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Autore: _Hysteria_    16/07/2012    1 recensioni
Questa è 'una storia come tante', come dice il prologo. La storia di una problematica ragazza, Hope, che alla vigilia del suo dicissettesimo compleanno decide di prendere in mano la sua vita, l'unica cosa che possiede. Leggete, se v'incuriosisce! E, se volete, lasciatemi una recensione con ciò che ne pensate! ;)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

 

 Corse tutta la notte fermandosi solo per prendere fiato. Aveva la gola secca (era stata stupida a non portarsi appresso una bottiglia d’acqua, effettivamente) e quando provava ad ingoiare sentiva il sapore del sangue. In un certo senso quel gusto ferroso le dava energia e la spingeva a continuare. Le era sempre piaciuto il sapore del sangue, sapeva di sfida, di sofferenza… di vittoria.

 Continuò a correre fino all’alba, quando, raggiunta la città e trovato un vicolo cieco ben nascosto, si era buttata a terra. Era esausta, non ce la faceva più e… puzzava. Dio, che cosa insopportabile! pensò facendo una faccia disgustata. Non era sicuramente abituata a correre tanto e a non avere una doccia a portata di mano.

 Beh, non le importava. Poteva resistere e dormire un po’ prima di andare alla ricerca di una doccia. Prima di tutto riposarsi, poi cercare un posto in cui fare qualche soldo almeno per mangiare e poi trovare una stanza. Era sfinita e si addormentò in un lampo.

 Si risveglio circa due ore dopo, il trambusto della vita di città l’aveva svegliata. Non aveva dormito per niente bene; in fondo una strada non era sicuramente comoda quanto il suo bel letto pulito lì all’orfanotrofio. Beh, sarebbe sicuramente sopravvissuta! L’importante era non rimettere piede in quel dannato luogo.

 Si mise a sedere, poggiò la schiena contro il muro che era il ‘retro’ di un night club e chiuse gli occhi sospirando. Cosa ne sarebbe stato di lei? Cosa avrebbe fatto, adesso? pensò.

 - E adesso che hai intenzione di fare?- una voce maschile diede voce a parte di suoi pensieri facendola sobbalzare.

 Si voltò e vide l’uomo (o il ragazzo?) a cui apparteneva quella voce. Era appoggiato anche lui contro il muro, ma era in piedi. Stava accanto all’uscita secondaria del night club e fumava una sigaretta. Dio, quanto ne vorrei una! pensò guardandogliela bruciare tra le dita.

 - Ehy, ne vuoi una?-

 Ma questo è fissato! Mi legge nel pensiero?! Lo fissava con faccia incredula.

 - Dai, ti si legge negli occhi! Hai bisogno di nicotina, eh?- continuò lo sconosciuto. – Prendi- e le avvicinò il pacchetto di Lucky Strike rosse da cui faceva capolino una sigaretta.

 - Grazie.-  disse prendendola. - Hai d’accendere, per favore?-

Le passò un accendino Zippo con sopra il logo dei Ramones. Le si illuminarono gli occhi e si accese la sigaretta.

 - Ti hanno brillato gli occhi. I Ramones piacciono anche a te, eh?- le disse con un ampio sorriso.

 - Veramente non li ho mai potuti ascoltare, ma ho letto di loro in qualche rivista ‘di contrabbando’.- rispose, virgolettando con le dita l’ultima parte della frase.

 - Addirittura ‘di contrabbando’?- rise lui – E da dove vieni, se posso? Non ti ho mai vista da queste parti!-

 - Lunga e noiosa storia. – gli rispose accennando un sorriso. Si toccò la pancia che brontolava da circa 10 minuti, aveva fame.

 - Beh, potrai raccontarmela in qualche tavola calda, se vorrai. Sembra proprio che tu abbia una certa fame. Non è così?- le sorrise e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi.

 - Ma…- tentennò lei, poi gli prese la mano facendosi tirare su. – Non so neanche come ti chiami e se posso fidarmi. E poi… Beh, non ho un soldo. Non mi posso permettere niente. Dovrei prima trovarmi un lavoretto.-

 - Offro io! Mi hanno appena pagato la terza settimana da buttafuori qui dentro.- disse indicando con un cenno della testa al night club. – E comunque io sono Will, tu?-

 Adesso che ci faceva caso, quel ragazzo aveva veramente un gran fisico. Per non parlare del viso! Era armonioso come pochi. Gli sorrise e…

 - Va bene, Will. Accetto!- disse – Ma prima o poi ricambierò il favore, sappilo! E… Hope, piacere.-

 - Signorsì, signora!- le rispose ridacchiando mentre le stringeva la mano.

 Hope prese la sua sacca e seguì ‘William Lo Sconosciuto’ verso una tavola calda a pochi minuti da lì. Aveva fatto bene a fidarsi di uno sconosciuto che lavorava come buttafuori in un night club?

 Dio, come ho fatto ad essere così cretina?! Si torturava mentre seguiva lo sconosciuto verso il fantomatico luogo di ristoro. E se fosse un maniaco? Un ladro? Se fosse un assassino?!

 - Ehy, cos’è quello sguardo? Hai forse paura di me?- le disse scherzando e rivolgendole un sorriso quasi angelico.

 

 

 

 

 

 Angolino personale:3

 

 Questo capitolo è un po’ diverso dai precedenti, infatti mi sembrava giunto il momento di farle incontrare qualcuno anziché far continuare l’ “introspezione” e… chissà! ;)

 Al prossimo capitolo :D

  
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