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Autore: Faraxdipanda    01/02/2007    2 recensioni
Questa è la storia del ragazzo che diverrà cavaliere del Panda, personaggio già citato in un'altra fanfic non mia; ovviamente riferita a me ^^ Vi sarei immensamente grato se receensiste dopo aver letto (se c'è qualcuno a leggermi ovviamente :D), non per il gusto di sapere quanti di voi mi hanno letto, ma per inserire consigli, critiche che possano migliorare e affinare le mie (scarse) abilità nella scrittura! Inoltre annuncio che cercherò di postare un capitolo alla settimana, per regolarizzare l'opera. Grazie mille a tutti!!! ^_^
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mattino seguente Farax ebbe la possibilità di dormire un po’ più a lungo. Finalmente un po’ di meritato riposo dopo tanto tempo. Si svegliò poco dopo le sette, riposato e bello fresco; alzò la testa dal cuscino, e il suo sguardo si rivolse immediatamente sul giaciglio del Maestro, vuoto ormai già da chissà quanto tempo.

°Diamine…non si concede nemmeno un po’ di riposo quell’uomo?° E sorrise dopo averlo pensato.

Si alzò dal letto, si vestì con i soliti abiti di allenamento e preparò il mantello col cappuccio, di colore verde scuro, da portarsi dietro, dono ricevuto dai genitori prima della sua partenza. Nonostante fosse cresciuto gli andava ancora bene. Uscì dalla camera e vide che la zona pranzo era vuota, e la camera di Lin era ancora chiusa.

-Lin, è ora di alzarsi; credo sia meglio partire al più presto!- disse Farax dopo aver bussato lievemente con le nocche della mano destra. Non avendo avuto nessuna risposta, il ragazzo sperava proprio che Lin non fosse già partita, magari pensando di farlo dormire un po’ più a lungo. Allora aprì lentamente la porta, affacciando la testa fra essa e lo stipite, entrambi ruvidi e di legno scuro; vide che la ragazza era ancora li sdraiata che dormiva, nel suo letto, sulla parete adiacente a quella della finestrella. Non aveva mai visto al camera di Lin, ma non era tanto differente dalla sua, tranne se non per il singolo letto e di area leggermente più piccola. Ma, al solo pensiero di aver "sbirciato" dentro la camera di una ragazza, mentre questa dormiva, arrossì immediatamente, era facilmente imbarazzabile in queste situazioni; cercò di richiudere la porta, uscendo, ma fece rumore con la maniglia, e Lin, a quel suono, si svegliò, girandosi verso l’uscita:

-Oh, Farax; ciao… ma che ore….? Oddio…è già tardi, mi devo sbrigare…io…- disse affrettata nel tentativo di scendere dal giaciglio il più in fretta possibile, col rischio quasi di cadere e farsi male.

-No…no, calmati Lin, non è tardi, saranno circa le sette e mezza, poi abbiamo tutto il tempo che vogliamo…no? Ah, piuttosto, scusami per essere entrato così "furtivo" dentro camera tua…-

-No, non preoccuparti, anzi, hai fatto bene a svegliarmi…-

-Ok…- disse Farax sorridendo, e rimanendo sulla porta.

-Mh…io desso mi dovrei proprio vestire sai…- disse Lin arrossendo un po’, mentre Farax diventava paonazzo; così si chiuse la porta dietro di se, prese il mantello che aveva appoggiato su una delle sedie, lo indossò ed uscì dalla capanna.

Ancora nessuna traccia di Milo, e si chiese cosa facesse il suo Maestro quando lui non c’era oppure era intento nell’allenamento; ma non ci pensò più di tanto, e fece cadere questo pensiero, si diresse verso est, e si appoggiò al muro della casa, dove il sole riscaldava l’ambiente con la sua calda luce, aspettando che Lin fosse pronta.

Intanto la ragazza si vestì, prese anche lei il suo mantello, celeste come il cielo, lo indossò, prese delle monete per gli acquisti ed uscì, chiudendo la porta. Si avviò verso il sentiero d’erba e sassi a fianco la capanna, che conduceva verso la collina, e venne raggiunta da Farax, che aveva sentito la porta che si chiudeva. Insieme si avviarono verso il crinale della collina.

-Ok…partiamo allora- disse Farax sorridendo.

I due si incamminarono verso la cresta della collina, in silenzio, passo dopo passo, guardando ed osservando il rigoglioso paesaggio e le straordinarie creature dei dintorni, uccelli, insetti, piccoli roditori. Solo una volta ripresa la discesa dell’altro versante della collina, intravisto il canneto di bambù, Lin parlò:

-Qui allora è l’entrata di dove hai svolto l’addestramento…vero?-

-Mh?...Ah, si, di qui si entra nell’oasi dei Panda, una volta era un Paradiso Terrestre, ma dopo la terribile alluvione, è rimasto ben poco di quell’Elisio…-

-Sai…mi sei mancato molto quando sei rimasto "chiuso" qui per tutto quel tempo, ogni giorno pregavo nei miei pensieri perché tu tornassi!-

-Anche tu sei stata molto nei miei pensieri, Lin, ed è stato la tua, la vostra fiducia in me e nelle mie capacità a farmi portare a termine quella parte dell’allenamento! Se abbiamo tempo, al ritorno, sarei contento se entrassimo nel canneto, giusto per presentarti "dei vecchi amici"!-

-Mi farebbe piacere!!-

I due si inoltrarono nel boschetto di faggi e lo attraversarono in breve tempo; usciti, furono di nuovo accarezzati dal sole e raggiunsero un incrocio di sentieri.

A questo punto, invece di procedere verso destra, verso la strada cioè che percorse al contrario Farax circa due anni prima, al suo arrivo per l’allenamento, continuarono verso sinistra, sempre guardati dall’imponente struttura simbolo del paese, la Grande Muraglia, che proseguiva quasi parallela al sentiero appena imboccato, e che sembrava quasi sopra di loro, nonostante fosse a diversi chilometri di distanza.

-Sai, Farax, pensavo che noi, nonostante ci conosciamo da un paio d’anni, sappiamo poco l’uno dell’altra. Siamo stati poco a contatto, vero, però mi piacerebbe conoscerti più a fondo…raccontami qualcosa di te, della tua famiglia, del tuo paese…-

-Eheh…hai proprio ragione Lin; in effetti questa è la prima volta che ci troviamo soli, noi due- e a queste parole gli venne in mente il discorso di Milo del giorno precedente, pensando allegramente: °Il Maestro, ha organizzato tutto lui…ahah°.

-Beh…io sono nato e cresciuto in un piccolo paesino collinare del centro Italia, dall’altra parte della terra. Forse è per questo che amo molto la natura e gli animali, con cui sono stato molto a contatto da piccolo. I miei genitori sono due gran brave persone e si sono privati di molto per dare a me e alle mie due sorelle un’infanzia ed una vita felice. Le mie sorelle hanno poco più di quattro anni in meno di me, ma nonostante ciò sono partite anche loro per allenarsi, poco tempo dopo che sono arrivato in terra di Grecia, e avevano quasi nove anni. È da molto che non le sento, ma le tengo sempre qua vicino al mio cuore, insieme ai miei genitori. Hope, introversa e tenera, è partita per l’Artico, ed è intenta a conquistare l’Armatura d’Argento della Tigre Artica, mentre Faith, più estroversa e birichina, è andata ad allenarsi nelle calde terre della Savana Africana, per far sua l’Armatura d’Argento della Zebra. Loro sono state mandate direttamente nel loro luogo d’addestramento, mente io sono partito da Atene un paio di mesi dopo, in quanto, non so per quale strano motivo, il Grande Sacerdote, la più alta autorità del Grande Tempio, e voce della dea Athena, non mi voleva permettere di venire ad allenarmi qui in Cina per l’Armatura d’Argento del Panda. Poi, invece, sono riuscito a convincerlo, promettendo di portare l’Armatura del Panda in terra di Grecia; e sono qui. Tu invece Lin, cosa mi racconti di te?-

-Io sono nata e cresciuta qui in Cina, nel villaggio Hangziyn, protetto dai due imponenti simboli di questa regione, la Muraglia Cinese a sud, e il monte Wutaishan a nord. Io sono la seconda di tre figli, mia sorella più grande si chiama Sao, e il mio fratellino si chiama Zien. Mio padre fa il pescatore, mentre mia mamma quasi non me la ricordo, è morta a causa di una grave malattia, un anno dopo la nascita di Zien. Il nostro villaggio è stato attaccato e viene tuttora attaccato da briganti cinesi, che si fanno chiamare "Ratti del Bambù", e nonostante siano stati cacciati varie volte, al prezzo di molte vite, loro continuano a tornare, senza preavviso, per impossessarsi delle nostre provviste. È per questo che mio padre mi ha mandata a prendermi cura della capanna mentre tu ti alleni; per la mia sicurezza. Mia sorella è stata presa in moglie dal signore delle terre ad est del villaggio, e Zien è stato mandato con lei. Mio padre è rimasto da solo, e continua a lavorare, ma nonostante ci possiamo vedere pochissime volte, siamo una famiglia felice, e, come hai detto tu, ognuna porta gli altri nel proprio cuore. Uh, ecco…siamo arrivati, dietro quel crinale si scorge già il mio villaggio!-

Così i due ragazzi aumentarono il passo, procedendo la marcia, e sempre più velocemente si avvicinarono al crinale della collina. Arrivati sopra, guardarono la pianura sottostante, e il villaggio era situato li sotto, al centro. Continuarono a camminare per una quindicina di minuti, mentre ognuno ripensava alla storia raccontatagli dall’altro, quando, a pochi chilometri dalle porte della cittadina, si fermarono: acre odore di fumo era nell’aria, e proveniva proprio dal villaggio.

-Oh no, sono loro, sono i briganti, devo andare da mio padre…- disse Lin, preoccupata al massimo, avendo già capito tutta la situazione: era in atto il saccheggio dei Ratti del Bambù.

-No Lin, tu stai qua, riparati fra gli alberi, andrò io!-

-No, non posso lasciarti andare così, torno indietro per chiamare il signor Milo!-

-Troppo tardi, me la devo sbrigare io…-

-No, Farax...non puoi lasciarmi, io…io…tengo a te, e non voglio che ti succeda niente!!-

Farax a quelle parole si sentì il più felice essere umano sulla faccia della terra, e si voltò verso Lin, cingendole le spalle con le sue mani:

-Anche io tengo a te, per questo ti ho chiesto di metterti al sicuro…- a questo punto il tempo si fermò, gli occhi dei ragazzi risplendevano, ed entrambi si rispecchiavano in quelli dell’altro, i cuori tremolavano, e le labbra si unirono in un soffice, caldo e innocente bacio. Poi si staccarono, così come i ragazzi, e Farax disse:

-Tornerò, non preoccuparti…hai fiducia in me?- disse scherzoso.

-Certo…la massima fiducia- dopodiché la ragazza sorrise.

Così Lin si rifugiò fra gli alberi, nella boscaglia, e Farax si avviò correndo verso il villaggio. Entrambi si sentivano ora persone nuove, complete, e cresciute. Fortunatamente a tutto ciò aveva pensato Milo.

Farax arrivò alle porte del villaggio, che, notò, erano state aperte con la forza dopo un precedente bloccaggio. Così, con passo sicuro, si diresse verso il centro, e li vi trovò grossi uomini tutti muscoli che maltrattavano il capovillaggio:

-Ahah…lo sapete che quando arriviamo vogliamo abbastanza provviste per sostentarci per almeno un mese, e qua non ne vedo molte; mi tocca farti molto male, vecchietto, ahaha….!-

E scoppiò in una risata grassa e piena di disprezzo, seguito a ruota dagli altri cinque briganti.

-Voi non farete male a nessuno; anzi, vedete di svignarvela, se non volete essere ridotti a mangime per i pesci.-

Farax si presentò al villaggio e ai malviventi con un‘aura verde smeraldo che gli vorticava intorno. Si tolse il mantello, per evitare di rovinarlo durante un eventuale combattimento, e disse:

-Mh…vedo che siete anche sordi oltre che ritardati e disgustosi…- °Spero che il mio cosmo regga,e che le mie forze non mi abbandonino°.

Evidentemente Farax non era ancora sicuro delle sue potenzialità, ma non poteva lasciare quella gente alla sorte impostagli dai malviventi, così si mise in posizione di difesa, un braccio leggermente più su dell’altro, una gamba più indietro rispetto all’altra, le mani pronte ad attaccare e difendere, e nel caso ce ne fosse stato bisogno, di evocare il massimo del cosmo.

Il capo dei Ratti, un tipo alto, muscoloso, con la testa rasata con ciocche di capelli solo dalle parti laterali e con una vistosa cicatrice sull’occhio destro, lasciò cadere pesantemente il vecchio capovillaggio, aiutato poi da altra gente del villaggio stesso, e si diresse verso il ragazzo:

-Bene…un moscerino vuole essere schiacciato oggi; forza ragazzi, mostrategli quello che sappiamo fare-

E così gli altri cinque bestioni, molto simili di statura e corporatura al capo, tutti con qualche cicatrice sparsa qua e la, si lanciarono addosso a Farax, pronti a farlo fuori.

  
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