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Autore: ___MoonLight    13/07/2012    6 recensioni
«Tu sei riuscito a creare qualcosa di buono, non solo per te stesso. Qualcosa in cui credi.»
Tony gli riservò solo un ostinato silenzio, al che Bruce esitò.
«Ci credi ancora, vero?»
«Che importanza ha? Ho mandato tutto in fumo,» replicò piattamente lui.
«Sei già rinato dalle ceneri, Tony. Davvero non puoi farlo ancora?»

L'Afghanistan ha segnato Tony e gli ha donato l'opportunità di cambiare in meglio la sua vita. Ma il destino ha tutte le intenzioni di mettergli nuovamente i bastoni tra le ruote, e l'immagine corazzata che si è costruito e dietro la quale tenta di riparare i torti commessi e quelli subiti non è più abbastanza per proteggerlo. Cosa succede quando l'uomo diventa davvero di ferro, anche senza armatura?
[Storia completa e revisionata]
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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17

Another family reunion




"My mind can't take much more
I could never drown in
They wanna get my gold on the ceiling
I ain't blind
Just a matter of time before you steal it"


[Gold On The Ceiling – The Black Keys]






17 Marzo, Villa Stark

"Allegria..." pensò Tony.
Al tavolo della sala riunioni della villa si davano tutti un gran da fare: Ian controllava e ricontrollava i suoi dati clinici in modo da prevenire altri attacchi nel prossimo processo, nonostante l'ingestibile lacunosità della documentazion; Pepper parlava animatamente con Kyle su quale strategia sarebbe stato meglio adottare questa volta e Kyle di rimando sembrava oscillare tra una crisi isterica e una furia omicida nei confronti di Knight.
Come al solito stavano facendo i conti senza l’oste, il quale se ne stava bellamente seduto a fissare la scena attraverso il fondo del bicchiere di clorofilla appena svuotato, il secondo in cinque minuti.
"Ma perché nessuno mi capisce?"
Nessuno aveva pensato a lanciare un "olé" o un "alleluja" appena saputo del rinvio del processo se non lui e, anzi, erano tutti ancora più agitati, neanche avesse annunciato loro la fine del mondo. Si accomodò meglio sulla sua sedia, fissando con aria annoiata il tavolino di vetro della sala riunioni e chiedendosi che cosa ci stesse a fare lui lì. Posò il bicchiere vuoto sul tavolo e s'inclinò con la sedia per prendere una bottiglia di birra dal minibar dietro di lui, rimanendo rivolto verso di loro per bocciare prontamente qualsiasi idea avessero avuto sul non pestare il giudice nel caso avesse di nuovo battuto a sproposito quel suo martelletto diabolico.
«Dopo quel che è successo nell’ultimo piacevole incontro con Knight, non posso permettermi altri passi falsi. Anche perché sono stato ammonito e Stark è stato giustamente accusato di falsa testimonianza. A proposito, devi anche pagare la sanzione se non vuoi scontare un po' di arresti domiciliari,»
gli ricordò con uno sguardo severo dei suoi occhi verdi e penetranti. «Dobbiamo essere precisi, puntuali, educati e prudenti. Insomma, dobbiamo muoverci come un elefante in una cristalleria. Non so se rendo bene l’idea, cari,» spiegò Kyle, allargando le mani con fare eloquente e scoccando un' altra occhiata a Tony, ora intento ad accavallare la gamba sana senza distruggersi la fasciatura del moncherino.
Ian annuì vigorosamente in silenzio mentre scorreva i documenti, guardando però anche lui di sottecchi "l'elefante" in questione. Tony fece finta di nulla e si attaccò con ostentata naturalezza alla bottiglia, lieto che nessuno avesse notato la rapida scomparsa dei 33 centilitri in essa contenuti. Lo sguardo di Ian diventò bruciante e Kyle lo intercettò, togliendo poi bruscamente la bottiglia dalla mano di Tony, che quasi si strozzò.
«Grazie, geniaccio: questa la prendo io,» commentò bevendo il poco liquido rimasto in un sol sorso.
«Tu torna ai tuoi intrugli verdi.»
Tony rimase un attimo perplesso, guardando con ramamrico la mano vuota dove prima c'era quel perfetto miscuglio tra malto ed alcool; poi alzò le spalle e seguì la direttiva di Kyle nel tornare alla borraccia di clorofilla, sorseggiandola cercando di nascondere la smorfia schifata per quella bevanda decisamente meno appetitosa. Sentì lo sguardo di Pepper posarsi su di lui e s'impegnò a fingere che quella brodaglia gli piacesse più d'ogni altra cosa al mondo. Finora aveva funzionato abbastanza bene, come copertura; ci mancava solo che lei iniziasse a porre domande scomode sul suo smodato consumo di clorofilla.
«Quello che intendo è che dobbiamo procedere con cautela. Cautela. Appuntatevelo dove volete, ma ricordatevelo,» scandì intanto Kyle. «Il fatto che Hammer abbia dato buca ci dà tempo per prepararci meglio, ma anche lui avrà occasione di studiare meglio il caso. È un'arma a doppio taglio e dobbiamo essere preparati a contestare le sue argomentazioni,» continuò a spiegare con sicurezza.
«Allora per quanto riguarda le protesi dovremmo prima di tutto fornire loro i progetti preliminari, così da... Un momento.» Pepper s'interruppe e si girò improvvisamente verso Tony. «Lei. Perché non sta parlando come al solito?» chiese, allarmata.
L'uomo sollevò le sopracciglia, preso in contropiede. Stava per appellarsi al suo diritto di rimanere in silenzio, ma fu anticipato:
«E perché non contesti tutto ciò che diciamo, Stark?» Kyle assunse un’espressione altrettanto preoccupata.
«Si sente bene?» rincarò la dose Pepper, attendendo da lui una risposta.
Lui si guardò intorno come una preda in trappola.
"Sono circondato."
«Ha avuto modo di sfogarsi con me,» risolse i loro dubbi Ian, con aria apparentemente tranquilla.
In realtà da dietro i suoi occhiali stava trapassando Tony con tanta durezza che questi si sentì ancora più a disagio nel ricordare la loro discussione del giorno prima, inclusa la direttiva sul non fare stronzate.
Kyle seguì quello scambio, interessato:
«Non so come interpretarlo: se come una punizione fisica subita da uno dei due, o come qualcos’altro... sai essere ambiguo, Ian.»
Tony quasi si strozzò di nuovo.
«K, mi dispiace deluderti, ma ho altri interessi e altri modi per "sfogarmi",» disse Tony, e il suo sguardo corse involontariamente a Pepper.
La donna ticchettò con le unghie sul tavolo, fissandolo gelida:
«Vuole che le chiami qualcuno? Un po' di "spazzatura", intendo.»
«Santo cielo, lei è fuorviante. Finirà con l’uccidermi, se non cado prima in una congiura,» sdrammatizzò, guardandosi intorno preoccupato.
«Se evita di farmi venire un collasso nervoso un giorno sì e l'altro pure, forse ha qualche speranza di sopravvivere.»
Tony borbottò un qualche commento a mezza voce che risultò incomprensibile, poi riprese con più energia:
«Il suo comportamento nei miei confronti non ha effetti molto diversi, sa?»
«Credo che lei sia già "compromesso" senza il mio aiuto,» replicò Pepper, pungente.
Tony trasalì, fissandola sorpreso e anche abbastanza risentito. Iniziava ad averne abbastanza delle sue frecciatine, ma continuava a incassarle memore del proprio comportamento decisamente discutibile. Però non sapeva quante ancora ne avrebbe potute sopportare, soprattutto se lei avesse continuato a cambiare umore da un giorno all'altro.
«Tornando al processo...»
Pepper troncò l’argomento non dandogli modo di rispondere, e Tony tentò di celare il proprio improvviso disagio per quel battibecco. Kyle nel frattempo si stava grattando il naso con aria imbarazzata. Mitchell, al contrario, li fissava con il mento poggiato sulle mani intrecciate come se stesse seguendo un talk-show.
«Ma no, stava diventando interessante. Fate con comodo: io non esisto,» dichiarò con fare sornione.
«Spiacente deluderla, Doc, ma è appena suonata la campanella dell'intervallo ed è finita l’ora del "facciamoci-i-cazzi-altrui",» dichiarò Tony, infastidito ma deciso a mascherarlo con il suo sarcasmo. «Allora, c'è qualcuno disposto a festeggiare con me il rinvio del giudizio universale?» riprese un tono più leggero, e sollevò la clorofilla come un peccatore che ha appena scampato il biglietto di sola andata per l'inferno.
Il palmare poggiato sul tavolo trillò, interrompendo sul nascere i festeggiamenti; prima che Tony potesse raggiungerlo lo fece Pepper, lasciandolo con la mano sollevata a metà strada:
«La moda del momento è appropriarsi indebitamente delle mie cose?» 
Assottigliò gli occhi nel guardare la maglietta dei Black Sabbath, ora pulita, che Pepper aveva evidentemente reclamato come propria, in un gesto che non sapeva se interpretare come una sfida o come un tentativo di riappacificazione. Lei non rispose e corrugò le sopracciglia mentre leggeva il messaggio:
«Non faccia quella faccia,» sbottò Tony, tra la disperazione e la supplica.
«C'è qualcuno che vorrebbe parlare con lei.»
«Avevamo detto niente spazzatura,» disse Tony.
«È il direttore Fury,» annunciò lapidaria Pepper.
«Lui va nell'indifferenziata.»
«Vuole vederla e...»
«Signore, il direttore della SHIELD e il dottor Banner la attendono alla porta. Li faccio entrare?» annunciò la voce robotica di JARVIS, confermando i peggiori timori di Tony.
«Ah, c'è anche Bruce! Falli entrare, inizia la festa!» esclamò con un pizzico di sollievo, facendo buon viso a cattivo gioco anche se decisamente contrariato da quella visita imprevista.
«Signor Stark, tra due settimane ci sarà il suo processo! Questo è stato rinviato solo per l'assenza di Hammer, dobbiamo...» Kyle cercò di fermarlo, ma Bruce era già entrato nella stanza col suo passo un po' impacciato e l'aria di non sentirsi totalmente a suo agio in quella casa enorme, distraendo definitivamente Tony.
«Bruce! Benvenuto!» lo accolse, sorridente. «Sai, volevo chiamarti l'altro giorno, ma erano le quattro del mattino e qualcuno mi ha fatto notare che poteva non essere una buona idea,» continuò, salutandolo con ampi gesti col braccio destro per ostentare al contempo i progressi ottenuti con la protesi.
L'altro sorrise appena in un misto di incredulità e contentezza nel vederlo così arzillo rispetto al loro ultimo, turbolento incontro.
«Ehi, Tony. Beh, Per fortuna non l'hai fatto,» commentò, con palpabile sollievo. «Uhm, buongiorno, Virginia,» aggiunse, venendo ricambiato dalla donna, per poi scrutare perplesso l'assemblea che si stava svolgendo alle spalle dell'amico con l'aria di sentirsi ancor più fuori luogo. «Scusate, interrompiamo qualcosa?» si preoccupò.
Kyle scoccò un'occhiata irrequieta a Mitchell, come in una domanda silenziosa, e il medico gli rivolse un cenno d'assenso impercettibile. In quel mentre Fury si sporse dalla soglia.
«Non interrompiamo proprio niente,» tagliò corto quest'ultimo, piazzandosi in piedi a capotavola con la naturalezza di un padrone di casa dopo aver salutato con un cenno i presenti.
Fu evidente dal modo in cui scrutò la sala che non si aspettasse la presenza di Ian e Kyle.
«Sì, naturalmente... fai come se fossi a casa tua,» commentò acido Tony.
«Pensavo di non dover più rivedere la tua faccia, visto che ufficialmente sono di troppo nella tua banda di disadattati. Senza offesa, Bruce,» aggiunse, per poi alzare l'occhio al cielo non appena fu fuori dal campo visivo di Fury.
Spostò rapidamente lo sguardo dal suo unico alleato – sperando che non diventasse verde – al branco di occhi minacciosi puntati su di lui, e alzò un sopracciglio nel decidere che era il caso di rompere il ghiaccio in prima persona:
«Allora, lui è K, ed è merito suo se non sono ancora dietro le sbarre.» Kyle assunse un'espressione indecifrabile, forse aspettandosi una presentazione più ufficiale. «Pep la conosci... e lui è Doc, il mio segaossa,» continuò con leggerezza, con un ultimo cenno in direzione di Mitchell. «Ragazzi, loro sono...»
«Conosciamo già il tuo sfortunato "team di supporto", Stark.» Fury lo interruppe e incrociò le braccia, contrariato. «Lo stesso non si può dire di loro. E preferirei che la cosa rimanesse così, non so se mi spiego.»
Su di loro calò un silenzio teso. Ian fu il primo a riprendersi:
«Si spiega benissimo e io non ho alcuna intenzione di farmi coinvolgere ulteriormente nelle vostre faccende, quindi...» si alzò, lanciando un'occhiata eloquente a Kyle.
Tony spostò rapidamente lo sguardo tra i due, incredulo:
«Cosa? Neanche per sogno! Mi hanno aiutato per tutto questo tempo, hanno il diritto di...»
«Stark, apprezzo molto il gesto, ma preferiamo rinunciare a questo "diritto",» lo interruppe Kyle in tono gentile ma fermo, allontanando al contempo la sedia a rotelle dal tavolo.
Tony scosse la testa, ancora più confuso e a quel punto gli venne in aiuto Banner:
«Tony, non tutti ambiscono ad essere coinvolti in cose più grandi di loro... e devo dire che li capisco perfettamente. Se avessi potuto scegliere, mi sarei tenuto anch'io lontano da tutto questo,» aggiunse mestamente.
Tony non seppe come ribattere, così si limitò a chinare appena il capo: anche lui capiva, in fondo. La vita da "supereroe" a pensarci bene era fantastica, dopo averci fatto l'abitudine, ma se gli avessero dato la scelta fra avere un reattore nel petto o vivere una vita normale, senza dover tirare avanti a palladio e clorofilla e con più metallo che carne addosso, non era certo che la sua scelta sarebbe stata così ovvia, a prescindere dalle proprie promesse. Lo stesso poteva dirsi per il trovarsi invischiato con lo SHIELD e tutto ciò che comportava in termini di sicurezza. Scoccò un'occhiata a Pepper, che osservava in silenzio la scena, attenta come sempre: si sentiva già abbastanza inquieto per aver trascinato lei in quel mondo fuori dall'ordinario e potenzialmente pericoloso.
«Ho capito, è il solito dilemma tra spasso-mobile e depresso-mobile,» sospirò con forzata ironia, attirandosi sguardi confusi.
Si affrettò a elaborare:
«La spasso-mobile è sconsigliata anche dal sottoscritto. Ci vediamo dopo, se sarò ancora vivo,» li congedò infine con un sorriso un po' forzato, guardandoli uscire con malcelata riluttanza.
Fury si sedette, mentre Bruce tentennò ancora qualche istante, impacciato come sempre. Tony si sforzò di riprendere il suo solito atteggiamento gioviale: dopotutto, quello era un giorno di festa. Approfittò del fatto che Banner fosse incautamente passato accanto a lui per sedersi e lo trattenne posandogli la mano sul braccio, pronto a coinvolgerlo in una conversazione degna di due geni come loro. E a sfruttarlo come appoggio fisico momentaneo per alzarsi.
«Ti ho già mostrato l'unobtanium? È una gran figata una volta che sai a che cosa serve...» afferrò una stampella e gli passò un braccio sulle spalle cercando di trascinarlo verso l'uscita e ignorando il suo tentativo di raggiungere il tavolo.
«Tony.» 
La voce stentorea di Pepper lo congelò all'istante.
«... ma prima ci sorbiremo questa noia.» 
Cambiò bruscamente direzione, rischiando di strozzare l'altro con la protesi e sedendosi di peso sulla sedia. Bruce si accomodò cautamente accanto a lui, massaggiandosi il collo e trattenendo un sorrisetto divertito all'esuberanza dell'amico.
«Quando avremo recuperato un briciolo di serietà potremo parlare del perché siamo venuti,» disse Nick con la sua solita calma forzata, come di una bottiglia di spumante sotto pressione e pronta a scoppiare.
Finalmente ci fu un attimo di quiete e lui sembrò assicurarsi che fosse reale e non un frutto della sua immaginazione troppo ottimista. Emise un sospiro rassegnato e riprese a parlare:
«C'è stata un'altra assemblea dei Vendicatori, e pare che tu abbia una buona stella qui in mezzo.» 
Il suo sguardo corse a Bruce, che incassò la testa tra le spalle a mo' di tartaruga.
«E cosa dice il mio angelo custode?» chiese Tony con il suo solito sorrisetto sfrontato, che stavolta nascondeva un pizzico di speranza.
«Sono riuscito a corrompere un paio di Vendicatori...» aggiunse il novello angelo, un po' titubante.
«Con cosa? Shawarma? Anzi, a pensarci bene non mi interessa. Chi sarebbero questi adorabili sostenitori?» ironizzò Tony. «Spero non Capitan Frisbee.»
«No, non credo proprio,» rispose Fury, funereo. «E ci tengo a sottolineare che non sono incluso nel tuo fanclub, per ora. Mi limito ad osservarti, prendere appunti e poi ti consegnerò la pagella rivista e corretta.»
"Dovevo aspettarmelo..." pensò il miliardario, comunque contrariato dall'astio del suo ex-direttore nei suoi confronti.
D'altronde non aveva mai fatto nulla per conquistarsi la sua simpatia, anzi.
«Sono Thor e l'agente Barton,» annunciò Bruce.
«Oh, l'Asgardiano biondo e Robin Hood! Che piacere averli dalla mia...»
«"Robin Hood" è neutrale,» puntualizzò Fury, con una luce quasi compiaciuta nell'occhio.
«Ah. Gli manderò comunque un cesto di rose.» sbuffò Tony, prendendo a guardare con ostentazione il soffitto.
«Ed ora?» chiese quindi Pepper, parlando per la prima volta, con un velo d'ansia palpabile nella voce.
«Si tranquillizzi, signorina Potts, l'armatura rimarrà appesa al chiodo ancora per un po',» la anticipò seccamente Tony, intuendo le sue preoccupazioni. «Pensiamo prima a questi,» disse più irritato di quanto volesse ammettere, indicando con un sol gesto la gamba mancante, la benda sull'occhio e la protesi in bella mostra. «Però... ho già qualche progetto in cantiere. Per l'armatura, intendo. Non mi guardi così, la prego.» Lanciò un'occhiata esasperata a Pepper.
«Se Bruce non è troppo impegnato e porta avanti la campagna "pro-Iron Man", potrei impegnarmici sul serio quando sarò di nuovo in piedi, e fare un pensierino sul rientrare nei Vendicatori.»
«Vediamola dal mio punto di vista...» cominciò Fury.
«Non credo ci sia molta differenza, ormai.» 
Tony alzò le spalle con fare noncurante, accennando alle loro bende. Dopo un attimo di perplessità, Fury trattenne un sorrisetto.
«Va bene, vediamola dalla mia
posizione: quando, se e solo se riuscirai a rientrare in quell'armatura e a salvare i gattini sugli alberi come prima se non meglio, allora io, forse, potrei fare un pensierino sul farti rientrare nei Vendicatori in veste di Consulente.»
Tony meditò per qualche istante su quelle parole, che a parte il sottotono scettico sembravano un'offerta di pace sincera, per poi annuire appena.
«Messaggio ricevuto.»
«Appendilo al frigo.»
«Ne fosse rimasto qualcosa...» tossicchiò tra sé.
Lo sguardo di Pepper fu il primo che incontrò, e cadde uno spiacevole silenzio. Chissà se sapevano del suo rapporto piuttosto complicato col mondo e i suoi abitanti...
«Le giuro che lo riparo. Insieme a tutto il resto,» riuscì a dire, sperando che, a dispetto del contesto poco consono, capisse quanto gli dispiacesse per tutto e pregando tra sé di smuovere quella patina di ghiaccio che gli aveva riservato nelle ultime settimane.
Non si era mai sentito così ottuso in vita sua, visto che non riusciva assolutamente a decifrare gli atteggiamenti altalenanti della donna, comunque sempre restia a qualsiasi tipo di confronto diretto. Fu condannato a tenersi i suoi dubbi, perché Fury s'intromise prima che Pepper potesse rispondere o commentare:
«Ah, la clausola del contratto, se mai ce ne sarà uno, prevede un rapporto civile con chi la circonda; la prego dunque di non snervare la signorina Potts e quei due santi che hanno avuto la "fortuna" di incontrarla. E di non rendere uno scoop di gossip i futuri processi,» asserì, inclinando il capo in modo da trapassarlo da parte a parte con lo sguardo. «La direzione ringrazia. Direi che è tutto.» aggiunse poi, alzandosi come se non vedesse l'ora di uscire di lì per dedicarsi a faccende ben più importanti – tipo la sicurezza mondiale.
«Va bene, va bene... farò il bravo, ho capito l'antifona,» sbuffò Tony, per poi aprirsi in un sorrisetto. «È comunque molto carino da parte vostra venire fin qui di persona per comunicarmi qualcosa per cui sarebbe bastata una semplice telefonata.» 
Intrecciò le mani sulla nuca con aria soddisfatta, osservando le loro reazioni. Fury sembrò solo estremamente seccato e si limitò a imboccare la porta senza proferir parola; non appena gli voltò le spalle, Bruce strizzò l'occhiolino a Tony, prima di seguire il direttore. Era chiaro di chi fosse stata l'idea di una visita a sorpresa...
«La prossima volta non sfuggi, Banner! Devo ancora mostrarti il laboratorio!» gli gridò dietro.
«È l'ultima volta che vi faccio da baby-sitter!» gli arrivò in risposta la voce di Fury, seguita da un colpo di tosse di Bruce, probabilmente per dissimulare una risata.
Anche Pepper si ritrovò a sorridere: forse Tony non era così solo come credeva.


***


«Bene, ora che gli ambasciatori della banda di stramboidi hanno tolto il disturbo, possiamo tornare a parlare delle modalità di festeggiamento per il rinvio del processo...» esordì Tony, speranzoso, ma si convinse a tacere intercettando lo sguardo cupo di Ian.
«Non è lei a dirigere la riunione, Stark. Prego, signorina Potts, riprendiamo da dove ci eravamo interrotti.»
Sembrava ancor più scostante del solito in seguito a quella visita imprevista e anche Kyle aveva assunto un'aria incupita.
«Grazie, dottor Mitchell. Dunque...»
Kyle si raddrizzò la cravatta con fare altero, scoccandogli un'occhiata di ghiaccio come a intimargli il silenzio mentre discutevano. Lui si lasciò sfuggire un sospiro esasperato, corredato dall'espressione più scocciata che gli riuscì. Ultimamente sembravano entrati tutti in modalità-iceberg nei suoi confronti. Forse avrebbe dovuto indulgere più spesso nei crolli emotivi, visto che sembravano l'unico modo per far vacillare Pepper e spingerla in un raggio inferiore ai due metri da lui. O magari aveva davvero bisogno di un po' di "spazzatura", prima di uscire totalmente di testa. Si costrinse ad ascoltare la discussione per scacciare quelle riflessioni inopportune e pericolosamente invitanti.
«Stavamo approntando una linea di difesa più decisa. Giusto, Kyle?»
«Giustissimo, cara. E il primo passo sarà portare un fucile a pompa in aula, onde evitare comportamenti inappropriati prima di tutto da parte di Stark, e poi anche da parte di Knight. Se mi fa un altro sorrisino viscido gli apro un buco in testa,» annunciò piattamente.
Tony lo fissò interdetto.
«Non ti facevo così violento. Sei quasi al mio livello.»
«Oh, non sai quanto: ti tengo d'occhio, carino. Pensa dieci volte a quello che stai per dire e poi non dirlo. Pepper, tu sei autorizzata a dargli il colpo di grazia. Sei in fila da più tempo.»
Pepper fece un sorrisetto per niente rassicurante.
"Cosa dicevo della congiura? Oh, sì... mi sento alle Idi di Marzo."




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Revisione effettuata il 26/02/2018

 
Note Delle Autrici Dell'Autrice:

In seguito a un mio errore idiota durante la revisione, le note delle autrici originali sono andate perse...
Non ricordo assolutamente che sclero ci fosse qua sotto, così mi limito a dire che questo capitolo è evidentemente di transizione. Nonostante ciò, soprattutto in seguito alla revisione, getta le basi per alcune future problematiche, tra cui il delicato equilibrio dei rapporti con la SHIELD per Kyle e Ian, il palladio sempre più presente e la situazione complicata di quei due ortaggi matricolati, alias Tony e Pepper.
E godetevi un po' di science-bros :D

-Light- 

 




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