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Autore: La sposa di Ade    13/07/2012    3 recensioni
Vide la terra avvicinarsi sempre di più, si sentì inghiottire da essa, si sentì trascinare giù e lei non era l’ unica ascendere, c’ erano anche le sue lacrime, ma per un attimo solo ebbe l’ impressione che colui che la stesse trascinando giù si fosse fermato un attimo, come per prendere aria prima di un’ immersione, o un momento da imprimere nella memoria, un’ ultimo sguardo al mondo dei vivi.
Poi sprofondarono.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Life.
L’ erba le solleticava i piedi e i profumi dei fiori le pizzicavano il naso, proprio come aveva immaginato, passeggiava tranquilla in mezzo all’ erba alta guardandosi intorno felice, quando sollevava lo sguardo si meravigliava della differenza che provava ad osservare quel cielo, quando ci si trova semplicemente sotto di esso, e non  dentro come di solito era. Quando abbassava lo sguardo poteva osservare Menta chinarsi a raccogliere alcune erbe.
Quella era una vita che le piaceva e alla quale mai avrebbe rinunciato, era serena anche se spesso la malinconia le appesantiva il cuore senza un apparente motivo, di certo sua madre se ne accorgeva tutte le volte senza neanche il bisogno di chiedere cosa avesse, le leggeva dentro e basta, per lei era un libro aperto. C’ erano quelle volte, quando guardava il cielo al tramonto, in cui la malinconia era tale da cancellarle il lieve sorriso dal volto e far raggruppare silenziose lacrime dietro gli occhi senza un apparente motivo, quella sera non sarebbe stata così, non avrebbe sentito la mancanza di ‘Nessuno’, perché non c’ era nessuno in particolare a cui si sentiva legata in quel modo doloroso.
Il suo sguardo scivolò lontano, sugli alberi che vedeva in lontananza e sulle scure nubi all’ orizzonte, il vento ancora soffiava tranquillo facendo muovere l’ erba come se fosse uno specchio d’ acqua, ma un’ odore di tempesta si era diffuso intorno a loro.
Menta saltellava allegra tenendo strette tra le mani ciuffi di erbe facendone cadere qualcuna, Persefone ancora sorridendo si diresse verso di lei e si chinò a raccogliere le foglie che erano cadute alla ninfa.
Quel giorno si sentiva bene, le piaceva quella vita. Ma sentiva gli steli dei fiori sfiorarle le caviglie ed ebbe l’ impressione che le si volessero avvolgere tutto attorno a lei, stringerla e non lasciarla più andare, il che stese un velo di inquietudine sulla sua mente, così all’ improvviso desiderava tornare da sua madre, tra le calde mura dell’ Olimpo per scappare dal vento freddo che ora la faceva rabbrividire.
“Menta.” Chiamò la ninfa con un tono di voce ora nervoso,la quale continua a canticchiare allegramente e a gironzolare, con il volto rivolto verso il cielo, in quel piccolo giardino di felicità in cui si trovava. “Rientriamo.” Disse ancora Persefone vedendo il volto della ninfa farsi interrogativo e sporgere il labbro inferiore, di certo avrebbe preferito starsene ancora lì con lei, le piaceva quella vita.
Un soffio di vento tiepido le avvolse la vita facendole correre brividi lungo la schiena, ma ben presto quello che sembrava vento sembrò trasformarsi in aste d’ acciaio, fredde e rigide che strinsero la giovane fanciulla in una morsa di braccia pallide e forti, non riuscì a capire cosa stava succedendo quindi non riuscì a reagire fino a che non sentì più il terreno sotto i suoi piedi.
Ancora il vento nei capelli, mentre si sentiva trascinare via, le sue braccia si allungavano nella direzione di Menta che immobile li fissava senza riuscire a muoversi, con un misto di sorpresa e incredulità sul volto tondo, tant’è non sembrava affatto scioccata, piuttosto sembrava totalmente rapita dalla scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi. Persefone urlava ma la sua voce si perdeva nell’ immensità di quel verde. Vide la terra avvicinarsi sempre di più, si sentì inghiottire da essa, si sentì trascinare giù e lei non era l’ unica ascendere, c’ erano anche le sue lacrime, ma per un attimo solo ebbe l’ impressione che colui che la stesse trascinando giù si fosse fermato un attimo, come per prendere aria prima di un’ immersione, o un momento da imprimere nella memoria, un ultimo sguardo al mondo dei vivi.
Poi sprofondarono.


  
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