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Autore: LostinStereo3    17/07/2012    6 recensioni
Non sapevo da quanto tempo camminavo, non mi importava, il tempo era solo un numero, uno scorrere di numeri in successione che si accavallavano, uno dietro l’altro, in una continua gara verso un misterioso traguardo. Che senso aveva questo? Perché il mondo era così crudele? Se era vero che Dio esisteva, perché aveva permesso tutto ciò?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di colpo mi svegliai, mi guardai intorno non ricordando di preciso dov’ero. Feci un rapido rewind e tutto tornò al suo posto.
Ci eravamo sdraiati tranquillamente sul letto e silenziosamente eravamo caduti in un sonno leggero e piacevole.
Mi accorsi di essere abbracciata a lui; il suo braccio dietro la mia testa a cingermi la spalla ed il mio sulla sua pancia.
Non ricordavo di essermi stretta a lui e inconsciamente mi apparve un sorriso sulla faccia ancora assonnata.
Sbadigliai e mi voltai a guardarlo mentre apriva gli occhi, ormai sveglio anche lui.
Mi sorrise, ma appena si rese conto della situazione sembrò stupito quasi quanto me.

“È la prima volta che mi sveglio in un letto con una ragazza ancora vestito.”

“Non so se esserne lusingata o schifata, sinceramente.” Risposi, senza troppi peli sulla lingua.

Lui rise facendo vibrare tutta la cassa toracica.

Mi stiracchiai un po’ e poi mi sistemai meglio sul letto. Ripensandoci, avevo fame.

“Ho fame, scendo in cucina a prendere qualcosa, vieni?”

“Tu mangi più di me.”

Gli diedi un buffetto e scesi di corsa le scale catapultandomi in cucina, avevo veramente fame.
Tre secondi dopo ecco arrivare anche Billie, che si buttò con la delicatezza di un elefante su una sedia.
Sul frigorifero c’era un biglietto.

Stavate dormendo perciò non vi ho svegliato per pranzo, ma vi ho lasciato qualcosa. Io torno a lavoro,
Mamma.


Aprii il fornetto e infatti trovai un timballo di pasta, che misi a scaldare e 5 minuti dopo già ce lo stavamo divorando come se non avessimo mai mangiato.

“Fortuna che io ero quella che mangiava tanto, tu c’hai messo tre minuti a finire un piattone enorme.”

“Dormire mi mette fame.” Si giustificò lui.

Alzai gli occhi al cielo.

“Ho voglia di fumare.”

“E allora fumiamo.”

“Sì però fuori.”

Lo presi per mano per indicargli la strada verso il piccolo giardino incolto sul retro, dove spesso avevo passato i pomeriggi più belli quando ero ancora piccola a giocare con mio padre che mi rincorreva e mi faceva il solletico.
Ci sedemmo sul bordo delle scale e iniziammo a tirare assaporando lentamente il gusto soddisfacente della sigaretta.

“Sai,” gli dissi “a volte il mondo fa proprio schifo, anzi sempre, in genere fa veramente tanto schifo, ma ogni tanto incontri qualcuno che rende tutto questo meno una merda.”
Ci guardammo e mi parve di vedere un luccichio nei suoi occhi, così verdi, così arroganti, così menefreghisti, così persi, così veri.

Ancora una volta ci ritrovammo abbracciati, la mia testa sotto la sua, il suo braccio intorno alle mie spalle, la mia mano a stringere la sua, ognuno perso nel suo mondo.


“Billie?”
“Mmh?”
“Mi manca. Ogni giorno. Sempre di più.”
“Lo so Alex, lo so.”







Toh, è un mese che non scrivo ed ecco qua quello che è uscito. Boh. No, cioè in realtà forse mi pure piace. Billie mi sembra dolce qui, ogni tanto pure lui, come me, ha dei momenti di dolciosità lol
Sono le due di notte, sono a casa da sola perchè i miei sono partiti e mi scoppia la testa #partyhard
Perciò vi mollo, peace. Notte.
  
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