Life.
L’ erba le
solleticava i
piedi e i profumi dei fiori le pizzicavano il naso, proprio come aveva
immaginato, passeggiava tranquilla in mezzo all’ erba alta
guardandosi intorno
felice, quando sollevava lo sguardo si meravigliava della differenza
che
provava ad osservare quel cielo,
quando ci si trova semplicemente sotto di esso, e non
dentro come di solito era. Quando abbassava
lo sguardo poteva osservare Menta chinarsi a raccogliere alcune erbe.
Quella era una vita che le
piaceva e alla quale mai avrebbe rinunciato, era serena anche se spesso
la malinconia
le appesantiva il cuore senza un apparente motivo, di certo sua madre
se ne
accorgeva tutte le volte senza neanche il bisogno di chiedere cosa
avesse, le
leggeva dentro e basta, per lei era un libro aperto. C’ erano
quelle volte,
quando guardava il cielo al tramonto, in cui la malinconia era tale da
cancellarle il lieve sorriso dal volto e far raggruppare silenziose
lacrime
dietro gli occhi senza un apparente motivo, quella sera non sarebbe
stata così,
non avrebbe sentito la mancanza di ‘Nessuno’,
perché non c’ era nessuno in
particolare a cui si sentiva legata in quel modo doloroso.
Il suo sguardo scivolò
lontano, sugli alberi che vedeva in lontananza e sulle scure nubi
all’
orizzonte, il vento ancora soffiava tranquillo facendo muovere
l’ erba come se
fosse uno specchio d’ acqua, ma un’ odore di
tempesta si era diffuso intorno a
loro.
Menta saltellava allegra
tenendo strette tra le mani ciuffi di erbe facendone cadere qualcuna,
Persefone
ancora sorridendo si diresse verso di lei e si chinò a
raccogliere le foglie
che erano cadute alla ninfa.
Quel giorno si sentiva
bene, le piaceva quella vita. Ma sentiva gli steli dei fiori sfiorarle
le
caviglie ed ebbe l’ impressione che le si volessero avvolgere
tutto attorno a
lei, stringerla e non lasciarla più andare, il che stese un
velo di
inquietudine sulla sua mente, così all’ improvviso
desiderava tornare da sua
madre, tra le calde mura dell’ Olimpo per scappare dal vento
freddo che ora la
faceva rabbrividire.
“Menta.” Chiamò la ninfa
con un tono di voce ora nervoso,la quale continua a canticchiare
allegramente e
a gironzolare, con il volto rivolto verso il cielo, in quel piccolo
giardino di
felicità in cui si trovava.
“Rientriamo.” Disse ancora Persefone vedendo il
volto della ninfa farsi interrogativo e sporgere il labbro inferiore,
di certo
avrebbe preferito starsene ancora lì con lei, le piaceva
quella vita.
Un soffio di vento tiepido
le avvolse la vita facendole correre brividi lungo la schiena, ma ben
presto
quello che sembrava vento sembrò trasformarsi in aste
d’ acciaio, fredde e
rigide che strinsero la giovane fanciulla in una morsa di braccia
pallide e
forti, non riuscì a capire cosa stava succedendo quindi non
riuscì a reagire
fino a che non sentì più il terreno sotto i suoi
piedi.
Ancora il vento nei
capelli, mentre si sentiva trascinare via, le sue braccia si
allungavano nella
direzione di Menta che immobile li fissava senza riuscire a muoversi,
con un
misto di sorpresa e incredulità sul volto tondo,
tant’è non sembrava affatto
scioccata, piuttosto sembrava totalmente rapita dalla scena che si
stava
svolgendo davanti ai suoi occhi. Persefone urlava ma la sua voce si
perdeva
nell’ immensità di quel verde. Vide la terra
avvicinarsi sempre di più, si
sentì inghiottire da essa, si sentì trascinare
giù e lei non era l’ unica
ascendere, c’ erano anche le sue lacrime, ma per un attimo
solo ebbe l’
impressione che colui che la stesse trascinando giù si fosse
fermato un attimo,
come per prendere aria prima di un’ immersione, o un momento
da imprimere nella
memoria, un ultimo sguardo al mondo dei vivi.
Poi sprofondarono.