Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: MrVortex    16/07/2012    1 recensioni
Avevo deciso. Nulla mi avrebbe fermato, aprii la finestra, il rumore della sicura echeggiò lungo il corridoio, sordo, perdendosi nel buio, a quell'ora non c'era nessuno, anche perché avevo mandato via tutti, si, risi amaramente dentro me, ecco finalmente essere il padrone di quel palazzo aveva portato i suoi frutti...
Sollevai il vetro, ed una sferzata di vento mi portò un attimo alla realtà, nuda, cruda, folle, caddi nella solitudine dei miei ricordi...
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2 Par 1

Sembrava di trovarmi in uno di quei film di spionaggio, mi voltai, la luce filtrava dalle finestre del corridoio, e all'inizio vidi solo una forma non molto distinta, una donna esile, non molto formosa, sembrava di ragazzina di 18-20 anni appena, capelli tagliati corti a caschetto, sembrava portasse una di quelle tute da motociclisti in pelle nera... aderentissima... wow, sbattei le palpebre e strinsi leggermente gli occhi per filtrare meglio le luci, ma non guadagnai molto, anzi al contrario feci una smorfia strana ed imprevista, tanto che le sfuggì una risata, diventai rosso come un peperone credo, il che la fece ridere ancora di più.

Volevo sprofondare danti metri almeno, il giudice si accorse dell'imbarazzo e per venirmi in soccorso invitò Sara a fare conoscenza con il suo nuovo incarico, mentre a lunghi passi si allontanava in direzione della sala premiazione.

"Piacere Sara - seguito da un risolino - spero non debba continuarmi a guardare così - continuò - altrimenti mi verrebbe alquanto difficile proteggerla mentre rido...", ed un successiva piccola risata seguì il sorriso più bello che ebbi mai visto in tutta la mia vita.

"Oh, mi perdoni, sa, la luce, un po' la mia vista, non da falco come può notare dallo spessore dei miei occhiali, cercavo di mettere a fuoco... ma sono così tanto buffo?" domandai un po' stizzito...

Contrariamente a come mi sarei comportato io, anziché fuggire dall'imbarazzo o arrabbiarmi per l'apprezzamento non molto galante, sorrise, e disse semplicemente un "Si, ed alquanto oserei dire", poi passandosi le dita sulle labbra color fuoco, come se mi stesse studiando aggiunse, "sembri un gatto quando sorpreso a ronfare della grossa, si vede scappare un bel topolino sotto il naso"

Splendido faccio la parte del gatto sornione, mi sarei potuto sentire offeso da quel giudizio affrettato, ma detto da lei, e poi in quel modo, non potei fare altro che dire "Davvero? La parte del gatto sornione mi è nuova, ma mi sa' che dovrò abituarmici".

Sorrise ancora, ma questa volta i suoi occhi nocciola, parvero illuminarsi di una luce strana, come quella di un gatto che gioca col topo, le parti si erano invertite ed io, mio malgrado, non avendo mai fatto nulla per cambiare, mi sentivo il topo, in trappola e nelle sue mani solo un giocattolo.

Come se mi avesse letto nel pensiero:
"Non mordo mica sai? ma se dobbiamo veramente passare molto tempo insieme è necessario che io sappia tutto di te", con un fil di voce: "Cioè cosa esattamente?".

Come se non si fosse accorta del poco fiato con cui avevo risposto, "Cosa fai, cosa mangi, quando, dove vai per divertirti, a che ora vai a letto, e cose così, dovresti dirmi veramente tutto, anche con chi esci, chi frequenti è importante per la tua sicurezza che io ti trovi sempre ed in ogni momento, per questo i primi tre mesi verrò a vivere con te, naturalmente sempre che la tua ragazza non faccia obiezioni, altrimenti basterà che mi prendo un appartamento il più vicino possibile al tuo"

Deglutii a forza, e con un buon autocontrollo le dissi che non stavo con nessuno e che la mia casa era un piccolissimo appartamento per due scapoloni in periferia vicino al campus

"Ottimo - esordì - il tuo amico ha deciso di trasferirsi oggi stesso nei nostri laboratori, avremo la tua casa tutta per noi!!", se non fosse stato per la natura del nostro rapporto avrei gioito, ma già mi era bastata mia madre per tanti anni vicino con un milione di problemi personali oltre che i miei da gestire, l'idea di convivere forzatamente con una sconosciuta per di più carina come quella...

Carina? No, non poteva essere mi ero preso una cotta!!! in solo 2 minuti? colpo di fulmine? il cavolo!, ero un ragazzino alle prime armi ecco cosa ero e chi sa che esperienze aveva avuto prima di me, quella mangiatrice di uomini con la voce da sirena e gli occhi da cerbiattina.

Mi stavo già facendo alcuni film che mi interruppe con un "Ho fame! Che mangiamo?"

Mi ci volle qualche decina di secondi per rimettere in piedi il mio cervello che era impegnato in mille pensieri che probabilmente, forse per lo stress, feci quella faccia da ebete di prima...

"Ah ah ah ah, di nuovo? Tu si che sai conquistare le donne! Le fai morire dalle risate", "Guardi che io...", non feci a tempo a terminare la frase che mi prese per mano, come si conduce uno scolaretto e mi trascinò fuori.

Al centro della piazza c'era una Jaguar sportiva nera una vera sciccheria, mi prese tutte le borse di mano, le mise nel portabagagli, saltò a bordo della sua lussuosa auto ed dopo avermi invitato a salire sgommando prese la via della costa.

La guardavo con un misto di orrore, inquietudine e curiosità, probabilmente la seconda era la più abbondante. La vedevo sorpassare le autovetture noncurante dei vari clacson che l'avvisavano di una guida spericolata, oltre la cintura cercavo di attaccarmi a tutto quello che poteva darmi sicurezza in quella macchina, conscio di un probabile schianto da un momento all'altro, ma lei forse non se ne avvide neppure.

Dopo qualche minuto di folle corsa per la città, si fermò stridendo le ruote davanti ad un ristorantino di periferia, anonimo quanto il quartiere dove ci fermammo.

La costruzione a forma di pagoda, tipico stile orientale stonava con il resto degli altri edifici presenti che variavano da lussuose dependance plurifamiliari a baracche di lamiera, scese molto elegantemente "saltando" lo sportello e mi invitò con un sorriso ad entrare nel ristorante cinese.

Ci accolse una ragazza molto giovane, con un kimono variopinto, ci accompagnò ad un tavolo in una zona all'interno del locale, molto riservata, tutto intorno si potevano notare nella luce rosa soffusa arazzi e dipinti, probabilmente a mano, inneggianti creature mitologiche tipiche di queste religioni, dipinte nei minimi dettagli, nel loro habitat naturale o perlomeno sembravano a loro agio tra sterpi e giungle.

Sulla nostra destra un drago dorato con delle scaglie verdastre con migliaia di sfumature volava in un cielo arancio tramonto, tipico della tradizione cinese, sembrava vivo, man mano che ci avvicinavamo al tavolo sembrava quasi volesse uscire dal dipinto e farci visita.

A sinistra incombeva una tigre bianca avorio con zanne lunghe e scintillanti, sembrava volesse proteggere la sua giungla incontaminata da presenze umane. Il tutto era reso ancora più inquietante dalla presenza di ombre tra i giunchi che le avrebbero permesso di scomparire alla vista per saltarti addosso nel momento in cui meno te lo aspettavi.

Una musica lieve, forse uno xilofono o una campana tubolare, ti invitava a rilassarti e a perderti nella foresta con la tigre o nel cielo col dragone, ci sedemmo uno a fianco all'altra quasi a sfiorarci, ci venne dato il menù, su carta di riso, sottile e quasi trasparente, poco dopo ci raggiunse un altra cameriera, anche se credo fosse la sorella della prima, di solito questi ristoranti sono a conduzione familiare, che ci portò del liquore caldo ed aromatico in una teiera di porcellana bianca orlata di blu e d'oro, vennero posti davanti a noi due piccoli bicchierini, anch'essi in porcellana, ma grandi come quelli delle bambole, ci versarono il liquore e come era venuta la ragazza scomparve con uno svolazzo del kimono.




Pace a voi.
Lo sapevate che vado pazzo per il ristorante cinese? e si, ma di più mi piace il giapponese, amo il sushi, e non poche volte ho convinto la mia dolce mogliettina a farmelo, ora abbiamo scoperto un sushi bar nella mia città, ma ancora di più un ristorante in un'altra bellissima città che per una cifra irrisoria vi permette di mangiare quanto volete... Quel giorno mi sono spazzolato almeno 50 pezzi di sushi maki e non mi sarei fermato se non qavessimo avuto un altro appuntamento.

Peccato, ma questa estate prometto solennemente di fotografarmi mentre faccio il bis e tris etc... Amo il sushiiii

Alla prossima.
  
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