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Autore: pescioletta    17/07/2012    4 recensioni
Dal capitolo 1: Damon. Tanto tempo e le stesse recriminazioni: lui l'avrebbe salvata.
Non importava come, non importava il prezzo, non importava se l'avesse odiato per sempre perché aveva deciso lui al suo posto.
Si sarebbe fatto odiare da lei per l'eternità se ci fosse stato anche un unico modo.
E questo modo c'era.
IV stagione... a modo mio...
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Klaus, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler, Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi di nuovo qui con il secondo capitolo di questa storia.
Ringrazio tanto le due persone che hanno recensito, mi avete dato la carica per scrivere ancora nonostante il poco tempo.
Ci vediamo in fondo!
Buona lettura!!


*****

La strada era lunga. Un grosso serpente d'asfalto che costeggiava campi, laghi e boschi.
Damon fermò la macchina in una radura.

Poi, aprì il baule e ne estrasse alcuni oggetti personali: un coltello, una pistola, un paio di fialette magiche.

Infilò tutto nella cintura e si avviò verso la casa che si ergeva spettrale nel bel mezzo del bosco.

"Entra pure, ti stavo aspettando…"

*****

Elena aveva dormito per ore, stretta nell'abbraccio di Stefan.

Bonnie, Caroline, Matt e Jeremy la attendevano di sotto, parlando seriamente tra loro.

Stefan aveva sentito tutto, ovviamente.

Caroline che piangeva in silenzio stringendosi a Matt.

Matt che cercava di consolarla come meglio poteva e tratteneva le lacrime al pensiero che Elena avesse scelto di sacrificarsi al suo posto.

Jeremy che si teneva la testa tra le mani e non voleva credere di aver contribuito a perdere l'ultimo membro della sua stessa famiglia e Bonnie, che parlava di come avrebbero potuto aiutare Elena ora che sarebbe stato tutto così diverso…

"Può un vampiro avere paura di rivedere i propri amici?"

Chiese improvvisamente Elena, gli occhi ancora chiusi, le braccia strette al suo torace nella medesima posizione.

Stefan annuì.

"Non ha senso…" continuò mettendosi di schiena e guardando il soffitto "mi sento cento volte più forte e mille volte più invulnerabile di prima eppure… ho paura… ho paura anche solo di guardarli negli occhi…"

"Prima o poi dovrai affrontarli, Elena…"

"Lo so…" disse lei, calma "ma non ora…"

Stefan si abbassò sul materasso vicino a lei, prendendole una mano.

"Dovremmo parlare…"

Elena annuì e Stefan le porse una sacca di sangue.

"Puoi anche nutrirti di questo a vita se vuoi, ma prima o poi dovrai avere di nuovo a che fare con le persone, dovrai sentire i loro cuori battere, il loro sangue pulsare nelle vene…"

Elena si rese conto solo in quel momento che i suoi occhi si erano bordati di rosso e un paio di denti erano diventati più lunghi del normale

"Non posso!" gridò alzandosi dal letto e scaraventando la sacca al di là della stanza. Stefan le si avvicinò.

Tremava.

"Va tutto bene…"

"No!" gridò Elena, talmente forte che riuscì a sentire i suoi amici di sotto zittirsi di colpo "Non va bene. Non va bene per niente!!"

"Calmati…"

"E come?!" esclamò lei. Le mani sul volto. La faccia mutata nella maschera della caccia

"Anche mentre cercavo di dormire, anche se sono a due piani di distanza, anche se sapevo che tu mi avresti fermato, non ho fatto altro che ascoltare i loro cuori battere. Per tutto questo tempo!"

"Elena… ascoltami…"

Stefan le prese le mani, ma lei lo respinse.

"Non ce la faccio più, Stefan! Non posso vivere così! Non posso avere paura di avvicinarmi a chiunque perché sono sicura che gli farò del male!"

"Imparerai a controllarti, Elena…"

"Fra quanto tempo?!" esclamò lei, continuando a tremare "e quante persone dovranno morire prima che riesca ad apprendere? Quante persone hai ucciso tu?!"

Stefan chinò il capo, cercando le parole per controbattere, ma Elena fu più veloce di lui.

"Sai cosa? Devo andare!" disse solo, voltandosi verso la finestra e sparendo nel buio della notte.

*****

"Ti avevo detto domani, ma evidentemente non riesci a starmi lontana…"

Al solo sentire la sua voce, Elena si sentì meglio.

Si voltò, sorridendo.

E il sorriso le morì sulle labbra non appena vide il volto del vampiro macchiato di sangue. La camicia, mezza aperta, era sporca e lacera e sul fianco sinistro spiccava un grosso taglio, probabilmente causato durante una lotta.

"Ma che diavolo…"

"Sto bene." La interruppe Damon, fermandola immediatamente "come ho già detto, non ti aspettavo per stasera. Ad ogni modo, mi do una sistemata e poi sono tutto tuo…" disse, passandole a fianco con fare ammiccante.

Senza ascoltarlo, Elena lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi.

"Che ti è successo? Chi ti ha fatto questo? Dobbiamo tornare a casa…" esclamò preoccupata, cercando con lo sguardo ulteriori ferite o segni che potessero farle credere che-

"Ehi…" la fermò Damon alzando le mani in segno di tregua

"Respira…" Elena si rese conto solo in quel momento di quanto la sua voce probabilmente fosse sembrata isterica

"Sono un vampiro, ricordi? E poi non è nulla che non avessi già messo in conto…"

"Cosa intendi dire?"

"Quello che ho detto." Rispose Damon senza risponderle "Passeremo dalla mia macchina e poi andremo verso le cascate… c'è una cosa che devo assolutamente farti vedere…" disse.

L'auto giaceva abbandonata a bordo strada, vicino a un grosso albero. Elena vi si appoggiò e cercò d'ignorare l'odore del sangue di cui erano impregnati i vestiti del suo amico.

"Allora, vuoi dirmi chi ti ha fatto questo?" chiese

"No" rispose Damon lanciandole una sacca di sangue e bevendone una lui stesso "ma credo che un goccio non possa che farti bene, scommetto che non ne hai più toccato da quando hai bevuto quelle poche sorsate insieme a Stefan… ma…"

Mentre parlava, Elena si era avvicinata a lui e gli aveva posato una mano sulla spalla.

Damon si voltò e si ritrovò la bocca della ragazza a tre millimetri dalla propria. Le mani gli accarezzavano il torace nudo, aprendo piano la camicia zuppa di sangue e facendola ricadere al suolo, la bocca era scesa verso il collo e lì aveva catturato una piccola stilla rossa che segnava perfettamente la linea dei muscoli.

Un istante dopo, risalì lenta verso la guancia e si fermò un meraviglioso secondo sul taglio ancora aperto vicino al sopracciglio, mentre le mani continuavano ad esplorare i suoi fianchi.

Con una forza che non credeva di possedere, Damon afferrò le mani di Elena e la allontanò dolcemente da sé…

"Damon… oddio… scusa… che cosa…" balbettò Elena confusa riacquistando il controllo di sé.

"Vedo che abbiamo un po' di strada da fare…" sussurrò invece il vampiro calmo "aspettami qui, torno fra un istante…"

*****

"L'hai trovata?"

Stefan entrò in casa e scosse la testa sedendosi sul divano.

Le era corso appresso non appena era uscita da casa, ma dopo pochi minuti ne aveva perso le tracce e aveva capito che più di ogni altra cosa, Elena non voleva essere ritrovata.

Non voleva essere riportata a casa.

"Bonnie devi localizzarla, ora." esclamò Caroline "e farle un anello del sole, così almeno se vorrà andare in giro da sola nel bosco non dovremo stare per forza in pena per lei fino all'alba…"

Bonnie si alzò, guardando Stefan e andò verso la cucina.

Intanto, Matt si alzò di scatto e andò verso la parete tirando un pugno fortissimo contro il muro.

"Matt!" "Ma che ti prende?!"

"Avrei dovuto esserci io al suo posto…" disse in un soffio, stringendo i denti

"Non avresti dovuto salvarmi… Non avresti dovuto salvarmi!" urlò, rivolto a Stefan.

"Matt, calmati…"

"Tu l'hai lasciata morire!" sussurrò

Stefan non si mosse, si limitò a fissarlo.

"Elena non voleva perdere altre persone a lei care e mi ha chiesto di-!"

"E guarda in cosa si è trasformata!"

Stefan fece un passo avanti, fronteggiandolo.

"L'alternativa sarebbe stata molto peggiore…" disse Stefan "Pensaci: Elena ne ha passate tante. Sopravvivere sapendo che il suo migliore amico era morto per salvarle la vita non avrebbe-"

"E allora era meglio lasciare morire lei?"

"Io non volevo che lei morisse!" gridò Stefan, al limite della sopportazione.

Matt arretrò.

"Non l'ho abbandonata…" sussurrò "ho solo pensato di avere ancora un po' di tempo… non ci ho messo più di un paio di secondi… avreste dovuto salvarvi entrambi…"

*****

La notte era magica.

Elena assaporò i profumi del bosco, lo scoscio regolare delle cascate.

Sentì, nell'acqua, i movimenti di un pesce che nuotava pigro e tra i rami, il lieve rumore di un gufo che si lisciava le penne.

Era incredibile quanti rumori, suoni, profumi riuscisse a sentire ora che era cambiata.

Da bambina, ricordava di essere rimasta molte volte sotto il portico a guardare le stelle, ma riusciva solamente a sentire alcuni grilli e, quand'era fortunata, a vedere un pipistrello.

Ma adesso…

"Scccch…"

Non l'aveva neppure sentito arrivare. Aveva sobbalzato non appena si era accorta che era dietro di lei, ma lui le aveva messo le mani sulle spalle e le aveva detto di tacere.

E così aveva fatto.

Lentamente, aveva sentito il corpo del vampiro passarle a fianco e fermarsi, a pochi metri da lei.

"prendimi…" sussurrò una voce nella sua mente ed Elena si stupì nel vedere solo una foglia muoversi al suo passaggio.

Immediatamente si mise a correre nella direzione dello spostamento d'aria e rimase stupita nel vedere che tutto, al suo passaggio, sembrava come congelato.

Improvvisamente, lo vide girare dietro un albero.

Senza pensare, lo rincorse e si ritrovò in una meravigliosa radura, uno spazio aperto circondato dal bosco.

Milioni di lucciole, spaventate dalla corsa del vampiro, si erano alzate in volo e ora illuminavano il campo con miliardi di lucine lampeggianti.

Elena rimase ferma qualche secondo a guardare quello spettacolo, pensando che probabilmente non l'avrebbe mai visto se fosse rimasta umana.

Poi, come risvegliatasi improvvisamente, ricordò di ciò che le aveva sussurrato il vampiro e si guardò intorno, cercandolo.

Damon non si vedeva da nessuna parte.

Avanzò di un paio di passi, cercando di capire dove fosse e, d'improvviso, qualcosa attirò la sua attenzione.

Non era un rumore, né una voce… era un profumo. Lo stesso profumo che aveva sentito sulla pelle per almeno due giorni dopo che era tornata da Denver…

Come un fulmine si scagliò verso quel profumo e lo trovò beatamente disteso sopra una roccia.

Guardava le stelle, uno stelo d'erba in bocca, gli occhi azzurri rivolti a quel magico soffitto.

Elena si avvicinò, impacciata.

"Damon… io…"

"Scchhh…" disse lui, facendole cenno di avvicinarsi.

Elena non sapeva cosa fare. Cosa voleva dimostrarle?

Si sdraiò sopra la roccia vicino a lui solo per il gusto di dirgli 'beh, e allora?' e invece si ritrovò ad ammirare lo spettacolo più bello che avesse mai visto.

Da quella particolare angolazione una luna enorme li guardava sorniona e almeno tre, no cinque costellazioni le facevano l'occhiolino nel buio magico della sera.

"Le vedi quelle sette stelle lì, vicine alla luna?" chiese improvvisamente Damon, indicando il cielo.

Elena annuì.

"Beh, sono le stelle della costellazione dell'unicorno, quasi invisibili ad occhio nudo…"

"Ma… io le vedo benissimo…"

Sussurrò Elena e quasi all'istante capì dove voleva andare a parare…

"Damon… so cosa volevi fare…" sospirò, sedendosi "so che i vampiri possono correre veloci, sentire i suoni, vedere le cose meglio degli esseri umani ma io non-"

"Davvero lo sai, Elena?" chiese Damon alzandosi sui gomiti.

Elena si voltò, alzando gli occhi al cielo

"Vi conosco da qualche anno, ormai… so che voi vampiri-"

"noi vampiri…"

Quel singolo cambio di lettera provocò a Elena un brivido freddo che le si diffuse per tutta la schiena.

"Elena…" disse Damon prendendole le mani e guardandola fissa negli occhi.

La ragazza era ancora in silenzio e fissava la roccia sotto di sé come fosse d'oro zecchino

"Volevo che stanotte non la passassi nella tua stanza con la paura di fare del male alle persone che ami…"

Improvvisamente, ciò da cui era scappata le ritornò alla mente come una pugnalata

"Come fai a…"

"E non volevo nemmeno che la sete o il desiderio del sangue fosse l'unica cosa che ti passasse per la testa in questo momento… magico…"

Effettivamente, era da un po' che non ci pensava…

"Non voglio che tu viva questi momenti come una condanna." disse ancora, cercando il suo sguardo "perché non è così. Ci sono così tante cose che puoi fare, così tanti posti che potresti visitare…" "Per ora l'unica cosa che voglio è-" "Lo so…" disse Damon, accarezzandole il dorso della mano "E non voglio mentirti, almeno per i primi tempi la voglia di sangue sarà tanta e difficile da controllare, ma posso insegnarti. Posso insegnarti a essere un vampiro senza reprimere costantemente la tua vera natura come fa Stefan. Posso insegnarti a soggiogare la gente, a divertirti fino a notte fonda, a ballare fino a svenire e a rimetterti in piedi un minuto dopo. Posso insegnarti a fare il giro del mondo e ritorno, tutto in un'unica notte, posso insegnarti tutto questo e molto altro ma per ora voglio soltanto che tu sappia che esiste molto di più nell'essere vampiri che la semplice sete di sangue che senti adesso… che non è tutto è violenza o disperazione e che ci sarà sempre un angolo, questo angolo, nel quale tu, Elena, donna, vampira, hai detto ce la posso fare "

Elena lo guardò, senza fiato.

Damon abbassò gli occhi.

C'era solo un'altra cosa che le doveva dire, poi sarebbe stata una sua scelta. Lui avrebbe comunque continuato a proteggerla e a vegliarla, almeno finchè non fosse stato certo che non aveva più bisogno di lui e allora se ne sarebbe andato, lasciandola con Stefan, con la sua vita, il suo amore.

"C'è una cosa però… che devi sapere…"

Disse a un tratto ed Elena strinse gli occhi, incitandolo a continuare.

"Stefan e io ci siamo fatti una promessa il giorno in cui Klaus è morto"
Cioè ieri… focalizzò mentalmente lei.

"Se tu avessi preso una decisione… se avessi scelto uno di noi, l'altro…"

No. Aspetta.

Non poteva dire questo.

"se ne sarebbe andato lasciando per sempre Mystic Falls"

No….

Elena scosse la testa piano, senza riuscire ad emettere una singola parola.

Anche Damon sceglieva con cura le lettere, prima di metterle in fila e pronunciare quelle frasi, quelle frasi che scavavano un solco profondo nel suo cuore man mano che le pronunciava, perché potevano essere le ultime che le rivolgeva.

"Non sono passate nemmeno 48 ore e ho già infranto la promessa, ma a mia discolpa devo dire che le cose non sono andate esattamente come immaginavamo… ad ogni modo" disse "voglio che tu sappia che per te ci sarò sempre… ma che non tornerò alla villa…"

"L'incantesimo…" sussurrò Elena

Damon annuì

"Continuerò a cercare, sono su una pista, ma come ti ho detto mi serve tempo" e una buona dose di fortuna, pensò.

"Ma… Come farò se avrò bisogno di te?" chiese in un sussurro e Damon non potè fare a meno di guardarla e di prenderle teneramente il volto tra le mani.

Avrebbe voluto dirle che lui ci sarebbe sempre stato, che avrebbero avuto tutto il tempo del mondo, che avrebbero passato la vita insieme, ma non poteva.

Lei aveva preso la sua decisione. Ora si trattava solo di metterla in pratica…

"Tutto ciò che posso insegnarti io te lo può insegnare anche Stefan, Elena… e non ho dubbi che lo farà…" disse, triste "ma volevo che sapessi che se avessi bisogno di un aiuto in più, se avessi bisogno di qualunque cosa, basterà che ti concentri e saprai dove trovarmi…"

Elena annuì, continuando a guardarlo negli occhi.

"Buonanotte, Elena…"

Un istante dopo, Damon era sparito.


*****

Stefan varcò la soglia della cucina e aprì lo sportello superiore del pensile a sinistra, dove aveva più volte visto Alaric nascondere i propri alcolici.

In quel momento un goccetto gli serviva davvero e poi, considerato che era morto - anche lui, gli ricordò una vocina nella sua mente - non gli sarebbe di certo dispiaciuto.

Alle sue spalle, Bonnie lo fissò posando il vassoio su cui aveva preparato qualche stuzzichino per supplire alla cena.

"Stafan…" disse, e il vampiro si voltò "dobbiamo parlare…"
*****


Ed eccoci qui... questo capitolo così fortemente Stelena/Delena mi serviva per far chiarezza su alcuni sentimenti che i personaggi stanno provando.
Ma la storia va avanti! Ed ecco che nel prossimo capitolo sapremo sia cosa è successo a Damon in quella casa e che cosa vuol dire Bonnie a Stefan...
oltre a qualcos'altro ;P
Alla prossima!!
  
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