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Autore: ladyblack89    18/07/2012    1 recensioni
In the Jail è una ff molto vecchia, forse tra le prime che scrissi. E' molto leggera e spero che vi piaccia. Non vi fate ingannare dai primi capitoli, che possono sembrare troppo fluff e vuoti, il bello arriverà. :) Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 – I primi passi
                                                                                        
 



Bill fu preso di peso e gettato a terra come una pezza vecchia.

-Ahia. -

-Ti fa male, vero bambolina? - chiese furioso Andreas, guardandolo dall’alto verso il basso con aria truce.

-Certo, idiota che non sei altro! - sbraitò, alzandosi lentamente dal pavimento - Sta attento biondino. Stai giocando col fuoco. -

Andreas non fece in tempo a ribattere che già Bill gli si era letteralmente scaraventato addosso, facendolo scivolare rovinosamente a terra.

Gli afferrò i lembi della camicia e cominciò a sbatacchiare il suo ospite come se fosse stato un peluche. Andreas guaì di dolore chiudendo sistematicamente gli occhi a ogni colpo in faccia che riceveva. Bill, che gli si era seduto sopra a cavalcioni, continuava a infierire su di lui prendendolo a pugni.

“Ma tutta ‘sta forza da dove la prende?” s’interrogò la vittima notando le braccia esili dell’avversario.

-Allora ti basta, ragazzino? - grugnò con occhi improvvisamente infuocati - Riprova solo a pronunciare ciò che mi hai detto prima e ti giuro che ti ritrovi morto! - gli sibilò minaccioso avvicinandolo a sè.
Andreas trasalì a quelle parole, non proprio rassicuranti, mentre una scia di caldo sangue gli usciva dal naso. Mai nessuno l’aveva oltraggiato tanto e mai nessuno era arrivato a fargli tanto male in così poco tempo. Ora sì che capiva perché quell’essere mingherlino aveva la fama che aveva.

Bill, stufatosi, mollò la presa e si rialzò dal suo nuovo “rivale in amore”.

-Apri bene le orecchie, Andy - iniziò ancora più gelido del solito - Punto primo: io non lascio stare Tom; punto secondo: tra noi non c’è niente e, punto terzo… - ghignò diabolico formando con le dita il numero tre - non ti conviene girarmi intorno altrimenti ti farai male… molto male, come avrai appena notato. -

Il biondo, con la faccia tra il timoroso e l’arrabbiato, udì a fondo quelle parole di sfida e, quando il moro ebbe terminato di minacciarlo, si girò e fuggì via dalla cella.

-Puff, che mezza calzetta. Non mi sono nemmeno divertito, a prenderlo a pugni. - ammise sconsolato con le labbra imbronciate, tornando al suo lettino.
 
 
***
 
 
Il ronzio del segnale libero suonò diverse volte nelle sue orecchie.

Stava appollaiato vicino al telefono posto alla parete bianca del suo corridoio mentre attendeva che la persona dall’altro capo dell’apparecchio rispondesse.


Un altro squillo a vuoto e poi, finalmente, qualcuno si degnò di rispondergli.

-Ehm… si salve sono il prigioniero 707. Dovrei parlare con una mia amica che si trova nell’area sei della prigione… - incominciò con voce un po’ titubante - …Sì va bene, aspetto in linea. -
 
***
 

-Gee, al telefono. - urlò una guardia seduta alla sua scrivania nel bel mezzo del corridoio.

“Una telefonata? E chi potrà essere?” rimuginò, avvicinandosi a passi svelti verso la cornetta telefonica.

-Pronto? -

-Ciao Gee. Sono Tom. -

Il volto della ragazza s’illuminò all’istante al sentire la voce calda dell’amico che, tempo prima, le aveva fatto battere il cuore.

-Oh, ciao Tom. Come va? E’ da tanto che non mi chiami. - fece un po’ delusa mettendo un piccolo broncio che il rasta, per ovvi motivi logistici, non poteva vedere.

-Mi spiace. Mah… qua ci sono state un po’ novità. -

La giovane annuì con la testa gettando occhiate fugaci intorno per vedere se qualche guardia la osservava.

-Ho capito. Come mai mi hai chiamato? - gli domandò, ora, realmente curiosa.

-Vedi… il fatto è che vorrei scappare da qui. Ahahah, ovviamente scherzo, capiscimi. - ridacchiò tremante.

Gli occhi nocciola di Gee si allargarono dalla sorpresa facendola sospirare meravigliata.

-E vuoi fuggire da solo, Tom? Lo sai che io vengo con te, vero? - lo sgridò bonariamente, divertita, soffocando piano una risata che arrivò suadente alle orecchie del rasta.

-E’ certo che vieni con me. Altrimenti non ti avrei chiamato.

L’ho proposto anche al mio vicino di cella e lui è d’accordo. – continuò, scherzando, a bassa voce Tom, guardandosi furtivamente attorno.

-Tu non fai mai niente da solo, eh? - lo canzonò simpaticamente - Va bene ti aiuterò ma avremo bisogno di una mano dall’esterno. -

Passò qualche secondo di silenzio tra i due, interrotto solo dal fastidioso suono di sottofondo del telefono.

-Ho trovato! Lascia fare a me. - esultò felice Gee facendo saltare in aria il rasta dall’altra parte.

-Ok, mi fido di te. Lo sai che tutto questo è un gioco, no? -

-Sì, ovvio che lo so. Ahah. Ci sentiamo presto. Ciao. -
 
 
***
 
 
Bill si aggiustò nuovamente la camicia bianca che indossava, lisciandola come meglio poteva.

“Che danno questi vestiti. Sono proprio orrendi. – realizzò mentre camminava avanti e dietro nella sua cella - Appena esco da qui me ne compro dei nuovi.”

-Ehilà. -

-Tom che ci fai fuori alla cella? - gli chiese sorpreso , nascondendo la sua tiepida gioia.

-Facevo un giro… - rispose vago, facendo spallucce e dondolandosi sulle scarpe con un sorriso sornione stampato in faccia.

-Beh? Che hai da fissarmi così? -

-Uhm… niente… - finì, facendo svanire lo strano calore che aveva sul viso e tornando nella sua cella.

“Bah…certo che quello è proprio strano.” pensò Bill alzando, divertito, tutte e due le sopracciglia.

Poi, all’improvviso, qualcosa di strano volò nella sua gabbia fino a cozzare con la sua fronte.

-Ehi! Ma che…? -  

Il moro prese in mano l’aereo di carta e lo osservò per bene.

“Questa è sicuramente opera di quello.”

Girò il pezzo e vide una scritta fatta a penna blu.

-Dice: Aprimi! -

“Ma quanto è scemo.”

Obbedì al piccolo aereo e poi, sedendosi sul materasso, lesse il messaggio all’interno.

PER JANE:

HO PARLATO CON UNA MIA AMICA. SI CHIAMA GEE E CI AIUTERA’ NEL NOSTRO INTENTO, SPERANDO CHE TUTTO VADA BENE.
RISPONDI ALL’AEREO SE PER TE VA BENE CHE LA “COSA” AVVENGA TRA DUE SETTIMANE.

P.S.= Non c’era bisogno di conciare così Andy.

CIAO
 
Registrò le ultime parole del messaggio e sorrise divertito.

“Uhm, Andy, eh? E come fa a saperlo? E poi come faccio io a rispondere a un aereo?”

Si grattò la testa, pensieroso, e decise che, solo dopo il suo sonnellino gli avrebbe risposto.

“Tanto non è così urgente.” Pensò, sbadigliando sonoramente mentre si crogiolava nel suo letto.




NDA: Ecco, questo è uno dei capitoli più carini, per me. Spero che vi sia piaciuto anche a voi. ^^


Ladyblack
   
 
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