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Autore: Cassie chan    31/01/2007    5 recensioni
Ciao a tutti! Sono ancora io, Cassie chan! Per chi non mi conoscesse, ho pubblicato due fic su Tokyo mew mew e una su Buffy, ma questa, in ordine di tempo di scrittura, è la mia prima fanfiction! L’ho scritta su Gundam perché sinceramente è stato l’anime, che mi ha fatto esaurire di più; Heero e Relena non arrivavano mai al sodo, con quello che sveniva ogni tre puntate e quell’altra che sospirava: “Oh, Heero!” ad intervalli più o meno di cinque secondi. Per questo, siccome sono una persona molto vendicativa, mi sono presa questa piccola rivincita!… che cosa succederebbe se Heero e Duo si scoprissero contemporaneamente innamorati di Relena? Senza andare per le lunghe, Relena sceglierebbe Heero, ma quando le cose ti danno modo di cambiare completamente idea per un tragico equivoco? Un piccolo avvertimento: la fic comprende due coppie, e, come avrete intuito, sono Heero&Relena, e poi Duo&Relena! Solo che una rimane, e l’altra no! Perciò, se non vi dovesse piacere che coppia io ho scelto, non ammazzatemi!Buona lettura!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heero Yui, Relena Peacecraft
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8- Hate and love

Capitolo 8- Hate and love

 

Heero guidava come un forsennato, cercando di arrivare quanto prima potesse a quella che era la casa di Relena. Non aveva che nella testa quelle parole, che aveva letto sul giornale, che, come in un disco rotto, ricominciavano sempre  dall’inizio, come se, così facendo, non avrebbe potuto convincersi di aver capito male. Ma purtroppo, quello che gli sembrava un incubo, era drammaticamente vero. Aveva visto quella dannata foto, aveva letto quella didascalia, che lo aveva ucciso due volte, perché colpito dal tradimento, non solo dell’amore, ma anche dell’amicizia. Come aveva potuto Relena mettersi con Duo? Come avevano potuto scordare entrambi che lui aveva voluto bene a tutti e due e che quella situazione, lo avrebbe semplicemente ucciso? E poi non è che sembrasse morto da cinquant’anni, erano passati solo quattro miseri anni, e quei due avevano trovato il tempo di dimenticarlo così presto e consolarsi vicendevolmente…magari, si amavano già da quando lui sembrava ancora vivo e, nel momento in cui si era tolto di mezzo, li aveva fatto solo un grande piacere…

Strinse le mani ferocemente sul volante, mentre sentii il cellulare squillare. Sul display, apparve la scritta “Angie”; imprecò tra sé a bassa voce e rispose distrattamente: “Ciao Angie…sì, sto bene…no, non ho ancora scoperto chi sono, no… sì… ho un appuntamento con la Principessa…va bene, ti faccio sapere…”.

D’un tratto, sentii una voce cristallina e chiara, come una campana d’argento…”Pensa che stamattina mi ha detto che dovevo mettermi un cappello per ripararmi dal sole! E’ diventato peggio di mio padre!”.

Heero, mentre era fermo ad un semaforo, con il cellulare ancora sotto l’orecchio, vide davanti a sé, attraversare una bella donna dai lunghi capelli biondi, che portava un vestito bianco, con un nastro rosa, legato alla vita, in testa un cappello di paglia, con un fiore sempre rosa. Accanto a lei, c’era un’altra donna dai capelli rossi, che rideva sommessamente.

Heero si fermò immobile nell’abitacolo dell’auto per la sorpresa e riattaccò al cellulare con Angie. Era lei… era la Principessa del Saint Kindom… era il Viceministro degli Esteri…era la sua Relena, la donna, a cui aveva donato il suo cuore e la sua vita quattro anni prima. Era la donna, che ora stava con il suo migliore amico.

La guardò a lungo, mentre le altre auto suonavano il clacson al comparire del verde del semaforo. Aveva i capelli leggermente più lunghi, ma quella era forse l’unica cosa che fosse così poco evidente nel suo attuale aspetto. Il suo volto era raggiante di felicità, ridevano i suoi occhi, rideva la sua bocca, c’era tanta luce in lei, così tanta da lasciarlo sconvolto. Non era più lei, la fragile ragazza, che aveva conosciuto anni prima, quella che piangeva per un nonnulla in modo quasi isterico…era così dannatamente bella e sembrava così forte e sicura di sé. E poi…a Heero si chiuse la gola…la sua Relena era felice, era così felice che del suo sorriso si illuminava tutta l’aria circostante…

“E Duo, che ti fa questo effetto?” si chiese spietatamente. Avrebbe voluto scendere dalla macchina e urlarle contro, qualsiasi cosa, pur di vedere che lei non lo aveva dimenticato, smarrita nel pensiero del suo migliore amico. Sotto il rumore assordante dei clacson delle altre auto, si costrinse a rimettere in moto l’auto e a spostarsi. Tentò di seguire la ragazza, che non si accorse minimamente della sua presenza e continuò allegramente a chiacchierare con la sua amica, senza prestargli la minima attenzione. Ma, dato che le due camminavano troppo lentamente per poterle seguire con l’auto, Heero fu costretto ad accelerare bruscamente e la perse di vista, anche se prima di questo, la sentii nominare il nome di Duo. Si sentii lo stomaco ribollire di rabbia, mentre il sudore gli inondava la schiena. Non riusciva ancora a pensare che Relena si fosse innamorata di lui, non era assolutamente possibile, era inammissibile…a questo punto, dato che aveva perso di vista Relena e ora sapeva con certezza che non era a casa, decise di recarsi comunque lì, certo com’era di trovarci Duo. Ingranò la quarta e partì alla volta della casa, che sorgeva su una scogliera a picco sul mare.

Dopo essere arrivato, lasciò la macchina lì vicino e si diresse velocemente verso la casa bianca, che dominava tutto lo scenario circostante, odoroso di sale e di mare; suonò al campanello del cancello della casa, tamburellando freneticamente le dita sulla gamba. In fondo, ancora nel suo cuore, sperava ardentemente che loro due magari fossero stati assieme solo per poco tempo, ed ora Relena aveva capito il suo errore e si erano lasciati.

Deve essere andata così…ti prego, fai che sia andata così…

Una voce di donna rispose al citofono: “Chi è? E’ lei, Relena?”.

Heero rispose, mentre una fitta lo colpiva al cuore a sentire il nome di Relena: “No, mi scusi, volevo sapere se è qui Duo Maxwell…sono un suo amico”.

Ti prego, ti prego, dimmi che non lo conosci, che non è mai venuto qui neanche una volta…

“Un amico di Duo? Sì, un attimo, adesso, glielo chiamo…le apro il cancello…chi devo annunciare?”.

Heero non rispose; la lingua gli pendeva inerte nella bocca, non era in grado di rispondere, mentre cadeva una pesante notte sui suoi occhi: lui era lì, lui era lì e chissà magari adesso viveva lì da molto tempo…forse avevano una sola stanza e dormivano assieme tutte le notti…il pensiero di quei due assieme prendeva completamente possesso del suo cuore e una miriade di sentimenti affollavano la sua mente, come tantissime farfalle, che volavano nella sua testa, impedendogli di pensare ragionevolmente…emozioni che non poteva combattere, che non avrebbe mai soffocato nel suo cuore…

La voce ripeté: “Chi devo annunciare, scusi?!” .

Heero, lo sguardo fisso nel vuoto, disse: “Eddie, Eddie Thompson”.

La signora aprì il cancello e Heero percorse velocemente il vialetto, che conduceva alla porta, davanti alla quale Duo era immobile e lo guardava pallido e livido in volto.

Quando Heero gli fu davanti, Duo si sentii, come se non vedesse più con gli occhi, come se stesse guardando nella sua testa solo una visione. Chiese con un filo di voce: “Heero, sei tu? Mio Dio, non è possibile…”.

Heero, che per un momento aveva perso la capacità di parlare e che era rimasto inerme, davanti al suo vecchio amico, recuperò un po’ di colore e disse in tono tagliente: “Già, ecco il tuo caro amico, che ritorna dal regno dei morti…sai, forse nello stare laggiù tanti anni, ci si scorda tante cose…”.

“Che, che cosa vuoi dire?” chiese Duo, che era ancora sconvolto e non riusciva a parlare. Aveva una strana sensazione…era davvero Heero la persona, che aveva davanti, era davvero lui? Ma lui era morto, era morto anni prima…lui aveva sempre creduto che fosse andata così, loro avevano creduto che fosse andata così, Relena aveva sempre creduto che fosse andata così…Relena… Relena…

Nonostante non volesse, nonostante la sua mente fosse ancora come narcotizzata dalla visione che aveva davanti, pensò con un lampo di lucida follia.

Adesso che lui è tornato, te ne andrai da me…

Heero si sentiva fortemente irritato da quella conversazione. Perché diavolo faceva finta di niente? Perché faceva finta di non capire?

Disse a Duo, che lo guardava scioccato: “Sai, pensavo che fossi più intelligente, Duo…sto parlando di Relena, mi sembra chiaro…”.

Duo, che sentiva lo stomaco stringersi su sé stesso violentemente, capii che lui sapeva, che lui sapeva tutto, sapeva di lui e di Relena. In quel momento, sentii un’onda di panico leggero avvolgerlo: che cosa doveva fare, che cosa avrebbe dovuto fare? Non voleva perdere Relena, era questa l’unica cosa che, al momento, aveva la forza di pensare. Era l’unica cosa che in quell’istante, potesse valere minimamente qualcosa. Capii che non poteva assolutamente permettersi di perdere la vita che si era appena guadagnato, semplicemente non poteva…ma poi, nella sua mente, ricomparve un ricordo di tanti anni prima…

Una nave. Una nave, che trasportava materiale bellico, era ferma nel porto, un porto sconosciuto, come tutti gli altri, come miliardi di altri che aveva già visto e che avrebbe continuato a vedere. La luna si infrangeva pigra nell’acqua, nelle onde che diventavano argentate, accarezzate dal satellite della Terra. Quella stessa luna piena, che faceva brillare il suo volto, e quello dei soldati, che proteggevano le armi e, soprattutto, qualcosa che era celato nei fondali marini, qualcosa che il nemico aveva perso e che poteva essere molto utile per sconfiggerlo.

Duo aveva stretto forte tra le dita il  foglio, su cui era scritta la sua nuova missione: “Affondato Gundam Uccello di Fuoco. STOP. A trenta km dall’isola di Shamuti. STOP. Recupero immediato.STOP “. Lo aveva stretto forte tra le dita, poi, come tutte le altre volte, aveva preso ed era andato ad eseguire gli ordini di chissà chi. Mentre si stava avvicinando al porto, aveva sentito delle voci, anzi una sola voce, la voce di una ragazza, una voce acuta, piena di qualcosa che non aveva mai sentito…sembrava impaurita, ma poi era così dolce come scandiva le parole al suo misterioso interlocutore, che non si degnava di risponderle. Duo si era nascosto dietro un pilastro e aveva visto sul ponte un ragazzo di spalle, che era intento a smanettare su una pulsantiera, che certamente attivava dei missili e poi una ragazza bionda alle sue spalle… lei gli parlava, ma lui non le rispondeva, come se non la vedesse e sentisse neppure. Poi, mentre la voce di lei, aumentava di tono, lui si era girato e, dopo aver detto poche parole, l’aveva minacciata con una pistola. In quel momento, Duo capii che doveva essere il pilota del Gundam Uccello di Fuoco; non seppe mai come lo aveva intuito, ma erano stati i suoi freddi occhi azzurri, che lo avevano messo in guardia, era stato il suo sguardo, che guardava quella ragazza solo come un ostacolo… era stato quello sguardo, che gli avevano detto tante volte di imparare, senza che lui ci riuscisse, a fargli capire. Era intervenuto, aveva salvato la ragazza, ma poi lei era andata ad aiutare l’altro. Lui si era sentito così tremendamente sciocco, mentre quei due sembravano vivere solo dell’aria che l’altro respirava. Non si guardavano in faccia, eppure era chiaro, era così evidente che erano innamorati, già da allora…

Già da allora…

Già da allora…

Già da allora…

E già da allora capii, mentre la luna illuminava i visi di loro tre sul ponte di quella nave, che il loro destino era incatenato, che c’era un filo rosso, che li avrebbe uniti per sempre…ed era strano, perché non sapeva neanche come si chiamavano, eppure…

Quel filo di amore e di odio tra loro tre, era nato proprio quel giorno, sotto quella luna, sopra quel mare…

Duo si riscosse a quel pensiero. Improvvisamente capii. Capii che Relena sarebbe tornata da lui, doveva solo fare in modo che lei potesse soffrire il meno possibile quando ciò sarebbe successo…ma per il momento, non poteva permettere di venire meno alla promessa, che si era fatto. L’avrebbe difesa, fino a quando lei sarebbe tornata da Heero e lui, invece, avrebbe visto chiara davanti a sé la fine di quello che ora gli veniva mostrato distintamente, come un gioco stupido del destino, del caso, o di chissà quale altra cosa poteva chiamarsi, quella forza che gli aveva regalato la gioia di avere accanto la persona che amava, gli aveva fatto erroneamente credere che quella sua felicità potesse durare e ora gliela portava via crudelmente.

Gli venne in mente una frase, che una volta aveva letto sulla carta di un cioccolatino: “Meglio aver amato e perduto, che non aver amato affatto…”.

Non aveva mai sentito una cavolata più grande di quella.

“Senti Heero…” disse, la voce grave e lo sguardo rivolto verso di lui, in un modo altero, che irritò ancora di più Heero “Lo so benissimo di cosa stai parlando, e non cercherò di negare tutto e di dirti che è stata solo un’avventura…non so come tu lo sia venuto a sapere e neanche in quali termini, e sinceramente nemmeno mi importa tanto, perché ritengo che l’unica maniera per conoscere la verità per te, sarebbe chiederla o a me, o a Relena… chiedimi quello che vuoi e io ti dirò tutto, ma voglio prima dirti una cosa: io non ho mai minimamente pensato di portarti via Relena, e certamente non ho esultato quando sei, diciamo, morto, sebbene già da allora, ero innamorato di Relena…le cose tra me e lei si sono evolute, dopo molto tempo, e non è stato né facile, né per me né per lei, accettare i nostri reciproci sentimenti perché ci sentivamo in colpa nei tuoi confronti…”.

Heero lo interruppe e, rosso in viso, replicò: “Non mi sembra proprio che abbiate avuto il minimo scrupolo nei miei confronti, dato che ora state assieme da più di due anni!”.

Duo si spazientì e alzò la voce: “Per me e per lei, tu eri morto! Morto, Heero, lo capisci?! Lei è stata malissimo, è stata ricoverata in una clinica per mesi, e non puoi immaginare come l’ho vista distruggersi lentamente per te…ha tentato il suicidio e non so come sia ancora tra noi…e ora tu mi vieni a dire che lei sarebbe dovuta morire per te, ma restarti fedele per sempre?! Come fai anche solo a pensare una cosa del genere?! E’ vero e non lo negherò neanche per un attimo, che io la amo e farei di tutto per lei, ma non chiedermi, Heero, di dirti che lei ha sbagliato, che abbiamo sbagliato a voltare pagina e a continuare a vivere…”.

Heero lo interruppe ancora e disse, urlando: “Certo, tu sei il cavaliere che è venuto a salvare la bella principessa, dato che il suo ragazzo era passato a miglior vita! Guarda che ho capito che ti sei avvicinato a lei, solo perché la volevi già dall’inizio, già da quando stavamo assieme!”.

Duo, stizzito, gli voltò le spalle: “Senti, Heero, dì pure quello che vuoi, tanto ascolti solo quello che vuoi sentire… comunque, il problema non si pone, dato che sarà Relena a scegliere se vorrà tornare da te, o…”, a questo punto si fermò per quanto l’altra ipotesi gli sembrava assurda. Poi, mentre si stringeva il petto, che sentiva orribilmente lacerato, disse: “L’unica cosa che ti chiedo ora, Heero, è una sola e ti prego, fallo per Relena, e non per me…”.

Heero si mise in ascolto,anche se si chiedeva con quale diritto lui gli chiedesse ancora qualcosa.

“Per favore, non farti vedere da lei, per almeno altri tre mesi…”.

Heero, a questo punto, perse definitivamente la pazienza e urlando, prese Duo per il colletto della camicia e lo strattonò forte: “Che cavolo significa, razza di bastardo! Ora detti anche le condizioni! Che c’è vuoi spassartela ancora per un po’ con lei e poi dirle la verità?! E tu saresti quello che la ami?!”.

Duo lo interruppe freddamente e disse in tono tagliente: “Relena aspetta un bambino da sei mesi…la gravidanza è già difficile, perché ha una corporatura molto esile…Relena ci tiene tanto a questo bambino e, se dovesse vederti, non so che cosa potrebbe succedere…”.

Heero rimase immobile, come se gli avessero dato uno schiaffo. Adesso capiva che cosa erano le condizioni di salute della principessa, di cui aveva parlato il taxista.

Relena è incinta…

Come inebetito, chiese a Duo: “Tu sei il padre, vero?”, anche se, appena terminò di parlare, già gli sembrava di aver detto una cosa talmente stupida, che si sentiva un idiota.

Duo annuì con il capo. A quel punto, Heero perse completamente la ragione e gli assestò un pugno sulla guancia. Duo perse l’equilibrio e cadde per terra, poi si alzò e si mosse velocemente verso di lui e prese a colpirlo, anche lui con forza, mentre il suo vecchio amico rispondeva energicamente.

Jeannemarie accorse allo strepito che udiva da fuori e cercò di dividere i due, e, data la sua massiccia corporatura, riuscì a porre un freno tra i due.

“Volete smetterla?! Che cosa vi prende?! Due uomini grandi e cresciuti, che si picchiano come due ragazzini! Smettetela subito! E lei, Duo, non pensa che Relena si sarebbe potuta spaventare, se fosse arrivata in questo momento? Lo sa che non deve agitarsi, altrimenti potrebbe perdere il bambino?!”.

Duo, che aveva un taglio sul labbro inferiore, che sanguinava copiosamente, abbassò lo sguardo e disse: “Sì, hai ragione Jeannemarie… sono stato uno stupido…”.

Heero, dal canto suo, aveva la guancia livida, capii che allora quello che gli aveva detto Duo era vero. All’improvviso, si sentii così inutile che aveva solo voglia di sparire e di andarsene via…perché non si era accontentato della sua vita da Eddie Thompson? Almeno, allora era sospeso in una quiescenza dei sensi, che non gli faceva male, ma ora, da quando era rinato, come sé stesso, sentiva un dolore così forte che era ormai come entrato nei suoi tessuti e lo stava ammazzando. Relena stava con Duo, lui la amava, lei sembrava amarlo, aspettavano un bambino…

Rifece nuovamente il vialetto all’incontrario, dopo aver velocemente detto a Duo che non si sarebbe fatto vedere da Relena. Poi, mise in moto e iniziò a guidare, senza una meta precisa.

Duo, intanto, entrò di nuovo in casa e si sedette su una poltrona. Jeannemarie gli si avvicinò e disse: “Si è fatto male Duo?”.

“No, non è niente” rispose, lo sguardo fisso su quella foto, che lui, Heero e Relena avevano fatto assieme tanti anni prima. E pensare che aveva pensato che ci fosse in quella foto, sempre una coppia: quattro anni prima erano Heero e Relena, poi erano stati lui e Relena, e ora…

Il mitico triangolo, pensò, senza l’ombra di un sorriso nel volto.

 

Come sempre, chiedo immenso perdono per il ritardo nell’aggiornamento! Voglio essere sincera, essendo questa la mia prima storia ed avendola scritta in un periodo in cui ero molto diversa da come sono adesso, quando mi trovo a rileggerla, non mi piace per niente! Questa è molte volte, la ragione dei miei ritardi! Ma dato che a molti di voi, invece, la storia sembra piacere la continuerò ad aggiornare! Ulteriore motivo per continuare a recensire, altrimenti la mia indole negativa ed autodistruttrice potrebbe avere la meglio!!!! Scherzo… non prometto stavolta di essere più puntuale, tanto so che non lo sarò! Ma cercherò di esserlo, solamente per voi! Grazie per le loro carinissime recensioni a Stefyellow, BeAttrice, Basileia!!!

 

 

 

   
 
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