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Autore: Andreatorinista    13/07/2012    2 recensioni
[Io e Te - 13/07/08 - The Night Is White - ShikaIno Day]
nella casa che condivide insieme a Ino, Shikamaru Nara scopre nella credenza piena di libri, un album di foto.
[Here Without You - 13/07/09 - The Dream Is White - ShikaIno Day 2]
Shikamaru parte per una missione molto lunga, e durante il suo cammino si sofferma a pensare alla sua amata Konoha...alla sua amata Ino.
[Bellissimo - 13/07/10 - The Hope Is White - ShikaIno Day 3]
è tempo di bancarelle estive a Konoha, e Ino Yamanaka, libera da missioni ed impegni vari, decide di passare la giornata facendo shopping...
[Little Bad Girl - 13/07/11 - The Dance Is White - ShikaIno Day 4]
Alla Monumental, discoteca più rinomata del paese, per Shikamaru Nara è arrivato il momento di vivere la serata più 'Epica' della sua esistenza...
[Per Dirti Ciao - 13/07/12 - The Absence Is White - ShikaIno Day 5]
Disteso sul letto della sua stanza, a luci spente, Shikamaru si lascia cullare dai ricordi di un amore che non potrà tornare più...
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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SID5 Uno sbuffo accompagnò il mio rientro a casa.
Ore 23.59.
Era l’epilogo di un giovedì qualunque.
Di un giorno di lavoro in cui io, ormai stanco, entrai nel mio appartamento liberandomi del giubbotto, della camicia, di tutti quei vestiti eleganti ma scomodi che ormai portavo quotidianamente da ben 2 anni.
Il mio nome è Shikamaru Nara, faccio l’avvocato.

Per Dirti Ciao

Accesi le luci della stanza, senza badare troppo al disordine che ovunque regnava sovrano.
Mi distesi sul letto, battendo le mani affinché quelle stesse fastidiose luci si spensero automaticamente.
Ecco…quella tiepida ed oscura atmosfera di una notte di mezza estate mi faceva stare bene.
Mi rilassava…permetteva allo sguardo di riposarsi, dopo ore passate a leggere fascicoli e ad archiviarli via fax o sul computer.
Se mi fossi guardato allo specchio avrei di certo visto i miei occhi più rossi di un drogato.
Chi me lo faceva fare, pensavo, avrei potuto diventare un lavoratore qualsiasi, perché scegliere giurisprudenza?
Solo perché me l’avevano consigliato?
Solo perché mi dicevano che ci ero portato?
Solo perché avevo un quoziente intellettivo sopra la media?
Solo perché…ah ma basta pensare.
Tanto…a che serve?
Serve solo a far riemergere il veleno, a far riemergere rospi che non si erano riusciti a sputare quando l’occasione lo permetteva, a far rimpiangere quei 10 secondi passati a contare per mantenere la calma.
Dicevano “La notte porta consigli.”…Balle.
L’unico consiglio buono che la notte mi portò fu di non chiederle mai nulla.
Perché puntualmente, navigando nei meandri della mia mente, faceva ritornare a galla ricordi…ricordi sopiti…dal sapore agrodolce.
Come le vecchie storie d’amore.

Magari un giorno avremo un posto
anche nascosto oppur distante
dalle tante astanterie
in cui riposano gli amori ormai in disuso,
quelli non storici, di cui nessuno parlerà.

E fu proprio mentre mi assopivo, osservando il soffitto poco illuminato dai lampioni, la cui luce filtrava dalle fessure delle persiane socchiuse, che mi tornasti in mente tu.
Si…proprio tu…Ino Yamanaka.
Quanto eri bella…ma quanto mi facevi incazzare.
Isterica, altezzosa, narcisista, spocchiosa, ma con due palle più grosse delle mie e di Choji.
Non potevo non provare un minimo di ammirazione nei tuoi confronti.
Quando ci misero nella stessa classe alle medie, e formammo la nostra comitiva, il nostro trio, ne diventasti subito il capo, senza impegnarti così tanto per guadagnarti quel titolo.
Ci riuscisti solo perché il sottoscritto all’epoca non aveva voglia di fare un tubo, si accontentava di qualsiasi cosa e Choji desiderava solo mangiare.
Ti bastò ingraziartelo dicendogli che ad ogni uscita ci saremmo incontrati al Mc davanti alla scuola per avere la sua approvazione.
Di certo io e lui siamo stati gli unici maschi che sei riuscita a convincere senza doverli sedurre.
Eh si…perché per tutti gli altri, per Sasuke, per Sai, per Kiba, per altri ancora che ti promettevano amore, ma poi ti lasciavano con un pugno di mosche, avevi sempre dato tutto di te.
Anche te stessa, rischiando varie volte di vederti stravolgere la vita da un momento all’altro.
Di sicuro ricorderai di quella volta che ci tenevi nascoste le brutali gesta affettive del tuo primo fidanzato, così come ricorderai il modo in cui lo abbiamo massacrato e spedito dritto in carcere, una volta a conoscenza di tutto.
Di sicuro ricorderai di quella volta che con il tuo secondo amore rimasi incinta, e facesti di tutto per abortire da sola, così come ricorderai le facce sgomente mie e del mio amico quando ti ritrovammo stesa nel bagno con il sangue che ti usciva dall’utero e una scatola di pillole in mano.
Di sicuro ricorderai di quella volta che con il tuo terzo partner entrasti in depressione, perché non ti considerava, ma tu stolta continuasti ad amarlo, ad uscire con lui, e ad accettare i suoi tradimenti, perdonandolo ogni volta.
Così come ti ricorderai di me, che per salvare il tuo animo e il tuo cuore ormai in procinto di frantumarsi come uno specchio…ti rivelai dei falsi sentimenti.

E rivela il tuo sorriso in una stella, se vorrai...
per stasera andrebbe bene anche così.
E non servirà più a niente la felicità,
più a niente anche la fantasia
mi accontenterò del tempo andato...

Ti dissi “Ti amo.” Senza pensarlo veramente.
Senza voler veramente concretizzare.
Spinto soltanto dal desiderio di volerti salvare, di voler colmare quella voragine che altri ancora prima di me avevano lasciato dentro di te, e ti avevano logorato, fin nel profondo.
Ma non mi resi conto di aver messo in moto qualcosa di folle, qualcosa di inarrestabile, qualcosa che avevo sottovalutato e che a poco a poco mi investì come un treno in corsa, un fiume in piena…ma con la delicatezza di una brezza dal profumo di polline e vaniglia.
Forse è questo il modo giusto per descrivere cosa si prova…ad innamorarsi di qualcuno.
Da quel giorno sia la mia vita che la tua cambiarono.
Quel rapporto capo-subordinato cessò magicamente di esistere.
Ricordi, Ino? Di quella volta alle superiori che dicemmo a Choji di andare a prenderci gli Happy Meal per poter stare un po’ da soli.
E fare l’amore nella mia macchina…
Fu la mia prima volta…e fu qualcosa di bello, intenso.
Sentivo il tuo profumo ovunque sulla mia pelle, sulle labbra.
Nella mia mente rimbomba ancora l’eco dei tuoi gemiti dolci, sussurrati all’orecchio, e del mio nome che ripetevi lentamente, perché lo sapevi, mi eccitava da morire.
Ricordo anche che per poco il nostro robusto terzo incomodo non ci beccò, e per paura di farci scoprire mi dimenticai di togliermi…il resto fu palese.

Soffierà nel vento una lacrima
che tornerà da te...
per dirti ciao, ciao!
mio piccolo ricordo in cui
nascosi anni di felicità, ciao
e guardami affrontare questa vita
come fossi ancora qui.

Sul finire del quinto anno scoprimmo di aspettare un bambino…il padre ero io.
All’inizio i nostri genitori non la accolsero bene, ma fu proprio in quel periodo che ti dimostrai che anche il più pigro degli esseri umani sapeva trasformarsi sotto istinto paterno, mettendo la testa a posto, e costruendo per te e per il miracolo che avevi nel grembo un futuro solido e duraturo.
Ricordo ancora l’addio al celibato: Quel bastardo di Naruto aveva invitato Temari facendole fare la spogliarellista, era il mio sogno erotico, e ci mancò poco che ti tradissi ancor prima di convogliare a nozze.
Il matrimonio, dove penso sia il primo caso in cui lo sposo arrivi in ritardo rispetto alla sposa di ben 7 ore, neanche fossi il protagonista de Una Notte Da Leoni, ma ti seppi ripagare bene nel viaggio di nozze, dove arrivati nella nostra camera matrimoniale ti abbracciai da dietro, gettandoti sul letto, e tenendoti intrappolata, avvinghiata fra le mie braccia, il mio corpo, il mio sudore mischiato al tuo fino all’alba.
Fu il giorno più bello della mia…no…della nostra vita.

Magari un giorno l'universo accoglierà la mia richiesta
e ci riporterà vicini
tra l'aldilà e il mio nido di città c'è molta differenza
anche se provo a non vederla.

Il destino tuttavia per noi non aveva riservato giorni gioiosi e felici, in compagnia dei nostri figli, e chissà…magari in futuro dei nostri nipoti.
Era un freddo e piovoso 13 luglio, le strade della città erano costantemente bagnate dall’acqua da ben 2 giorni, e le perturbazioni non accennavano ad andarsene.
Fu proprio quel giorno che, dal bagno mi urlasti:
“SHIKA, PRESTO AIUTAMI, MI SI SON ROTTE LE ACQUE!!!”
Ancora ricordo il suono sordo del bicchiere di vetro ricolmo di succo di frutta che tenevo in mano mentre guardavo l’anticipo di Serie A tra Milan e Fiorentina.
Senza esitare, mi misi il giubbotto, gliene misi uno addosso anche a lei, e aiutandola, sorreggendole la pancia, le feci scendere i due piani di scale (L’ascensore era guasto, per poi metterla in macchina e dirigermi a tutta birra verso l’ospedale più vicino.
Il traffico si sa, a quell’ora era intasatissimo.
C’era un sacco di gente che stava ritornando a casa da lavoro.
Erano le 18.56 del pomeriggio…e alle 19 esatte, subito dopo aver superato il semaforo verde dell’ultimo incrocio che ci separava dalla struttura ospedaliera, una macchina sulla corsia opposta sbanda su di una pozzanghera, gli pneumatici slittarono, invadendo la nostra corsia.
Fu un attimo, troppo poco per farmi pigiare il freno e sterzare.
Vidi solo il bianco dell’airbag…e poi…il buio.

E giro il mondo, e chiamerò il tuo nome per millenni
e ti rivelerai quando non lo vorrò più
e non adesso qui, su questo letto
in cui, tragico, mi accorgo
che il tuo odore sta svanendo lento.

“Nnnh…m-ma…dove…” Quando riaprii gli occhi ero circondato da uno spazio interamente bianco.
Non si riusciva a distinguere il sopra dal sotto, la destra dalla sinistra.
Non sentivo più neanche il probabile dolore che avrei dovuto percepire a causa dell’incidente d’auto.
Si…perché quel giorno avevo avuto un incidente, con mia moglie in procinto di partorire dentro.
Ero morto? E lei?
Improvvisamente una luce ancor più forte del bianco di quella stanza mi colpì al viso, facendomi chiudere di colpo gli occhi.
Cercai di riaprirli lentamente, e appena essi si abituarono all’intensità del fascio luminoso, potei distinguere la figura che vi si trovava in mezzo.
“I…Ino?”
Indossava un lungo abito bianco…sembrava di seta.
Io invece avevo ancora indosso gli stessi vestiti con la quale ero uscito.
“Che…che diavolo sta succedendo?”
“Stai semplicemente dormendo…l’incidente che abbiamo avuto si è rivelato più grave del previso…tu in questo momento sei in bilico fra la vita…e la morte.”
“Frena frena frena…stai scherzando spero?”
“…”
“Dovevamo far nascere la nostra bambina…era finalmente arrivato il suo momento.”
La vidi abbassare gli occhi.
Triste.
Sconsolata.
Qualcosa mi diceva che non sarebbe finita nel migliore dei modi.
“Si..anch’io avrei tanto voluto vederla crescere…” Una lacrima le scivolò lungo la guancia destra, mostrando in pieno tutto il suo dolore.
“Però…l’importante è che almeno lei…e almeno tu…siate salvi.”
“C-Cosa? Cosa vorresti dire con questo?”
“Il mio tempo è scaduto Shika…devo andare…prenditi cura della nostra bambina.”
Lentamente il mondo intorno a me cominciò ad offuscarsi.
Che mi stessi per svegliare?
Anche Ino stava svanendo.
“Che significa prenditi cura di lei? Ehi Ino…Ino…INO!!!”

Soffierà nel vento una lacrima
che tornerà da te...
per dirti ciao, ciao!
mio piccolo ricordo in cui
nascosi anni di felicità, ciao
e guarda con orgoglio chi sostiene
anche le guerre che non può.

Mi risvegliai dentro un letto d’ospedale, con un’infermiera accanto che mi stava cambiando la flebo.
Dire che ero frastornato era dir poco.
Ricordavo poco o niente di ciò che era successo…i vuoti di memoria ci pensò il dottore chiamato da quella stessa infermiera a colmarmeli.
“Signor Nara…sono contento che si sia salvato…”
“…”
“Sa…in ospedale eravamo decisamente disperati per la situazione della sua famiglia…e sinceramente…pensare anche solo per un istante che quella piccola bambina potesse crescere anche senza di lei sarebbe stato…”
Sgranai gli occhi, rendendomi conto che il sogno che avevo fatto corrispondeva alla realtà.
Fu un colpo straziante al cuore.
Non sapevo cosa dire, che fare…lo lasciai parlare ancora, e i miei occhi valevano più di mille richieste.
Capì subito cosa volevo sapere, e mi accontento con tutta la gentilezza e la delicatezza del suo mestiere.
“Nell’incidente vostra moglie aveva riportato lesioni gravi ai polmoni: 3 costole le si erano rotte e conficcate, provocandole un’emorragia interna che abbiamo tentato in tutti i modi di bloccare, ma al contempo dovevamo assicurarci che la piccola in grembo venisse al mondo, e il tempo a nostra disposizione era davvero limitato…dovevamo scegliere fra la vita di sua moglie e quella della bambina.” Sospirò riprendendo a parlare.
“Fu proprio lei, con gli ultimi residui d’aria a disposizione a dirci ‘salvatela’…siamo riusciti a farla partorire, è una femmina, 3 chili esatti, ed in buona salute…”
“…”
“…Vostra moglie non ce l’ha fatta…il cuore e il sangue sono rimasti a corto di sangue per troppo tempo…si è spenta alle 20.45, esattamente dieci minuti fa…” Mi posò una mano sulla spalla, cercando di consolarmi il più possibile, ma sapeva benissimo che non sarebbe bastato a farmi smettere di piangere…a far smettere alle mie lacrime di sgorgare copiose lungo il mio viso arrossato e affranto.
Quella notte piansi, insieme alla mia bambina.
Me la feci portare accanto al letto…per poterla abbracciare e confortare.
Per poterle chiedere scusa, e farmi perdonare di non aver impedito al fato di portarle via la sua mamma.

E senza pace dentro al petto,
so che non posso fare tutto…
ma se tornassi farei tutto e basta.
E guardo fisso quella porta,
perché se entrassi un'altra volta
vorrebbe dire che anche io son morto già
e tornerei da te, per dirti ciao, ciao!
mio piccolo miracolo
sceso dal cielo per amare me.

Qualcosa nella testa mi implorava, mi chiedeva di tirare fuori tutto ciò che avevo dentro, perché non riusciva più a contenerlo.
Dovevo svuotarmi, e così feci.
Allo scoccare della mezzanotte, l’ospedale poté sentire l’urlo di un piccolo essere umano, impotente di fronte alla morte.

Mi sveglio di soprassalto.
E’ mezzanotte.
Il rumore delle macchine che proviene dalla finestra si è attenuato.
Mi tiro a sedere, sospirando e guardando il calendario.
Da quel giorno sono passati 7 anni.
Finite le superiori andai sin da subito all’università, dando la bambina ogni volta ai nonni, che si prendevano cura di lei mentre io ero assente, e dopo aver preso la laurea e la specializzazione ho aperto un ufficio tutto mio dove faccio l’avvocato su richiesta.
Nel giro di 3 anni mi sono fatto conoscere, e ho avuto anche l’onore di difendere in tribunale pezzi grossi implicati in crimini semplicemente campati in aria per rovinare la loro immagine.
La mia paga è ottima, e basta per far vivere nel lusso me e…
“Papà…”
“Nh?”
La porta si apre leggermente, e una piccola bambina con due piccole trecce color biondo platino fa capolino con la testa.
“Shogi ha fatto di nuovo una puzzetta.”
La guardo per qualche istante, addolcendomi e ridacchiando.
“E’ proprio un cane da puzzetta il nostro Shogi he?”
“Si e non riesco a dormire. Posso stare con te papà? Prometto che non farò puzzette.”
Scoppio a ridere di gusto.
E’ davvero un amore di bambina.
“Va bene va bene…ma alla prima che sganci torni da Shiro…” Sollevo le coperte e la feci salire sul materasso.
“Si papà…”
Appena si sdraia sul materasso crolla in un sonno che sembra quasi un letargo.
E in effetti, ha tutte le ragioni per avere sonno.
Si son fatte le due passate, e il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola.
Ma quasi quasi…le avrei regalato una pausa portandola a comprare qualche giocattolo, ovviamente dopo essere passati a trovare la mamma al cimitero.
Il 13 dopotutto è una giornata speciale, e devo condividerla con entrambi i miei angeli…e anche se uno è in cielo…l’altro mi dorme accanto, e questo mi basta per rendermi felice e per non farmi sentire solo.

Ciao... e cadono i ricordi
e cade tutto l'universo e tu stai lì.
La vita come tu te la ricordi,
un giorno se ne andò con te.

“Buonanotte…Ino…” Dò un baciò soffice e leggero alla fronte della bambina che porta il nome di colei che rapì il mio cuore, e chiusi anch’io gli occhi, sperando di poterla rincontrare in sogno per poterle dire quanto l’ho amata, che la amo ancora…e che la amerò per sempre.

Tiziano Ferro-Per Dirti Ciao
ED ECCOCI QUAAAAAAAAA'
Scusate se non ce l'ho fatta a postare per la mezzanotte ma chissene importa XP l'importante è aver goduto comunque di questa giornata di festa che è lo ShikaIno Day =).
Se ci ho messo così tanto a mettere la fiction è perchè doveva venir fuori un capolavoro stavolta, e penso di esserci riuscito.
Questa song-fic è diversa dalle altre, è a lieto fine, ma con un retrogusto triste, molto triste, e se avete già sentito la nuova canzone di Tiziano Ferro e compreso il testo allora capirete di cosa parlo =).
Ma tornando a noi =D fatemi ringraziare chi ha recensito la song-fic dell'anno scorso, ovvero: RYANFOREVER e WOLFEYES =) grazie mille per i vostri commenti, rendono viva e danno corpo e significato a questa raccolta di fiction per una coppia che seppur data per sconfitta nel manga originale, nel nostro cuore è sempre la vincente, VIVA LO SHIKAINO.
Detto questo vi do appuntamento all'anno prossimo, sempre lo stesso giorno, sempre quì tutti quanti per festeggiare lo ShikaIno Day.
Ah dimenticavo, quest'anno c'è uno special dedicato all'ultimo film di Naruto ovvero Road To Ninja.
Il 28 luglio, proprio in contemporanea con l'uscita del film, posterò una song-fic sempre ShikaIno ma separata da questa raccolta, che avrà come protagonisti niente popo di meno che: I PERSONAGGI DI NARUTO NELLE LORO NUOVE VERSIONI CARATTERIALI =D Ci sarà da divertirsi XD.
Perciò non mancate u.u ;^) see yaaaaaaaaa
  
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