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Autore: BreeDreamer    13/07/2012    4 recensioni
"Hollywood Records" & ''Jonas Enterprises''.
Due case discografiche entrate in 'diverbio' fra loro. Per cui è incredibile come le due case discografiche, possano tornare sugli stessi passi, a distanza di poco. Incredibile, che ci sia capitata io di mezzo, per far 'riappacificare' le due in questione. E contro la mia volontà.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardai freddamente i miei genitori, i quali erano allo oscuro della mia 'eruzione' sentimentale, che avrei dimostrato di qui a poco.
<< Io non mi sposo. >> dissi. Non ci credo! Ci sono riuscita! L'ho detto!
Lo sguardo di mio padre si indurì, mi aspettava una bella ramanzina appena tornata a casa, ma non me ne fregava niente.
<< Non accetto i vostri capricci. Non sposerò, A SOLI DICIASSETTE - guardai mio padre - O DICIOTTO ANNI, qualcuno che NON amo e che non mi ama! >>
Mio padre guardò il signor Jonas e rise nervosamente.
<< Sa come sono i ragazzini, scherzano sempre. >> disse quest'ultima frase guardandomi male (per la verità, se il suo sguardo avesse potuto lanciare scie di fuoco, sarei incenerita all'istante!)
<< Oh...n-non si preoccupi... >> Paul Jonas era abbastanza nervoso, ma tornò a guardarmi con fare curioso.
<< Tesoro, so che per ora pensi che questa cosa sia...orribile, ma hai sei mesi per conoscere meglio... - >> Bloccai a metà la frase di Denise.
<< Signora Jonas, in questo incontro ho potuto conoscere davvero tutti i pregi che mio padre mi ha riferito sul vostro conto in auto, ma sono sicura al cento per cento che sei mesi non cambieranno di certo il rancore che ho verso i miei genitori. Questo matrimonio, non è tra le mie priorità. Avevo in mente il college, un lavoro, un appartamento e spese da portare avanti solo con le mie forze, ma un matrimonio non era nei miei piani. Spero che possa perdonare la mia sfacciataggine un giorno, ma sono sicura che per far riappacificare la vostra famiglia con la Hollywood Records, non c'è bisogno di un legame matrimoniale. >> finii questa frase, ed era come se mi fossi tolta un peso dal cuore una volta per tutte.
La signora Jonas mi guardò, ma alla fine mi sorrise, e notai che anche i figli erano in un certo senso compiaciuti da questa mia scenetta. Solo mio padre reagì in modo diverso. Credevo che si trattenesse di poco da darmi un ceffone davanti a tutti.
<< Bridgitte Angel Evans, sali subito in macchina. >> disse duro. Lo guardai e facendo un mezzo 'inchino' per salutare la famiglia Jonas, non esitai a disubbidirgli. Mi incamminai verso l'auto ed aspettai i miei genitori. Questi ultimi uscirono quasi di corsa, mia madre quasi non mi guardava, mentre mio padre, severo, mi si avvicinò e mi diede la punizione che tanto aspettavo: un bel ceffone in pieno viso.
<< Non mi hai mai deluso così tanto. Ora sali in macchina. >> Salii e diedi sfogo alla mie lacrime solo quando fui al sicuro in camera mia.
Guardai il mio diario e presa da un momento irrefrenabile di rabbia, strappai ogni pagina con rabbia, poi presi il quadretto familiare che avevo sul comodino. Raffigurava i miei genitori, sorridenti, con me in braccio, quand'ero una neonata. L'unico momento in cui siano stati con me, insieme, come una vera famiglia. Versai altre lacrime mentre lo scagliai in fronte il muro, facendo rompere il vetro in mille pezzetti. Mi accasciai poi per terra, di spalle al letto. Non ne potevo più, questa non era vita. Odiavo tutti. Odiavo i miei genitori, la H.R., il matrimonio combinato, la mia vita, me. Io mi odiavo più di tutti e tutto.
Poi mi attraversò un pensiero in testa. Mi alzai con molta fatica e trascinai i miei piedi in bagno guardandomi allo specchio. Capelli spettinati, guancia arrossata (con evidenti segni delle dita di quel mostro), occhi rossi..e il mascara che lasciava scie nere dagli occhi fino al mento, percorso che hanno fatto le mie lacrime. Aprii il mobile accanto allo specchio, e presi una lametta. La guardai insistentemente. Presi un respiro profondo e guardai le cicatrici vecchie e quasi guarite sul mio polso sinistro. Scossi la testa e con altre lacrime, feci cadere la lametta in terra. I singhiozzi non accennavano a fermarsi, mi facevo schifo da sola. Non ero per niente migliorata, non ero forte come pensavo. Stavo per cadere di nuovo in balia di quel piacere causato dal dolore, di quel dolore che pensavo si dissolvesse con una lametta, il mio polso e il sangue che colava fra le mie dita. Stavo per ferirmi di nuovo, per via della solitudine, dello stress, dei miei genitori. Per via di quello schifo di vita che stavo vivendo. Per via di tutti quei sorrisi finti e la vitalità che dimostravo a scuola con le mie amiche.
Scivolai con la schiena contro la parete, portandomi le ginocchia al petto, chiudendo gli occhi.
E in un attimo...Era la mattina seguente. La sveglia suonava insistentemente, e quando aprii gli occhi, mi ritrovavo assonnata, stordita come non mai e in bagno. Corsi a spegnere l'allarme della sveglia, per poi tornare in bagno a sciacquarmi la faccia più volte togliendo ogni traccia del mascara seccato. Rientrai in camera e scelsi velocemente dei vestiti. Una maglia larga, leggings e converse, poteva andare. Preparai in fretta e furia la borsa e per finire mi truccai leggermente. Stavo per scendere le scale ma qualcuno bussò alla porta della mia camera.
<< Avanti. >> dissi cercando di far rimanere la mia voce normale e non stridula e tremante.
<< Bridgitte...? >> mi girai a guardare mia madre, la quale aveva la testa che faceva capolino dalla porta, con sguardo altezzoso e fiero, nonostante fossi terrorizzata dopo ieri.
Guardò prima la cornice con il vetro rotto e la foto stropicciata per terra, poi me, e cercò di trovare le parole da dirmi.
<< Non preoccuparti, tuo padre è uscito... >> iniziò. Io mi tranquillizzai molto, sospirai e la guardai come sempre, indifferente.
<< Riguardo ieri...tesoro io voglio scusarmi. E non solo per il matrimonio ma per tutto. Per averti messa in questo casino, per averti lasciata...sola, in tutti questi anni. Ne sono stata ben consapevole, sai? Ti vedevo crescere, ogni secondo, minuto, ora e giorno. Sei diventata un'adolescente in men che non si dica ed io ti ho lasciata andare rimpiangendo tutto. - disse con occhi lucidi - Rimpiango di non esserci stata alla pronuncia della tua prima parola. Di non esserci stata ai tuoi primi passi. Di non esserci stata ai tuoi primi giorni di scuola. Di non esserci stata alle tue recite scolastiche, o nei momenti in cui avevi bisogno del supporto di tua madre. Rimpiango tutto e solo ora mi rendo conto che darei tutto pur di tornare indietro e trattarti come meriti. Perché sei una ragazza magnifica e perché te lo meriti sul serio. Ti meriti di meglio di quello che ti offriamo. E sappi che sto dalla tua parte. Se non vuoi sposarti, farò di tutto per convincere tuo padre ad annullare tutto... >> finì, lasciando cadere qualche lacrima sorridendomi leggermente e accarezzandomi la guancia dove il giorno prima mio padre mi diede una bella cinquina.
La guardai con la bocca leggermente socchiusa e gli occhi lucidi. In un gesto quasi meccanico e normale, la abbracciai. La abbracciai, cosa che non ho mai fatto. E in quel momento provai quella sensazione di amore, di affetto. Di quell'affetto, però, che solo un genitore prova per il figlio. Mi sentivo...bene.
Quando sciolsi l'abbraccio le sorrisi.
<< Grazie mamma. >> le baciai la guancia e salutandola un'ultima volta uscii per andare a scuola. E questa volta, con un vero sorriso sulle labbra!



DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNN.

Campanella. Lezioni finite. Alunni liberi. Professori più allegri.
Ecco al fine di un'altra giornata scolastica, molto stancante e noiosa.
<< Non posso crederci. Un'altra "A" ? Bree ma dormi la sera o pensi solo a studiare? >> Hil era imbronciata. Ridemmo.
<< Hil, io studio e basta. Tu piuttosto, invece di pensare a che vestito potresti mettere per uscire e che smalto e accessori abbinarci, perché non apri il libro anche tu? Così la smetti di accusarmi per le tue "C" >> la ammonii dolcemente. Lei in tutta risposta mi fece la linguaccia per cui ridemmo ancora.
<< A proposito, ieri ti aspettavamo tutte su Facebook, o comunque su Skype! Che fine hai fatto? >> mi chiese Andy. Mi immobilizzai.
<< Bree..? >> chiese Sunny confusa.
<< Tutto a posto? >> chiese ancora poi.
<< No. >> sussurrai quel tanto che bastava perché mi sentissero. Si guardarono e mi chiesero che fosse successo, per cui raccontai tutto, non tralasciando il rumoroso e doloroso schiaffo regalatomi da mio .. padre. Che ribrezzo chiamarlo così.
<< Oh.Mio.Dio. >> dissero all'unisono, ormai era un'abitudine!
<< Bree... >> iniziò a dire Sunny. La interruppi.
<< Senti, non farmi la paternale su quanto io abbia sbagliato a parlare e che mi dovevo solo star zitta subendo tutto, perché quelli sono i miei genitori! >> abbassai lo sguardo.
<< MA CHE! >> urlò e io la guardai.
<< Hai fatto benissimo! Altro che paternale! Ti elogio! Cazzo, Bree, finalmente hai tenuto testa a tuo padre, te ne rendi conto?! Hai cacciato fuori gli artigli e il tuo bel carattere, pronta a far capire che sei stanca di tutto questo e che sei pronta a farti valere! >> esultò Sunny per poi sorridermi. Tutte annuirono.
<< E poi, in questo modo, i Jonas ti apprezzeranno per quello che sei! Non hai forse detto che Denise ti ha sorriso? Ecco! >> disse Andy sorridendo.
<< Si ma...io vorrei che capissero una volta per tutte che non voglio sposarmi. Voglio vivere la vita come una normale diciassettenne che non deve dar conto a suo padre, presidente della H.R. e di un matrimonio a questa tenera età! >> sbuffai.
<< Beh, penso che lo capiranno molto presto! Specialmente dopo aver fatto vedere chi sei ieri! >> disse Hil fiera. Risi.
<< Ragazze grazie davvero! Vi voglio bene! >> le abbracciai e loro ricambiarono stringendomi forte, riuscendo a trasmettermi sicurezza.
Beeeep Beeeeeeep.
Oh no. Sbuffai senza girarmi.
<< Sono i miei, vero? Dio perché? Ohh forse è solo mia madre! Speriamo! E' l'unica con cui ho chiarito del tutto! E devo dire che mi ha molto sorpresa stamattina! Quasi non ci credevo! E poi non voglio vedere mio padre dopo ieri... >>
Le ragazze avevano gli occhi sgranati e parlavano balbettando.
<< B-B-B-Bree, o-ora gi-gi-girati! >> e mi girarono verso la limousine bianca che mi stava aspettando con lo sportello del passeggero aperto.

Fine Capitolo 4.
  
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