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Autore: Medy    17/07/2012    1 recensioni
...DAL PROLOGO: Un silenzio imbarazzante scese in quell’auto e più volte si scambiarono sguardi sfuggevoli, segreti, sorrisi imbarazzati e sorrise nascosti. Lei non parlò , e lo stesso lui. Quel silenzio era snervante, era la prova che le parole da dire erano troppe e un viaggio di soli cinque minuti non sarebbe bastato. .....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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-E...Vissero per sempre Felici e Contenti?-
-thirteenth chapter-
- Tra sogno e realtà-

Hermione si alzò a sedere su quel letto che non apparteneva a lei. Era scomodo e le coperte erano ruvide al tocco. Completamente diverse da quelle di seta pregiata che Draco aveva acquistato per la loro dimora, ormai abbandonata e resa spoglia dalla loro assenza,  per di più il languorino notturno, che ormai rendeva quelle notti insonne, la invase nuovamente. Scese dal letto, e rabbrividì quando i piedi toccarono il pavimento freddo. La stanza degli ospiti ,che Ginny ed Harry, le avevano volentieri ceduto , era adiacente alla cucina, quindi non fu difficile raggiungere la stanza ambita. James Sirius e Ginny dormivano, ma lei cercò di fare meno rumore possibile. Si indirizzò in punta di piedi verso il frigorifero babbano, e lo spalancò, permettendo alla debole luce invadesse un piccolo spazio di cucina. Rimase a fissare ciò che quell’aggeggio Babbano, familiare, gli offriva,e  la sua attenzione ricadde sul pasticcio di carne che quella sera era avanzato . Nonostante fossero le tre di notte, Hermione non riuscì a resistere, e prendendo il piatto circondato con la pellicola, si diresse verso il tavolo e con un colpo di bacchetta lo riscaldò. L’odore forte e pungente, gli scosse un po’ lo stomaco, ma la fame era forte, e senza badare ad intaccare la linea, iniziò a mangiare lentamente , nel silenzio del luogo. Ormai era passato quasi un mese da quando la sua vita era stata travolta da innumerevoli eventi. La Fuga di Draco, l’attesa di un figlio, Harry sparito a causa di una missione top secret, Luthien e Zabini segregati in casa, e Ron che una volta scoperto dove si fosse nascosta, le faceva visita ogni volta che poteva lasciare la sua postazione di guardia. Era ritornato da lei, per starle accanto e farle superare l’ennesima delusione ricevuta, inconsapevole di ciò che stava accadendo dentro di lei. Era l’unico allo scuro di quella gravidanza ed Hermione non si sentiva pronta per dargli quella notizia. Ron era ancora innamorato di lei, lo leggeva nel suo sguardo, e nei suoi modi di fare. E lei non poteva permettere di fargli ancora più male, anche se prima o poi avrebbe dovuto svelare ogni cosa. La pancia piatta avrebbe mutato, diventando più gonfia, e tra nove mesi avrebbe dovuto giustificare la presenza di un piccolo pargolo nelle sue braccia. Si toccò la pancia, immaginando il suo bambino, e sperando che gli occhi del padre avrebbero illuminato il suo volto. Nonostante Draco l’avesse ferita, non poteva smettere di amarlo. L’amore non poteva spegnersi come un interruttore e anche se fosse stato possibile, lei non rimpiangeva di aver provato un sentimento tanto forte per qualcuno. Non rimpiangeva nulla di loro due. Nemmeno la piccola creatura, che avrebbe rivoluzionato la sua vita. Portò un altro pezzo di pasticcio alle labbra, ma deglutì con forza, quando vide la Gazzetta del Profeta  , nascosta malamente sotto gli stracci da cucina. Si alzò, senza badare al rumore che la sedia provocò e che avrebbe potuto intaccare il dolce sogno di James e Ginny, e la prese tra le mani, leggendo le parole velenose di Rita Scheetter. Odiò quella donna ancora di più. Nuove accuse versate ai danni di Draco, questa volta accusato di un nuovo attacco, accusato nuovamente di essere artefice degli ultimi attacchi avvenuto in quel periodo. Ormai Draco era divenuto il nuovo nemico del mondo magico.Era al bando, gli Auror erano in allerta e si erano gettati alla sua ricerca, e la prigione di Azkaban lo attendeva con la bava alla bocca. Sarebbe stato un prigioniero invitante per i mostruosi Dissenatori. Gettò il giornale nella spazzatura che lo triturò per bene. Strinse il piano rigido , e trattenne a stento le lacrime. Ogni volta che leggeva il suo nome, ogni volta che la sua mente la catapultava da lui, non poteva evitare di versare quelle maledette lacrime e lasciare che la consumassero dentro. Il viso pallido, le guance incavate e gli occhi opachi,erano il chiaro segno che tutto ciò che stava accadendo la stava logorando l’animo.
Si portò una mano alla bocca, e prima di egurgitare il pasticcio di carne in cucina corse in bagno , dove si inginocchiò all’altezza del Water e cacciò fuori ogni cosa, ma quel senso di nausea e di malessere non le passò. Non si sentì svuotare, non sentì benessere, ma solo un disgustevole sapore.
 
                                                                                    *
 
Occhi glaciali , privi di espressione erano posati sulla luna, che quella notte era opaca e poco visibile. Un vento freddo scompigliò i capelli neri della giovane ragazza che lasciò che quel freddo le entrasse fino dentro alle ossa. Quel freddo che aveva sentito per anni, che per anni l’aveva paralizzata in fondo ad un baratro di oscurità e tristezza, lo stesso baratro che aveva rafforzato la sua corazza, rendendola impenetrabile, rendendola forte . Tamburellò con fare stanco le dita affusolate, e fece nascere alcuni cristalli su quella pietra antica. Il suo potere si rinforzava ogni giorno, e i suoi piani sembravano intaccabili. Ogni cosa stava proseguendo nel giusto modo, e Draco Malfoy era il caprio espiatore perfetto. Nessuno conosceva la sua esistenza, nessuno poteva farlo. Era stata nascosta allungo e per bene, e avrebbe dovuto sopportare quell’ isolazione ancora per un po’ , per poi uscire allo scoperto e rigettare ogni cosa nell’oblio. Sentì dei leggeri passi e si voltò mantenendo quello sguardo inespressivo  sul volto pallido di Ephiam che chinò appena la testa, segno di reale e convinta fedeltà.
“Saphiria, se mi permetti , vorrei uscire…La fame è insostenibile…” L’accento marcato di Ephiam tremò alla gola, come un latrato sofferente. Saphiria lo raggiunse lentamente, e poggiandogli una mano sul viso sorrise malignamente.
“ Rendi questa notte rossa , e soddisfa la tua fame…” Sospirò freddamente, godendo al solo pensiero di ciò che avrebbe causato la forte astinenza appena terminata. Il volto di Ephiam si aprì in un sorriso accennato, e chinandosi per ringraziare la sua Signora, uscì da quel luogo freddo e lugubre, pronta ad imbrattare la brughiera con il sangue di vittime innocenti e inconsapevoli del loro atroce destino.
 
                                                                                  *
Luthien sarebbe impazzita se le cose avessero continuato a proseguire in quel modo. Era un mese ormai che non metteva la testa fuori quella casa. Ovunque c’erano rabbiosi Auror pronti a frenare una sua eventuale fuga. La sorveglianza era aumentata dopo gli altri attacchi ad altri edifici babbani, dove l’artefice era stato nuovamente individuato in Draco. Woolstrongh era venuto a fare visita a Blaise poche volte, e in quelle rare occasioni si erano rinchiusi nello studio a confabulare alle sue spalle. Altro fattore che l’avrebbe gettata alla pazzia: Non conosceva cosa stesse realmente accadendo. La Gazzetta del Profeta diceva solo sciocchezze, e la penna velenosa di Rita Scheeter , non frenava la sua voglia di gettare veleno sul nome di Draco, che ormai era divenuto il prigioniero più ambito nella prigione di Azkaban. Luthien sapeva che tutta quella storia era solo una montatura, perfettamente messa in piedi, per gettare Draco nella tana nel lupo, in modo che potesse portare , in modo dettagliato e preciso ciò che stava accadendo, ma era pur vero che di lui nessuno aveva traccia, e ciò l’aveva gettata nel baratro della preoccupazione. Quel pomeriggio , come ogni pomeriggio, Luthien cercò di trovare interesse in libri polverosi e poco piacevoli, che Sophia, la sua ormai , guardia del corpo le aveva procurato. Ogni pagina era letta con noia, e poco entusiasmo, e ogni libro appariva pesante e complicato. La testa sembrava essere colma di un qualcosa di pesante, che la portava a desiderare di sbatterla contro il muro innumerevoli volte. Quel divano, che ormai aveva assunto la forma del suo corpo, era diventato scomodo, e il pensiero di comprarne uno nuovo reggiungeva la mente nello stesso istante in cui realizzava, che il sole era ancora un privilegio per lei, e forse lo sarebbe stato ancora allungo.
Guardò ancora per un po’ quel libro, per poi gettarlo a terra con un tonfo. La noia ormai si stava impadronendo di lei, in ogni punto, gettando i muscoli a dolere e la sonnolenza ad aumentare. Blaise era sempre rinchiuso in quel maledetto ufficio, a confabulare chi sa cosa, con chi sa chi. E lei, era in trappola, una trappola creata da pazzi che avevano deciso che quella pace, nel mondo magico, non poteva durare, e non sarebbe durata allungo. Il caos stava pian piano prendendo forma, anche se in modo latente, ambiguo. Soprattutto per i Babbani, soggetti a incantesimi di memoria, e costretti a dimenticare anche le persone a loro care, che sfortunatamente erano divenute innocenti vittime, di una guerra non loro. Gettò il capo tra i cuscini, e sperò che il sonno la rapisse, in modo da far trascorrere quelle interminabili ore . Chiuse chi occhi, ma fu catapultata in nessuno luogo, ma rimase su quel divano tanto scomodo e insopportabile. Rimase a fissare il buio, cercando di perdersi in un’altra realtà, in un altro luogo, lontano da li, lontano da quelle paure,lontano dal timore di perdere le persone che amava. Blaise era in pericolo ogni giorno, dopo quella lettera minatoria. E ogni giorno lei temeva di svegliarsi sola, in un letto freddo e vuoto senza quegli occhi profondi e intensi che le auguravano dei meravigliosi giorni, nonostante fossero giorni chiusi in quattro mura. Durante la notte si era ritrovata a svegliarsi in preda al panico, e temendo di trovarsi sola, aveva tastato la sagoma di Blaise, che dormiva al suo fianco, ritrovando rassicurazione e conforto. Perderlo sarebbe stato devastante, e lei non poteva permetterlo. Rimase ancora con gli occhi chiusi, trattenendo stupidi e inutili lacrime causate da quei pensieri, apparentemente irrealizzabili, eppure lei, sentiva che quel timore non era infondato, sentiva che quelle paure avevano un loro significato , un loro “perché” che le faceva nascere. Rimase ancora con gli occhi chiusi, rimase ancora a fissare il vuoto, l’oscurità, prima di cadere in un sonno profondo, ed immergersi in una raduna, fiorita, radiata da raggi di sole che riscaldavano il suo viso. Lei camminava a piedi nudi su quella terra umida e provava piacere nel farlo. Sentì una voglia irefrenibile di danzare e lo fece. Volteggiò in quel prato , forte, tanto da sentire la testa girarle, tanto da voler trovare pace nel cascare giu e perdersi in quei fiori profumati e soffici, che apparivano un po’ sfocati, in alcuni punti, rendendoli irreali. Rimase a fissare il cielo, colorato di azzurro. Un azzurro limpido, dolce. Rimase a fissarlo allungo,come rapita da quei batuffoli di nuvole che le passavano sopra la testa. Sorrise , a se stessa e a nessuno. Sorrise prima di sentire tremare la terra. Rimase paralizzata in quella posizione, non riuscendo ad alzarsi, a muoversi, e dovendo forzatamente assistere al cambiamento del cielo. Si spaccò, divenne rosso come il sangue, e le nuvole sparirono, l’erba soffice divenne secca, che si sbriciolò sotto le sue mani, e quei fiori tanto belli e irreali divennero ossa. Voleva urlare, voleva chiedere aiuto, ma le labbra sembravano sigillate. Cercò di sfuggire a quello spettacolo inquietante, ma quando lo fece si pentì amaramente. Una figura incappucciata l’osservava da lontano. Aveva le spalle curve, e riuscì a vedere , dall’oscurità del cappuccio, solo due piccoli luminosi occhi. Iniziò a muoversi, in modo disconnesso, movimenti lenti ne susseguivano veloci. Luthien voleva scappar via, ma sentì una presa alle spalle che la costrinse a rimanere li. Sentì le guance bagnarsi di lacrime di terrore e paura. Si avvicinò ancora , per poi ritrovarsi all’altezza del suo viso. Il cappuccio fu abbassato, e rivelò un volto di una bambina. Pallida, dai lunghi capelli neri, e da occhi glaciali. Le labbra sottili si aprirono in un sorriso meschino. Che fece rabbrividire Luthien, che senza aver bisogno di guardarsi, constatò che anche lei era bambina. I riccioli biondi le ricadevano sulle spalle, e quella paura, sentì essere di una bambina, di lei, quando ancora guardava gli occhi con innocenza. Sentì quella presa alle spalle farsi sempre più forte, tanto da provocarle dolore. Voleva la sua mamma, sapeva solo quello, che le mancava la sua mamma. Quella mamma mai conosciuta, che l’aveva abbandonata per inseguire il signore Oscuro. Ma nonostante ciò, nonostante quell’odio che credeva provasse per quella donna, in quel momento sentì il bisogno di essere stretta tra quelle braccia meschine, inconsapevoli dell’amore, dell’affetto e del calore di una figlia.Quella bambina misteriosa, spense il suo sorriso, come se avesse appena letto i suoi pensieri, e voltò le spalle per correre via, verso un baratro , privo di luce. Per chiudersi in quel baratro oscuro, che fece rabbrividire Luthien, che iniziò nuovamente a singhiozzare. La presa si fece sempre più forte e iniziò a scuoterla, forte, con decisione, fino a costringerla ad aprire gli occhi, e riportarla nel salone di casa sua, con Blaise che la guardava con viso preoccupato.
“Amore, svegliati…Luthien mi senti?” Quelle parole la ridestarono dal Trance, e la riportarono dalla sua Luce. Che passandole una mano sul bel volto, le diede conferma che aveva pianto, le lacrime versate anche nel sogno. Guardò Blaise in modo confuso, e non riuscì a trovare una sola parola che potesse spiegare quelle lacrime.
“Blaise…” Balbettò, guardandolo, che preoccupato , attendeva  una spiegazione. Ma non arrivò. Luthien sentì il bisogno di gettarsi tra le sue braccia e farsi coccolare. Blaise non le negò quel gesto amorevole, nonostante non sapesse il motivo che aveva causato quello sguardo turbato e spaventato. In quegli occhi limpidi Blaise aveva letto paura e terrore, e sapeva che semplici sogni non ti gettavano in quello stato.
“Sono qui con te adesso…” soffiò piano al suo orecchio, e Luthien annuì, stringendolo ancora più forte a se. Forse aveva urlato per aver attirato  l’attenzione di Blaise, che aveva abbandonato il suo lavoro per soccorrerla. Forse aveva pronununciato quel nome che non aveva mai osato pensare, forse aveva chiamato quella persona che aveva sempre odiato. Ma di cui non poteva evitare di sentire la mancanza, nonostante non fosse mai stata presente. Rimasero allungo abbracciati, in silenzio, senza sentire il bisogno di dire nulla, e di spiegare nulla. Solo l’arrivo improvviso di Narcissa Malfoy, e Andromeda Tonks, con al seguito il piccolo Teddy, fece staccare i due, che guardarono sorpresi quell’arrivo improvviso e inaspettato.
“Zia Cissy, Zia Andromeda … Come…quando…” Luthien sperò che l’espressione sconvolta non fosse ancora visibile sul suo volto, e non riuscendo a formulare una semplice domanda, si alzò dal divano, per correre incontro a quelle due donne, che per vent’anni erano state la sua famiglia. Il viso bonario di Andromeda  sorrise e ricambiò quell’abbraccio caloroso che Luthien le rivolse. Il piccolo Teddy Lupin guardava incuriosito quel luogo, e non appena vide il piccolo Bruthus appollaiato sul tappeto persiano, si fiondò a torturare quella povera creatura. Narcissa salutò Blaise con un accenno del capo, e abbracciò Luthien in un modo tanto freddo da farle venire i brividi. Il volto della bella Narcissa, era in netto contrasto con quello della sorella. Bella come sempre, di una bellezza immutabile ed eterna, le labbra , morbide e piene erano strette , serrate come per trattenere parole poco gentili, e gli occhi, lucenti, erano opachi e un velo di tristezza sembrava accarezzare quel volto, che ricoperto da qualche ruga del tempo, era più pallido del solito. La pelle diafana e porcellanata era stata sostituita da un pallore malaticcio, e anche il corpo sembrò aver risentito di quel malanno, proveniente dal cuore. Guardò Luthien, come se fosse colpevole di qualcosa,e senza attendere un invito, con portamento elegante e regale, da degna Signora Malfoy, si accomodò sul divano , accanto a Blaise, che sembrò essere colpito, anche lui in pieno da quella freddezza.
“Luthien mia cara, è sempre bello vederti. Vero Cissy?” Andromeda tentò di cancellare quell’atmosfera tesa, ma lo storcere del naso di Narcissa non fu da sostegno a quelle parole. Andromeda tossicchiò nervosamente e accennando con lo sguardol Blaise, invitò Luthien a presentargli quel “Giovanotto tanto attraente”, anche se le presentazioni non erano d’obbligo, in quanto Blaise Zabini era il Ministro della Magia, e il suo volto era noto a tutti.
“Molto lieto, signora Tonks, lei può chiamarmi semplicemente Blaise” Si era alzato, con eleganza e aveva stretto la mano della donna, che arrossì e ridacchiò in direzione della nipote, felice ed estasiata di conoscere il Ministero della Magia, di persona, nonché fidanzato della sua adorata Nipote, che aveva cresciuto amorevolmente e amato come una figlia. Narcissa rimaneva ferma immobile sul divano, sguardo alto, non avrebbe mai abbassato il capo, la fierezza dei Purosingue e del Black ardeva in lei, e Luthien percepì che quella non era stato un semplice passaggio. C’era qualcosa che Narcissa aveva bisogno di dire, e non avrebbe atteso ancora.
Un altro rumore, interruppe quello scambio di presentazioni e titoli, e Luthien sorrise alla vista di Hermione, seguita da Ginny e dal Piccolo James Sirius. Accompagnati da Ron ,che rimase fermo in mezzo al salone, alle spalle di Hermione.
“Hermione, tesoro! Che gioia” Luthien non trattenne quella gioia, causata alla vista della cara amica, che ricambiò quell’abbraccio amorevole e forte. Ginny sorrise appena, lasciando la presa che stringeva intorno a James , per farlo correre incontro a Teddy e tormentare con lui, quel piccolo cane che assecondava gli innocenti dispetti dei due bambini. Hermione guardò alle spalle di Luthine, e rabbrividì quando, occhi familiari, di un grigio tempestoso, le rivolsero l’attenzione, cruciandola e schiaffeggiandola. Narcissa aveva sempre accettato la decisione di suo figlio di intrattenere una relazione con Hermione Granger. Sapeva che le sue potenziali erano ammirevoli, e sapeva che amava Draco e lo avrebbe reso felice ,eppure in quel momento, Narcissa Malfoy non riuscì ad odiarla. A disprezzarla e non riuscire a intravedere quelle qualità. E il suo sguardo era chiaro e limpido come l’acqua. Stava rimproverando Hermione di qualcosa, che lei non riusciva a cogliere.
Andromeda salutò le due ragazze con lo stesso affetto e calore riservato a Luthien. Durante la guerra aveva avuto modo di conoscere entrambe e di volerle bene allo stesso modo cui voleva bene Luthien, e non le negò quel caloroso abbraccio e quel sorriso tanto dolce, da farle sentire a casa,e far distogliere per un attimo l’attenzione di Hermione , dallo sguardo glaciale e freddo di Narcissa.
“Basta con queste smancerie inutili, veniamo al punto per cui ci siamo scomodate dal Manor… “ La voce fredda di Narcissa si levò sopra le loro teste, facendo voltare tutti, e Andromeda tossicchiò nuovamente , sempre con fare nervoso e colpevole.
“Zia Cissy , credevo che foste venute per…” Le parole le morirono in gola, quando vide dipingersi sul bel volto della zia quel sorriso amaro e privo di allegria. Narcissa accavallò le lunghe e affusolate gambe, mantenendo sempre una posizione rigida e regale.
“Non crederai, mia cara Luthien , che mi sia scomodata solo per conoscere il tuo bel fidanzato? Conosco bene Blaise Zabini, e inoltre il via vai di Auror che nuovamente vogliono confiscare i miei beni, non mi permette di preoccuparmi di questo….” Hermione sentì una morsa allo stomaco. Narcissa stava rivivendo lo stesso inferno vissuto solo pochi anni prima, come anche Hermione. Entrambe stavano assistendo alla ripetizione di quella storia struggente e difficile da accettare. Hermione era nuovamente stata abbandonata e Narcissa aveva perso nuovamente un figlio, e ogni cosa che apparteneva a ricordi legati a lui e al suo defunto marito. Allora perché, quello sguardo duro, era rivolto solo lei? Non c’era solidarietà, non c’era complicità in quelle due donne, che amavano la medesima persona. Eppure Hermione si sentiva cosi legata a lei, comprendeva quel dolore, e avrebbe tanto voluto trovare un modo per aleviarlo . Ma Narcissa continuava a rivolgerle uno sguardo poco rassicurante.
“Non posso crederci! Ancora? Adesso cosa  vogliono da te?” Luthien si sentì ardere di rabbia. Non solo Draco stava rischiando la sua vita per il Ministro stesso, e Woolstrong e altri sapevano la sua innocenza, adesso anche i beni , appartenenti alla famiglia Malfoy, collezionati nei secoli, e guadagnati con  tanta fatica, erano stati toccati. Woolstrong avrebbe potuto impedirlo, eppure sembrava volerne stare fuori, non proferendo parola. Blaise guardò Luthien, e la incitò a rimanere zitta, come se avesse compreso le sue intenzioni, che avrebbero potuto rovinare la copertura di Draco e quindi tutto il piano.
“Non so, oltre rovinare ulteriormente la mia vita…” Esclamò sorridendo in modo sarcastico. Ginny e Ron si guardarono  entrambi sentendosi completamente estranei a quella faccenda, e forse abbandonare la stanza, e lasciare risolvere quegli affari tra i componenti di quella famiglia, sarebbe stata la cosa più giusta. Ma Ron fu frenato dalla presenza di Hermione, che vide diventare tesa, a quelle parole.
“ Comunque sono venuta qui, per parlare con la Signorina Granger, se non vi dispiace” Continuò cogliendo tutti di sorpresa. Hermione arrossì lievemente. Poche volte aveva avuto modo di parlare con la signora Malfoy, e quelle poche volte erano avvenute in presenza di Draco. Hermione era del tutto allo scuro di ciò che le avrebbe detto, ma sapeva che qualunque parola le fosse stata rivolta, non sarebbe stata né gentile e né di conforto. Lo sguardo aveva gia parlato per lei.
“Cissy credo che Hermione non possa darti le risposte che cerchi” Andromeda affiancò la sorella, e le strinse le mani, come per incitarla a lasciar perdere le sue intenzioni. Luthien fissò Hermione che rispose con una lieve scrollata di spalla, inconsapevole quanto lei di cosa le avrebbe potuto dire Narcissa.
“No  Andromeda . Lei viveva con Draco e lei è stata l’ultima a vederlo prima che potesse ritornare a comportarsi come un emmerito stupido e pazzo…anche se, crediamo tutti, che dietro a questa faccenda non ci sia Draco…Giusto , Hermione?” . Lo sguardo tedioso e di biasimo ricadde nuovamente su  Hermione, che strinse i pugni,intimorita da quella donna.
“Io, da ex giornalista, posso dire che molte volte le notizie vengono forviate, ma hanno sempre un pizzico di verità….” Ron sorrise appena, sentendosi in colpa di quel senso di trionfo provato per un attimo. L’egoismo dell’uomo innamorato e ferito lo stava conducendo a desiderare di vedere Hermione , provare un forte odio verso Malfoy, e magari ritornare da lui. Ma la risposta che seguì , lo scaraventò brutalmente nella dura realtà, mai cambiata.
“Ma conoscendo Draco,e amandolo, nonostante tutto…. So che non lo farebbe mai…. Lui non è l’artefice di nessun attentato. Qualcuno vuole gettare fango su di lui..” Hermione sentiva realmente che Draco non era colpevole di nulla. E sperò che quell’intuizione non fosse gestita dal forte amore, tanto forte da offuscare la realtà. Ginny si infastidì notando il sorriso sarcastico dipingersi sul volto di Narcissa, sorriso accusatore. In quel momento Lady Malfoy stava accusando Hermione.
“Da donna innamorata tu credi che lui non sia stato…Ma da Donna innamorata non hai avuto la forza di fermarlo, non hai cercato di aprirgli gli occhi, e farlo rinvenire da questa sua pazzia….” Il tono aspro non fece sobbalzare solo Hermione, che sentì lo stomaco rivoltarsi, e la bocca diventare secca. Non cercò di difendersi da quelle accuse ingiuste , ,e lasciò che Narcissa continuasse con parole dolorose, che la ferirono , che la fecero sentire colpevole.
“ Ho perso nuovamente mio figlio, che nuovamente si è gettato sulla strada sbagliata, nuovamente si è macchiato le mani di sangue innocente.  E tu Hermione, non sei stata abbastanza forte per fermarlo, non gli hai dato un giusto motivo per non fare quest’ennesima scelta sbagliata…”
Ron corrugò la fronte, deciso a rispondere per lei, che lasciava a Narcissa lo spazio per gettarle addosso quelle accuse, quelle parole che la dipinsero come la colpevole di tutto. Ma Hermione lo zittì con la mano , sentendosi in dovere di lasciare che Narcissa parlasse e scaricasse quella rabbia, quel dolore che la stava devastando.
“Zia Cissy non puoi pensare realmente a ciò che dici. Hermione è stata la miglior cosa che Draco abbia mai avuto, e se fosse qui, non ti permetterebbe di parlarle in questo modo” Luthien intervenne in aiuto di Hermione, infuriata con quella zia cocciuta e ingiusta. Andromeda era rigida sul divano, imbarazzata di fronte al comportamento irrazionale della sorella. Blaise si sentiva del tutto fiori luogo, e guardava il pavimento, tenendo le mani in tasta, per nascondere il movimento frenetico con cui si tormentava le unghie , e Ginny iniziò a provare un  odio sempre maggiore per quella donna,madre e moglie di due uomini meschini , che non facevano altro che portare dolore ovunque . E odiò Hermione, che lasciava che quelle parole uscissero da quelle labbra cattive e ingiuste.
“si, cosi migliore, che è fuggito nuovamente , non è  stata utile per nulla!”
“Cissy! Non puoi parlare cosi…sei ingiusta” Andromeda si scusò con Hermione con lo sguardo, e notò che gli occhi color nocciola erano inumiditi, ma apprezzò la forza che quella ragazza stava mostrando. Ginny non né potè più, si scagliò contro quella donna, non riuscendo a trattenere le parole, e difendere Hermione.
“Non osare accusare Hermione ! Tuo figlio è sempre stato attratto dalle arti oscure, è sempre stato meschino, bastardo e ha sempre , sempre , ferito Hermione! Lei ha sempre cercato di intravedere del giusto in lui, un pizzico di bontà. È stata l’unica a concedergli mille possibilità, che ha sprecato . Ha sputato sulla sua fiducia, spassandosela con altre, e ritornando a gettare il mondo nel caos. Siete una famiglia malvagia, e non cambierete mai…Quindi se lo hai perso, è solo colpa del sangue che scorre nelle sue vene…” . Narcissa si alzò, schiaffeggiata violentemente da quelle parole. Gli occhi sgranati, i pugni tesi, il viso tremante. Era indignati da quelle accuse velenose. Andromeda si portò una mano alla bocca, cercando di trattenere mugolii disperati,e  anche Luthien rivolse a Ginny uno sguardo severo, avendo attaccato la sua famiglia. Lei non sapeva il perché Draco si fosse comportato coSI. Non poteva accettare che Narcissa accusasse Hermione, ma non poteva nemmeno accettare che Ginny, inconsapevole di ogni cosa, offendesse il sangue che scorreva nelle vene di Draco, lo stesso che in parte scorreva in lei.
Luthien era una Black e una Lestrange, figlia della strega più meschina, terrorizzante, e pazza che il mondo magico avesse conosciuto, eppure lei non era mai stata attratta da quel lato della magia. Non aveva mai lacerato la sua anima e mai lo avrebbe fatto. Draco non era attratto dalla magia oscura, ma era legato a lei, dovendo cedervi per un fine maggiore.  
“ Impertinente ragazzina. Come osi? “ Narcissa tramutò quella sua bellezza, assumendo la solita aria alsettora che la vita accanto a Lucius Malfoy le aveva donato. Blaise sperò di non dover essere vittima di una sceneggiata tipica femminile, con urla e forse qualche strattonata violenta.
“ Ginny ti prego…” Hermione prese parola, solo per zittire Ginny, che la guardò confusa. Nonostante quelle accuse, lei continuava a difendere la donna, che stava accusando lei l’artefice di tutto.
“ Hermione, lasci che questa donna ti parli in questo modo? Non ti capisco più. Lasci che ti feriscano, lasci che ti trattino in questo modo? Dove è finita la Hermione che metteva a tacere il mondo? Dove? Hermione?” Ginny cercò l’amica negli occhi di quella sconosciuta, ma il viso basso, le lacrime , e lo scuotere piano il capo, le fece comprendere che forse non l’avrebbe ritrovata mai più. Ormai Hermione Grangere era stata sdradicata da quel corpo, lasciandolo vuoto, privo di carattere e forza .
“ Ginny ti prego….” Ripetè Hermione, stringendole le mani. Ginny rimase delusa da quella richiesta, e dandola vinta a Narcissa , si staccò dalla presa dell’amica, e si diresse verso James, che giocava ancora con Ted.
“Hai letto cosa la Scheeter scrive di lui? Dopo averlo elogiato e acclamato, dopo tutto ciò che ha fatto per i babbani…. Sono disgustata” Narcissa ritornò a sedersi, e abbassò lo sguardo, riportando alla mente gli articoli che avevano troneggiato in prima pagina in quel mese. Draco Malfoy era l’argomento principale, presente sulla bocca di tutti.
“Sei ingiusta. Non puoi accusare Hermione, smettila” Luthien ritornò ad attaccare Narcissa, agguerrita a farle capire che quelle accuse erano inutili. Andromeda le strinse nuovamente le mani, ma lei le ritirò, infastidita da quei tentativi di farla ragionare. In quel momento odiava quella ragazza, nonostante non ci fosse una vera motivazione.Perchè sapeva in cuor suo che tutto ciò che stava nuovamente travolgendo la sua vita, non era colpa di lei. Forse poteva solo ringraziarla, di averlo amato,  di continuarlo a farlo, nonostante tutto, nonostante quel dolore che scorgeva in quegli occhi.
“ Signora Malfoy, credo che dovremmo parlare…In privato. Ho da chiarire alcune cose” Blaise intervenne , stanco di ascoltare quelle parole sciocche. Avrebbe informato Narcissa sul reale ruolo di Draco, continuando a nascondere ogni cosa ad Hermione, che se avesse solo saputo , nulla l’avrebbe frenata a cercare Draco,. Luthien ed Hermione lo guardarono, confuse. E Andromeda incitò la sorella a seguirlo nello studio, ma quel rifiuto da parte della bella donna iniziò a rendere le cose più complicate.
“Se riguarda Draco, credo che la sua ex ragazza , proverebbe interesse nel conoscere queste cose da chiarire” Narcissa sembrava una dispettosa bambina, pronta a ferire la sua rivale. Quel comportamento immaturo e poco degno per una donne nobile ed elegante come lei, fece perdere la pazienza Ad Andromeda, stanca della Sorella, giunta li per infastidire Hermione, che continuava, senza batter ciglio, a lasciarle campo libero. Ron affiancò Hermione e intrecciò la sua mano in quella di lei . Fu un gesto innocente, un semplice gesto per farle capire che lui era li per sostenerla di fronte a quelle parole , di fronte a quella realtà che forse si sarebbe presentata. Ma quel gesto fu colto da Narcissa e travisato.
“Ovviamente la mancanza di mio figlio è stata appagata…come gia accaduto….”Hermione si staccò con forza dalla presa di Ron, e puntò il suo sguardo verso di lei. Avrebbe lasciato che le accuse le scivolassero addosso, senza rispondere, ma non avrebbe lasciato che Narcissa potesse confondere quel gesto. Non era stata lei a voler rimanere sola, né allora e né in quel momento. Draco aveva sempre fatto il passo doloroso, gettandola nella decisione di scegliere se vivere una vita lontano da lui  o con lui, ed Hermione aveva sempre privilegiato la vita con lui. Nonostante fosse sempre in fuga, soprattutto quando le cose iniziavano a prendere pieghe serie .
“ Narcissa, posso accettare di essere accusata per la decisione  di Draco di intraprendere nuovamente questa strada sbagliata, posso capire questo odio che provi nei miei confronti, odio dettato dal dolore di aver perso un figlio, nuovamente. Ma non posso tollerare l’accusa di aver appagato l’assenza di Draco. Assenza che non riuscirò mai ad appagare. Nonostante il male ricevuto, continuo ad amarlo e mi odio per questo. Ho provato ad odiarlo, ho provato a cancellarlo dalla mia mente, ma è sempre li, a ricordarmi quanto amore provo per lui. E forse proprio questo amore , cosi malsano, mi ricorda che sono viva, perché quando Draco se ne è andato ho sentito un dolore allucinante, che mi ha fatto desiderare di morire , di sparire….Ma ho resistito, forse perché ancora speranzosa di vederlo apparire, oppure di svegliarmi da questo incubo, che si è ripetuto ancora. Capisco il dolore che stai provando Narcissa, ma non posso capire questa tua ostinata voglia di scaricare tutto su di me…”
Narcissa strinse i pugni, leggendo in quegli occhi tristezza. Il viso pallido , e la figura smilza di Hermione, erano i testimoni di quelle parole. Ron al suo fianco sentì lo stomaco rivoltarsi, e abbassò appena lo sguardo. La consapevolezza di non poter sostituire l’assenza di Draco era dolorosa, eppure avrebbe dovuto accettarla. Non poteva nuovamente chiudere gli occhi, e sperare di sostituirlo. Lo aveva fatto, in passato, e il risultato aveva portato ad un dolore collettivo , comune. Luthien sorrise dolcemente all’amica, intenerita da quella confessione , e Blaise sentì i sensi di colpa farsi sempre più pesanti, quasi insostenibili. Se solo avesse saputo Hermione, avrebbe smesso di stare cosi male. Andromeda guardò severamente sua sorella, che sembrò non essere addolcita da quelle parole.
“Cissy, mi hai trascinato qui con forza e volevi sapere se la povera Hermione sapesse qualcosa di Draco, è chiaro che vi trovate nella stessa barca ed è chiaro che dovrete affiancarvi e aiutarvi a vicenda. Non puoi rimproverarla ! “ Narcissa di alzò di scatto dalla poltrona e diede a tutti le spalle, come se volesse rifiutare di dar ascolto a quelle parole, che le stavano facendo ripensare e ammettere che quel suo comportamento era ingiusto . Si era fiondata li, aveva richiamato Hermione , senza pensare realmente a ciò che avrebbe voluto conoscere da lei, senza ad un comportamento razionale. Sapere la dura realtà, conoscere la vera natura di suo figlio, rivedere il suo viso in prima pagina, additato come un criminale, era stato uno strazio al cuore, e la ragione, la calma e la tolleranza l’aveva abbandonata del tutto. Suo figlio era nuovamente un assassino e nuovamente stava facendo soffrire tante persone.
“Non posso essere solidale con lei! Non ci troviamo nella stessa barca, la mia sofferenza è maggiore. Draco è mio figlio! E un dolore di una madre non può essere paragonato a quello di una fidanzata, che non è nemmeno sua moglie, oltre tutto. Può rifarsi una vita, può amare nuovamente. Ma perdere un figlio, è un dolore che non può essere spiegato, e non può essere capito da una ragazzina che non ha avuto ancora l’onore di provare questo amore….” Hermione si toccò il ventre, e sentì una forte rabbia invaderla. Non poteva parlare cosi, oltretutto non conoscendo cosa realmente provasse.
“Sembra che stiate parlando di un morto. Draco è vivo, e nessuno ancora lo ha perso! Zia Cissy, smettila di essere cosi tragica! Non hai perso un figlio. Sono sicura che ogni cosa ritornerà al giusto posto” Luthien guardò Blaise in cerca di aiuto, sperando che un suo nuovo intervento potesse  convincere Narcissa a seguirlo ed ascoltare la realtà, cercando di tenerla per se, e non diffonderla e rischiare di perdere realmente il suo adorato ragazzo.
“ Draco è morto ormai. Anche se venisse svelato il suo nascondiglio, i cacciatori Auror sono li fuori pronti ad accoglierlo e a farlo fuori! I dissenatori attendono solo lui, e la sua anima… Mio figlio è davvero morto, io ho realmente perso un figlio! Ma ripeto nessuno di voi, potrebbe capirmi! NESSUNO” Narcissa si voltò nuovamente verso i presenti, e gli occhi lucidi la tradirono, come la voce tremante . Quel pensiero era devastante.
“Cissy non dimenticare che io ho perso un marito una figlia e un genero , che adoravo….Ted ha perso entrambi  i genitori,  Ron Weasley  ha perso un fratello… ognuno di noi , in questa stanza , ha perso qualcuno, ma non siamo qui per confrontare i dolori maggiori. Draco è vivo, ha solo perso la via di casa, e anche se venisse trovato e gettato ad Azkaban, non è solo…Nonostante tutto” I tentativi di Andromeda di far calmare la sorella furono inutili. Narcissa sorrise amaramente, e puntò uno sguardo perfido su Hermione, che non abbassò lo sguardo, questa volta decisa a non accettare critiche maligne.
“Naturalmente, se finisse ad Azkaban  Hermione Granger non si tirerebbe indietro. Continuerebbe ad amarlo” Il tono sarcastico di Narcissa le portò altra rabbia, non capiva perché quei comportamenti . Non capiva perché continuava a volerla ferire.
“Certo… ogni giorno… “ Rispose lei, mantenendo lo sguardo fiero ritrovato per caso, che avrebbe perso nuovamente, una volta riportato alla mente il ricordo doloroso di Draco.
“ Anche se gli verrebbe portata via l’anima, Hermione Granger continuerebbe ad amarlo. Certo non può mica dimenticarlo. Lo ama, Hermione, e vivrà nel suo ricordo per sempre . Non cercherà di farsi una nuova vita, non cercherà di amare qualcun altro. Perché Draco le ha lasciato un ricordo profondo, le ha lasciato la solita cicatrice nel cuore.ma che visione romantica, tipica di quei stupidi libri babbani….” Il viso era contratto in una smorfia disgustata , sputò quelle parole con disprezzo, non credendoci minimamente. Non avrebbe mai creduto che lei, e nell’idea che nonostante tutto avrebbe continuato ad amarlo. Lo avrebbe abbandonato, lo sapeva. Avrebbe abbandonato il suo unico figlio, e avrebbe intrapreso una nuova vita, accanto a quel Weasley, che continuava a starle vicino. Hermione non né poteva più con quelle accuse , non né poteva più di quel disprezzo che le stava scaraventando contro, senza un reale motivo, e prima che potesse portare le sue parole al vaglio della ragione, prima di preoccuparsi della reazione che avrebbero potuto causare nei presenti, Hermione rivelò ogni cosa. Fregandosene del dolore che Ron provò in quello stesso istante.
“Nessuna cicatrice, Narcissa, ma un figlio. Draco mi ha lasciato la prova che nel suo cuore un pizzico d’amore c’è. La prova che mi amava e la prova che forse questi suoi comportamenti hanno una motivazione che solo il tempo ci svelerà. Porto in grembo il figlio di Draco, e la prova che c’è ancora un po’ d’amore in lui. O almeno c’era….” Ron spalancò gli occhi, e guardò Hermione, dimenticandosi di quel lungo battibecco, dimenticandosi perfino il suo nome. Sentì solo il vuoto nella sua testa, sentì solo dolore nel suo corpo. Non riuscì a pronunciare una sola parola, forse paralizzato dal troppo dolore, paralizzato da quella notizia che spiazzò anche Narcissa Malfoy, che addolcì il suo viso, e Andromeda che si alzò e si indirizzò verso di lei, accogliendola nuovamente nel suo caloroso e amorevole abbraccio.
“Cara, ma è una notizia meravigliosa” Le sussurrò piano all’orecchio,e quell’abbraccio le strappò via quella momentanea forza. Aveva rivelato quella stupenda notizia in un momento di odio e di conflitto. Aveva immaginato diversamente quella scena, magari con Draco al suo fianco, che stringendole le mani amorevolmente, avrebbe rivelato tutto ad una Narcissa raggiante e gioiosa, e invece era stata costretta a farlo da sola, con l’amaro e la tristezza nel cuore. Narcissa si appoggiò al divano, incredula di ciò che aveva appena udito. Non riuscì a pronunciare altre parole velenose, che avessero potuto ferirla, non adesso che aveva scoperto che dentro di lei, stava crescendo il suo unico nipote, unico figlio di Draco, unico ricordo dell’umanità del suo ragazzo. Luthien le sorrise, ma notando il viso di Ron , temette in una sua reazione violenta, ma la sua uscita di scena, le fece comprendere che in quel momento il dolore forte gli impediva addirittura di infuriarsi e sbraitare violentemente.
Narcissa rimase a fissarsi le scarpe, ancora con il viso incredulo . Strinse lo schienale della poltrona, e un senso di colpa la invase. Era stata cosi meschina nei confronti di quella ragazze, che forse soffriva anche più di lei. Le parole di Andromeda erano state giuste. Dovevano aiutarsi a vicenda, sostenendosi, e sperando in un suo ritorno. Fece scivolare le lacrime sul bel volto, e soffermò lo sguardo inumidito su di lei.
“Perdonami… “ Sussurrò, non riuscendo a dire altro. Sentiva la meschinità dei Malfoy invaderla, sentì il desiderio di rimangiarsi ogni singola parola, ma non riuscì a dire altro, che una semplice richiesta di perdono.  Hermione si staccò con dolcezza dall’abbraccio di Andromeda, e notando l’assenza di Ron decise di seguirlo. In quel momento chi soffriva di più era lui, e Hermione non poteva lasciar che accadesse. Ron avrebbe accettato quella notizia, ma per farlo aveva bisogno di lei. Lasciò la stanza, rimandando Narcissa a dopo. In fondo meritava una momentane sofferenza. Aveva sparato parole dolorose contro di lei, ingiustamente , senza prove reali . Luthien rimproverò sua zia con lo sguardo, ma non le negò un abbraccio.
“Hermione è giusta, e ti ha gia perdonato” La rassicurò lei, accarezzando la chioma aurea , sperando di rassicurarla.
 
 
Hermione si fermò a pochi passi da Ron, appoggiato al muro. Era immobile e le dava le spalle , ma appena percepì Hermione avvicinarsi a lui, alzò una mano incitandola a fermarsi, e non avvicinarsi ulteriormente a lui , ed Hermione acconsentì senza battere ciglio.
“Quando avresti avuto intenzione di dirmelo?” Disse , voltando appena il capo. Hermione non riuscì a scorgere l’espressione dipinta sul volto, ma il tono fu abbastanza. Era duro, freddo.
“ Non lo so….” Ammise lei colpevole, portandosi una mano al ventre.
“Avevi almeno intenzione di dirmelo?” Il tono di Ron divenne severo e altero, ed Hermione scosse appena la testa, ammettendo la colpa di aver voluto  tener nascosto quella meraviglia, che in quel momento non poteva essere definita tale. Ron si voltò di scatto  tuonando contro di lei, rabbioso, infuriato, ferito.
“Avevi intenzione di tenermi tutto nascosto? Avevi paura che avresti potuto ferirmi!? EH? Dì la verità… avevi paura di vedermi frignare, di vedermi struggere per te!?E questo non ti rende migliore , non ti permette di sentirti superiore” Hermione alzò lo sguardo, nuovamente inumidito. La sua sensibilità era aumentata, e non faceva altro che piangere, rendendosi a se stessa odiosa . Anche Ron condivise quella considerazione, e non preoccupandosi di ferirla ulteriormente continuò a ringhiare ferocemente.
“Smettila di frignare ! Smettila di mostrarti debole! Tu hai voluto tutto questo! È solo colpa tua! Se solo…se solo avessi deciso di rimanere con me, questo bambino avrebbe potuto avere un padre, e non essere un BASTARDO! “ Hermione si sentì schiaffeggiare da quelle parole, sentì l’incapacità di difendersi.
Le urla di Ron continuarono, ingiuste, velenose, cattive.
“ Hermione, io ti amo! Ancora… maledizione! Maledizione” Il muro venne preso a calci, e le mani di Ron si scagliarono contro i suoi capelli, venendo martoriati con violenza. Hermione scoppiò in lacrime, piangeva come una bambina, non riuscendo a smettere. Sentiva tutte le colpe ricadere su di lei, si sentiva cattiva, ingiusta.
“ Quando quell’idiota di Malfoy è andato via, ho provato gioia, perché ho pensato che magari, avresti aperto gli occhi, e avresti capito che io ero la cosa giusta per te! Quando hai detto quelle parole, questa convinzione è continuata a rimanere dentro di me, e anche adesso, che so che hai un figlio , il figlio di quel bastardo, sono convinto di poterti amare ancora….e amare questo bambino come se fosse mio! E mi odio! Perché tu non proverai mai quello che provo io, ma non odio te, odio me…maledizione, odio me , ancora convinto di poterti farti mia, poterti riportare da me! Hermione, maledizione….capisci che non riesco a provare odio verso di te?LO CAPISCI?” Ron si gettò le mani nei capelli, mostrando il viso paonazzo, e gli occhi sgranati. La gola doleva, per le urla di dolore che stava gettando fuori, e tremava, alla vista di Hermione che piangeva come una bambina, tremante e impaurita. Quelle urla avevano attirato l’attenzione di Sophia, che rimase a pochi passi da loro, ascoltando quella conversazione . Anche Ginny era stata richiamata da quelle urla, e adesso, stringendo James tra le braccia, stava assistendo a quello strugersi di cuori.
“Ron , ti prego, smettila… Smettila di farti del male! “ Signhiozzo Hermione, allungando una mano verso di lui. Avrebbe voluto appagare quel dolore, ma farlo ne avrebbe solo provocato altro. Ron si ritirò da quel tentativo, e sorrise amaramente.
“ Per smetterla dovrei dimenticarmi di te, ma non riesco…non ci riesco” Sussurrò lui, e prima di peggiorare la cosa, si materializzò fuori, fregandosene del suo compito di sorvegliante speciale Auror  . Ginny mise giu James, e corse ad abbracciare Hermione, ignorando del tutto Sophia , e stringendo calorosamente Hermione  si perse nel suo abbraccio, odiandosi, e maledicendosi . Si aggrappò saldamente a lei, e affondò il suo viso, rigato di lacrime, nei capelli soffici di Ginny.
“Schh… va tutto bene, tutto bene” Quelle parole suonavano cosi false, nulla andava bene, le due persone che più amava si stavano facendo del male a vicenda, il mondo era nel caos, e suo marito era chi sa dove, nulla andava bene, eppure si sentì in dovere di dirlo, e di consolare quell’amica che non la smetteva di piangere.
“Andiamo via…. “ Aggiunse, e prendendo il piccolo James Sirius, che fissava entrambe con aria spaventata, si smaterializzarono lontano da li
. Sophia, uscì in punta di piedi , posizionandosi nuovamente accanto all’entrata. Appoggiò le spalle al muro, e sentì una forte stretta al cuore. Ron amava ancora Hermione, glielo aveva confessato in quel momento, e lei era stata presente. Sentiva quel dolore farsi sempre più opprimente. Strinse le mani intorno alla camicetta, tanto da rendere le nocche bianche,  tanto da sentire raschiare il tessuto sulla pelle. Aveva assistito alla confessione di Ron, era stata costretta ad osservare e non dire nulla. Aveva dovuto sopportare di sentire quelle parole che rimbombavano ancora nella sua testa. L’amore poteva rendere le persone cosi masochiste, da preferire il dolore al dimenticare e cancellare del tutto una persona dal cuore, e Ron , come Hermione, stavano preferendo sottoporsi a quel dolore allucinante, piuttosto che gettarsi il passato alle spalle. E lei capiva entrambi. Amava anche lei qualcuno che non aveva mai conosciuto né il suo nome, né il suo viso, fino ad allora. Amava qualcuno che aveva donato il cuore ad un’altra persona, amava qualcuno che aveva deciso di soffrire per l’altra persona, di starle accanto e sopportare l’indifferenza. Lei amava Ronald Weasley, da sempre , e aveva preferito rimanere nell’ombra, stargli accanto anonimamente e silenziosamente. Si morse le labbra, e trattenne quelle lacrime salate, appena in tempo. Luthien  l’aveva raggiunta .
“Hermione è andata via?” Chiese, con sguardo serio. Lei annuì, piano. Cercando di riassumere un atteggiamento degno del suo ruolo, e non lasciare che quei stupidi sentimenti, repressi e nascosti allungo, potessero intaccare il suo lavoro. Far parte della scorta personale del Ministero della Magia era un onore, e non era intenzionata a lasciar che le sue debolezze da donna potessero rovinarle ogni cosa.
Luthien minimizzò un ringraziamento accennato, e senza dire altro si diresse nuovamente nel salone dove Narcissa e Andromeda sedevano sulla poltrona, con Ted che continuava a tormentare il piccolo cucciolo, ormai dimenticato in quella dimora. Blaise era poggiato al muro e guardava tutti di sottecchi, solo quando Luthien gli diede il via libera, rivelò ad entrambe ciò che realmente stava accadendo. Entrambe le donne rimase ad ascoltare le parole del Ministro, senza batter ciglio e senza interrompere. Anche Luthien partecipò al racconto, spiegando che Hermione , come Ginny Weasley dovevano rimanere allo scuro di tutto, anche se ciò avrebbe portato solo dolore. Dolore appena manifestato nel corridoio  di quella casa. Le urla di Ron erano arrivata fin li, e Narcissa non aveva potuto evitare di sentirsi in colpa, perché in fondo  ers anche un po’ colpa sua, se Hermione aveva rivelato quella notizia che doveva ancora rimanere nell’ombra. L’aveva attaccata e accusata ingiustamente, senza pensare alle conseguenze e al dolore che le sue parole avrebbero potuto causare. Ma quel dolore provato, ogni volta che il suo sguardo si posava su articoli velenosi del Profeta, non la facevano ragionare in modo giusto,  e le parole sparate non erano dettata dalla ragione. Ma quando il racconto terminò e tutte le spiegazioni furono date , Narcissa potè sospirare sollevata . Il suo Draco non l’aveva delusa,e non aveva deluso nemmeno Hermione, anche se lei era completamente inconsapevole di quell’atto di coraggio. Andromeda si poggiò una mano sul cuore, rilassando i muscoli del volto, trattenuti rigidamente fino alle ultime parole, tesa , per quelle notizie cosi irreali eppure vere. In fondo in quel buio che stava ricoprendo il mondo, un barlume di luce ci sarebbe sempre stato, e forse nulla era completamente perduto.
 
 
                                                                                     *
 Draco si accomodò al solito posto, in quella sala gelida e cupa. Intorno a se nuovamente visi sconosciuti . Intorno a se solo tensione e paura. Astoria sedeva al suo fianco, tenendo la mano stratta al suo braccio, e testa bassa, non riusciva a fissare gli occhi glaciali di Saphiria che scrutava i presenti con viso soddisfatto ma brutale. Ephiam era posto accanto a lei, e il viso sembrava rinvigorito, anche se il colore giallastro predominava , e le guance incavate gli donavano ancora un espressione malaticcia sul volto. Era fermo immobile, incapace di muovere addirittura le palpebre, ma il suo sguardo era sempre puntato su Draco che non accennava alcun segno di voler cedere. Un forte vento scuoteva gli alberi della brughiera, e il sole era assente da quasi un mese . Draco ormai non sapeva più che giorno fosse,non sapeva nemmeno se il sole esistesse  ancora. Era come essere immersi in un mondo completamente diverso,mai esistito , mai conosciuto. Non respirava aria fresca da un mese,e i suoi polmoni desideravano uscire furi da quel luogo opprimente. La presa di Astoria si fece più salda, quando Saphiria si alzò dalla sua postazione, e si mise al centro del salone. Tutti gli occhi erano puntati su di lei.  Compresi quelli di Draco, che mantenendo uno sguardo rigido non era intenzionato a far trapelare il suo bisogno di scappare via,e  di sostituire quelle mani che scivolarono sul palmo della sua mano. Quel tocco non gli provocò nulla, né un brivido, né un sospiro. Ormai era quasi un mese che era completamente incapace di provare qualcosa. Nemmeno odio,o paura. Nulla . Era un automa, privo di anima.
“ Spero che abbiate letto la Gazzetta del profeta….” Il tono glaciale rimbombò in quella sala . Nessuno parlò, ma ci fu un annuire collettivo.
“Dobbiamo ringraziare il nostro Draco Malfoy, che sta prestando la sua presenza come capo espiatorio…. “ Il sorriso che gli rivolse non apparteneva a qualcuno che davvero era grato. Ma era solo sarcasmo maligno. Draco accennò appena con la testa,e sentendo la presa di Astoria farsi più forte , strinse le sottili mani, come per rassicurarla. Astoria non era mai stata pronta per quel ruolo, né accanto a Voldemort, e né accanto a Saphiria. Eppure continuava a servirla in modo impeccabile, compiendo atti assassini e violenti. Lei, con l’aiuto di altri giovani studenti avevano fatto crollare il TOWER BRIDGE, ricostruito alla meglio da esperti Auror, anche se il loro intervento non aveva salvato le migliaia di persone, ormai sepolte nei fondali del Tamigi. Lei, aveva  distrutto Stratford Upon Avon, rendendola solo una landa desolata. Astoria era l’artefice di quasi tutti i delitti, che la stampa attribuiva a lui, e nonostante avesse dimostrato coraggio e sangue Freddo,  Astoria era debole , soprattutto al cospetto di Saphiria.
“ Ma , adesso basta nasconderci…. Sono stanca, e ho un forte desiderio di riprendere in mano le sorti del mondo….” Altro silenzio, solo le sue parole rimbombavano in quella sala.
“ Ho una missione per tutti voi…” Girò su se stessa , indicando ad uno ad uno i presenti in quella sala: Ragazzini  attratti dalla bellezza della magia oscura. Draco li osservò ad uno ad uno. I loro volti erano spaventati, eppure si poteva scorgere curiosità, bramosia, voglia di schiacciare nelle proprie mani gli esseri che ritenevano inferiori. 
“E una anche per te, mio diletto…” L’attenzione ricadde nuovamente su Draco, che rivolse l’attenzione alla ragazza, che piano si avvicinò a lui. Le lunghe e sottili dita scivolarono sul suo viso, accarezzandolo, e ammirandolo. Sembrava rapita da quel viso sottile e affascinante, beata da quegli occhi glaciali e profondi, da quelle iride grigiastre. Sorrise , un sorriso mefitico, che fece rabbrividire Astoria che abbassò nuovamente lo sguardo , rapito per qualche secondo da quegli occhi neri e demoniaci.
“Tu avrai l’onore di uccidere il Ministero della Magia…Queste tue mani si macchieranno del suo sangue, e regnerai con me nel nuovo mondo che io stessa creerò…..” Le mani di Saphiria strinsero quelle di Draco, che rimase impassibile a quel tocco gelido. La sua pelle era fredda come quel sorriso che gli dedicò. Era spettrale, e inquietante il modo in cui si rivolse a lui.
“ Il Ministro è rinchiuso nella sua dimora. Con qualche Auror a sorvegliarlo. È un topo in trappola” Saphiria si riferiva unicamente a Draco,che annuì , chiudendo la sua mente.Lei sapeva quanto fossero legati lui e Blaise Zabini, attuale ministro della Magia, e LUI avrebbe dovuto sospettare che un compito del genere sarebbe stato affidato a lui, anche come prova di iniziazione, per accertarsi che lui era davvero dalla loro parte. Si guardarono allungo, sfidandosi con lo sguardo, cercando di penetrare nei loro pensieri, ma fallendo miserabilmente entrambi. Saphiria si staccò da lui, e continuò a rivolgersi ai presente, ritornati a fissarla rapita.
“ Tu, Malcom Yaxley…Sarai a capo della missione….Tuo Nonno sarebbe stato fiero di te” Un giovane Grifondoro raggiunse Saphiria al centro della stanza, stringendo la mano che gli tendeva. Era un diciassettenne con una vistosa spilla da Prefetto che brillava sulla toga di Hogwarts, e gli occhi blu erano bramosi, e grati a quella donna, che gli stava permettendo di dar sfogo ai suoi desideri tenuti troppo nascosti, a causa del nuovo Governo che Harry Potter aveva portato con forza, ammazzando il Signor Oscuro.
“ Voglio rendere Hogwarts debole, penetrabile, e senza barriere. Cosi Ephiam, potrà entrare , con la sua truppa di “cani rabbiosi”, e annientare i nati babbani, e i traditori del loro sangue. Minerva Mcgranith non sarà risparmiata. Quella vecchia megera avrà ciò che si merita…E tu, mio caro ragazzo troverai il modo per rendere possibile tutto ciò .” Il ragazzo acconsentì abbassando appena il capo, per poi ritornare a sedere alla sua postazione. Draco lo guardò e scorse un velo di orgoglio dipingere quegli occhi opachi. Malcom Yaxley avrebbe avuto l’onorevole compito di gettare Hogwarts nel baratro di dolore e sangue. Come lui fece tre anni prima, quando riuscì a far entrare i Mangiamorte ad Hogwarts per poi assassinare Silente. Come lui, quel giovane stava per macchiare le sue mani di sangue innocente. Saphiria si rivolse nuovamente nella sua direzione, questa volta ad Astoria, che alzò appena lo sguardo , incapace di guardare quegli occhi malefici e oscuri.
“Tu, invece, recluterai i vecchi mangiamorte, che non hanno risposto alla mia chiamata. Sono sicura che tua sorella Daphne si unirà volentieri a noi, anche perché il piccolo Alexander ha bisogno della sua adorata madre, non la smette di frignare…” Il volto di Saphiria era una smorfia di soddisfazione malefica, e Astoria strinse la mano di Draco ancora più forte, impallidendo a quella notizia . Non vedeva Daphne da anni ormai, ma lo scambio di lettere aveva permesso ad entrambe di non abbandonarsi e non dimenticarsi. Sapeva che Daphne si era sposata e viveva lontano da Londra, e aveva avuto un figlio : Alexander Griffiths, piccolo appena di due anni . Non lo aveva mai visto , nonostante le innumerevoli promesse della sorella di volerlo riportare a Londra, per presentarglielo e fargli conoscere la sua adorata zia. E Saphiria lo sapeva, sapeva che Daphne ormai era debole e vulnerabile, e il piccolo Alexander era il motivo di tale debolezze. Non riuscì a provare rabbia, ma solo dolore e preoccupazione. E non riuscì a rifiutare , ma solo ad acconsentire e ritornare silenziosa al fianco di Draco,che irrigidì appena il viso, disgustato da quella ragazza che  non mostrava alcuna pietà, per nessuno, tantomeno per un piccolo bambino innocente.
“Astoria….ADESSO” Quell’ordine scosse Astoria, che si staccò tremante da Draco, per smaterializzarsi via da quel luogo buio e gelido.  Saphiria si portò una mano al viso, con fare stanco, e voltando le spalle tornò ad accomodarsi , rimasero tutti in silenzio, temendo che una singola parola avrebbe potuto scatenare quella forza , ancora nascosta, che racchiudeva quel corpo sottile. Ephiam scrutò tutti, e puntò nuovamente Draco, osservandolo con sguardo cagnesco e aggressivo . Draco non accennava voler cedere, e rimase a fissare quelle iridi scure, e sperò di essere attaccato, in modo da poter dar sfogo a quell’oppressione che sentiva tormentarlo dentro. Ma non accadde nulla, oltre al congedo dei giovani studenti che lasciarono la stanza, e permisero a Saphiria di comunicare solo ed esclusivamente con Draco . L’attentato al Ministero avrebbe preso forma, e non avrebbero aspettato ancora. Saphiria era desiderosa di riprendere le redine del potere tra le mani, desiderosa di gettare tutti sotto il suo potere,e  farsi conoscere. Non  né poteva più di rimanere allo scuso, e non poter dar voce alla sua rabbia , al suo potere oscuro, che scorreva violentemente dentro di lei, rendendola spietata, assetata di sangue e di violenza. Ritornò a fissare Draco, e con quel sorriso che ormai predominava sul suo volto, iniziò a dar le direttive che lo avrebbero aiutato ad adempiere ai suoi ordini .
 
                                                                                                       *
 
 
Luthien si rigirò la tazza fumante tra le mani, e rimase incantata a fissare il liquido fumante e roseo contenuto in essa. Era sgagliattolata via dal letto, e nonostante fosse molto tardi, e nonostante avesse gli occhi gonfi e stanchi, la paura di chiuderli e perdersi nuovamente nel mondo dei sogni, era forte, e sperò di non cedere a quel desiderio di riposo. Non né aveva parlato con nessuno di quello strano sogno. Quella bambina con quel viso cosi familiare le aveva seccato la gola, e le aveva impedito di comunicare quell’inquietudine che non le permetteva di cedere ad un sonno tranquillo tra le braccia del suo Blaise. Non aveva mai fatto sogni del genere, e sapeva che nel mondo magico sogni tanto reali non presagivano nulla di buono. Il cielo dipinto di rosso , i fiori tramutati in ossa, erano ancora nitidi nella sua mente, e temeva che quelle immagina si sarebbero potute ripresentare , magari più reali, magari più terrorizzanti. Vide  uno dei sorveglianti sporgersi dall’entrata per assicurarsi che tutto andasse bene. Luthien lo rassicurò con un debole sorriso  che si cancello rapidamente dal suo viso, che si abbassò ad osservare nuovamente il contenuto della sua tazza. Altri passi alle sue spalle la fecero voltare, e quel viso preoccupato si addolcì alla vista di Blaise, che con occhi chiusi e sguardo assonnato le si avvicinò , abbracciandola amorevolmente. Poggiò il viso sulla spalla ossuta di Luthien e si perse nuovamente in un leggero sonno.
“Perché non sei a letto?” Chiese lei, accarezzando i volti capelli scuri.
“perché non ci sei tu…” Soffiò lui, strappandole un altro sorriso.
“Non ho sonno….” Sospirò lei, mentendo. Aveva tanta voglia di perdersi in quelle lenzuola morbide e candide, ma la paura la paralizzava. Blaise scosse il capo, continuando a sonnecchiare sulla sua spalla, assaporando quel dolce profumo.
“Non è vero … C’è qualcosa che ti turba…” Le baciò la spalla, e ritrovando un pizzico di energia la guardò dritta in volto, amando ogni lineamento di quel viso perfetto. I capelli biondi erano legati distrattamente in una treccia, e la mancanza di trucco le conferivano una bellezza soffice, pura, delicata e vera. Quegli occhi profondi e limpidi nascondevano qualcosa, legato a ciò che aveva turbato il suo sonnellino pomeridiano. Dal suo studio l’aveva sentita urlare, un urlo di dolore, di sofferenza, urlo che aveva attirato l’attenzione dei sorbeglianti, che temendo in un attacco erano corsi in suo aiuto. Quelle lacrime prive di un reale significato, lo avevano preoccupato, e nonostante lei avesse gettato la spiegazione nel dimenticatoio, Blaise era deciso a ripescarla.
“No davvero, Blaise è tutto ok….” Mentì  sfiorando le sue labbra con un leggero bacio, che non fu abbastanza convincente e non fu in grado di corromperlo.
“Non è tutto ok , Luth…. Qualcosa ti turba, e vorrei che mi rendessi partecipe di ciò che ti ronza per la testa..” . Luthien abbassò lo sguardo sorridendo, stringendo la presa alle mani di Blaise, e convincendosi che parlare con lui non sarebbe stato un errore. Infondo lui aveva imparato a conoscerla, scorgendo nel semplice modo di tenere una tazza qualcosa che poteva turbarla. Era in grado di leggerla dentro, e il tentativo di sottrarsi al suo sguardo ,e negare l’evidenza era inutile, perché Blaise conosceva Luthien , e sapeva che qualcosa non andava.
“Ho…fatto un brutto sogno…” Balbettò lei , incerta, cedendo allo sguardo indagatore che Blaise continuava a rivolgerle.
Tirò un sospiro, e riprendendo la tazza tra le mani, come se quel calore potesse infonderle coraggio Raccontò ad occhi bassi il sogno che l’aveva turbata. Blaise rimase in ascolto, annuendo in modo comprensivo, ascoltando con attenzione ogni singola parola. E quando quel racconto inquietante terminò, Blaise sentì il bisogno di abbracciarla , e di sentire la sua pelle al contatto con lui. Sentì che quel gesto potesse infonderle rassicurazione, amore, e coraggio. Luthien si perse nel suo profumo forte, in quel abbraccio caloroso, e lo ringraziò silenziosamente.
“ Quindi dobbiamo trovare il modo per non farti dormire…” Blaise cercò di portare la questione su un livello meno teso, e ammiccò maliziosamente.
“Che hai in mente…” Soffiò lei, mordendosi appena le labbra, e la risposta che le fu data fu molto piacevole. La prese per mano e la trascinò in camera, dove chiudendosi la porta alle spalle, gettarono quel mondo travolto da eventi strani e disastrosi fuori da quel  luogo, ritagliato solo per loro, vissuto unicamente da entrambi,  rimasero solo loro due, unicamente loro due a fissarsi . Le mani di Blaise scivolarono su quelle piccole e sottili spalle, facendo scivolare le bretelle della camicetta da notte sottile , che con leggerezza si posò sul pavimento, permettendogli di ammirare la bellezza di quel corpo, candido e perfetto. I piccoli seni sodi, la pancia piatta, le gambe lunghe e snelle. Era una visione divina, e nonostante si presentasse ogni volta che lui voleva, non smetteva di desiderare quel corpo, e di perdersi in lei. Le si avvicinò e iniziò a baciarle delicatamente le spalle, per poi scendere verso il basso, e accarezzare con dolcezza quel ventre morbido e candido. Luthien era immobile, lasciando alle mani esperte  e alle labbra morbide e carnose di Blaise di donarle brividi di piacere. Lasciò che si dedicasse nuovamente  alle sue labbra, per poi spogliarlo a sua volta e dando a quel corpo bruno la possibilità di mostrarsi. Tracciò con le dita le linee perfette del torace e dell’addome, per poi fiondarsi su quelle labbra morbide. Con la medesima dolcezza fu gettata sul letto , sovrastandola e spingendo con delicata passione. Le loro mani si intrecciarono, le loro labbra si unirono e quei corpi divennero indissolubile. Si amarono tutta la notte, sussurri di piacere e di passione si levarono in quella stanza, e Blaise le regalò una notte dolce , priva di incubi che potessero turbarla. 


Angolo Posta:
Rieccomi con il tredicesimo e "infinito" capitolo...L'ho denominato cosi, perchè ci sto lavorando da troppo tempo , sperando di renderlo "leggibile" ma il risultato colmunque è stato disastroso e quindi ho deciso di pubblicarlo lo stesso.... Che dire, oltre che spero che vi abbia fatto piacere leggerlo e magari un commentino non guasterebbe!!! >.< ... 
Voglio ringraziare come sempre tutte colore che mi seguono, che l'hanno inserita tra le preferite , ricordate o chi semplicemente legge! Voglio ringraziare ladyathena che commenta ogni mio capitolo con molta pasienza e che mi segue "fedelmente" , ti ringrazio con il cuore! *-* .... e Pinkprincess, sperando di non averla delusa come l'ultima volta!.... A prestoooo!!!! Un bacioo a tutteeeeeeeeeeeeeeeee....con affetto!
Sfiammella <3 <3 !!
  
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