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Autore: PollyTheHomeless    14/07/2012    2 recensioni
D'improvviso, il suono di più voci dialoganti tra loro mi fa sobbalzare violentemente, bloccandomi poi sul posto. Mi giro lentamente nella direzione da cui mi pare provengano presunte voci, ma al mio cospetto non trovo la benché minima forma vivente; al suo posto, il grande televisore a 42" -visibile dalla mia postazione- è acceso su di un programma del quale non conosco nemmeno titolo o genere.
Mi chiedo come si sia acceso il televisore... Forse Koron si è finalmente deciso ad uscire dal suo nascondiglio e per sbaglio ha premuto un pulsante del telecomando...
Ridestandomi dai miei pensieri, mi accorgo dell'acqua che continua a scorrere incessantemente, così mi appresto a chiudere il rubinetto. Prendo un asciugamano dall'armadietto apposito, e con quest'ultimo sul viso, mi muovo verso il salotto.
Arrivo davanti la tv, ma non trovo ciò che mi aspettavo di trovare.
Koron non c'è; il telecomando si trova dove lo avevo lasciato la sera prima: sullo scaffale a fianco lo schermo, comunque troppo in alto per essere raggiunto da quell'esserino così piccolo.
Ma come diamine si è accesa?
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ruki, Uruha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Psychopath

PSYCHOPATH




E finalmente anche questa giornata di lavoro è terminata.

Esco dallo studio di registrazione a passo lento, non ho fretta di tornare a casa. Oggi fa veramente freddo fuori; è uno shock per le mie membra, ancora abituate al calore presente all'interno dell'edificio. Un brivido percorre la mia schiena, facendomi tremare involontariamente; mi stringo di più nel cappotto, affondando il viso nella grande sciarpa di lana nera che indosso, quanto basta per stare al caldo e continuare a guardare dove metto i piedi.
Nonostante sia coperto dalla testa ai piedi, due ragazzine alle quali sono appena passato accanto, iniziano a spettegolare tra loro; sento il mio nome in mezzo a quell'accozzaglia di gridolini isterici. Credevo di essere irriconoscibile... Insomma: giacca pesante, sciarpa praticamente più grande di me, cappello, mascherina e, come se non bastasse, anche un paio dei miei grandi occhiali da sole.Come avranno fatto a riconoscermi...
Lo zaino.
Ma come cavolo si fa, dico io?
Mi hanno riconosciuto per lo zaino borchiato!
Maledico me stesso ed internet, e continuo a camminare a testa bassa, ignorandole.
Arrivo di fronte al mio appartamento dopo qualche minuto; ho le mani congelate e tutte rosse per il freddo, nonostante le abbia tenute all'interno delle tasche imbottite del cappotto.
È proprio all'interno di esse che cerco le mie chiavi, che mi permetteranno di aprire il portone che mi separa dalla mia "casa dolce casa".
Finalmente entro all'interno del condominio, di nuovo al riparo dal freddo; chiamo l'ascensore che una volta arrivato mi porta al piano desiderato; il mazzo di chiavi ancora tra le mani, pronto per essere usato nuovamente.

Entro all'interno dell'appartamento lasciando le scarpe all'entrata; appendo il cappotto nell'apposito appendiabiti a parete e getto lo zaino per terra, finalmente libero.

Strano, non sento Koron abbaiare... non è nemmeno venuto a darmi il bentornato come fa di solito. Starà dormendo?
"Koron..." chiamo il mio piccolo cucciolo, guardandomi in torno.
Nulla, solo silenzio.
"Koron" chiamo di nuovo, stavolta a voce più alta, cominciando ad avanzare per le stanze.
Ancora silenzio.
"Ma.. Koron... Dove sei?" domando alle mute pareti.
Preoccupato comincio a cercarlo per casa, ispezionando ogni stanza.
Passato anche in bagno -vuoto anch'esso come il resto della casa- mi soffermo per un momento di fronte lo specchio. Sento il bisogno di rinfrescare il viso, così apro il rubinetto, posto proprio al di sotto del grande specchio, e l'acqua inizia a sgorgare copiosa, gettandosi all'interno del lavabo. Giungo le mani e raccolgo una piccola quantità d'acqua, che vado a passare sul viso; una, due, tre volte.
D'improvviso, il suono di più voci dialoganti tra loro mi fa sobbalzare violentemente, bloccandomi poi sul posto. Mi giro lentamente nella direzione da cui mi pare provengano presunte voci, ma al mio cospetto non trovo la benché minima forma vivente; al suo posto, il grande televisore a 42" -visibile dalla mia postazione- è acceso su di un programma del quale non conosco nemmeno titolo o genere.
Mi chiedo come si sia acceso... Forse Koron si è finalmente deciso ad uscire dal suo nascondiglio e per sbaglio ha premuto un pulsante del telecomando...
Ridestandomi dai miei pensieri, mi accorgo dell'acqua che continua a scorrere incessantemente, così mi appresto a chiudere il rubinetto. Prendo un asciugamano dall'armadietto apposito, e con quest'ultimo sul viso, mi muovo verso il salotto.
Arrivo davanti la tv, ma non trovo ciò che mi aspettavo di trovare.
Koron non c'è; il telecomando si trova dove lo avevo lasciato la sera prima: sullo scaffale a fianco del grande schermo, comunque troppo in alto per essere raggiunto da quell'esserino così piccolo.
Ma come diamine si è accesa?
Rimanendo con questo dubbio, spengo la tv e mi dirigo nuovamente verso il bagno, per posare l'asciugamano e spegnere la luce che avevo distrattamente lasciato accesa.
A quanto pare ho dimenticato anche di chiudere il rubinetto, visto che l'acqua continua imperterrita a sgorgare in massa e a riversarsi nel lavabo.
Però...Io ricordo distintamente di averla chiusa... Ma che cavolo succede oggi?
Mi appresto nuovamente a chiuderla, quando altre voci sconosciute giungono alle mie orecchie facendomi sobbalzare per la seconda volta in pochi minuti. Mi volto ancora verso quelle voci sconosciute, e ancora una volta davanti ai miei occhi si presenta la tv accesa su di un programma mai visto prima.
Ok, adesso inizio ad avere un po di paura.
È appurato che Koron non è in casa, per non so quale arcano motivo, la casa è deserta -se escludo me stesso- e il telecomando è sempre al suo posto.
Cautamente mi avvicino alla presa elettrica al quale è collegato il cavo dell'alimentazione. Per qualsivoglia motivo, adesso non potrà più accendersi, risparmiandomi un infarto.
Torno in bagno per sistemare tutto, quando rischio davvero di essere colpito da un attacco cardiaco.
Di nuovo le stesse voci, di nuovo provenienti dalla tv.
Ok, adesso ho davvero paura.
Ho staccato la spina, non è possibile che si sia accesa dal nulla...
Un nuovo suono colpisce le mie orecchie; sento il battito del cuore notevolmente accelerato.
Mi volto in direzione del suono, e rimango paralizzato.
Dalla mia semi-acustica provengono le cupe note di "Taion". Le corde si muovono, vengono premute, pizzicate, come se un'entità invisibile stesse suonandola senza il mio permesso, precludendosi oltretutto alla mia vista.
Non capisco cosa stia accadendo; mi sento il protagonista di un film horror. 
Il respiro si fa più corto, vengo assalito dal panico, complici le voci sghignazzanti in tv e "Taion", così bassa e cupa.
D'un tratto le voci in tv cambiano, diventano anch'esse più cupe, macabre, se così posso definirle, fino a sfociare in urla strazianti.
Ormai attanagliato dalla paura, urlo anch'io, ed esco il più velocemente possibile dall'appartamento, scendo di corsa le scale, apro il cancello e mi riverso in strada, il fiato corto per la corsa e la paura.
Il rombo di un motore e di un clacson mi risveglia, e solo adesso mi rendo conto di trovarmi nel bel mezzo della strada.

È tutto troppo rapido per poter comprendere.

Un dolore lancinante si spande in tutto il corpo, lasciandomi senza respiro. Rivolgo il mio sguardo al cielo ormai grigio e carico di nuvole; poi, il buio.





























































Mi sveglio di soprassalto urlando, il fiato corto, il viso rigato dalle lacrime, grondante di sudore.

Mi guardo intorno, gli occhi sgranati; cerco disperatamente di capire cosa sia successo e, soprattutto, dove mi trovo.
Al mio fianco, dei mugolii sommessi e piccoli movimenti.
"Mmh, Taka... Che c'è? Hai fatto un brutto sogno?"
Il biondo al mio fianco si alza, mettendosi a sedere sul materasso; le bianche lenzuola scivolano sul suo corpo esile, lasciando scoperto il petto muscoloso.
"Io... Ero a casa e poi...." sono ancora completamente nel panico, e credo si veda a miglia di distanza.
"Piccolo..." le sua braccia mi avvolgono in un caldo abbraccio confortante "è tutto passato ora... era soltanto un sogno..."
Annuisco senza proferire parola alcuna stringendomi nel suo abbraccio in cerca di conforto.
Il biondo si allontana da me, voltandosi in direzione del grande orologio appeso nella nostra camera.
"Hey, sono già le 8! Forza piccolo, dobbiamo alzarci, altrimenti faremo tardi alle prove, e non ho intenzione di sorbirmi un'altra sgridata da mamma chioccia!" sghignazza il biondo chitarrista.
"Mh, si..." rispondo soltanto.
Ci prepariamo entrambi in silenzio e una volta pronti, usciamo entrambi dal nostro appartamento, dirigendoci verso l'auto parcheggiata.
Arrivato di fronte la strada mi torna in mente ciò che ho vissuto in quel sogno: il rumore del motore, del clacson...
Il terrore mi assale nuovamente, mentre le ultime immagini di quella fantasia scorrono di fronte agli occhi, facendomi bloccare sul posto.
"Oi, Taka... che succede?"
"Io..."
... ho paura
.

Quel sogno era talmente realistico che... Ho paura che possa accadere davvero.
"Stai bene?" chiede il mio uomo avvicinandosi nuovamente.
"S-si... sto bene..." fisso ancora la strada di fronte a me. Al suo tocco, mi ridesto e lo guardo negli occhi.
"Dai, andiamo, o faremo tardi" annuncio cercando di sembrare il più convinto possibile.
Il biondo mi prende per mano, e insieme ci dirigiamo verso l'auto, parcheggiata proprio dall'altro lato della strada.
Ci troviamo al centro della carreggiata, quando il rombo di un motore e il suono incessante e fastidioso di un clacson mi penetra le orecchie. Il terrore mi assale, facendomi fatalmente pietrificare e con me anche il mio uomo.

È tutto troppo rapido per poter comprendere.


Un urlo arriva lontano alle mie orecchie; un dolore lancinante si spande in tutto il corpo, lasciandomi senza respiro. Rivolgo il mio sguardo al cielo azzurro sopra di me; poi, il buio.





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Rieccomi con un altra one-shot!
Ancora non riesco a capire perché tra gli avvertimenti non riesco più a trovare "one-shot" ò-ò
Eniuei. Per tutti quelli che hanno letto la mia Insomnia: questa è l'idea iniziale di cui parlavo! xD
La fic comunque, non ha nulla a che fare con Insomnia. u__u
Dunque, i protagonisti qui sono Ruki e Uruha. Potevo metterci chiunque, ma visto che non aveva scritto ancora nulla su di loro... xD
La parte iniziale della fic è l'incubo di Ruki, mentre la seconda parte è la realtà. Possiamo considerare il suo un "sogno premonitore", diciamo.
Anche se inizialmente non doveva finire così la fic. L'idea iniziale era quello di farlo impazzire e non farlo più uscire di casa per paura di essere investito da quel camion. Ma siccome mi sono resa conto che era un'idea assurda, ho pensato a qualcos'altro ed è venuto fuori questo.
E poi nel sogno muore solo lui (perché si, muore. Punto.) mentre nella realtà diciamo che "trascina" con lui anche Uruha.

Vi ricordo sempre il mio contatto fb http://www.facebook.com/?ref=tn_tnmn per chiunque volesse aggiungermi C:
Non credo di avere nient'altro da dire.

Ci si vede alla prossima fic, un bacio

Polly~



   
 
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