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Autore: cup of tea    17/07/2012    4 recensioni
Terra, anno 2101.
L'inquinamento ha cambiato il volto del nostro pianeta e ha ucciso gran parte della popolazione mondiale.
I superstiti cercano di condurre una vita normale, mentre, in un piccolo villaggio, Grimborough, accadono cose strane.
Il Cacciatore di Notizie Marc Temple viene mandato in quel luogo per indagare sugli agghiaccianti avvenimenti.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ehi!! Ne è passato di tempo dall’ultimo aggiornamento! Chiedo umilmente perdono per questa attesa.

Ad ogni modo, dopo una lista infinita di esami da sostenere e una crisi da pagina bianca non indifferente, sono tornata più carica che mai, insieme a Marc, Ethan e Alicia.

Spero che questo capitolo, seppur breve, valga il mese di silenzio appena trascorso!

Al solito, mi piacerebbe sapere che ne pensate. Buona lettura!|

Cup of tea



Ah, ancora una cosina: colgo l’occasione per festeggiare con voi le prime 200 visite al primo capitolo! Senza il vostro contributo non avrei raggiunto questo - magari modesto, ma comunque davvero importante -  traguardo. Vi ringrazio uno per uno!
 








 CAPITOLO 7 – OBLIO
 




“Alicia! Cosa succede?!” Marc si precipitò sulla ragazza, circondandole le spalle con un braccio con fare protettivo, ma lei si ritrasse convulsamente da quell’abbraccio, come chi si scotta le dita con una padella bollente.
Temple si sorprese e si sentì quasi tradito per l’improvvisa diffidenza che gli era stata appena riservata, ma rimase comunque seduto accanto a lei, tenendosi a qualche centimetro di distanza.

Il silenzio che seguì sembrò durare all’infinito, interrotto di tanto in tanto solo dai singhiozzi della giovane Locandiera o dai sospiri preoccupati del Cacciatore di Notizie. Aveva deciso di lasciarla in pace, ma anche di offrirle un muto sostegno rimanendo lì con lei, fin quando non si fosse sentita pronta a raccontare cosa la turbasse. Con Ethan, quando lo aveva trovato ustionato e tumefatto, questa strategia aveva funzionato e con un po’ di fortuna avrebbe ottenuto lo stesso risultato con Alicia. In fondo era rannicchiata dietro la porta della SUA camera, qualche motivo doveva esserci. Magari proprio il fatto che si fidava di lui.

La cosa si rivelò essere più lunga del previsto, ma alla fine Alicia girò la testa dalla sua parte e lo fissò dritto negli occhi. Non era la prima volta che lei lo squadrava con quell’intensità, ma era la prima volta che lo faceva lui. Nello sguardo di lei leggeva una supplica, un disperato grido di aiuto ma anche panico e disorientamento. Alla vista delle sue lacrime si sentì come un naufrago sbatacchiato a destra e a sinistra dalle onde in tempesta e comprese il senso di smarrimento che si era impadronito della ragazza, ma ancora non sapeva cosa avesse scatenato quel turbamento in lei.

Fu lei a diradare le ombre dell’incertezza.

Le lacrime le scorrevano ancora lungo le guance, ma non singhiozzava più. Forse la disperazione stava lasciando spazio alla speranza. “Ho ferito la mia Guaritrice. Con un bisturi.” Disse infine, con gli occhi ancora fissi in quelli di lui.

Marc ne rimase scioccato. Credette di aver capito male, ma non fece in tempo a chiederle nulla, perché lei aveva già ricominciato a parlare. “Oggi pomeriggio sono andata a fare una visita, ma mi ha fatta arrabbiare e l’ho colpita.”

“Ok, forse non è il caso di parlarne qui. Forse andare in un luogo più appartato è meglio.” Le disse Marc.

“No!” Lo aveva bloccato prendendogli un braccio, mentre lui si stava alzando. “No. Ti prego. Rimaniamo qui.” Gli ripetè.

“Ma è pericoloso! Se ci sentisse qualcuno?”

“Non c’è nessuno a quest’ora, gli unici ospiti oltre a te e al tuo amico sono due anziani che a quest’ora staranno cenando. Ti prego, mi sento al sicuro qui.” I suoi occhi erano più imploranti che mai. Chissà perché non voleva spostarsi di lì.

“Va bene, come vuoi tu. Ma parla piano. Cos’è questa storia che hai attaccato la tua Guaritrice? E poi…perché vai da una Guaritrice?” Marc trovava inverosimile, se non impossibile che una creatura minuta e fragile come Alicia potesse aver davvero fatto del male ad un altro essere umano. Non perché non potesse essere una potenziale delinquente – il primo principio chiaro a qualsiasi buon Cacciatore di Notizie era che TUTTI sono sospettabili – ma perché non credeva che la ragazza avesse la forza fisica necessaria perché il suo attacco risultasse efficace.

“…oh beh ultimamente ho delle perdite di memoria… una cosa da niente. Forse lavoro troppo. Comunque oggi pomeriggio mi sono ritrovata in strada senza ricordarmi come ci fossi arrivata. E’ stato terribile.” La voce le tremava in continuazione. “C’era della gente che correva ma nessuno si accorgeva di me. Ero spaventata, non riuscivo a ricordare niente. Mi sono precipitata dalla Guaritrice perché mi desse qualcosa per ridurre i sintomi e lei mi ha dato delle pillole.” Allungò a Marc un barattolino di pastiglie rosse. Su di esso era incollata un’etichetta che recitava il nome del medicinale a chiare lettere: NAPALIKE. “Serve per dare un po’ di pace a chi… non dorme molto.” Spiegò lei. “Ad ogni modo – continuò – in quel momento sono stata presa da uno scatto di rabbia incontrollabile. Non mi so spiegare il perché. Lei mi stava aiutando a trovare un sistema per superare il mio problema, ma io l’ho sentita ostile, con tutti i suoi “Questo non ti impedirà di lavorare.” o “per la tua condizione non ti posso garantire ore di permesso, non sei così grave.” L’ho tagliata con il bisturi, su un braccio.” Affondò la testa tra le mani, la vergogna che doveva sentire era palpabile. “Ma è come se non l’avessi fatto io. Te lo giuro non farei del male a una mosca! Non so cosa mi è preso!” Marc le si avvicinò, e delicatamente le accarezzò il viso, sollevandole la testa. Era disperata e lui non riuscì a veder niente di male o sbagliato in lei. Tutto ciò che provava era compassione.

Lei gli si accoccolò accanto e non disse più niente. Si lasciò andare ad un altro pianto liberatorio, e Marc la tenne lì, sperando che quello fosse l’ultimo. Riusciva a pensare solo a quanto doveva essersi sentita spaventata e a come doveva essere scappata dall’ambulatorio in cerca di un posto dove nascondersi, in preda al panico. Probabilmente la Guaritrice aveva già chiamato aiuto e a quell’ora i Difensori dell’Ordine le erano alle calcagna e bisognava trovare al più presto un posto sicuro dove nasconderla.

Troppe stranezze c’erano nel suo racconto, ma sentiva che presto avrebbe svelato ogni particolare. Prima di tutto doveva fare delle ricerche su quel medicinale, il NAPALIKE. Poi doveva capire a cosa fossero dovute quelle amnesie: una vocina in fondo la sua testa gli stava già suggerendo la risposta, ma lui si rifiutava di ascoltarla.
Quando sentì che Alicia si era calmata la sollevò da terra e la fece entrare in camera. Non era un granchè come nascondiglio, ma era qualcosa per cominciare. Quella notte avrebbe trovato una soluzione migliore e l’indomani l’avrebbe trasferita da qualche parte. Lei gli sorrise e lo baciò sulla guancia, facendolo sciogliere come un ghiacciolo al sole.

Le disse di mettersi comoda, intanto lui sarebbe andato a prendere qualcosa da mangiare.

Uscendo, fece attenzione a non svegliare Ethan che dormiva ancora beatamente. Quando scese nella sala ristorante vuota sentì il cellulare vibrare.

Era Charlize.



Oh merda.
   
 
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