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Autore: Zeressa    13/07/2012    2 recensioni
Sono passati due anni da quando Maeko si è unita agli Hellsing, abbandonando vendetta e repulsione nei confronti di Alucard e seguendolo verso una nuova vita.
Ma tanta serenità sarà minacciata da un vecchio nemico che la capitale inglese conosce molto bene, tra realtà e leggenda: Jack lo Squartatore.
Chi si nasconde dietro questo nome? Un seguace del famoso killer oppure... qualcuno che abbiamo già incontrato?
E se sotto tutto ciò si nascondesse qualcosa che nessuno dei nostri protagonisti poteva aspettarsi?
Qualcosa che persino Maeko lascerà stupita.
Perchè se la mente dimentica... Il corpo ricorda.
Avevo detto che non ci sarebbe stato nessun continuo e invece qualcuno mi ha convinto a farlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Integra Farburke Wingates Hellsing, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Un continuo bussare sul coperchio della sua bara fece in modo che Maeko si svegliasse del tutto dal suo sonno senza riposo.  Delicatamente appoggiò i palmi delle mani sul coperchio della bara e lo alzò.
-          Walter, -, cominciò con voce assonnata, - che ore sono? Non è un tantino presto per iniziare a giocare? –
Il ragazzino era inginocchiato accanto alla bara con un sorriso stampato sulle labbra; nella mano destra teneva una sacca di sangue medico, che cominciò a sventolare sotto il naso della vampira.
-          Andiamo, oggi è la giornata perfetta per giocare e il sole non ti darà fastidio! –
La ragazza prese delicatamente la sacca che il bambino le porgeva  e si alzò dalla bara.
-          Fammi fare colazione e ti raggiungo. –
Vide Walter alzarsi ed uscire dalla sua stanza con il sorriso stampato sul volto. Sospirò sonoramente.
Si diresse verso ad una delle poltrone che arredavano la stanza e vi ci sedette con trasporto: davanti a lei c’era un tavolino con diversi bicchieri di cristallo: ne prese uno e ci versò dentro il sangue contenuto nella busta.
-          Ancora non ti sei abituata a dormire nella tua bara? –
Maeko girò la testa in direzione dove aveva udito la voce: vide Alucard trapassare la parete di mattoni. Aveva un ghigno stampato sul volto e portava i suoi soliti occhiali da sole: la cosa dava molto fastidio alla ragazza, poiché non riusciva mai a scorgere lo sguardo del padre.
-          Ho passato dieci anni vagabondando per il mondo, non ho avuto mai modo di dormire in una bara. Come pretendi che in due anni riesca ad abituarmi? –
Si girò e cominciò a portarsi il bicchiere alle labbra.
-          Se permetti questo lo prendo io. –
Una mano bianca apparve dal nulla ed allontanò il bicchiere dalla mano di Maeko: il vampiro apparve del tutto e, con un sorriso beffardo,  cominciò a bere il sangue che era destinato alla figlia. Maeko non si scompose e rimase a guardarlo.
-          Alucard posso farti una domanda? -, disse con serietà.
Alucard non rispose: si andò a sedere sulla poltrona che era affiancata a quella già occupata dalla ragazza.
-          Tu… Ricordi qualcosa della tua vita da umano? –
-          Ad esempio? -, chiese il vampiro.
-          I volti dei tuoi genitori. Ti ricordi come erano? –
Alucard si alzò e si diresse verso la porta.
-          Lasciati alle spalle il passato, ragazzina. I morti non tornano in vita dandoti le risposte che cerchi. –
Maeko si alzò dalla poltrona infuriata
-          Ti ho fatto un’altra domanda, dannazione! Perché devi rispondere alle domande con queste frasi del cavolo tutte le sante volte?! –
Il vampiro si girò lentamente verso la figlia e si levò gli occhiali dal volto.
-          Tu ricordi ancora il volto di Sakura? -, chiese serio.
Maeko non seppe cosa rispondere: quasi si vergognava a dirgli la verità. Si sentì la voce di Walter che chiamava Maeko provenire dai piani superiori. Così senza dire una parola la ragazza superò il vampiro e si diresse verso il suo giovane padrone.
La guardò scomparire lungo il buio corridoio e salire le scale che portavano fuori dai sotterranei.  Rientrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle e si diresse verso il piccolo tavolo che si trovava dietro le poltrone: sopra vi trovò un quaderno e diverse matite, per non parlare dell’enorme quantità di libri che la figlia leggeva in continuazione. Incuriosito aprì il quaderno:  era pieno zeppo di ritratti. Alcuni raffiguravano Andrè e Walter che giocavano insieme, altri solo Andrè o il figlio di Integra: si meravigliò di trovare anche la sua padrona tra i ritratti, magari insieme al marito e al figlio. Trovò raffigurata anche Seras.
Erano raffigurati tutti, nelle pose più inimmaginabili o in atti di vita quotidiana: Walter che rincorreva un pallone, Andrè con in mano un vassoio intento a servire il tè, Integra che si fumava tranquillamente un sigaro. Girò pagina e si sorprese nel vedersi raffigurato:  era in piedi davanti l’enorme finestra dell’ufficio di Integra, intento a guardare la luna. Nella pagina accanto invece era raffigurato in compagnia di Seras.
Si accorse che quello in realtà era una scena già vissuta: erano in procinto di partire per una missione, qualche settimana prima. Seras era felice e teneva in mano il suo fucile, anche se erano ormai undici anni che le ripeteva che non ne aveva più bisogno poiché era diventata una vampira a tutti gli effetti.
Continuò a sfogliare le pagine e tutte raccontavano un chiaro momento vissuto dalla ragazza: in quel quaderno erano raffigurati tutti loro, tranne che Maeko. Una volta finite le pagine occupate dai disegni Alucard si guardò intorno, in cerca di qualche altro quaderno: li trovò nello scaffale più alto della libreria. Erano veramente tanti. Si accorse che in fondo alla copertina c’era scritto il periodo in cui erano stati fatti i ritratti. Si sedette e cominciò a sfogliare uno dei primi quaderni che Maeko aveva iniziato a tenere da quando era arrivata. All’inizio trovò nuovamente i ritratti di Andrè e Walter, poi cominciarono ad apparire solo i suoi ritratti.
La cosa cominciava a dargli fastidio, poiché era da troppo tempo che non si vedeva raffigurato.
Passò l’intera mattinata a sfogliare i vecchi quaderni. Quando arrivò all’ultimo della pila, Alucard si sorprese di trovare scritto, al posto del periodo in cui erano stati fatti i disegni, una frase.
“Affinchè i ricordi non volino via.”
-          Interessante.-, disse ridendo.
Lo aprì e trovò come primo disegno il ritratto di una bambina: aveva i capelli lunghi fino alla vita e lo sguardo innocente: era vestita con degli stracci ed era evidente quanto fosse trascurata. Eppure sul suo viso si poteva leggere benissimo la felicità che in quel momento stava vivendo.
La riconobbe subito, senza difficoltà.
Era Maeko da bambina.
“Forse era il periodo quando Sakura non era ancora morta”,  pensò il vampiro.
Girò pagina e trovò il ritratto di un uomo: era vestito completamente di nero e indossava un mantello che lo copriva parzialmente; aveva una folta capigliatura rossa, accompagnata da una barba incolta. Nella pagina affianco era raffigurato, invece, con addosso molte armi di vario tipo: era circondato da alberi e in mano teneva un lungo pugnale. L’atmosfera era terribilmente tesa. In cima alla pagina Alucard vi lesse alcuni appunti: quella era stato il primo agguato compiuto con il suo Maestro.
Il vampiro storse il naso con disgusto e continuò a sfogliare il quaderno: trovò nuovamente per idverse pagine l’uomo in nero. Poi improvvisamente trovo continuamente una donna bionda, bellissima. Era Sakura.
Chiuse di scatto il quaderno, raccolse gli altri che si trovavano sul pavimento e li rimise al loro posto.
Poi come se non fosse stato nulla uscì dalla stanza.
Alucard sorrise tristemente mentre si avviava  verso lo studio di Integra.
Aveva capito quello che intendeva Maeko con quella domanda.
-          Ragazzina, stai dimenticando. Presto non ti rimarranno altro che ombre della tua vita passata. –
Detto questo aprì l’enorme porta specchio che lo divideva dalla zona della villa illuminata.
   
 
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