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Autore: Zomi    15/07/2012    3 recensioni
-Io? Oh, bhè, io volevo solo far stare da soli Nami e Zoro… è da tanto che non passano un paio d’ore soli soletti… se non stanno in intimità, come me lo fanno a me un bel nipotino, eh?!?-
Il biondo cuoco saettò fulmini e lampi dagli occhi, sporgendosi con l’intero corpo sopra la tavola occupata da lui e dai suoi Nakama.
-COSA HAI DETTO?!?-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGOLO DELL’AUTORE:
A Phoenix_passion, Carin e Pokemaster90, TwinElis, unici coraggiosi che commentano sempre: siete i miei Eroi!!!!!

Zomi


 

 USOP RACCONTA: L’ISOLA DELGI UOMINI PESCE
 

 

 

I piccoli occhietti nocciola della renna brillarono a forma di stella, irradiando luce nella penombra della taverna.
-Oh Usop…- invocava invaghito dei racconti del cecchino Chopper, stringendo le zampe in preghiera verso il ricciolo, in piedi sulla sua sedia e in posa.
-… racconta…- implorava il dottore, in ginocchio sulla sua seggiola, ammaliato dalla luce potente e folgorante che illuminava il corpo del compagno.
-Come vuoi Chopper…- annuì sorridendo Usop, portandosi una mano a coppa al mento e l’altra ferma al suo fianco, mentre si molleggiava sulle gambe tese, in piedi sulla sedia ad occhi chiusi -… esaudirò il tuo desiderio, amico mio…-
Potenti raggi di luce rischiaravano la figura eroica del pinocchio, risaltando la sua chioma riccia e scura e il suo fisico scultoreo.
-Ma come ci riesci? Mitico!!!!- urlò eccitato Rufy, incantato dalla fluorescenza epica dell’amico, e non accorgendosi per niente dei raggi di luce che Franky, ridacchiante e in combutta con il cecchino, aveva acceso sul suo petto, portando la sua enorme mole dietro al copro del moro per appunto dargli quella brillantezza tipica delle visioni celesti.
-Caro amico…- affermò serio Usop, fissando divertito il suo capitano -… solo gli eroi come me, hanno questa mitica fluorescenza naturale…-
-Ohhhhh…- si portarono al viso le mani Chopper e Rufy, restando abbagliati dallo stupore.
-E puoi usarla anche di notte per leggere?- chiese, saltellando sul posto, Cappello di Paglia, spalancando gli occhi che gli ardevano di curiosità.
-Ma certo…- annuì Usop.
-E per girare per la Sunny senza dover accendere le luci?- alzò le orecchie interessato Chopper.
-Ovvio…-
-E anche per…-
-MA PIANTATELA, BABBEI!!!!-
Un poderoso e furioso calcio di Sanji zittì l'imminente domanda di Rufy, colpendo sia lui che la renna, sua complice nella innocente stupidità di credere alle fandonie del cecchino, e atterrando al suolo anche il grande ed eroico Capitan Usop, che mugugnava dolente contro le scivolose assi di legno del pavimento.
-Yohoho-ho… suvvia Sanji, stavano giocando…- ridacchiò Brook, sorseggiando un caffé.
-STAVANO GIOCANDO?!?- sbottò al culmine della rabbia il biondo –Sono tre cretini!!! E tu, idiota…- si rivolse nervoso al carpentiere, mettendo in bella mostra una vena pulsante e rossa che si dibatteva dall’ira sulla sua fronte -… tu, non credere ti scamparla!!! Sei il complice idiota di questo fanfarone dal naso lungo… oddio, sono circondato da decelerati mentali!!!!-
Il povero cuoco, al limite dei suoi nervi, si accasciò sulla sua sedia, borbottano frasi sconnesse sul suo destino crudele e ironico, sbattendo ripetutamente il capo contro la tavola.
-Esageri sempre, Sanji…- ghignò Franky, rifoderando le sue lampade pettorali -… era solo per dare un po’ di risalto al racconto di Usop… per fare un po’ di scena…-
-Yohohoho-ho… per creare l’atmosfera…- si schiacciò contro il fianco di Robin lo scheletro, tentando di abbracciarla.
L’archeologa, sorridente per quella piccola baruffa che speso caratterizzava la vivacità dei suoi Nakama, scivolò dalle braccia tese e fredde del canterino, allontanandosi da lui e andando a prendersi cura del percosso capitano, che mugugnava asfaltato a terra.
-Ohi ohi…- si lamentò Chopper, risedendosi al suo posto -… che dolore!!! Acc… devono essere questi i tanto famosi crampi di gioia nell’essere Fan del Capitan Usop…-
-No, fratello, si chiamano percosse gratuite alla Sanji incavolato…- ghignò il carpentiere, facendo sorridere la renna.
-Umpf… comunque anch’io la prossima volta voglio le luci di scena…- mugugnò Rufy, accoccolandosi tra le braccia di Robin, che lo abbracciavano ed accarezzavano curative del grande bernoccolo che dondolava sul suo capo.
-Eh mi spiace… copy right di Usop il Grande…- sorrise Usop, canzonando il moro.
-Oddio!!! Ma che è oggi? La giornata dei saldi? Ogni due scemenze, una cretinata in omaggio?!? Basta!!! Usop racconta…- sbuffò una nuvoletta di fumo nell’aria il cuoco, offendo a Robin il latte per il suo thè caldo.
-Oh si vero… uhm…- si mise a riflettere il ricciolo -… è successo tutto alla festa al Palazzo Ryuuguu sull’Isola degli uomini Pesce…-
-Yohohoho-ho… allora il tuo è un ricordo fresco, fresco, eh Usop?-
-Si, Brook… e devo dire che, se anche è stata un bellissima esperienza vedere Zoro e Nami insieme, me la sono vista proprio brutta…-
-E perché?- Chopper inclinò la testa su un lato, posandola sulle sue zampette.
-Oh bhè, diciamo che è stata tutta colpa di Sanji…- indicò con il pollice verso il biondo, Usop, mentre questi lo fissava non capendo.
-Suvvia amico…- gli diede una pacca sulle spalle il cecchino, per rincuorarlo -… di certo non ne hai ricordo, messo come eri messo… comunque, se ben ricordate, alla festa erano presenti tutti i sudditi e i reali dell’isola… il banchetto infinito e straripante di delizie sfamava tutti i presenti, riuscendo per fino a saziare Rufy e il suo appetito infinito… anch’io mi ero dato libero sfogo sulle delizie culinari tipiche della cucina degli uomini pesce, e forse, ripeto, forse, avevo un po’ esagerato…
 
… la pancia mi brontolava dolorante per il troppo cibo stipato dentro di lei.
Continuavo a strafogarmi, mai sazio delle succose portate che abbondavano sul banchetto, rimpinzandomi a mani piene delle mille succose delizie che mi brillavano davanti agli occhi.
Le carni, le salse, i contorni e i meravigliosi dessert danzavano davanti a me, invitandomi a servirmi di loro e a saziare il mio appetito.
Io avrei voluto volentieri mangiare ancora, assaggiando tutte le prelibatezze che mi si offrivano davanti agli occhi, facendomi salivare a dismisura e solleticandomi l’acquolina in bocca, ma il mio stomaco aveva raggiunto il suo limite.
Stanco del mio ingurgitare, brontolava e si dimenava, facendomi traballare le budella nello stomaco, mentre continui rutti e sbuffi di aria mi risuonavano tra le ganasce, appesantendomi lo stomaco e rendendomi acre e salato l’alito.
Una leggera sonnolenza mi appesantiva lo sguardo, costringendomi a sfregarmi gli occhi di continuo per tenerli aperti, distraendomi dalla festa e rendendomi difficile godere appieno la compagnia dei miei Nakama e dei nostri nuovi amici.
Stanco, sbadigliando mi addossai ad una colonna della sala principale del palazzo, tentando di restare sveglio ascoltando la travolgente musica che faceva danzare tutte le sirene presenti quella sera, e che suonava infinta tra le mura di marmo e gli arazzi reali rossi.
Sbadigliai ancora, strizzando gli occhi affaticati, reggendomi lo stomaco stracolmo.
-Usop…-
Un’esile e leggera voce mi chiamò, costringendomi a concentrami nell’identificare, tra le nebbie della mia stanchezza, Chopper che si avvicinava a me.
-Usop… ti andrebbe ti occuparti di Sanji, per un po’?- mi chiese dolcemente, offrendomi il cuoco svenuto che reggeva tra le braccia.
-Ma che gli è successo?!? – sobbalzai, vedendolo sanguinare dal naso copiosamente balbettare delirante frasi sconnesse e mezze mangiucchiate.
-Ha ballato per tutta la sera con centinaia di sirene diverse… io l’avevo avvertito, ma lui ha voluto fare di testa sua… non ha retto l’overdose di bellezze marine…-
Di certo, le coloratissime e arcobalene code di sirena, accompagnate dalle suadenti labbra sorridenti, i capelli mossi dalle correnti marine e gli sguardi ammaliatrici e femminili, avevano mandato in tilt l’esile e Don Giovanni cervello di Sanji, che non aveva retto a lungi prima di cedere sotto alla bellezza tipica delle dolci sirene, ricominciando a sanguinare dal naso come era accaduto quando aveva rivisto, dopo due anni di lontananza, Robin e Nami.
Scuotendo sconsolato le corna, Chopper mi affidò Sanji, posandolo delicatamente tra le mie braccia, mentre sospirando tornava tra la folla della festa.
Presi il cuoco sotto braccio, reggendolo alla meglio e peggio per le spalle, incamminandomi verso un buio corridoio che collegava la sala principale alle stanze interne del palazzo, con l’intento di trovare un alloggio abbastanza tranquillo in cui poter fra riposare sia lui che il mio dolorante stomaco.
Sbuffando, m’incamminai nel buio del corridoio, guardando di sfuggita i vari dipinti del Re e della Regina dell’Isola degli uomini Pesce, avanzando distratto e appesantito dalla mia scorpacciata nell’oscurità, oscillando come un onda per il peso del cuoco che mugugnava addossato totalmente a me.
Camminai per un po’, soffiando e sputacchiando qua e la, fino a che, stanco, non mi addossai a una parete, mollando a terra Sanji, non riuscendo più ad avanzare di un solo passo reggendo lui e la mia povera pancia dolorante e intasata.
Sanji mugugnò perso nei suoi sogni, schiantandosi sul tappeto rosso che ornava il centro del corridoio, appiattendo il viso sanguinolento e sognate nella moquet, mentre il suo sedere restava alzato contro la parete.
Lo fissai scuotendo la testa, incredulo del suo vergognoso punto debole femminile. Non osavo pensare che sarebbe successo se avessimo dovuto approdare ad Amazon Lily per far visita a Boa Hancock: non avrebbe retto nemmeno il tempo di assaggiare l’aria che abitava sull’isola!!!
Lo presi per un polso, strattonandolo per la giacca scura, tentando di spostarlo da lì, ma non riuscii a muoverlo di un passo.
Raggiunsi a mala pena l’angolo della parete che costeggiavo, strattonando lui e reggendomi con la mano libera lo stomaco, sbuffando stanco e a corto di forze.
-S-sirene…- iniziò a mugugnare Sanji -… sssssiiirennnneeee…-
Lo mollai a terra nuovamente, appoggiandomi al bordo fresco del muro, lasciandolo borbottare delirante contro il tappeto, mentre ancora invocava le sue adorate sirene.
Non avrei mai raggiunto una stanza tranquilla in cui riposare di quel passo, per di più la pancia mi doleva parecchio e si dimenava infastidita e dolorante.
Avevo bisogno di una mano…
Una risata, lieve e divertita, proveniente dall’altro lato del muro a cui ero addossato, avanzò nella mia direzione.
Mi affacciai oltre l’angolo della parete che incurvava il corridoio, vedendo ridere e avanzare verso di me Nami. Provai un senso di sollievo nel vederla, certo che mi avrebbe dato una mano a trascinare Sanji in qualche alloggio, ma non appena vidi dietro di lei la possente e buia figura di Zoro ghignare divertito stringendola per una mano, tutti i miei muscoli si fermarono sul posto, imponendomi di non emergere dal mio nascondiglio.
Silenzioso, mi appiattii contro la parete, aprendo al meglio le orecchie e, grazie al mio infallibile sguardo, osservare di nascosto i miei due Nakama e quel loro in assoluto inusuale stringersi per mano.
Con un tonfo, Zoro bloccò Nami contro la parte opposta a quella da cui li spiavo, posando le mani grani e scure sui suoi fianchi bianchi e nudi, mentre affondava la testa sulla sua gola, baciandola con foga mentre lei sorrideva in estasi.
Nami chiuse gli occhi a mezza luna, abbandonandosi totalmente ai suoi baci, abbracciandolo per le spalle e lasciando che la sua bocca le arrossasse il collo per esteso, addossando il capo ramato contro la parete.
Spalancai gli occhi incredulo, alzando le sopracciglia al cielo e strozzandomi quasi con il mio respiro per ciò che vedevo.
Oh Kami!!! Ma che stava facendo Zoro? E perché Nami gli consentiva di toccarla e baciarla a quel modo, senza nemmeno alzare una mano per punirlo con uno dei suoi micidiali pugni? Che fossero ubriachi spolpi entrambi?!?
Le labbra di Zoro risalirono lungo la gola diafana della navigatrice, baciandola e mordicchiandola qua e là, lasciando leggeri segni rossicci sulla pelle, mentre raggiungeva le labbra semi aperte di lei, da cui leggeri e continui mugugni di goduria risuonavano.
-Mocciosa…- sussurrò Zoro, accerchiandole il viso con le mani, e posando la fronte contro la sua, baciandola ancora a fior di labbra..
-Buzzurro…- mormorò appena lei, mentre una piccola lacrima le scivolava lungo uno zigomo, bagnandole la guancia e un labbro che si arricciava in un felice ed etereo sorriso.
Zoro la baciò, asciugandole la lacrima e stringendo tra le dita i suoi lunghi capelli rossi.
-Sono qui… sono qui mocciosa.. ora sono qui…- le diceva muovendo le labbra contro le sue, baciandola e venendo baciato a sua volta da lei.
-Mi sei mancato così tanto…- lo abbracciò per il collo Nami, baciandolo con passione e foga -… mi ripetevo che dovevo resistere, resistere… che presto saremmo stati di nuovo assieme… che nessuno più ci avrebbe divisi… che l’importante sarebbe stato esserci, qui, ora, insieme…- riaprì gli occhi, rivelandoli bagnati ma felici, mentre gli accarezzava dolcemente il viso, baciandolo su ogni centimetro di pelle.
-Che l’importante è che ci fossi stato tu, quando saremmo tornati assieme… e ora eccoci, qui, insieme, tu ed io, e tu ci sei… tu ci sei, Zoro…-
Lo spadaccino si fiondò a baciarla lussurioso, stringendola furioso a se, abbracciandola con una mano sulla vita e l’altra sulla gola, arricciando alcune ciocche di capelli rosso fuoco alle sue dita tremanti d’emozione.
Lo vidi spingerla contro il muro, baciandola con una passione tale e una bramosia di sentirla sua, che quasi mi stupii che la parete a cui erano addossati non prendesse fuoco per il loro sentimento.
Affaccia maggiormente il viso oltre il muro, per vederli meglio.
Mi davano le spalle, o meglio, Zoro mi dava le spalle, continuando a baciare e accarezzare ardentemente il corpo di Nami, bloccato tra lui e il muro, che si aggrappava al suo collo e alle sue spalle, desiderosa di non dover mai più staccarsi da loro.
Mi colpì l’ardore che Nami impiegava nel baciare Zoro, così disperatamente con un’incredulità incredibile nel poterlo di nuovo abbracciare. Piccole lacrime le bagnavano ancora il viso, ma mi era chiaro che fossero lacrime di gioia e non di dolore come mi era parso per la prima. Zoro l’accarezzava dolcemente, con estrema delicatezza e attenzione per non nuocerle assolutamente.
Era incredibile che mani così muscolose e potenti, che con pochi colpi avevano atterrato Hodi Jones proprio quel giorno, e che ora, con una delicatezza e amore cos’ profondi e attenti, accarezzavano e sfioravano Nami, che sorrideva innamorata di lui, abbandonandosi totalmente al suo tocco, baciandolo di rimando e con profonda devozione, con cura particolare nel baciargli le nuove cicatrici che sfoggiava, tentando di curarle con le sue attenzioni.
Zoro si distanziò da lei un attimo, ghignando e spostandole un ciuffo ribelle che le era caduto sul viso, baciandole la fronte e facendola sorridere per la sua delicatezza.
-Devo dirti una cosa importantissima, mocciosa… una cosa che non ti ho detto mai, ma che se non te la dicessi ora, credo che morirei di certo…-
Nami annuì, abbracciandolo per le spalle e baciandolo sul mento, strusciandosi contro di lui.
-Nami…- le alzò il viso Zoro, ghignando del suo affetto -… io… io…- posò le sue sottili labbra contro quelle carnose e in attesa di lui di Nami -… io ti amo..-
Nami tremò spalancando gli occhi, fissandolo e stringendolo e con una forza pazzesca a se, baciandolo su ogni lembo di pelle e cicatrice.
-Oh buzzurro mio… Zoro… anch’io, anch’io ti amo… oh buzzurro mio, non me lo avevi mai detto… mi dicevi solamente “anch’io” o iniziavi a balbettare come uno scemo.. io… io.. oh Zoro.. ti amo, ti amo, ti amo!!!!-
Sobbalzai per la passione e l’audacia del bacio che Nami diede a Zoro, travolgendolo in una danza spettacolare di labbra e carezze senza fine ne inizio.
Zoro la baciò a stampo, accarezzandole il viso raggiante di felicità.
-Dovevo dirtelo… avevo già perso fin troppo tempo fino ad oggi… ti amo, Nami, e ti amerò per sempre…-
Riprese a baciarla, abbracciandola con forza.
Non avevo mai nemmeno pensato che tra loro due vi fosse un qualcosa di tanto forte e profondo a legarli come l’amore, ma di certo, quel loro baciarsi innamorato e la disperazione del loro abbraccio, dei loro copri che si rincontravano dopo due anni di separazione, mi assicurarono che quei due si amavano alla follia e che il loro sentimento era puro e sincero.
Rimasi ammaliato dall’attenzione che Zoro impiegava nel sfiorare Nami, e nella cura con cui lei invece lo baciava e accarezzava, amandolo con i suoi gesti e con le sue cure tenere. Sorrisi, addossandomi tranquillo alla parete.
Era bello vederli così innamorati e felici nel potersi ritrovare, e non m’imbarazzava assistere alle loro effusioni, perché erano belle e armoniose, come se i loro animi si stessero amando proprio davanti ai miei occhi.
Chiusi gli occhi, rilassandomi addosso al muro. Sentivo che il mal di stomaco mi stava passando, o almeno così credevo, prima di sentire un leggero fruscio si mosse al mio fianco.
-SSSIIIRRREENNNNNEEE!!!!-
Sanji, sonnambulo nel suo delirante sogno di sirene, si agitava sul tappeto, strisciando come un verme alla ricerca di qualche sirena.
-Sirennneeee… Sirena Nami… Sirena Robin… Sirena Shiraoshi… Sirena Kayme… sirene, sirene, sireneeeeeeee!!!!-
Mi buttai su Sanji, tremando freddo e tentando, mentre il cuoco si dimenava in overdose amorosa tra le mie braccia, di zittirlo tappandogli la bocca con entrambe l e mani, prima che Zoro e Nami lo sentissero. Fu tutto inutile!!!
Un luccichio accompagnò lo scattare secco e rapido dell’elsa di Zoro, mossa dallo spadaccino nel sentire le grida del cuoco.
-Chi è là?- gridò minaccioso il verde, voltandosi verso di noi armato, mentre la navigatrice continuava a baciarlo sulla mascella.
Presi Sanji per la collottola e lo spiaccicai a terra gettandomi su di lui, pregando il mio buon protettore di proteggermi dall’ira di Zoro. Lo sentì muoversi verso di me, alzando un passo in mia direzione.
Mi vidi passare davanti agli occhi tutta la mia gloriosa esistenza, mentre zittivo con il palmo della mano i mugugni nervosi di Sanji, che continuava a biascicare frasi senza senso.
-Vieni fuori se non vuoi…- tuonò serio il verde, ma Nami gli tappò la bocca con un bacio.
-Ssshhh…- sussurrò con voce lussuriosa -… non era niente… su… vieni… ti voglio… ora… subito…-
Sentì Zoro sghignazzare, mentre con Nami in braccio si allontanavano da me e da Sanji, in coma passionale post-sirena…
 
… finalmente trovai una stanza dove riposarmi e dove poter gettare Sanji… al mio risveglio, dopo un sano sonnellino digestivo, trovai accanto a me Rufy, Jinbei, Zoro e Nami nella stanza, tutti a confabulare dei pericoli del Nuovo Mondo che presto avremmo incontrato…-
Usop sorrise, perdendo lo sguardo nel suo ricordo.
-Uhm…- soffiò nell’aria una zaffata di fumo Sanji -… ricordo quella notte... mille adorabili sirene mi danzavano intorno, scappando dai mie baci e dai miei abbracci... e poi c’era una sirena brutta dal naso lungo che invece non si staccava mai da me… era bruttissima…-
-SIRENA BRUTTA?!? EHI, TI HO SALVATO DALL’IRA DI ZORO, IO!!!!- sibilò il cecchino, non gradendo la battuta del biondo.
-Sigh… che romantico il fratello… finalmente ha detto seriamente ciò che prova alla sorella… oh, è tutto così SUPER!!!!!-
-Su, su Franky… non piangere… se no fai piangere anche me… yohohoho-ho!!!-
-Che teneri!!!!-ondeggiò sulla sedia Chopper, intenerendo lo sguardo dolce di Robin.
-Si…- annuì tenera l’archeologa -… nonostante la lontananza, hanno continuato ad amarsi sempre, come se non fossero mai stati divisi…-
-Già… da Alabastra d oggi, Zoro e Nami hanno continuato ad amari sempre, senza sosta ne tentennamenti…- sorrise Usop.
-L’unica cosa che mi dispiace, è che non ci abbiamo ancora detto niente…- storse le labbra Chopper.
-Ma in fin dei conti, noi tutti sappiamo di loro… forse se glielo dicessimo noi che sappiamo di loro due, e che ne siamo felici, avrebbero meno paura del nostro giudizio…-
-Credi che sia per questo che non ci hanno ancora detto niente, Franky? Il nostro giudizio su loro due?- si accarezzò il pizzetto Sanji, riflettendo.
-Bhè, siamo la loro famiglia… credo che la nostra opinione valga molto per loro…- annuì Brook.
Con un salto potente ed energico, Rufy saltò sul tavolo, facendola traballare e dondolare sulle sue esili gambe di legno, zittendo  compagni..
-HO DECISO!!!!- urlò al gruppo,che lo osservava stupito –CORRIAMO ALLA SUNNY E DICIAMO A NAMI E A ZORO CHE SAPPIAMO TUTTO DI LORO!!!!-
Senza aspettare risposta dalla ciurma, Cappello di Paglia si catapultò fuori dalla locanda, correndo a perdi fiato lungo le stradine della piccola città, ridendo e scorrazzando divertito da casa in casa, saltando sui ciottoli delle vie, gridando felice e alzando un gran polverone dietro di lui.
-RUFY!!!!!- urlò Sanji, alzandosi dalla sedia e sbraitando indemoniato, facendo bella mostra di una fila di affilati e taglienti denti squalini –RAZZA DI IDIOTA!!!! DOVE CORRI?!?-
-CAPPELLO DI PAGLIA!!! FERMO!!!!- corse dietro al moro Franky, partendo a razzo dal tavolo e ribaltando nella sua corsa sedie e altri commensali, ubriachi e non, della taverna.
-Dobbiamo fermarlo, prima che arrivi alla Sunny!!!- si accerchiò il viso tremante di terrore Usop, sbiancando spaventato.
-Perché?- dondolò le orecchiette Chopper, non capendo il panico dei suoi Nakama.
-Oh caro dottore…- ridacchiò Brook, alzandosi anche lui dal suo posto e iniziando a correre con i compagni dietro al loro capitano -… di certo, ritrovatosi soli soletti sulla nave, la dolce Nami e  Zoro, ne avranno approfittato…-
-E di certo quei due ne staranno approfittando ancora …- sbuffò accaldato per la corsa Franky, alzando i suoi occhi a telescopio per individuare  un certo cappello di paglia.
-E se Rufy li becca mentre… bhè, mentre ne approfittano…- restò sul vago Sanji, superando una pila di barili di legno fuori dalla locanda -… a quel demente verrà un blocco della crescita, per non parlare di ciò che potrebbe fargli il Marimo vedendoselo spuntare fuori dal nulla, proprio mentre se la spassa con la mia Dea…-
Chopper spalancò la bocca terrorizzato dall’immagine carbonizzata e affettata del suo capitano, appesa al Jolly Roger dopo il pestaggio sanguinario della coppia.
-Oh no!!!! Dobbiamo salvarlo!!!!!- zampettando veloce, si unì all’inseguimento del moro, lasciando solo Robin seduta al tavolo della taverna.
La mora, tranquilla e beata, si alzò con calma dalla tavola, incamminandosi con i suoi libri verso l’uscita.
L’oste, che proprio in quel momento usciva dalla cucina in cui era stato impegnato tutto il pomeriggio a lavare e scrostare le pentole e le posate unte dal pasto di quella ciurma di matti, strabuzzò gli occhi vedendo il ripiano della tavolata satanica vuoto e silenzioso.
-EHI!!!!- gridò, battendo i pugni sul bancone del bar –DOVE SI SONO CACCIATI QUEI MATTI!?!? NON HANNO PAGATO IL CONTO!!!!-
Tranquilla Robin uscì dalla porta principale, come se non appartenesse affatto alla ciurma devastatrice della taverna, ignorando le urla e gli imprechi del proprietario del luogo, rivolte a lei e ai suoi Nakama. In fin dei conti erano pirati, mica bravi cittadini onesti che pagavano le consumazioni o che pranzavano in silenzio e con educazione.
-TORNATE INDIETRO, BRIGANTI!!!!- picchiò ancora i pugni l’oste, scuotendo nell’aria pesante della taverna un suo cliente ubriacone, tentando di rianimarlo per avere delle informazioni sul gruppo di pirati.
L’archeologa si dileguò sorridente lungo la piccola via centrale della città, camminando placida mentre leggeva un suo libro, dirigendosi senza fretta al porto dove la Sunny era ormeggia. Di certo, al suo arrivo, di tempo per leggere in santa pace ce ne sarebbe stato gran poco.
E mentre la bella mora camminava leggiadra, assorta nella sua lettura, una cagnara immensa e urlante rincorreva, alzando un polverone indecente per la corsa sfrenata, Rufy, che ridendo e reggendosi con una mano il suo cappello, sfrecciava senza sosta per il paese, diretto veloce al porto.
-Dobbiamo fermarlo!!!!- gridò Usop, rincorrendo il moro.
-Si farà ammazzare da Nami!!!! Yohohoho-ho!!! Rufy fermo!!!!-
-È inutile Brook!!!!- sbuffò stanco Chopper –Non ci sente!!!! Dobbiamo raggiungerlo prima che sia troppo tardi…-
-Non gli permetterò di deflorare con il suo sguardo il dolce corpicino della mia sirena ramata, già violentato da quel depravato di un Marimo…- avvampò di rabbia infuocata Sanji, aumentando il passo della sua corsa –RUFY, CRETINO!!! FERMATI!!!!-
Ma Cappello di Paglia non sentiva nemmeno uno dei richiami dei suoi compagni, seminandoli correndo e ridendo felice gli ultimi metri di strada che lo condussero alla banchina del porto. Si lasciò salutare dal gracchiare acuto di qualche gabbiano, che si alzò in volo spaventato dalla sua corsa, mentre il ragazzo di gomma filava tra gli attracchi navali.
Salto, con balzi rumorosi e potenti, sulla passerella della sua nave, che salutò con u sorriso felice, prima di catapultarsi sotto coperta alla ricerca della sua navigatrice e dello spadaccino. Attraversò la cucina come un lampo, raggiungendo la zona notte e aprendo, con forza, tutte le porte delle cabine della ciurma.
L’ultima che aprì, e in cui di certo avrebbe trovato la copia, assente nelle altre stanze, fu la cabina della sua navigatrice. Con un potente spintone, spalancò la porta, urlando e sorridendo entusiasta..
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