graham paga il conto e usciamo dal locale.
Mi aspettavo qualcosa come un gesto inatteso, strano, che mi portasse in un posto carino, che mi dicesse qualcosa di romantico; e invece, si avvia verso il parcheggio e risaliamo in macchina.
Il viaggio di ritorno è esattamente uguale a quello di andata, l'unica differenza è che per ingannare il tempo ho cominciato a tamburellare con le dita sulla mia borsa, che tengo in grembo.
E così arriviamo davanti alla porta di casa mia, lui mi guarda, le labbra dischiuse nel solito sorriso e io che gioco nervosamente con le chiavi.
-Ti... Ti ringrazio per la bella serata, Graham...- mormoro, mentendo un pochino.
-Grazie a te, scusa se non sono molto, come dire... Di compagnia...- mi risponde, scrollando le spalle, con aria colpevole.
-Non... Non importa...- gli rispondo, sorridendogli appena.
E accade tutto in un istante, senza che io riesca a capire realmente cosa stia succedendo... Graham ha poggiato le sue labbra sulle mie e mi sta baciando, con lentezza quasi esasperante.
-Vuoi salire?- gli domando, con voce roca, allontanandomi di pochi millimetri da lui.
Lui fa cenno di sì con la testa, ma sembra stupito dalla mia proposta. Forse anche lui si è reso conto che la serata è stata piuttosto uno schifo.
Saliamo le scale mano nella mano, veloci, baciandoci ogni tanto, ridacchiando come due ragazzini finchè non arriviamo davanti alla porta del mio appartamento.
Infilo le chiavi nella toppa, Graham che mi ha scostato i capelli e mi sta baciando dietro il collo; entriamo e appoggio la schiena sulla porta, lasciando cadere il cappotto a terra.
-ANDY!! Sei tornata? Sono passata da te per sapere come è andata la cena con il pazzo della Biblioteca!-
dal soggiorno proviene la squillante voce di Wendy, Graham ed io ci allontaniamo di scatto, lui sembra turbato.
-Il pazzo della Biblioteca?- mi sussurra, in modo che possa sentirlo solamente io, mentre un sorriso tra il divertito e l'imbarazzato gli si disegna sulle labbra sottili.
-Ah, è qui.- constata Wendy, con una smorfia.
-Eh, già!- replico io, vagamente infastidita.
-Beh, continuate pure quello che stavate facendo...- ridacchia lei, con un'espressione maliziosa, poi, mettendosi la giacca sotto braccio, passa accanto a noi e esce dal mio appartamento.
Graham è accanto a me, e sembra particolarmente interessato ai soprammobili a forma di gattino che ho sulla libreria; un vecchio regalo della mia prozia.
Lo guardo, sperando che dica qualcosa, e così lui, tornando a rivolgere verso di me i suoi occhi chiari, dice:
-Forse è meglio che vada anch'io...- e detto questo, fa per chinarsi a raccogliere il suo cappotto.
-No, rimani...- ribatto io, con voce delusa.
-No, davvero, Andy... Non mi sembra il caso... Ti telefonerò io, questa volta...- continua lui, grattandosi distrattamente la guancia destra.
Lui si è voltato verso la soglia, la mano in avanti per afferrare la maniglia. Evidentemente devo essere più convincente.
-Per favore...- mormoro io, per poi abbassare lo sguardo a terra.
Graham si volta verso di me, sorride dolcemente, si avvicina e mi prende il viso fra le mani, e mi dà un bacio.
-Tutto quello che vuoi, Andy...-


Chiedo umilmente scusa per il mostruoso ritardo con cui ho aggiornato, chissà se vi ricordate della mia povera Fic... ^_^
X miyu90: Grazie ancora una volta per i complimenti, che a mio parere sono davvero troppi, non li merito! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto come il precedente...
X lemonade: So che non è molto carino da dire, ma spero di essere riuscita a confondere le idee che hai su Graham! La verità è che ha una doppia personalità, lo devo confessare. No, ok... scherzavo! Spero che avrai la pazienza di andare avanti a leggere.
  
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