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Autore: ladyblack89    18/07/2012    2 recensioni
In the Jail è una ff molto vecchia, forse tra le prime che scrissi. E' molto leggera e spero che vi piaccia. Non vi fate ingannare dai primi capitoli, che possono sembrare troppo fluff e vuoti, il bello arriverà. :) Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Gee


 
Gee era nata in un quartiere povero di New York. I suoi genitori avevano lavorato moltissimo pur di mandare avanti la famiglia.

Lei aveva due fratelli maggiori. Uno era diventato prete e l’altro…beh…

…era un detenuto. O almeno, lo era stato.

“Abbiamo ripagato proprio bene i nostri genitori.” pensò tristemente mentre si aggiustava una forcina rossa tra i capelli.

Aveva un aspetto strano quella detenuta.

Era magra, bella, con occhi e capelli marroni chiaro. Aveva un fisico snello e un portamento quasi regale. Tuttavia, c’era quell’altra parte di lei che la rendeva poco gradevole. Soprattutto agli occhi degli uomini.

Sembrava, alla maggior parte delle persone, un topo da biblioteca: portava i capelli sempre raccolti in due piccoli miseri codini che incorniciavano un volto quasi sempre inespressivo. Sommato a tutto ciò, usava indossare abiti semplici e leggermente rovinati. Non era mai stata come le altre sue coetanee né voleva esserlo.

Aveva, per di più, una personalità forte, razionale e pericolosa. Ed era stata proprio quest’ultima a cacciarla nei guai.

-Signorina Fair, sbrigati a uscire o ti lascio qua! - ghignò una guardia battendo col suo manganello nero sulle sbarre della cella di Gee.

-Sì, sì arrivo - rispose veloce, afferrando due libri ingialliti da leggere durante l’ora d’aria.

 
***
 
 
-Ne sei proprio convinto? - domandò Andreas al suo capo, sbatacchiando la testa qua e là.

-Sì, assolutamente. - gli rispose categorico, non curante degli sguardi incerti degli amici - Ho coinvolto anche il moro in questa faccenda. - spiegò piano mentre quelli passavano dall’espressione dubbiosa a quella meravigliata.

-E perché mai l’avresti messo dentro? - chiese geloso e arrabbiato il biondo platinato mentre incrociava le braccia al petto.

-L’ho messo in mezzo perché nessuno di voi mi vuole aiutare. - continuò consapevole voltandosi del tutto - Che c’è? Non sarai mica geloso? - terminò con tono sprezzante, un sorrisetto compiaciuto stampato in viso.

Il biondo sentiva gli occhi di Gustav e Georg addosso e si limitò a sussurrare a testa bassa un -Certo che no. -

-Bene. Allora io ho deciso. - proseguì deciso Tom, sfregandosi le mani - la fuga è prevista tra due settimane esatte a partire da oggi. -

Tutti lo guardarono perplessi ma non dissero nulla. Sapevano bene che se Tom avesse fallito sarebbe rimasto in quella prigione a vita. Almeno sarebbe stato in loro compagnia.
 
 
***
 
 
Rilesse le ultime due parole della pagina e poi girò con cura il foglio. Si stava dilettando nella sua lettura preferita: “Il Principe” di Machiavelli, seduta sugli spalti del cortile.

Era l’ora di libertà e lei - Gee - la dedicava interamente ai suoi amati libri.

-Bella lettura, Gee. -

Alzò lo sguardo e si stagliò una figura femminile: Sheila, grondante di sudore, le stava di fronte con le mai appoggiate ai fianchi atletici.

-Perché non vieni a giocare con noi a palla? - domandò curiosa la mora riccioluta, sperando di non dover sentire la solita risposta.

-Perché, come ben sai Sheila, - proferì Gee alzando l’indice con fare da maestrina - la lettura alimenta di più del corpo. -

-Ma che razza di risposta è? Bah, io ci rinuncio a capirti. Se vuoi unirti a noi, sai dove stiamo. - si premurò d’informarla, allontanandosi dagli spalti assolati.

 “Peccato che tu, Sheila, non potrai mai capirmi.” sospirò triste Gee, riprendendo a leggere con la solita avidità.

 
 
***
 

Camminava sinuosamente Bill.

Il movimento delle sue anche certamente non passava inosservato agli occhi attenti e disgustosi degli altri carcerati i quali, quando se lo trovavano davanti, gli lanciavano fischi di ammirazione o complimenti, non sempre graditi.

Il suo sguardo saettò penetrante qua e là facendo gelare le espressioni di quella sottospecie scimmie urlatrici che lo infastidivano.

Si avvicinò alla sua cella, ma la trovò nuovamente occupata da qualcuno che, di sicuro, non era il suo vicino, Tom.

“E questo chi è?”

Il misterioso ospite, ovviamente poco gradito, si voltò mostrando la sua faccia.

-Ciao Bill. - lo salutò freddo.

-Tu saresti...? - s’informò disinteressato, sulla difensiva, mentre sentiva odore di guai.

-Io sono Andreas. - si presentò, sedendosi con aria di superiorità sul suo sgabello.

-Ah. Tu sei l’amico di Tom. -

-Già, proprio così. -

“L’aria della cella sta diventando troppo poca per due persone, eh?” pensarono entrambi, contemporaneamente.

-Che vuoi da me? - domandò senza guardarlo mentre si avvicinava con nonchalance al tavolo della sua cella.

-Solo... parlare. -




NDA: Vi prego di scusarmi per l'irrealtà delle telefonate in un carcere e nei vari passaggi che fanno da una cella all'altra, quando scrissi la storia non mi ero documentata sulle prigioni. XD Diciamo che l'ho scritto in modo molto free, da vero universo alternativo. XD Ahahahah Alla prossima. :)


Ladyblack
   
 
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