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Autore: Danilotta    15/07/2012    2 recensioni
Il settimo anno di un ragazzo che desidera essere normale. che desidera avere qualcosa che, ne è cosciente, non potrà avere. ma che capirà presto che, con tutto quello che ha perso, lei non può lasciarsela sfuggire.
Ammetto che sono sempre stata una fan di Harry ed Hermione :) questo è come mi sarebbe piaciuto che loro trascorressero l'ultimo anno ad Hogworts
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Chiedo scusa ai lettori >.< ma il lavoro è stato duro! troppo. non sto a spiegarvi che non finirei più X3, sono tornata e ho un bel pò di ideuzze :3 Appena finisco il resto del capito, modifico questo direttamente, senza aggiungerne un'altro. Chiedo ancora scusa per l'attesa >-< i came back *O*

[Harry]

Quando la sofferenza si mischia il sapore del piacere, nasce la sua essenza. Quella che la circonda e che mi attira più del miele per le api. La stessa che fa tremare la terra sotto i miei piedi, o semplicemente sono le mie gambe che non mi reggono più, minacciandomi di farmi cadere. Il pomeriggio di studio è sembrato volare. Non avevo mai impiegato così poco a fare i compiti. Non capisco se è perché volevo finire in fretta per stare con lei, o perché mi aveva caricato quel bacio. Volevo di più, lo ammetto. La volevo sentire fremere sotto le mie mani, ansimare tra le mie braccia e sussurrare il mio nome  all’apice del piacere. Ma mi rendo conto che ha bisogno di tempo. è giusto.  La devo conquistare lentamente. Non è una caccia, ma una semplice corsa. A chi arriva primo. Ho sempre corso nella mia vita. Sempre. Mai una volta che mi sia potuto fermare a respirare, godendo magari il paesaggio che avevo attorno. Ho girato per foreste, per laghi e montagne mentre ero in viaggio. Il giorno di Natale mi sono anche fermato in un paesino che porto nel cuore, come porto le persone che vi hanno abitato.  Ma neanche una volta ho avuto il piacere di soffermarmi in ognuno di quei luoghi.  Nessuno. Sono steso sul letto da dieci minuti buoni, con indosso solo il paio di boxer. La doccia è una delle sensazioni più belle che potessi mai provare. È proprio vero che l’acqua riesce a liberare ogni cosa. A pulire.  Ma cosa c’è da pulire in me? Dovrebbe esserci qualcosa? Beh .. se solo guardassi dentro la mia coscienza, vedrei un piccolo spazio. Li vi alberga quell’omino chiamato “ senso di colpa”. Anche se mi sto battendo lealmente … non posso tirarmi indietro solo per quella piccola sensazione. Sono così vicino. Ho rinunciato a troppe cose. non rinuncerò a lei.

« Maledizione!» non ci riesco. Non si vogliono chiudere, non vogliono riposare e non vogliono prendere sonno. Le palpebre non collaborano.

Con un colpo di reni, mi siedo sul letto, buttando i piedi per terra e appoggiando i gomiti sulle ginocchia, fisso il punto in cui la dama di velluto è apparsa l’ultima volta.  « l’essenza del grifone ..» il grifone. È un animale che sento potenzialmente mio. Come il leone che troneggia sul nostro stemma di casata. È risaputo – ha rappresentato da sempre la nostra casa, per il coraggio e la forza d’animo. L’audacia e la lealtà. Ma i grifoni sono irruenti. Presentano superbia e forza.  Ma, cosa più importante, come diavolo faccio a trovarne uno? Sospiro mentre mi sollevo dal letto, mi infilo la divisa e mi preparo per il mio giro notturno di ronda. Uno degli incarichi da prefetto dopotutto. Bacchetta alla mano e mi dirigo deciso fuori dalla porta. La scala a chiocciola, una volta scesa , mi porta nella sala “comune” dei prefetti.  Mi guardo attorno. Non vedo l e i. sarà già a fare il suo turno. Chissà che non la incontri. Oltrepasso il ritratto del cavaliere e mi ritrovo inesorabilmente proiettato tra spifferi freschi e il silenzio apparente di una scalinata sempre in movimento costante. È un suono bellissimo, è come se mi parlasse. In questo momento, il castello, sta dormendo tranquillo. Sembra che, almeno per le scale, nessuno decida di fare il furbo. Mi soffermo ad ammirare i riflessi che la luna – filtrando dalle vetrate – riesce a donare all’oscurità della scalinata.  Ecco. Adesso posso iniziare il mio giro. È abbastanza noioso se si pensa al classico giro  da soli per il castello. Ma in realtà si possono ammirare cose che di giorno non puoi ammirare.  E così con tutte le cose. è come guardare la luna. Siamo abituati a vedere il lato luminoso che ci sorride. Ma non a tutti viene la curiosità di andarla ad esplorare.  I miei passi tra i corridoi del sotterraneo sono ovattati. Il passo è leggero e per nulla affrettato. Spero di trovare dei serpeverde a cui togliere dei punti, a dir la verità. Anche quest’anno – come succede da quando sono arrivato – grifondoro deve vincere. E non solo la coppa delle case. Ma anche la coppa di Quidditch. Ma sono pensieri troppo spensierati, perché qualcuno non li interrompa. Delle voci. In fondo al corridoio. Ghigno già all’idea che possa togliere dei punti senza pensarci due volte. Il passo viene aumentato ma mi blocco all’istante quando avverto una voce tra di loro che conosco bene.

«Non c’è più il tuo paparino a difenderti adesso?» la voce spezzata dall’odio. Dal disprezzo.

« Corri dalla mamma coraggio! lei ti salverà D r a c o » sulla mia schiena un brivido.

Dei rantoli soffocati in un respiro mozzato. Un tonfo e ancora dei colpi di tosse. Volterò l’angolo per vedere davanti a me una scena che non credevo mai e poi mai avrei visto. Erano in tre, senza contare Malfoy, e il colore delle loro divise mi fece stringere lo stomaco. T a s s o r o s s o. I miei occhi percorrono – da dietro le lenti vetrate – i loro volti confusi – probabilmente dalla mia presenza – fino a terminare con la sagoma di malfoy, raggomitolato in terra, le braccia che trattengono la pancia, mentre gli occhi sono chiusi. non guardano ne loro, ne me.

« che diavolo state facendo» la mia voce è sicura. Quasi arrabbiata. Questa guerra non è servita a niente allora? Non è servita a rendere libero chi era schiavo.  Perché nella mia mente, malfoy era solo schiavo di una famiglia che non si poteva perdonare o cambiare. Non si possono decidere i genitori dopotutto. Giusto?

« Harry! e ce lo chiedi? È un mangiamorte. Suo padre lo era prima di lui. Hanno torturato tanta gente e fatto del male a tante persone. Hanno ucciso!!» si sentiva nella sua voce la sofferenza.

« No Hern. Lui non è un capro espiatoio! Lui non ha ucciso nessuno. Non ha torturato nessuno» sul fare del male … beh è un serpeverde. È nella loro natura. « tornate nei vostri dormitori! E cinque punti in meno a tassorosso per ognuno di voi se entro cinque minuti non sarete nei vostri letti!»

Si vedeva che lasciavano il posto di malavoglia. Si vedeva che a loro, sarebbe piaciuto continuare. Ma è in un religioso silenzio che ci lasciano. Il leone e la serpe. Un destino che troppo spesso si è messo in mezzo. Rimango a fissare il punto in cui sono spariti. Nel frattempo Draco si è alzato appoggiandosi alla parete, tenendo un lembo della divisa premuto contro il naso sanguinante. È lui ha rompere il silenzio per primo.

« ti sei incantato potter?» no. Mi volto verdo di lui e il mio sguardo non rasenta affatto la compassione. So che lui odia essere compatito. Il suo maledetto orgoglio, molte volte, lo ha portato a dei vicoli ciechi, senza però accettare il fatto che a volte bisogna tornare indietro per riprendere la strada da dove la si aveva lasciata per imboccare quel bivio.

« Tieni!» dalla tasca tiro fuori il mio fazzoletto. Glie lo porgo ma rimane a mezz’aria per un po’. Non lo prende. « Andiamo Malfoy, non fare l’orgoglioso. È solo uno stupido fazzoletto! Non te lo rinfaccerò per il resto della mia vita» come di solito fai tu. Ma questo me lo tengo per me; è meglio così dopo tutto.

Solo adesso lo prende tra le dita e lo porta ad asciugarsi il labbro.  Ma tace. non rimane in silenzio.

« Perché non hai reagito?» lo chiedo d’impeto. Quasi in un sussurro.

Ricordavo ancoras bene quanto Malfoy fosse stato determinante durante la guerra. E’ stato grazie al suo silenzio a villa Malfoy, se abbiamo avuto tempo. Suo è anche il tentennamento nella stanza delle necessità, voleva solo la sua bacchetta. Nulla più. E ancora, ho visto l’espressione  quando suo padre lo ha chiamato, lui tra tanti, in mezzo alla folla di ragazzi distrutti e dilaniati da questa guerra, sotto le incitazioni di voldemort nel farsi avanti per unirsi a lui. Non è rimasto. Solo per sua madre non è rimasto, lo so. Perché solo quando sua madre lo ha chiamato, ha preso quella decisione. Ma non si è fermato. È andato via con sua madre. Come a voltare le spalle al mondo intero e rifugiarsi tra le braccia di una madre che – per quanto la facciata lasci a desiderare – è sempre stata amorevole con il figlio.

«Quando un serpente ti morde … devi succhiare via tutto il veleno» quelle parole incastrarono i miei occhi ai suoi. Rimasi in silenzio dopo questa sua risposta. Stava succhiando via il veleno da lui espanso. Stava semplicemente cercando di vivere. Vivere sapendo che le conseguenze non sarebbero finite tanto facilmente. E forse non sarebbero finite. Ha accettato tutto questo. Ha accettato le conseguenze di ciò che ha fatto o che è stato obbligato a fare.

« lo stai facendo nel migliore dei modi!» un suggerimento per il giovane Malfoy. « degno di un serpeverde pieno di orgoglio eh?»

« Dimmi cosa ci trovi di orgoglioso nel farmi pestare, Potter» La sua voce era acida, ma sembrava più un rimprovero verso se stesso. Si passò il fazzoletto sull’angolo delle labbra, premendoselo e assottigliando gli occhi a quel contatto doloroso.

«Una volta non andavi in giro da solo» avevi le guardie del corpo « e non li avresti affrontati senza un numero superiore di cinque» è la verità. Il tuo bisogno di protezione era troppo elevato all’epoca. «Sei tornato pur sapendo cosa pensasse di te la gente. Sei tornato accettando ogni conseguenza. Questo ti fa onore.» avanzo, superandolo per continuare il mio giro di ronda.

« Potter!» mi fermo. Mi volto al suo richiamo, sollevando un sopracciglio.

« Riprendilo! Era un prestito giusto? non voglio debiti con nessuno!» lo ha messo in chiaro. Era sicuro. una serpe orgogliosa come lui era già tanto se aveva accettato un fazzoletto.

Un mezzo sorriso si aprì sulle labbra prima di scuotere il capo, afferrare il fazzoletto e riprendere a camminare. Ma poi mi venne in mente un’altra cosa da dirgli. Mi stoppai prima di girare l’angolo, e spostai appena la testa verso destra. Senza girarmi, dandogli ancora le spalle.

« Ah» dimenticavo « un motivo per essere orgoglioso di te ci sarebbe!» pausa d’effetto. «non sei come tuo padre!» che ti dia fastidio o meno, è la verità. è ciò che vedo.

Il resto del girò fù abbastanza noioso. Decisi quindi di tornare presto al dormitorio. Non Incontrai Hermione per tutta la sera. Sicuramente – meticolosa e precisa quale è – avrà pattugliato ogni punto del castello accessibile umanamente. Sorrido a quel pensiero mentre mi sfilo il mantello nella mia camera e inizio a svestirmi per prepararmi a dormire. Eppure ho la sensazione addosso, di non essere solo. Di avere qualcuno che mi spia. Mi volto spesso per guardarmi attorno. N i e n t e. Eppure i miei sensi non hanno mai sbagliato. Mi sono sempre fidata di essi. S e m p r e. E sono ancora qui grazie a loro, giusto? Il formicolio alla nuca poi, è un enensimo segnale. Mi volto di scatto verso la finestra e la vedo. La dama che infesta questa torre. MI osserva, sollevando il suo mento con eleganza, da perfetta dama di corte.

« che ne dice se magari si annuncia quando sta per arrivare? sa com’è, ho vissuto praticamente l’ultimo anno a decifrare ogni sensazione e ogni rumore possibile che mi pareva sospetto! Almeno qui dentro vorrei non doverlo fare»

Quando eravamo alla macchia, ognu suono raccontava qualcosa, ogni folata d’aria portava un odore, come quando Hermione si è quasi fatta scoprire con il suo profumo di vaniglia e rose. Si … quel perfetto profumo che accarezza la sua pelle e la caratterizza … No! non ci devo pensare adesso. Mi concentro sulla dama. Si. è meglio.

« Chiedo venia mio giovane Grifondoro! Sarò più discreta la prossima volta. Ma ho visto che hai qualcosa per me, e non potevo aspettare l’alba!» i suoi occhi cadono sul fazzoletto impregnato del sangue di malfoy.

« Ma ..» perplesso avanzo le mie parole. « non ho niente per lei! non capisco che cosa intenda lei per essenza di grifone!» La sua espressione accigliata e superba mi fece sentire un vero idiota. E forse un po’ mi irritò anche. Lo devo ammettere. Sospirò sonoramente prima di iniziare a parlare.

« L’essenza può essere tutto mio caro giovanotto. Che sia un pensiero, un’ideale, un’idea, un nome, una persona, o … un gesto!» e i suoi occhi rimarcano maggiormente il riferimento al fazzoletto. « Quel fazzoletto è un simbolo. Il proprietario di quel sangue deve essere una persona fiera e superba, sottovalutata e temuta per la sua irruenza e il suo impetuoso carattere» Era malfoy in tutto e per tutto. Peccato che lei stesse descrivendo le caratteristiche di un grifone « Una nobile creatura il grifone. Tanto più per l’animo. Il proprietario o la prorprietaria di quel sangue nasconde dentro di se una vera essenza di grifone!»  I grifoni – ho letto – non sono come gli ippogrifi. Sono leali e nobili verso chi dimostra loro lealtà. Sono coraggiosi anche se non fessi. Territoriali effettivamente, Ma dalla forza d’animo incredibile. E forse Malfoy in questo è associabile ad un grifone.

« Non ci credo…» sorrido e lo trovo così assurdo ma al contempo divertente che mi viene quasi da ridere. Appoggio la mano sulla fronte, chiudendo gli occhi. Scopro di essere incredibilmente stanco. « Beh … Allora meglio così giusto? qual è il prossimo oggetto?» cala il silenzio. Il fazzoletto è sparito, così come anche la dama. Eppure sento la sua presenza.  mi guardo attorno. Ma dove diavolo è finita? E poi la sua voce, mi rimbolba nella testa.

« l’ultimo ti verrò detto più avanti giovane potter. Perché non sono io a decidere gli ingredienti»

«Come?? E chi allora!» e per un attimo mi cola il panico addosso. « Aspetti!» ma niente. lLo sento da me che se ne è andata definitivamente. Sospiro sonoramente, buttandomi sul letto e chiudendo gli occhi. Incredulo e decisamente stanco, senza aver fatto nulla di che. Riapro gli occhi per fissare il soffitto per un istante, prima di richiuderli, addormentandomi più in fretta di quanto credessi, scoprendomi a domandarmi che cosa stesse facendo Hermione.

  
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