Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: tenshina    18/07/2012    4 recensioni
Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se Maya avesse potuto incontrare finalmente l'ammiratore delle rose... Ho immaginato un ballo in maschera, ho immaginato un Masumi Hayami che prova a combattere il destino avverso, ho immaginato un'occasione in cui finalmente i due potessero parlare. Naturalmente, l'uomo non sa che Maya già conosce la sua vera identità.
Questa è stata la prima fanfiction che ho scritto in tutta la mia vita: l'ho iniziata a luglio dell'anno scorso e finita a ottobre.
Non ci saranno interruzioni: cercherò di postare (connessione permettendo) un capitolo al giorno dal lunedì al venerdì.
Spero che quanto ho scritto vi possa piacere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E con questo epilogo la storia si conclude. Ringrazio coloro che hanno letto e anche coloro che hanno commentato. In particolare Rospina, Tetide, Seferidi, Nisi, Silvermoon74.
Ringrazio anche coloro che l'hanno seguita (BrianneSixx, Sailorgemini, Saruccia, Silvj, Tetide, The_time_is_over) e preferita (Rospina, Arcadia5 e Seferidi).

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2 mesi dopo…

Eisuke Hayami era seduto sulla sua sedia a rotelle nella platea dello Shuttle X. Osservava rapito le prove della nuova Dea Scarlatta. Non credeva ai propri occhi: oramai erano innumerevoli le volte in cui l’aveva vista rappresentare il capolavoro scomparso… eppure… ogni volta era come la prima.
Aveva visto la ragazza alla competizione preliminare, l’aveva vista nelle successive prove una volta che Chigusa Tsukikage le aveva assegnato i diritti di rappresentazione e l’aveva vista di fronte al pubblico.
Ogni volta veniva rapito fuori dal suo corpo e con lo sguardo incantato veniva condotto nella magica Valle dei Susini.
La Dea Scarlatta lo prendeva per mano, gli parlava del suo amore umano e del suo sacrificio. Ogni volta riviveva la sua intera esistenza. Era incredibile!
Non perdeva occasione di osservare la giovane, soprattutto dopo che la Daito aveva ottenuto la delega per l’allestimento dello spettacolo.
Ricordava ancora quando la candidata vincitrice aveva scelto loro: Chigusa Tsukikage non aveva battuto ciglio. Doveva aspettarselo.
Di lì a poco le prove si sarebbero concluse. Attese pazientemente.

Saeko Mitsuki era in giro per Tokyo in uno dei suoi rari giorni liberi. Doveva incontrarsi con il suo compagno. Già da tempo aveva quella relazione che si era cementata anche grazie alle vicende sentimentali del suo principale.
Si era detta che se lei aveva avuto la possibilità di incontrare una persona che la faceva sentire accettata per quello che era, che non pretendeva che si comportasse in modo diverso da come sentiva, che l’attraeva nel profondo e che era in grado di farla sentire ‘a casa’ in ogni parte del mondo si trovasse, allora non doveva buttarla al vento.
Avevano così deciso che avrebbero sempre cercato di superare i problemi che si sarebbero presentati: non avrebbero abbandonato la nave al primo cenno di tempesta.

Masumi Hayami stava per lasciare l’ufficio.
Da quando si era sposato non aveva più orari di lavoro massacranti.
Andava presto in azienda, ma non vedeva l’ora di tornare a casa da sua moglie. Aveva atteso talmente tanto, che ora ogni minuto lontano da lei gli sembrava un’eternità.
Ogni sera tornava a casa e la trovava lì, accogliente con i suoi dolci occhi innamorati ed il suo caldo sorriso di benvenuto.
Solo lei era in grado di riscaldare la fredda dimora della famiglia Hayami.

Mentre Eisuke stava aspettando la giovane attrice, ripensò divertito alla mattina in cui suo figlio si presentò nella sua stanza con una cartelletta piena di resoconti economico-finanziari sul gruppo Takamiya.
“Non ho intenzione di fondere le imprese Hayami e la Daito Art Production con un gruppo che sta rischiando il fallimento. Ti sei fidato troppo degli analisti e della tua ‘amicizia’ con l’imperatore. Le voci non si sono ancora sparse, ma sarà solo questione di tempo. Non voglio che la nostra liquidità vada a far fronte ad impegni non mantenuti per colpa del ‘vizietto’ del padre di Shiori.” – disse tutto d’un fiato.
Il vecchio, con sguardo vivo, restò in silenzio.
Infine rispose con un laconico: “E allora?”
Il figlio comprese in quel momento che Eisuke Hayami era ben consapevole della situazione del gruppo Takamiya.
“Se sapevi tutto, perché hai acconsentito alla fusione ed al matrimonio?” – chiese Masumi con impazienza.
“Al di là del fatto che il gruppo Takamiya, pur nella difficile situazione finanziaria in cui versa, è comunque un buon investimento, ero giunto alla conclusione che fosse tempo che ti trovassi una moglie. Non voglio che ti ritrovi alla mia età senza nessuno accanto perché sei stato accecato dal lavoro.” – sospirò profondamente il vecchio, come se si decidesse a fare un passo importante – “Ho commesso molti errori nella mia vita e molte conseguenze ricadono anche su di te. Volevo provare a riparare.”
Masumi non riusciva a capire se l’uomo che aveva odiato dalla fine precoce della sua infanzia stesse mentendo o se finalmente stava rivelando di avere un cuore.
“Ammesso e non concesso che quello che dici sia vero, padre, perché i Takamiya? Perché Shiori?”
“Perché quando ho avuto modo di conoscerla mi è sembrata una bella signorina aggraziata, molto dolce e gentile, del tipo che poteva sciogliere il tuo gelo…”
Masumi non sapeva se ridere o piangere. Il vecchio generale non si era mai comportato da padre e, per una volta che ci provava, stava per farlo finire in una trappola.
Con un mesto sorriso il figlio gli rivelò: “Non sembra che tu sia un giudice affidabile in fatto di donne: ti vorrei far notare che Shiori è ben consapevole che io non l’amo, che tuttavia accetta il matrimonio per salvare le finanze di famiglia e che intende prendere il buono che dalla nostra unione verrà, ivi compreso il maggiordomo.” – si fermò un attimo per vedere l’effetto che le sue parole avrebbero prodotto sul volto del genitore. Sembrava averlo realmente stupito, pertanto continuò: “Visto e considerato che ho prove circostanziate sia della situazione finanziaria del gruppo Takamiya, sia delle intenzioni di quella persona tanto dolce e gentile che è la mia fidanzata, ti informo che intendo sciogliere l’atto preliminare stipulato nell’uno e nell’altro verso. Inoltre, ho le carte in regola per non far pagare nessuna penale alla Daito, vista la falsificazione dei libri contabili che ci sono stati consegnati al momento della trattativa e della firma.”
“Bene” – concluse il vecchio – “Raramente ti ho visto tanto deciso. Hai la mia benedizione… ad un paio di condizioni.”
Eisuke immaginava il cervello del figlio arrovellarsi per trovare una soluzione a tutte le possibili richieste che lui gli avrebbe avanzato: era proprio suo figlio.
“La prima è che voglio essere presente quando lo comunicherai all’imperatore ed alla sua delicata nipotina. Non vorrei proprio perdermi lo spettacolo.” – un breve sorriso sarcastico accompagnò la sua richiesta.
Masumi attese un attimo e fece un breve cenno di assenso con il capo.
“La seconda” – proseguì in tono piatto – “è che non appena ti sarai liberato da questo impegno porterai a casa la signorina Kitajima nella veste ufficiale di tua fidanzata.”
Ah! Ah! Vide il figlio sobbalzare dalla poltrona. Era troppo concentrato a trovare una contromossa ad un suo eventuale attacco, per aspettarsi di vedere le proprie carte scoperte in modo tanto sfacciato.
“Ma padre… cosa dici??”
“Masumi, ti conosco molto bene, contrariamente a quello che credi. Ho visto che questo matrimonio non ti entusiasmava e che, nonostante questo, l’avevi accettato passivamente. Ora ti presenti da me con tutte le carte in regola per mandarlo a monte. L’unico pensiero è che sei innamorato e che solo recentemente… diciamo ad esempio dalla sera del ballo in maschera? hai scoperto di essere ricambiato. Se consideriamo che hai corteggiato nell’ombra la signorina Kitajima da quando non era nemmeno adolescente e ti sei premurato ben bene di farti invece odiare come Masumi Hayami, allora deduciamo che lei ti abbia scoperto ed abbia concluso che ricambia i tuoi reali sentimenti. Quindi… quando pensi di portarla a casa?”
“Credo… padre…” – si vedeva che stava cercando di riprendersi dal colpo – “che sarebbe il caso di aspettare l’esito dello spettacolo dimostrativo.”
“Concordo. E ora vai e fai quello che devi.”
Masumi si alzò e fece per andarsene. Si fermò, girandosi ancora a guardare suo padre: “Grazie.”
“Figlio, ho fatto ben poche cose degne di un padre nella vita che ho vissuto con te… spero alla fine di riuscire in parte a rimediare”.
Vide il figlio portarsi una mano alla fronte mentre si avvicinava alla porta. Una piccola lacrima fece capolino nei suoi occhi. Quasi non si rendeva conto di cosa fosse.
I suoi ricordi furono interrotti da una piccola mano ornata da una sottile vera d’oro giallo che si appoggiava sulla sua spalla.
“Vogliamo andare? Masumi rientrerà tra poco a casa!”
“Sì, Maya. Andiamo a casa.”

Chigusa Tsukikage era tornata a Nara. Aveva atteso fino alla prima messa in scena de La Dea Scarlatta e poi, affidandosi a Genzo, era tornata nella sua terra.
Ora si trovava a casa, adagiata in una comoda poltrona di vimini sotto il portico, a respirare la fresca e pulita aria delle sue montagne.
Aveva apprezzato entrambe le prove delle sue allieve, ma come aveva detto a Genzo tempo prima, Maya era avvantaggiata.
L’aveva visto già alla prima scena: nei suoi occhi bruciava un fuoco che Ayumi ancora non conosceva. Maya brillava della stessa luce di cui aveva brillato lei nella sua giovinezza. I suoi movimenti, i suoi occhi, il suo sorriso, la sua voce, tutto faceva pensare che provasse nel suo cuore il vero amore di anime. Ayumi aveva invece fatto risaltare le sue capacità interpretative e la sua eleganza. Aveva dato vita ad una Dea scesa in terra che non si era liberata della sua divinità e non era stata catturata nel profondo dal sentimento umano dell’amore. Il suo era stato uno spettacolo esteticamente accattivante. Ma solo quello.
Le sue stesse reazioni le aveva colte anche nel pubblico. Ayumi aveva destato la meraviglia per i suoi movimenti e la sua grazia. Maya aveva catturato il loro favore facendo vivere a tutti gli stessi sentimenti che albergavano nel suo cuore.
La vecchia attrice sorrise nel buio.
Ricordava l’imbarazzo misto alla gioia con cui Maya le si era presentata dopo il verdetto.
La donna le aveva riservato un aperto sorriso di approvazione e l’aveva lodata per i risultati che aveva conseguito. Maya aveva pianto silenziose lacrime di riconoscenza rifugiandosi nell’abbraccio di colei che considerava una seconda madre.
“Signora… signora… la ringrazio per tutto! Per tutto! Se non fosse stato per lei, non avrei mai potuto nemmeno iniziare il percorso che mi ha portato fin qui” – singhiozzò.
“Maya, in un modo o nell’altro ci saremmo incontrate. Il fuoco del teatro già ardeva in te. Era solo questione di tempo.” – si interruppe per poi continuare – “Inoltre, quello che hai fatto oggi non te l’ho insegnato io. Oggi hai recitato seguendo i sentimenti che vivono in te. Hai incontrato anche tu la tua anima compagna. Sei fortunata. Rallegratene.”
Maya si allontanò arrossendo e abbassando lo sguardo.
“Sì, signora Tsukikage. L’ho incontrata. E’ una persona gentile e generosa, anche se non sembra. Si è sacrificato nell’ombra pensando che non lo ricambiassi. Mi è sempre stato accanto e io non l’ho riconosciuto per molto tempo!”
L’alta figura in nero rimase immobile.
Maya stava parlando del suo ammiratore? L’aveva infine incontrato?
“Sono contenta per te, Maya. Quando avrò modo di conoscere questa persona?”
“Ecco… lei lo conosce già, signora.” – Maya sembrava sempre più imbarazzata. La donna non capiva per quale motivo.
“Da come vi comportate, non mi sembrava che amassi Sakurakoji.”
“Infatti…” – rispose sinteticamente Maya.
“Ma allora… non sarà? Non dipenderà da tutto questo l’annullamento del matrimonio di Masumi Hayami?”
Maya lasciò andare un leggero sospiro: “Sì, signora. Vede è stato Masumi che mi ha sostenuta in tutti questi anni nell’ombra. E’ lui che mi mandava sempre i mazzi di rose scarlatte. Lui che mi ha indirizzata per farmi migliorare. L’ho scoperto dopo Lande Dimenticate.” – disse tutto d’un fiato ché non voleva che la signora iniziasse a parlare di intrighi e pregiudizi.
“Non credevo fosse possibile. Alla Valle l’avevo visto diverso dal solito, senza più il ghiaccio che gli bruciava negli occhi. Ora capisco perché.” – si sedette in una poltrona vicina – “E’ stato merito tuo, Maya! Tu hai cambiato quell’uomo. Gli hai ridato l’anima.”
Un lieve cenno di diniego col capo: “No, signora Tsukikage. Masumi ha avuto sempre un’anima gentile. Era solo troppo ferito.”
“Capisco. Quindi immagino che i diritti di rappresentazione li lascerai a lui!”
Altro cenno di diniego: “No. Masumi mi ha proposto di cedere il solo allestimento della Dea Scarlatta alla Daito con contratti annuali, in modo da tutelarmi pienamente. Non vuole che si pensi ad un suo interesse economico nella nostra relazione. Inoltre avrò un ruolo decisivo nelle scelte della messa in scena.”
“Bene” – sospirò di sollievo la donna – “Quando vi sposerete?”
Maya arrossì di nuovo. Questa volta fino alle orecchie.
“Ecco… pensavamo dopo la prima messa in scena. Ritarderemo poi il viaggio di nozze fino alla fine delle repliche.”
Il flusso dei ricordi fu interrotto dal buon Genzo che la invitava a rientrare.
“Che ti dicevo Genzo? Maya ci ha sorpreso veramente!” – disse guardandolo con dolcezza.
“E’ vero, signora! Ha proprio ragione!”
“Genzo, il mio tempo sta finendo… lo sento. Ma, grazie a te e a quelle ragazze, i miei ultimi anni sono stati piacevoli.”
“Signora!” – Genzo, commosso, l’aiutò a rientrare in camera e a sdraiarsi per la notte.

Shiori Takamiya girava le strade di Ginza alla ricerca di qualche nuovo abito. Ancora non si capacitava di quello che era avvenuto negli ultimi due mesi.
Aveva dato per scontato di aver accalappiato lo scapolo più ricercato della buona società nipponica ed invece poco prima delle nozze Masumi aveva annullato tutto. Si era opposta con tutte le sue forze quando aveva visto suo nonno capitolare di fronte alle prove della frode contabile del gruppo Takamiya. Aveva pianto, era svenuta… le aveva provate tutte. Eppure, quando era svenuta, Masumi non si era degnato nemmeno di soccorrerla e avrebbe rischiato di finire per terra se non avesse deciso di buttarsi dalla parte del divano dello studio.
Inoltre i suoi strepiti non avevano fatto altro che indurre Masumi a tirare fuori una registrazione compromettente in cui lei provava a sedurre Takeshi, il loro giovane maggiordomo.
Suo nonno era rimasto attonito dall’imbarazzo e dal trovarsi di fronte aspetti della nipote che non si immaginava.
Lei aveva mandato a chiamare il maggiordomo, sperando in una sua smentita.
Dopo lunghi minuti di attesa e di pesante silenzio, un cameriere si era presentato dicendo che non lo si trovava da nessuna parte e che l’uomo aveva liberato perfino la sua stanza.
Era stato tutto così sconvolgente che non aveva potuto ribattere nulla. Inoltre avevano dovuto sottostare alle condizioni della famiglia Hayami, pena la denuncia della frode alle autorità.
Il vecchio Eisuke sembrava essersi goduto lo spettacolo.
Dopo qualche settimana, ricordava Shiori, seppe che Masumi aveva annunciato il fidanzamento e l’immediato matrimonio con la nuova Dea Scarlatta. Tutti i suoi ‘amici’ si erano premurati di avvisarla.
Quella piccola ragazzina impudente!!
In un moto di stizza batté un tacco. Un passante si voltò stupito dall’atteggiamento di quella donna all’apparenza tanto elegante e sofisticata.
Shiori si scusò a mezza bocca notando in quel mentre la segretaria del suo ex-fidanzato al tavolino di un ristorante con un bell’uomo, vestito con un completo di alta sartoria.
Dalla posizione in cui era lo vedeva solo di spalle, ma provò invidia per quella donna che lei riteneva quasi scialba.
La sagoma dell’uomo aveva un che di familiare, ma non se ne curò e continuò per i suoi acquisti. Quei plebei non meritavano certo la sua considerazione!
   
 
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