‘O questo o il patibolo’ fu la sanzione ;
‘Son senza una scelta!’ le urlò la ragione;
begl'abiti e scintillanti gioielli ora dovrà indossare;
per l’affascinante Casanova cosi poi incastrare.
Tale è la pena ma non la sua morte;
'è una fortuna per aver ucciso il consorte’;
Questo incarico ora dovrà completare;
per cosi alla corte poi ben ritornare.
Sente le dita della ragazza con forza intrecciarsi tra i rossicci capelli e i due respiri farsi affannati e confusi.
Scivolano sul letto a baldacchino e lui inizia ad accarezzarle dolcemente il collo per poi afferrarle con decisione la vita.
‘Casanova?..’ sospira lei in prenda al piacere.
‘Cosa?’ domanda lui, lambendole con la labbra la pancia.
‘C’è una cosa che dovrebbe sapere..’ mormora poi la biondina quasi sconfortata.
Il ragazzo non da segno del minimo interesse e fa scivolare le mani sulle vellutate gambe di lei.
‘Aspetta Casanova...’ replica nuovamente, afferrandolo per una spalla.
‘Cosa c’è?!’ domanda ora lui con tono seccato, arrestandosi definitivamente e fissandola in attesa di una risposta.
‘Sono promessa.’ Conclude lei subito dopo, con sorriso stentato.
‘Ah.’ Sibila Giacomo, scrutando per una manciata di secondi la tappezzeria della parete con aria pensierosa.
‘E fa niente’ risponde infine, sollevando istintivamente le spalle ‘Tanto c’è ancora tempo prima che ti sposi’
‘è questo il problema.’ Contraddice immediatamente la ragazza, con quella cantilena acuta che inizia a dargli seriamente sui nervi.
‘Mi dovrei sposare in questo momento’ continua, abbassando di due toni l’intensità della voce ‘Credo che i miei familiari.. e il mio promesso mi stiano cercando adesso’.
‘Ah.’ Ripete Casanova ormai demoralizzato del tutto.
La porta accanto a loro si spalanca producendo uno stridio clamoroso e un elegante omaccione dall’aria furente fa la sua entrata in scena.
‘Angelica?! Ma che diavolo..?!’
Casanova lancia un’occhiata perplessa alla ragazza per poi voltarsi verso l’uomo ancora immobile sulla soglia.
‘Salve.’ Pronuncia Giacomo con allegria, vedendo il suo volto diventare di uno strano colore violaceo. ‘emh..sento che c’è della tensione nell’aria...’continua, mentre con una mano afferra le proprie vesti sul fondo del letto.
‘Quindi.. penso... sia meglio..’ Le parole iniziano ad essere scandite sempre più lentamente fino ad arrestarsi.
L’uomo sembra fuori di se. Non lo smette di fissare un secondo e il suo labbro superiore trema, lasciando mostrare i grossi denti quasi come arma di terrore.
‘Si. Penso sia meglio...’ ripete Giacomo, nell’attimo in cui l’afflitto promesso abbassa la mano alla cinghia e sfiora un’arma che il giovane immagina si tratti di un fioretto.
‘DARSELA A GAMBE!!’ Grida, rotolandosi giù dal baldacchino con cosi tanto stile da congratularsi con se stesso.
Si dirige rapido verso la finestra lasciandosi alle spalle i singhiozzi della disperata biondina e le imprecazioni del bestione.
Ringrazia nuovamente Venezia per le sue belle e limpide acque, che gli hanno salvato la vita una cinquantina di volte. Chiude gli occhi e si copre il viso con le braccia.
'Addio Madame!'