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Autore: amanda91    14/07/2012    3 recensioni
Dal prologo: La luce … poi un ritorno al buio. Elena dischiuse gli occhi ritrovandosi d’un tratto strappata al paradiso. Un lungo sonno, estraneo alla vita, e poi … tutto era svanito. Si trovò distesa su un rettangolo d’acciaio, respirò a fatica ingurgitando con prepotenza l’aria tutta intorno, che entrò feroce in lei, come se fosse respirata per la prima volta. Che fosse il paradiso? Una sorta di ritorno alla vita?
Non aggiungo altro, se non l'augurio di una buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce … poi un ritorno al buio. Elena dischiuse gli occhi ritrovandosi d’un tratto strappata al paradiso.  Un lungo sonno, estraneo alla vita, e poi … tutto era svanito. Si trovò distesa su un rettangolo d’acciaio, respirò a fatica ingurgitando con prepotenza l’aria tutta intorno, che entrò feroce in lei, come se fosse respirata per la prima volta. Che fosse il paradiso? Una sorta di ritorno alla vita? 
L’ultimo ricordo che aveva …  Rebecca … un salto nel vuoto … i suoi genitori … e Matt … e ancora loro, e poi di nuovo Matt. E stefan, che era corso in aiuto … e la sua richiesta … e l’acqua gelida che le aveva strappato l’ esistenza. Aveva sentito la vita scivolarle tra le dita, e i ricordi riaffiorare come flashback. Le si erano parati davanti agli occhi aiutandola in quel passaggio. Aveva rivisto tutta la sua vita, l’aveva rivissuta per intero in quei brevi momenti. Così aveva capito che il suo tempo era scaduto, che la fine era vicina. Dopo un po’ non fece neanche più male, aveva smesso di lottare e si era lasciata portare dalla corrente, mentre man mano si affacciò ai suoi occhi soltanto il buio. 
Scattò seduta in un gesto involontario, si voltò e lo vide. Stefan, in lacrime, accanto a lei, la fissava sconvolto. Lesse nei suoi occhi la disperazione, e anche, soprattutto,  il senso di colpa. Conosceva nel dettaglio quelle immense pozze verdi, sapeva leggervi dentro meglio di chiunque altro. Adesso ciò che ci vide non le piacque affatto. 
”Siamo tutti morti per caso?” chiese titubante, in un sussurro roco. 
“Tecnicamente si. Benvenuta nel nostro esclusivo club” rispose per lui, una terza voce alle loro spalle, in tono arrabbiato ma vagamente ironico. Un timbro che lei riconobbe all’istante. Non avrebbe mai potuto scordarlo. Damon. 
Si voltarono entrambi all’unisono, e nelle iridi glaciali di Damon riconobbe la rabbia, il rancore, la preoccupazione. Era sfinito, fu capace di leggerlo nell’espressione contratta e spossata del viso. Un viso stanco, ma sempre suo malgrado vicino alla perfezione. Pericolosamente vicino.
“Damon …” soffiò Stefan. 
Elena distolse lo sguardo da entrambi, ancora troppo confusa. Notò solo allora di essere in una sala mortuaria. Poteva sentirlo, percepirlo, l’odore della morte … e man mano affiorarono anche altri odori. Quello di Stefan, così dolcemente familiare, quello di Damon, inebriante e travolgente, quello di una donna alle sue spalle, ancora in corridoio. Non riuscì a vederla ma le sembrò di riconoscere il suo odore, e percepire chi fosse. E poi d’un tratto … il pianto di un bambino al piano di sopra; dei passi affrettati che percorrevano i pavimenti sopra le loro teste; un saluto fugace di due conoscenti. E ancora, d’improvviso, un odore metallico, attraente … e le pulsazioni di un cuore. La vista le si annebbiò, e un dolore acuto alla bocca, ai canini precisamente, la destò da quelle nuove scoperte. Capì. 
Si voltò verso i due fratelli, con occhi sbarrati dalla sorpresa e dalla rabbia, le sembrò di tremare ma fu solo una fugace sensazione.
“ Cosa mi sta succedendo?” posò una mano sulle labbra nel tentativo di nascondersi. In fondo lo aveva già capito cosa stava accadendo … ma quando qualcuno glielo avrebbe detto, allora si, sarebbe stato reale, e non il frutto di un incubo.
“Elena … tu …”  Stefan non riuscì a terminare la frase, scosse la testa e chiuse gli occhi voltandosi di spalle.
“ Sei morta … e io vorrei anche sapere come – parlò Damon e lo fece calmo, tentando di rassicurarla, ma la rabbia, quella poteva leggergliela negli occhi – avevi sangue di vampiro in circolo, e ora… non c’è bisogno che continui” terminò amareggiato.  
E il suo mondo crollò in un istante, quando una cruda, inaspettata verità le si piombò davanti agli occhi, senza un “se”, senza “ma”. No, non sarebbe dovuta andare così. Era pronta a morire, ma mai avrebbe pensato di rinascere immortale.
I fratelli non aggiunsero altro, rimasero lì, spalla a spalla, ma più distanti che mai.
“Com’è possibile tutto ciò?” bisbigliò appena, in procinto di piangere.
“E’ colpa mia … ti ho somministrato sangue di vampiro questa mattina quando sei arrivata in ospedale. Eri grave ed era l’unico modo per salvarti. Non pensavo sarebbe finita così, mi dispiace”  intervenne Meredith entrando nella stanza. 
Elena riconobbe nel suo odore quello sentito precedentemente in corridoio. Sbiancò, se fosse possibile, si disse, con la sua nuova natura.
“Lasciatemi sola vi prego” rimase immobile seduta, fissandoli. Aveva bisogno di rimanere da sola, ne aveva disperatamente bisogno. 
I tre presenti si scrutarono un istante, poi obbedirono.
“ Mi dici cosa cazzo è successo? – intervenne Damon , non appena furono in corridoio – sto via dodici ore e al ritorno trovo Elena cadavere?”
Stefan tentennò prima di rispondere “Era in auto con Matt, Rebecca gli ha sbarrato la strada e sono finiti in acqua. Sono corso ad aiutarli ma Elena ha voluto che salvassi prima Matt … e non ho fatto in tempo a salvare anche lei”
“No, no … aspetta un attimo – era sconvolto e alzò la voce più del consentito – questo è uno scherzo Stefan? Tu l’hai lasciata morire e hai portato in salvo MATT DONOVAN – pronunciò il nome con eccessivo vigore, per meglio rendere il concetto – perché … lei te lo ha chiesto???”  sgranò gli occhi, rossi di rabbia,accompagnati da un’espressione folle, disgustata, incredula, ferita. 
“ Damon non poteva perdere un altro amico per colpa sua, non se lo sarebbe mai perdonato. Non potevo farle questo”spiegò cauto abbassando gli occhi.
“Chi se ne frega Stefan! Meglio arrabbiata che morta! Ti rendi conto di cosa le hai fatto? E se non fosse stato per il sangue che le ha dato Meredith a quest’ora sarebbe sotto terra!!”
“Ho rispettato la sua libertà di scelta, e non pensare che ne sia felice, sarei morto al posto suo se avessi potuto!”
“Lascia che ti dica io una cosa fratello: se per caso dovesse scegliere di non completare la transizione e lasciarsi morire, esaudirò volentieri il tuo desiderio! Tu sei un uomo morto! Questa non te la perdono … non questa volta” gli intimò avvicinandosi al suo viso fino a sfiorarlo con il fiato. 
Stefan non rispose, sentì di meritarlo in qualche modo, sentì di non poter pretendere il perdono di suo fratello, né di se stesso. Semmai Elena avesse deciso davvero di lasciarsi morire, sarebbe morto con lei.
“E adesso scusami … vado a vedere che intenzioni ha. Rimani qui, per oggi hai già fatto abbastanza”terminò. 
  
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