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Autore: Weird Rock    14/07/2012    5 recensioni
Generi: Drammatico, Romantico, Triste
Personaggi: Harry Styles, Nuovo Personaggio, Zayn Malik, Liam Payne
Rating: Giallo
Avvertimenti: nessuno
Dal 3° capitolo:
“In quel momento mi ritornarono in mente le parole usate da Harry in ospedale “Proteggi il nostro piccolo” e capii che c’era un solo modo per farlo, così ordinai mentalmente a me stessa “Non bere, non fumare, non drogarti e non fare altre cazzate che potrebbero incidere negativamente sulla salute di tuo figlio” questo sarebbe stato il mio motto per i successivi nove mesi. Dovevo portare a termine la gravidanza nel migliore dei modi e poi avrei deciso cosa fare"
I COMMENTI SONO SEMPRE GRADITI ;D
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1

LIFE IS HARD

Chapter 2

Quando mi svegliai ero in un letto che non era il mio… le pareti erano tutte bianche: ospedale. Mi misi a sedere di scatto e la flebo attaccata al mio braccio iniziò ad oscillare pericolosamente, non mi ero nemmeno accorta di essere attaccata a una flebo. Ma perché ero lì? Non ricordavo nulla, mi sforzai… Jake, si Jake e se mi ricordavo Jake dovevo essermi fatta. Fantastico! Non avevo mantenuto il mio giuramento, se Harry l’avesse scoperto mi avrebbe perdonata di sicuro, peccato che non lo potevo più vedere, ironia della sorte! La porta si aprì ed entrò mia madre.

-Oddio, Kylie, mi hai fatta stare in pensiero! Prima o poi mi farai morire di crepacuore se vai avanti così- mi disse stritolandomi in un abbraccio

-Se non mi molli morirò prima io per soffocamento-

-Oh scusa- mi dispiaceva aver risposto così a mia madre ma ormai il latte era stato versato, il coniglio era stato impiccato, il toro era stato macellato, il canarino era gelato, il criceto era stato seppellito e il coyote non aveva ancora mangiato beep beep.

-Ma cosa mi è successo?- le chiesi

-Sei caduta dalle scale e hai perso conoscenza, il dottore dice che poco prima avevi fatto uso di stupefacenti, dimmi che si sbaglia ti prego-

-Non si sbaglia- risposi e mi girai dall’altro lato, lei sbuffò e poi mi disse

-Non ci posso credere, avevi smesso…- non le risposi tanto la predica me la sarei beccata comunque. Cambiai discorso.

-Che ora è?- chiesi sbuffando

-Le due e un quarto, ma non cercare di cambiare discorso signorina-

-E chi cambia discorso? Continua pure con la predica se ti fa piacere farmi sentire ancora peggio di come sto-

-Ascolta, non so che ti è successo oggi, quindi spiegami vedrai che capirò- non avrebbe capito, quindi era inutile sprecare fiato; mi rinchiusi in un silenzio ostinato…

-Va beh ora devo andare, riposati cara- mi disse ed uscì

Volevo dormire, ma non ci riuscivo, odiavo gli ospedali: puzzano di detersivo ed è tutto bianco, i muri, le lenzuola, i pavinìmenti, tutto. Trascorse quella che mi sembrò un’eternità e poi la porta si aprì; era il dottore. Si sedette su una sedia vicino al lettino dov’ero distesa e cominciò a parlare con il solito tono professionale dei dottori.

-Signorina Paulsen le abbiamo fatto delle analisi del sangue ed è risultato che nelle ultime ore ha assunto delle sostanze stupefacenti..- non feci cenni né dissi nulla, aspettai che continuasse – la cosa è sempre grave e da evitare, ma nelle sue condizioni lo è ancora di più e le consiglio vivam..- non capivo

-Quale condizione, scusa? L’adolescenza?- chiesi senza neppure degnarmi di dargli del lei e con una voce che doveva essere alquanto odiosa.

-Ma come, non sa di essere incinta?- mi rispose lui.

-È?- fu l’unica cosa che riuscii a dire, pensavo mi stesse prendendo in giro.

-Lei è incinta, signorina Paulsen, ha una piccola vita nel suo utero- cercò di spiegarsi meglio, come se fossi così stupida. Mi portai una mano sulla fronte e mormorai qualcosa come:

-Mi porti un telefono: devo fare una chiamata-

-Certo, signorina-

-E non dica nulla a mia madre- calcai il tono su quel “nulla”, lui mi guardò e disse

-Ma non pensa che sarebbe giusto fargli sapere?-

-Glielo dirò io al momento opportuno- risposi facendo un sorriso di convenienza. Lui uscì e poco dopo arrivò un’infermiera con un cordless in mano. Le chiesi di uscire e poi composi il numero con le dita che tremavano.

-Pronto?- il mio cuore ebbe un sussulto nel sentire quella voce e involontariamente sorrisi.

-Harry? Sono Kylie, puoi..-

-Kylie perché non c’eri oggi a scuola? Scusa se non sono venuto a prenderti ma.. è una storia pazzesca, non ci crederesti- lo odiavo quando mi interrompeva

-Harry sto bene, puoi venire in ospedale? Non allarmarti ti prego, sto benissimo- cercai di dire, più convincente possibile

-Arrivo subito- mi disse, con una punta di preoccupazione nella voce, così riattaccai evitando di dover dargli spiegazioni.

Intanto che lo aspettavo mi alzai e andai verso la finestra, tanto per fare qualcosa. Scostai la tenda e non vidi niente di particolare: il solito giardino di un ospedale, con qualche fiore e albero qua e là, un po’ di panchine e uomini e donne che spingevano anziani sulle sedie a rotelle. La porta alle mia spalle si aprì, non mi girai, avrei riconosciuto quei passi ovunque: Harry.

-Ciao- mi disse – come stai?-

-Adesso meglio-

-Vuoi spiegarmi che è successo e perché mi hai fatto venire con così tanta fretta?-, si avvicinò a me che nel frattempo mi ero voltata verso di lui e mi carezzò la guancia, -Mi hai fatto preoccupare-

-Vuoi sapere prima la notizia cattiva o quell’altra?- non sapevo se essere incinta era una buona notizia

-Quella cattiva- mi rispose, senza esitazioni. “Lo sapevo” pensai

-Tua madre mi ha impedito di vederti, così mi sono drogata, sono caduta dalle scale ed ora eccomi qui-

-Come sai che mia madre non vuole più che ci vediamo? Pensavo l’avesse detto solo a me…- strano che non mi avesse puntualizzato la rottura del mio giuramento.

-Ti ho chiamato perché ero preoccupata per il tuo ritardo, ma mi ha risposto lei e mi ha detto di starti lontana-

-Uhm, la buona notizia?- disse, quasi assente.

-Non ho detto che è buona, devi deciderlo tu…- feci un profondo respiro e continuai – Sono incinta…-

Fine Secondo Capitolo

   
 
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