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Autore: Lilyth    16/07/2012    3 recensioni
Avere diciasette anni è difficile per tutti, gli ormoni danno alla testa e la vita sembra volerti solo prendere violentemente a calci.
Gipsy non è una comune adolescente; una nonna che sembra un generale, due gemelli tremendi, una madre svampita e un padre che sembra estraneo alla sua situazione familiare.
La vita di una strega non è facile, soprattutto se un giovane mago del 700 fa capolino nella confusione più totale.
è una storia che sta ancora prendendo forma, vediamo un po'.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo due ore di interrogatorio serrato le uniche cose che eravamo riuscite a capire erano che Sir Simon non era affatto matto, che aveva 20 anni da poco compiuti e che veramente veniva dalla Venezia del 1700.
< non capisco però cosa ci faccia qui. È incomprensibile! >
Annuii guardando mia nonna che si scervellava
< oltretutto non si vuole togliere quella stupida maschera! Veramente, non riesco a capire perché si comporti così >
Mia nonna non mi rispondeva, stava pensando...sì, ma pensando a cosa?
Di solito, quando accadevano queste cose (non che accadessero tutti i giorni) e la nonna era così concentrata ci si doveva preoccupare.
< Gi... >
Ecco che arrivava il momento critico
< non so come, ma lui deve ritornare nella sua epoca e finchè non ci riusciamo lui deve rimanere qui, e tu ne sei la responsabile. >
Strabuzzai gli occhi
< io? Ma dico, siamo impazziti? Questo è matto! E poi, come farò a spiegargli tutto ciò che in quest’epoca esiste ma che per lui saranno solo stranezze? No, poi dimmi come farò a fargli smettere di parlare così... >
Mi trafisse con uno sguardo di ghiaccio, nonna Zimilda era famosa per le sue frecciatine
< tu fai come ti ho detto. Inventati qualcosa Gipsie, e non intendo discuterne...non vorrai mica che lo lasci in mano ai gemelli, o meglio a tuo padre che di magia non sa nulla! >
Alzai gli occhi al cielo e annuii inviperita.
< ok, ok! Ci penserò io! Spero solo che quel cretino di Michele mi dia una mano! >
Uscii dalla cucina con passo pesante, il Sir era ancora in piedi davanti alla porta e si guardava intorno con quella ridicola maschera che gli copriva tutto il volto.
Mi schiarii la voce
< ehm...Sir Simon? >
Si voltò
< mi dica donzella... >
Cercai di calmarmi per non rispondergli male
< ora lei viene con me, cercherò di spiegarle cos’è successo, l’importante è che lei stia ben attento, non opponga resistenza e soprattutto non mi chiami donzella. >
Non rispose subito, poi annuì.
 
Si lasciò trascinare in camera mia, la prima cosa che dovevo assolutamente fare era far sparire quell’assurdo abbigliamento e soprattutto quel mascherone da carnevale rionale.
< prima di tutto, lei sa cosa è successo, vero? >
Annuì
< certo! Stavo festeggiando con i miei compari il carnevale Veneziano, ho pensato di farli divertire un po’, sa, loro non possiedono i miei poteri, volevo scomparire per qualche secondo ed ora...eccomi qua. Di preciso, per quanto sono scomparso? >
Aggrottai la fronte
< beh, ad essere sincera lei è scomparso per 306 anni. >
Rimase impassibile, l’unica cosa che gli sentii dire fu un “ah” di sorpresa.
< comunque, avrà capito che fortunatamente ha incontrato qualcuno che di magia se ne intende, non si preoccupi, vedremo di farla tornare nella sua epoca...nel frattempo dovrà adeguarsi all’anno corrente...farà tutto quello che le dico, vero? >
< o certo! Lei mi dice ed io eseguo. >
Sorrisi compiaciuta, stava andando piuttosto bene
< per prima cosa si dovrà liberare dei suoi vestiti e dei suoi...ehm...accessori, non ci si veste ormai così da anni, quasi secoli... >
Rimase in silenzio
< non c’è bisogno che lo faccia subito, guardi lì c’è un bagno. Potrà entrare, farsi una doccia e spogliarsi, quando avrà fatto le farò trovare dei vestiti adatti. >
Non rispondeva più, forse non sapeva esattamente cosa fosse una doccia.
Mi alzai e raggiunsi la porta del mio bagno personale (modestamente mi trattavo bene), gli feci cenno di avvicinarsi.
Aprii l’acqua della doccia
< vede, tirando in su la manopola esce dell’acqua; a destra acqua fredda, a sinistra acqua calda. Lì c’è del sapone e qui dei teli per asciugarsi...pensa di potercela fare? >
Probabilmente si fece prendere d’orgoglio, annuì impetuosamente

Uscii dal bagno e lo lasciai al “fatto suo”.
L’unica cosa che potevo fare nel frattempo era trovare degli abiti della sua misura, peccato che il Sir era alto circa 1, 90 e nessuno che io conoscessi era così alto.
Decisi di intervenire magicamente.
Entrai in camera di mio padre, tirai fuori un paio di jeans scoloriti e una maglietta a maniche corte nera, ricordandomi che era novembre presi una felpa abbastanza nuova, un paio di calzini e tutto ciò che mi poteva servire.
Per le scarpe pensai che potessero andare bene un paio di anfibi taglia 46 che mio padre non metteva più da circa 10 anni.
Cercai di rendere il tutto di una taglia fattibile per l’ospite e tornai in camera mia.
< Sir io ho fatto se vuole... >
Era già uscito dal bagno avvolto nell’asciugamano che gli avevo lasciato.
I capelli scuri davanti al volto mi impedirono di capire che fattezze avesse.
< questi sono i suoi vestiti e queste sono le scarpe che dovrà indossare finchè sarà qui, i suoi abiti li conserverò io. >
Presi i suoi vestiti dal bagno e li portai a nonna per farli lavare, la trovai intenta a parlottare tra se e se
< nonna, questi sono gli abiti di Sir, li lasciò qui, andranno lavati. >
Annuì  senza neanche avermi ascoltata, scossi la testa rassegnata e tornai di sopra.
Era riuscito perfettamente ad infilarsi i jeans e gli anfibi, solo che la maglietta nera gli creava qualche problema.
(prima annotazione, fisico veramente niente male)
< o, è qui...avrei qualche dubbio su come si indossi questa... >
Sorrisi

Gli feci notare i tre buchi presenti sulla maglietta
< vede, quello più largo è per la testa, gli altri due per le braccia...è come la sua camicia però più stretta, ecco... >
Riuscì ad infilarsela e la stessa cosa fece con la felpa.
Aveva i capelli piuttosto lunghi, probabilmente era di usanza così.
Ancora non riuscivo a vedergli bene il viso.
< si sieda, così vediamo cosa posso fare con i capelli... >
< no! >
Rimasi paralizzata
< perché no? >
< perché i capelli non si toccano. Io li porto così, la prego di non toccarli. >
Annuii perplessa
< posso almeno sistemarli? >
Non rispose, lo presi come un sì.
Lentamente gli spostai i capelli dal viso verso l’indietro, il ragazzo aveva due occhioni azzurri bellissimi; non mi scomposi.
Aveva la barba lunga, quella andava assolutamente tagliata, notai qualcosa di strano sullo zigomo destro, gli spostai un po’ la barba e notai (come se non si potesse notare) un taglio profondo.
< e questo? >
Scosse la testa
< nulla di cui preoccuparsi, è solo un taglietto. >
Rimasi perplessa
< posso almeno tagliarle la barba? Così lunga magari, sa, ha solo vent’anni...in questa epoca si è praticamente ancora bimbi a vent’anni... >
Annuì
< con la barba faccia quello che vuole >
Ok, io il rasoio sul suo viso non lo volevo assolutamente usare, non volevo sentirmi responsabile di tagli e ferite.
Pensai ad “alta voce”
< sì  però io il rasoio no... >
Mi sorrise, bel sorriso
< se vuole faccio io...mi fornisca solo il necessario. >
Schioccai le dita e feci comparire il tutto accanto al letto
< ecco, tutto per lei...faccia con comodo...poi al taglio ci penso io. >
 
Ci mise circa mezz’ora, per poco non mi addormentai sul letto, ma a fine opera era completamente sbarbato e aveva un viso praticamente da dio.
Mi avvicinai per osservare il taglio sullo zigomo, piuttosto profondo.
< ora aspetti qui, vado a prendere del disinfettante, non vorrei che si infettasse...nel frattempo si leghi i capelli. >
Gli lanciai un elastico che lui prese al volo.
Tornando giù notai che mia nonna stava ancora vagando e parlando da sola
< nonna io... >
< shhh! Gi! Quante volte ti ho detto di non disturbarmi mentre sono in contatto con Vonny!! >
Alzai le mani in segno di scuse, Vonny era la sua più grande amica, sicuramente stavano parlando di Sir.
Tornai in camera con alcol e ovatta, lui era rimasto così come lo avevo lasciato.
< so che farà un po’ male, ma deve rimanere fermo ok? >
Annuì tranquillo
Mi sedetti sul letto affianco a lui ed inizia a tamponargli la ferita con l’alcol, non si mosse di un millimetro.
Non riuscivo a capire se era immune al bruciore o se voleva mantenere alto il suo vigore.
< ecco fatto, ora guarirà meglio. >
< Grazie... >
Cos’altro dovevo accertare prima di farlo scontrare con l’anno 2012? A sì, quel suo modo di parlare.

Mi sembrò perplesso
< intendo, io Ti chiamerò Simon...non ti darò del lei, ma del tu...ad esempio, tu non mi chiamerai donzella ma Gipsie, che è il mio nome e uguale per tutte le altre persone che incontri, tranne quelli più grandi di te...capito? >
< sì... >
Mi guardò serio
< sì Gipsie... >
Sorrisi
< bravissimo Simon...ora sei diciamo pronto per entrare a contatto con il mondo esterno, vuoi? >
Alzò le spalle
< diciamo di sì. >
   
 
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