You Can't Break A Broken Heart
{Capitolo
Uno}
Il
tempo era passato.
I
secondi venivano sostituiti dai minuti e quest'ultimi dalle ore.
Il tempo passava ed era come se tutto quello che fosse successo in
precedenza
venisse insabbiato, annullando tutto il loro percorso fino a quel punto.
Dean
Winchester aveva sempre saputo che lui e la sua famiglia non
avrebbero mai avuto una vita normale, o tanto meno che non sarebbe
morti di
vecchiaia mentre vedevano i propri nipoti correre attorno; no, aveva
sempre
saputo che la sua morte sarebbe stata qualcosa di speciale, qualcosa
che non
era decisamente da tutti i giorni. Sarebbe stato qualcosa di doloroso,
certo,
ma sarebbe stato anche qualcosa di memorabile. Ma se c’era
una cosa a cui non
aveva mai pensato concretamente era il dolore. Non aveva mai pensato a
quello
che avrebbero potuto sentire chi gli stava affianco, anzi per essere
più
precisi non aveva mai pensato a quello che avrebbe potuto sentire Sam,
troppo
impegnato a fare la cosa giusta per badare a ciò.
Ma Dean ora stava bene, non c’era nessun patto che lo poteva
portare lontano
dalla sua famiglia o qualsiasi altra cosa, ed era forse la prima volta
che si
sentiva libero eppure così male? Perché?
Sam
non c’era. Una mattina si era alzato, nella monotona stanza
d’albergo, e non aveva più visto il fratello.
Inizialmente aveva pensato ad una
passeggiata mattutina, cosa che Sam era solito fare ma quando le ore
passarono
e Sam non si fece vedere, Dean, incominciò a preoccuparsi.
La sua seconda
opzione fu quella che lo spaventava principalmente, temeva che potesse
essere
stato attaccato da qualche demone, o peggio da Lucifero.
Dean
si mise alla ricerca del fratello. Contattò Bobby e tutte le
persone che potessero essergli d’aiuto ma niente, non trovò
nessuno che riuscì a dargli
informazioni utili sul dove si trovasse Sam.
I
giorni passarono, Dean be’…Dean fu sempre
più preoccupato, tanto
che riuscì perfino ad abbandonare la caccia.
Quella sera si trovava nel millesimo bar con la millesima ragazza,
chiuso nel
millesimo bagno.
Non guardava la ragazza in volto, sebbene gli fosse impossibile anche a
prescindere, teneva lo sguardo puntato altrove fissando il rubinetto
aperto,
osservando l’acqua andare dritta nel rubinetto.
-Che
c’è…? Tutto bene?- La rossa
scostò la testa dalle parti basse
del giovane Winchester, passandosi teatralmente le dita su gli angoli
della
bocca facendo schioccare la lingua, decisamente divertita.
Dean si perse per un secondo si perse negli occhi azzurri della ragazza
di
turno, scrutando le labbra piene e carnose. Normalmente si sarebbe
buttato
subito su di lei, premendo il proprio corpo sul suo e prendendo tutto
di lei ma
quella volta rimase fermo contro il muro, osservandola quasi con
disprezzo.
Portò
le mani ai jeans e si ricompose superandola di qualche passo
mentre distrattamente chiudeva il rubinetto, puntando verso la porta
mezza
arrugginita del bagno.
–Non
farti più vedere.- Disse solo prima di uscire, lasciando la
ragazza
leggermente sorpresa.
Dean
non si guardò attorno neanche una volta perché se
l’avrebbe
fatto gli sarebbe tornata la voglia di bere, di tornare al bancone e di
iniziare a bere come non mai ma sapeva che non era giusto almeno per
quella
sera, doveva tornarsene in albergo e dormire e magari rimuginare anche
un po’
sui propri errori.
L’impala
era parcheggiata avanti al bar, ciò faceva ben capire che
Dean era stato uno dei primi clienti di quella serata, dato le macchine
che
avevano parcheggiato disordinatamente ai bordi della strada.
Grugnì
un qualcosa afferrando le chiavi, non riusciva a stare bene
fermo sulle gambe o tanto meno a mettere la chiave nella serratura al
primo
colpo, ma ciò sarebbe dovuto essere una buona cosa, no?
Voleva dire che aveva bevuto
a sufficienza, l’indomani non avrebbe ricordato sicuramente.
-Ehi
Dean, non ci posso credere. Ma hai visto come ti sei
conciato?- Sam lo raggiunse all’auto sbuffando sonoramente
mentre lo guardava
da testa a piedi come sempre, ciò voleva significare solo
una cosa: si sarebbe
lasciato andare ad un’altra delle sue prediche da fratello
maggiore mancato.
Dean
per tutta risposta grugnì nuovamente sollevando una mano
come
per scacciare un moscerino, tornando poi tutto concentrato a cercare di
infilare la chiave nella serratura dell’auto. –Oh
sta’ zitto, non scassare.-
Bofonchiò distrattamente nel momento esatto in cui
riuscì nel suo intento.
Sorrise, sebbene distrattamente e con aria trionfante si
voltò verso il
fratello, sfoggiando il classico sorriso da “hai
visto?” –Forza monta in ma…-
Si fermò, allibito. Davanti a lui non c’era
nessuno, il buio più totale. Prese
a guardarsi attorno, arretrando di due passi mentre si guardava
freneticamente
attorno. –Sam!- Chiamò a pieni polmoni il fratello
sperando di vederlo spuntare
da qualche parte, sebbene dentro di sé
sapesse che fosse una cosa del tutto inutile. Lui non
c’era.
Spostò lo sguardo sull’impala fissando tutto
concentrato la tinta nera tirata a
lucido.
Se solo l’Impala potesse parlare, se solo avesse potuto
provare sentimenti
dannazione.
Senza
nemmeno rendersene conto Dean incominciò a stuzzicare la
portiera del conducente con il piede, i suoi tocchi inizialmente
potevano
parere perfino gentili o almeno potevano sembrare tale fin quando i
suoi piedi
non iniziarono a scalfire la portiera con colpi più pesanti,
arrivando perfino
a procurare vari gibolli segni di cui il giorno dopo se ne sarebbe
pentito.
…
Quella
notte non aveva dormito particolarmente bene doveva
riconoscerlo sebbene non sarebbe riuscito ad ammetterlo ad altre
persone, gli
mancava il fratello e non poco anzi, sentiva la sua assenza ogni giorno
di più
e ciò lo infastidiva. Non voleva dipendere da lui, ora come
mai.
-Sam?-
Voltò
il capo verso la voce che lo aveva chiamato. Annie se ne
stava dietro al bancone con uno strofinaccio mal messo in mano e un
sorriso
ampio in volto, guardava il ragazzo con i suoi occhi verdi cercando di
scrutare
ogni più piccola ferita.
-Sì
scusa, stavi dicendo?- Sam le sorrise e tornò al bancone
poggiando il vassoio pieno su di esso.
Ormai aveva preso a lavorare in quel bar da almeno una settimana e
doveva dire
di essersi inserito alla grande, forse perché gli piaceva
comunicare con gli
altri o forse Annie era stata decisamente gentile con lui da dargli
perfino
l’appartamento sopra al locale.
Le
sorrise. Si sentiva in colpa nei suoi confronti, quando stava in sua
compagnia
spesso e volentieri lasciava andare la mente pensando a tutto quello
che aveva
lasciato, ignorandola completamente.
Annie
tolse dal bancone il vassoio che Sam le aveva appena portato
e prese a lavare le varie tazze e bicchieri guardando continuamente il
giovane,
sorridendo di tanto in tanto. –Nulla, ti avevo solamente
chiesto che programmi
avevi per stasera.- Esclamò facendo spallucce.
Che
Annie avesse una cotta per Sam questo era evidente anche al
vecchietto seduto in fondo alla sala, ma ovviamente non al giovane e
per quanto
Annie si sforzasse di starsene sulle sue non riusciva proprio a lasciar
perdere
quel che sentiva per lui, era una strana sensazione doveva ammetterlo.
-Questa
sera? Ecco…al dire il vero…- Sam fece una smorfia
stringendosi un po’ nelle spalle. –Avevo promesso
ad un amico di uscire con
lui, mi dispiace.- Ecco Sam non era cambiato cercava ancora delle scuse
per tornare
alla sua solita vita e ciò lo feriva, non voleva deludere
nessuno dei suoi
nuovi amici, non voleva dare false speranze a nessuno ma come poteva
condurre
una nuova vita?
-Oh.-
Ora Annie si rabbuiò un po’ tenendo gli occhi
verde smeraldo
sulla tazzina da caffè che stava lavando. –Non
preoccuparti.- Bofonchiò
assolutamente imbarazzata per il suo rifiuto.
–Sarà per un’altra volta.-
Sorrise tornando a fare spallucce e sorridere, non voleva farsi vedere
abbattuta da lui.
Sam
fece un sorriso che sembrò più ad una smorfia
mentre guardò
l’orologio. Era decisamente tardi, aveva promesso ad un suo
altro amico di
raggiungerlo una decina di minuti prima e lui era ancora li.
Annie non gli lasciò nemmeno il tempo di parlare che
già aveva allungato la
mano, chiedendogli di restituirgli il grembiule nero.
–Va’ pure, tanto tra poco
chiudiamo. Ci vediamo domani mattina, come al solito.-
Sam si esibì in un ampio sorriso e le diede il grembiule
agitando appena una
mano. –Grazie sei una vera amica, mi farò
perdonare promesso. Divertiti
stasera!- Disse dirigendosi all’uscita del bar impugnando le
chiavi della Jeep
di Annie. Gli aveva prestato perfino la macchina, come poteva non
adorarla?
La bionda sbuffò appena rabbuiandosi. Non avrebbe passato
quella serata con
Sam, ora poteva deprimersi allegramente.
Con
la jeep di Annie ci mise sì e una mezz’oretta a
raggiungere il
luogo dell’appuntamento, ma non era preoccupato del fatto che
l’amico lo stesse
aspettato, avrebbe senz’altro capito.
Parcheggiò
la macchina fuori dalla sua residenza e scese
chiudendosi lo sportello alle spalle. Bobby lo stava aspettando
affianco ad un
pick up rosso arrugginito con le braccia incrociate al petto e le
labbra storte
in una smorfia, non riuscì a vedere i suoi occhi per via del
solito cappello blu
che gli copriva metà volto ma il giovane Winchester non
batté ciglio anzi
sorrise ampiamente, raggiungendolo.
-Per
quanto ancora vuoi far penare tuo fratello?- Domandò ancor
prima che l’altro avesse potuto raggiungerlo.
Sam fece roteare gli occhi senza nemmeno accorgersene e fece una risata
ironica
allargando un po’ le braccia, mostrando come la leggera
maglietta nera a
maniche corte aderiva al suo corpo statuario.
-Ciao
Bobby, anche io sono contento di vederti. Io sto bene
grazie, e tu?-
Bobby borbottò qualcosa di sconnesso facendogli segno di
seguirlo, andando
dritto in casa.
-Tu
non sai quanto mi costi mentire a Dean, siete come figli per
me!- Esordì mentre entrava in casa, lasciando la porta
aperta al ragazzo.
-Allora
non farlo.- Gli suggerì Sam sebbene non gli avrebbe
permesso di mandare tutto all’aria. –Digli pure
dove mi trovo.-
-Sì già, come se poi potrei resistere con te che
tieni il broncio.- Bofonchiò
il più anziano andando dritto alla sua scrivania. Prese la
bottiglia di whiskey
quasi di slancio e la mostrò a Sam, una chiara offerta di
bere che il ragazzo
rifiutò con un cenno del capo.
–Allora…che vuoi? Perché
mi hai voluto vedere?-
-Ecco…- Sam si mise seduto avanti all’amico
guardandolo dritto negli occhi. –La
verità? Non riesco a star lontano da questa vita e mi stavo
chiedendo se tu mi
avresti potuto aiutare, intendo trovare altri aitanti cacciatori del
soprannaturale.- Disse annuendo leggermente. Il motivo? Non lo avrebbe
ancora
detto no, avrebbe voluto far calmare un po’ le acque prima di
sputare il rospo.
Bobby
arcuò un sopracciglio bevendo un lungo sorso di Whiskey
mentre storceva le labbra, visibilmente contrario alla sua richiesta.
–Perché
mai dovresti farlo? Insomma…siamo in un periodo di pace, no?
Non sta accadendo
nulla di insolito da ormai due settimane. Perché vuoi
metterti alla ricerca di
un qualcosa che non da traccia di esistere?- Domandò
visibilmente confuso e
insospettito. L’ultima volta che Sam si era dato da fare
c’era di mezzo Ruby e
l’apocalisse.
“No,
mi dispiace. Non
posso parlare. Non ora.”
Pensò
chiudendo per un secondo gli occhi.
Non gli piaceva mentire più del dovuto, specialmente a Bobby
o Dean ma ora era
il caso, doveva farlo.
-Bobby,
fidati di me. Ok?-
Quelli
che trascorsero furono secondi irrequieti per Sam: Bobby
non aveva risposto era rimasto semplicemente immobile a guardare il
giovane
Winchester, cercando di capire che fare.
-Allora
è veramente finita?-
Sam si irrigidì appena nell’udire le parole
dell’uomo. Purtroppo sapeva
benissimo a cosa si stesse riferendo.
-Se
parli di Dean…Sì, è finita.-
-Perché
da un giorno all’altro te ne scappi e non vuoi più
collaborare con lui?- Bobby allargò le braccia decisamente
confuso mentre
poggiava il bicchiere sul tavolo, guardando confuso il giovane.
-Mi
aiuterai?- Chiese solamente Sam alzandosi dalla sedia,
sospirando. –Voglio sapere solo ciò.-
-Sì,
ti aiuterò. Contento?- Bobby sospirò e chiuse gli
occhi
passandosi la mano sulla barba. –Ma tu dovrai promettermi una
cosa…-
Sam lo guardò, potendo solamente immaginare cosa gli stesse
per chiedere.
-Dovrai
dire a tuo fratello che stai bene e che se non vuoi essere
trovato di non cercati, ma fa a sapere a quel povero ragazzo che stai
bene. Non
puoi immaginare come stia messo.-
“Ecco,
lo sapevo.”
Sam
chinò il capo e si morse il labbro inferiore annuendo
distrattamente.
-D’accordo.
Gli lascerò un messaggio in segreteria, ma nulla di
più. Ok?-
Bobby
annuì, segno che a lui andava più che bene.
-Ah,
possibile che mi sembriate una coppietta in lite?-
Il giovane arrossì senza nemmeno accorgersene e
deviò lo sguardo, guardando
fuori dalla finestra.
-Sì,
è possibile. Be’ io vado, magari stasera esco con
alcuni
amici, ho sempre rifiutato fino ad ora e...-
“E…” cosa? Cosa stava per dirgli?
“Prenditi cura di Dean?” Bobby probabilmente
intuì le sue parole perché non lo
fece nemmeno continuare, annuì solamente.
-Ciao
Sam, stai attento.-
Il
ragazzo annuì sorridendogli e prese le chiavi della Jeep
salutandolo con un cenno del capo e un sorriso.
-Anche
tu, riguardati.-
…
Sam
fece come promesso.
Prima
di uscire con Annie e gli altri suoi amici prese il
cellulare e si chiuse in bagno.
Prima di chiamare il numero del fratello rimase per qualche secondo
immobile
appoggiato alla lavatrice, indeciso sul da farsi ma alla fine
schiacciò la
cornetta verde facendo partire la chiamata.
Aveva
due opzioni:
A)
Se
Dean
avesse risposto avrebbe dovuto parlargli direttamente a voce,
anziché andare
sul sicuro.
B)
Se
Dean
non avesse risposto avrebbe potuto lasciargli un messaggio in
segreteria, come
inizialmente avrebbe voluto fare, era decisamente la scelta migliore e
vantaggiosa.
Il
cellulare squillò una, due e tre volte ma Dean non rispose e
Sam sospirò, quasi rasserenato e quando sentì il
bip si morse il labbro,
prendendo un profondo respiro.
-Ehi
Dean…- Iniziò a parlare mentre prendeva vari
respiri
profondi. –Sono io, Sam. Volevo solo dirti che sto bene e
che…be’ sì…non
cercarmi. Spero che tu stia bene e che stia attento a ciò
che fai.- Non sapeva
decisamente che dire, stava cadendo in una di quelle scomode
discussioni e
sperò vivamente che Dean non sene sarebbe accorto.
–Be’…Addio Dean.- Chiuse la
chiamata stringendo il cellulare tra le mani.
Aveva
fatto la cosa giusta?
Difficile a dirlo.
Dean
avrebbe rispettato la sua richiesta di non cercarlo?
No, probabilmente no.
{…}