Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: ladyblack89    17/07/2012    1 recensioni
In the Jail è una ff molto vecchia, forse tra le prime che scrissi. E' molto leggera e spero che vi piaccia. Non vi fate ingannare dai primi capitoli, che possono sembrare troppo fluff e vuoti, il bello arriverà. :) Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6 – Il piano
 
 
 
Erano ancora là.

Quattro occhi nocciola s’incrociavano.

-Una fuga?- ripeté il moro aggrottando le sopracciglia, dubbioso.

-Già. Parteciperesti? Io l’ho chiesto ai ragazzi ma loro non mi appoggiano.-  ammise deluso, sbuffando e sollevando le braccia in segno di resa.

-Uhm… si potrebbe anche fare. - sorrise.

Si lisciò meglio la sua camicia arancione e iniziò a giocherellare con le sue pieghe.

-E come fuggiamo da qui?-  domandò poi, abbassando la testa e senza mostrare i suoi occhi.

-Ci sto ancora pensando. - terminò senza essere degnato di uno sguardo, mentre annuiva saggiamente con la testa - Comunque, ti terrò aggiornato. -

-Ok. -
 
 
***
 
 
Il piano era semplice.

Era geniale per Tom.

Ed era abbastanza stupido per Bill.

-Uffa. E ora cosa c’è che non va? - lo interrogò leggermente alterato, guardandolo di sbieco.

-Niente. E solo che ci scopriranno e poi ci ributteranno qui dentro per altri tre secoli, circa. - sentenziò calmo il moro mentre soffiava sulle sue unghie appena smaltate di nero.

Erano passati altri lunghi e interminabili giorni in quella prigione che, improvvisamente, era diventata per Tom una vera gabbia da cui voler/ dover scappare.

“Ma perché ha sempre da ridire?”

Erano entrambi nella cella di Tom.

Bill era stato gentilmente invitato dall’amico.

aveva detto, mentendo, alla guardia che aveva accolto a quella strana richiesta.

-Bill, sei impossibile. Non ti sta bene niente! - cominciò a replicare come un fiume in piena mentre il suo interlocutore si aggiustava lo smalto sbavato - Hai sempre da ridire! -

-Tom, senti, se dobbiamo fuggire da qua, - iniziò a voce bassa - il minimo che tu, o noi, puoi o possiamo, fare è architettare un piano geniale e non quella robetta là! - fece accigliato indicando qualche foglio scarabocchiato che l’altro si era premurato di riempire.

Il rasta grugnì per l’ennesima volta.

“Che palle! Ormai non fa altro che ringhiare!” realizzò, buttando gli occhi al cielo e stendendosi sul letto del vicino.

Tom seguì con gli occhi tutti i suoi dolci movimenti e si maledisse ancora una volta per averlo coinvolto nel suo piano.

Certo era bello.

Pericoloso.

Affascinante.

“…Ma anche terribilmente irritante, saccente e stronzo.” rimuginò il rasta sospirando, mentre rivedeva i fogli che aveva imbrattato.

“Secondo me come piano va bene. - si rassicurò nella mente - Ci serve solo qualcuno che ci aiuti! Ma chi? I ragazzi non vogliono aiutarmi! Però, magari, Andreas o “lei”, potrebbero darci una mano!”
Un sorriso grande come una casa comparve sul volto del rasta che, velocemente, si avvicinò alla brandina dove stava l’altro.

-Ehi, Bill -  fece sedendosi sul bordo del letto - potremmo farci aiutare da Andy o da lei. -

-Uhm… - biascicò, quasi geloso, con un sopracciglio inarcato - E chi diamine sarebbe Andy? -

-E’ un amico. Vedrai ci aiuterà! - sorrise infine ammiccandogli.

“Oh, mamma, e ora perché sono arrossito?”

-Allora ti va bene? -

Aveva perso, almeno metà discorso che Tom gli aveva rifilato.

“Di che stava parlando? Ah sì. Di quell’amico.”

Annuì svogliatamente, fissando la muffa sul soffitto.

-Allora ok. - rispose felice dopo aver avuto una risposta  favorevole.
 
 
***
 
 
La mensa come sempre era affollata.

Tutti i prigionieri del settore maschile mangiavano alla stessa ora.

Dopo di loro pranzavano o cenavano le detenute.

Più procaci, abili seduttrici o, semplicemente, donne di malaffare che vivevano nella prigione.

Anche loro, come i compari uomini, avevano gli stessi diritti e gli stessi “privilegi” del “patto” siglato tra guardie e detenuti.

Alcune, che erano “buttate” lì, avevano solo rubato auto o soldi mentre la maggior parte delle altre aveva rubato, spacciato e ucciso.

C’erano, tuttavia, tre categorie di prigioniere: quelle forti, muscolose e tatuate che si erano fregiate dei più efferati crimini;  quelle che sembrano dolci come lo zucchero ma erano vipere dall’aspetto giovanile e bello, e le ultime che, stranamente, sembravano topi da biblioteca con tanto di occhiali e libri annessi.

Erano proprio queste il vero pericolo per la società americana; perché non solo avevano un bel corpo da usare ma anche un gran cervello da sfruttare.
Una di loro si chiamava Gina ma tutte le detenute l’avevano soprannominata Gee.

“Aspetto con calma la mia occasione.” pensò aggiustandosi meglio gli occhiali da vista sul naso.

“E il momento tanto atteso sta per arrivare.” terminò sorridendo mentre chiudeva rumorosamente il libro che aveva sulle gambe.




NDA: Questo è uno dei capitoletti centrali di questa ff; qua matura pian piano tutto. Il prossimo sarà il mio capitolo preferito in assoluto. XD Spero che questo e il prossimo vi piacciano. ^^ Come sempre, se avete critiche o suggerimenti, ditemeli. :)



Ladyblack
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: ladyblack89