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Autore: pescioletta    13/07/2012    3 recensioni
Dal capitolo 1: Damon. Tanto tempo e le stesse recriminazioni: lui l'avrebbe salvata.
Non importava come, non importava il prezzo, non importava se l'avesse odiato per sempre perché aveva deciso lui al suo posto.
Si sarebbe fatto odiare da lei per l'eternità se ci fosse stato anche un unico modo.
E questo modo c'era.
IV stagione... a modo mio...
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Klaus, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler, Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The promise

Damon guardava fuori dalla finestra.

Pioveva.

Non una pioggia forte, ma un gocciolio lento, che rendeva grigia ogni cosa.

Vestiva di nero, un bicchiere di whiskey in mano e una manica ancora alzata, unica testimonianza di ciò che era accaduto.

Bevve l'ultimo sorso e poi si voltò verso l'armadio.
Aprì un'anta e svuotò un cassetto riponendo tutti i vestiti in ordine, sul pavimento. Sul fondo del mobile, quasi invisibile, stava un bottone. Damon lo azionò, ed improvvisamente un meccanismo nascosto mise in mostra la collezione d'armi dei Salvatore che apparvero in tutta la loro terribile bellezza.

Damon prese una sacca capiente e cominciò a riempirla.
Un coltello.
Un fucile.
Un paletto.
Diversi tipi di proiettili, una pistola, un pugnale, una balestra…

Poi scese in cantina e riempì lo spazio rimasto con numerose sacche di sangue.

Era pronto.

Ora mancava solo un'ultima cosa.

Prese in mano il cellulare e compose un numero.

Nove cifre, un tasto verde, la sua unica speranza.

*****

Elena guardava fuori dalla finestra. Suo fratello Jeremy era uscito e lei era sola in casa. Non che le creasse problemi, ma con quello che le era appena accaduto avrebbe infantilmente voluto che qualcuno le restasse accanto, qualcuno di umano.

Come spesso era accaduto in quelle ultime ore, il suo pensiero tornò a Stefan e gli occhi le si velarono di lacrime.

"Devi decidere tu cosa fare… è la tua vita. Ma sappi che se deciderai di compiere la transizione ti sarò sempre vicino. Affronteremo e supereremo questa cosa insieme. Se invece deciderai di lasciarti morire, allora spargerò le tue ceneri sulle cascate di Mystic Falls e poi vi unirò le mie.."

Lo aveva guardato, dal divano di casa Salvatore, senza capire realmente il significato di quelle parole. Poi, una luce di consapevolezza era apparsa nei suoi occhi e calde lacrime avevano iniziato a scorrerle sul volto.

"Non puoi chiedermi di sopravvivere, non avrei nulla per cui farlo.." aveva sussurrato Stefan e poi l'aveva baciata.

Un bacio dolce, lento, casto.

Un bacio disperato.

Poi era uscito dalla stanza e l'aveva lasciata sola, arginando l'uragano che era suo fratello e allontanandolo da casa mentre, ancora sconvolto, urlava ai quattro venti quanto insensati fossero i loro discorsi e che lui avrebbe fatto qualunque cosa pur di farla sopravvivere.

Pur di salvarla.

E allora Elena si era alzata.

Mentre sentiva la voce di Damon farsi più lontana e realizzava, lentamente, le conseguenze di quella folle notte, aveva preso la sacca di sangue e si era rivestita cominciando poi a correre velocemente verso casa.

Era rimasta impressionata per il poco tempo che aveva impiegato e aveva dovuto chiamare suo fratello per chiedergli di farla entrare.

Immediatamente, Jeremy aveva capito cosa fosse successo.

L'aveva abbracciata, l'aveva soccorsa, avevano parlato e poi l'aveva accompagnata in camera sua, chiedendole di aspettarlo mentre andava a cercare Stefan o Caroline.

Elena aveva capito che si trattava solo di una scusa per prendere una boccata d'aria e l'aveva lasciato andare.
Del resto, non doveva essere facile per Jeremy metabolizzare che sua sorella era morta per salvare il suo amico Matt.

Ed ora se ne stava lì, seduta sul cassettone sotto la finestra, con il suo diario stretto tra le mani e la sacca di sangue ancora piena vicino alle caviglie.

La testa le faceva sempre più male e sentiva il corpo che perdeva ogni minuto un po' della sua forza, ma non cedette.

Prese invece il cellulare e compose un numero.

Poi, si portò il telefonino all'orecchio e si mise in piedi, in attesa di una risposta.

*****

"Quanto tempo ci vorrà?"

"Non molto…"

Bonnie era in piedi davanti all'ex corpo di Klaus e salmodiava qualcosa. I segni delle bruciature inferte dal paletto erano ancora ben visibili, ma il corpo non era andato in cenere e non era neanche eccessivamente danneggiato.

Improvvisamente, il paletto di quercia bianca iniziò ad uscire piano piano dal torace dell'originario e si depositò a lato della bara.

Tyler si avvicinò alla strega.

"Perfetto… direi che ora possiamo passare alla fase due…" disse, in tono mellifluo.

Bonnie si voltò verso Klaus guardandolo fisso negli occhi.

"Terrai fede al nostro patto?" chiese

L'ibrido alzò due ditta in alto con l'espressione più innocente del mondo "parola di boy-scout" disse, sorridendo

"E adesso completiamo questo dannato rituale"

Mentre parlavano, il cellulare di Bonnie cominciò a squillare.

*****

Stefan stava seduto in riva al lago.

Una pietra rimbalzò veloce sulla superficie increspata dal vento.

Il vampiro sospirò e poi ne gettò un'altra e un'altra ancora.

Voleva lasciarla libera.

Una pietra.

Voleva che fosse lei a decidere.

Un'altra.

Voleva evitare di compiere lo stesso errore che aveva fatto tempo prima con suo fratello.

Una lacrima, solitaria, gli rigò la guancia.

Chinò la testa e la nascose in mezzo alle braccia.

Del resto, Elena non voleva diventare un vampiro.
Non lo aveva mai voluto, pensò… ricordando con una morsa che si stringeva intorno al petto, ogni singola espressione del suo volto di quella maledetta giornata in cui Demon le aveva fatto bere il suo sangue.

Eppure lui aveva bisogno di lei.

Mai come allora capiva suo fratello.

Avrebbe fatto di tutto per salvarla, anche costringerla a nutrirsi…

Ma non era giusto…

Prepotenti, le parole dette da suo fratello gli ritornarono a rimbombare nella testa.

"Non farlo, Stefan! Non permetterle di andarsene di nuovo. Non condannarla a morte un'altra volta!"

Damon.

Tanto tempo e le stesse recriminazioni: lui l'avrebbe salvata.

Non importava come, non importava il prezzo, non importava se l'avesse odiato per sempre perché aveva deciso lui al suo posto.

Si sarebbe fatto odiare da lei per l'eternità se ci fosse stato anche un unico modo.

E questo modo c'era.

Bastava che lei bevesse.

Ed ora… ora Stefan si chiedeva se avesse davvero fatto bene a lasciarle tutta quella libertà, a concederle tutta quella fiducia…

"Anche quando stavamo insieme, hai sempre rispettato le mie scelte…"

Eppure doveva…

Doveva perché…

Era l'unica cosa che gli era rimasta.

L'unico mattone sul quale ricostruire il loro rapporto.

Un'ultima pietra raggiunse le altre nel lago.

Ormai Elena doveva aver deciso.

E Stefan si sarebbe preso tutte le conseguenze e le responsabilità di quella decisione.

Si alzò in piedi.

Era tempo di tornare a casa.

Qualunque fosse stata la decisione di Elena, lui sarebbe stato al suo fianco e l'avrebbe cullata e protetta.

Fino alla fine.

*****

"Stai scherzando?!"

Il tono della strega era serissimo e Tyler si avvicinò di un passo.
Bonnie lo respinse indietro e si allontanò premendosi ancora più forte il telefono contro l'orecchio

"Sì… certo… arrivo subito…"

Klaus la guardò in attesa di una risposta.

"Abbiamo un problema…" disse semplicemnte Bonnie, ricacciando indietro le lacrime.

*****

Elena appoggiò il cellulare vicino alla sacca di sangue.

Non rispondeva. Era ovvio. Cosa mai si sarebbe potuta aspettare?

Sospirò fissando intensamente la sua camera. Imprimendo a fuoco ogni dettaglio nella sua mente, un ultimo ricordo di quella vita umana che non le apparteneva più.

Poi si alzò in piedi e si dovette aggrappare alla testiera del letto per non cadere.

La debolezza stava prendendo il sopravvento… ormai non le restava più molto tempo.

Allungò una mano per prendere il cellulare e comporre il numero di Stefan quando un verso acuto la fece sobbalzare e un corvo nero si posò sul suo davanzale.

Non aveva avuto bisogno di voltarsi per sapere che lui era lì.

"Damon…"

*****

Il bar era gremito di gente.

Christian Fell, nuovo membro del consiglio di Mystic Falls era seduto da diverso tempo ormai e sorseggiava con calma il suo bicchiere di vino bianco.

Aveva accettato di succedere al padre alla luce dei nuovi eventi che avevano sconvolto la cittadina ed era stato scelto per quel compito perché finalmente, aveva aveva avuto il coraggio che tanti prima di lui non avevano avuto.

"Cominciavo a pensare che non arrivassi più…"

La voce dell'uomo provocò un sorriso storto sul volto del nuovo arrivato.

"Non è educato far attendere chi ti offre una moltitudine di soldi…"

Sempre senza parlare, lo sconosciuto si sedette di fronte e chiamò il cameriere.

"Mi domando se lei è davvero abile come si dice in giro…" cominciò, ma non continuò la frase.

Lo sconosciuto aveva alzato il volto e ora fissava l'uomo come un predatore con la sua preda e, per un istante, Christian Fell non potè fare a meno di capire come mai non era mai stato chiamato fino a quel momento…

"Chiariamo subito una cosa, signor Fell" disse l'uomo "io sono quello che si chiama quando le cose vanno male e qui, a Mystic Falls, le cose vanno davvero, davvero, davvero molto male…"

*****

"Non hai ancora bevuto"

Non una domanda, una constatazione.

Elena abbassò il capo, senza voltarsi.

"Ho provato a chiamarti..."

"Già… ma pensavo che ci fosse santo Stefan a farti completare la transizione. Non credevo che faceste a gara per prendere le decisioni più stupide…"

Elena si voltò e Damon dovette afferrarla prima che cadesse a terra.

Era debole, non ci sarebbe voluto ancora molto prima che perdesse conoscenza.

La ragazza lo fissò per un lungo istante.

"Non completerò la trasformazione Damon"

Il vampiro roteò gli occhi e poi la fissò.

"Certo che lo farai, Elena…" disse, afferrando per lei la sacca di sangue "altrimenti come potrai vivere il tuo sogno d'amore pieno di stelle e unicorni con Mr. Moderazione?"

"Non voglio essere un vampiro…"

Damon la fissò.
"Andiamo, hai la possibilità di stare per sempre con la persona che ami" ogni parola che diceva era una pugnalata "e poi credimi se ti dico che avrai con te gli insegnanti migliori che si possano immaginare"

Appoggiò la sacca a terra e le scostò una ciocca di capelli dal volto.

"Non puoi fare questo a Stefan…" disse ancora, giocandosi una dopo l'altra tutte le carte che aveva nelle maniche.

Elena abbassò lo sguardo e poi lo rialzò fissandolo intensamente

"Volevo solo vederti un'ultima volta…" disse

No… no… no…

Non poteva parlare sul serio.

Non poteva lasciarglielo fare…

"Allora hai fatto di nuovo la scelta sbagliata, Elena" disse, serrando la mascella, poi di fronte allo sguardo interrogativo di Elena continuò "non avresti dovuto chiamare me perché io non ti lascerò morire"

"E cosa vorresti fare, obbligarmi?"

Gli occhi del vampiro brillarono un secondo, perdendosi nei suoi, e come sempre accadeva Elena ebbe l'impressione che le leggessero dentro, arrivando a capire ciò che neanche lei riusciva ad ammettere.

Lei voleva una ragione, una speranza.

E Damon gliel'avrebbe data.

"Non posso lasciarti morire. Forse ho trovato un modo…" disse, scegliendo bene le parole "c'è un'antica leggenda, un mito se così si può chiamare, che parla di un modo per convertire la trasformazione in vampiro ma mi serve tempo" sussurrò.

Elena sembrò rifletterci un attimo

"Bonnie non me ne ha mai parlato…" disse.

Per tutta risposta, Damon alzò gli occhi al cielo

"Ovvio, ultime notizie Elena, la tua amica non è la strega più potente che c'è in circolazione."

"E a chi ti saresti rivolto?"

"Cos'è, sei preoccupata forse?"

Elena abbassò lo sguardo e altrettanto fece Damon.

Sì, era preoccupata, non ci voleva un genio per capirlo…

Inclinò la testa di lato e cercò il suo sguardo

"Ehi…" sussurrò, prendendole il mento con due dita "andrà tutto bene…"

Alcune lacrime iniziarono a scenderle lente lungo il volto.

"Non sarò più io, Damon…" disse.

"Ti sbagli…" sussurrò il vampiro

"E se poi non riesco a controllarmi?"

"Hai Stefan, Caroline, Bonnie, tuo fratello Jeremy e anche quel pazzo di Matt che ti aiuteranno, vedrai che non ti accadrà niente…"

"Ma se dovessi…"

"Ascolta, Elena…" disse Damon, costringendola ad alzare lo sguardo intanto che si alzava "mettiti un paio di pantaloncini e raggiungimi domani alle cascate di Mystic Falls."

Elena abbassò lo sguardo e subito lui le prese il viso tra le mani e le posò un lieve bacio sulla fronte

Per poi svanire nel nulla.

"Elena…"

La ragazza alzò lo sguardo.

Stefan aveva gli occhi lucidi, le mani abbandonate lungo i fianchi.

"Aiutami…" disse solo lei, con un filo di voce.

*****

Damon era rimasto fuori dalla finestra il tempo necessario perché uno Stefan sconvolto aiutasse la sua futura eterna ragazza a completare la transizione.

Non appena Elena aveva attinto il primo sorso di sangue dalla sacca di A positivo del MF Hospital Damon era sceso dall'albero e si era diretto verso casa, certo che nemmeno suo fratello, troppo sconvolto per quanto stava accadendo, lo aveva sentito.

A due isolati di distanza la macchina nera giaceva a bordo strada con tutto il suo bagaglio a bordo.

"Cosa succederà quando Elena prenderà la sua decisione?"
"Sai come funzionano queste cose, Stefan. Farà una lista di pro e di contro e alla fine ci scaricherà entrambi."

"E se non succederà?"

Damon aveva sentito il cuore perdere un battito. Cosa stava cercando di dirgli Stefan? Cosa gli stava chiedendo?

"Allora sceglierà uno di noi…" rispose

"Beh, se sceglierà te, andrò via e vi lascerò essere felici senza dovervi preoccupare di me"

Eccolo… Damon lo guardò e lesse una serietà infinita nel suo sguardo. Cercò d'ignorare la domanda, sperando che capisse quanto fosse difficile per lui fargli quella promessa, perdere tutto, ancora una volta…

"E dopo 60 anni, torneremo ad essere fratelli e niente di tutto questo avrà importanza, vero?" chiese.

Stefan annuì, ma non bastava.

Continuò a guardare la strada, senza voltarsi, senza allentare la tensione che c'era tra loro.

Voleva quella risposta, la voleva più di ogni altra cosa al mondo.

E allora Damon sospirò e si mise davanti al carnefice ancora una volta. Come quando aveva cercato ogni modo per rintracciare Stefan senza mettere in pericolo Elena, come quando aveva ucciso la madre di Bonnie, come quando aveva deciso di restare a Mystic Falls, come quando non aveva chiesto nulla dopo il loro ritorno da Denver, come adesso.

"E va bene…" aveva sospirato infine "se sceglie te anch'io… lascerò la città"


E così aveva fatto.

O avrebbe fatto, dopo aver salvato Elena era ovvio.

Del resto, era evidente che tra i due era lui quello bravo a escogitare piani.

"Alla buonora!"

"Hai quello che ti ho chiesto?"

"Hai fatto i compiti?"

"Se Elena non completerà la transizione sai benissimo che-"

"Non preoccuparti" disse lui mettendosi al volante "sarò da te fra quarantacinque minuti."

*****






  
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