Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |      
Autore: Sam Biersack    18/07/2012    3 recensioni
Dean Winchester aveva sempre saputo che lui e la sua famiglia non avrebbero mai avuto una vita normale, o tanto meno che non sarebbe morti di vecchiaia mentre vedevano i propri nipoti correre attorno; no, aveva sempre saputo che la sua morte sarebbe stata qualcosa di speciale, qualcosa che non era decisamente da tutti i giorni. Sarebbe stato qualcosa di doloroso, certo, ma sarebbe stato anche qualcosa di memorabile. Ma se c’era una cosa a cui non aveva mai pensato concretamente era il dolore.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You Can't Break A Broken Heart

 

{Capitolo Uno}

 

 

Il tempo era passato.

I secondi venivano sostituiti dai minuti e quest'ultimi dalle ore. Il tempo passava ed era come se tutto quello che fosse successo in precedenza venisse insabbiato, annullando tutto il loro percorso fino a quel punto.

Dean Winchester aveva sempre saputo che lui e la sua famiglia non avrebbero mai avuto una vita normale, o tanto meno che non sarebbe morti di vecchiaia mentre vedevano i propri nipoti correre attorno; no, aveva sempre saputo che la sua morte sarebbe stata qualcosa di speciale, qualcosa che non era decisamente da tutti i giorni. Sarebbe stato qualcosa di doloroso, certo, ma sarebbe stato anche qualcosa di memorabile. Ma se c’era una cosa a cui non aveva mai pensato concretamente era il dolore. Non aveva mai pensato a quello che avrebbero potuto sentire chi gli stava affianco, anzi per essere più precisi non aveva mai pensato a quello che avrebbe potuto sentire Sam, troppo impegnato a fare la cosa giusta per badare a ciò.
Ma Dean ora stava bene, non c’era nessun patto che lo poteva portare lontano dalla sua famiglia o qualsiasi altra cosa, ed era forse la prima volta che si sentiva libero eppure così male? Perché?

Sam non c’era. Una mattina si era alzato, nella monotona stanza d’albergo, e non aveva più visto il fratello. Inizialmente aveva pensato ad una passeggiata mattutina, cosa che Sam era solito fare ma quando le ore passarono e Sam non si fece vedere, Dean, incominciò a preoccuparsi. La sua seconda opzione fu quella che lo spaventava principalmente, temeva che potesse essere stato attaccato da qualche demone, o peggio da Lucifero.

Dean si mise alla ricerca del fratello. Contattò Bobby e tutte le persone che potessero essergli d’aiuto ma niente,  non trovò nessuno che riuscì a dargli informazioni utili sul dove si trovasse Sam.

I giorni passarono, Dean be’…Dean fu sempre più preoccupato, tanto che riuscì perfino ad abbandonare la caccia.
Quella sera si trovava nel millesimo bar con la millesima ragazza, chiuso nel millesimo bagno.
Non guardava la ragazza in volto, sebbene gli fosse impossibile anche a prescindere, teneva lo sguardo puntato altrove fissando il rubinetto aperto, osservando l’acqua andare dritta nel rubinetto.

-Che c’è…? Tutto bene?- La rossa scostò la testa dalle parti basse del giovane Winchester, passandosi teatralmente le dita su gli angoli della bocca facendo schioccare la lingua, decisamente divertita.
Dean si perse per un secondo si perse negli occhi azzurri della ragazza di turno, scrutando le labbra piene e carnose. Normalmente si sarebbe buttato subito su di lei, premendo il proprio corpo sul suo e prendendo tutto di lei ma quella volta rimase fermo contro il muro, osservandola quasi con disprezzo.

Portò le mani ai jeans e si ricompose superandola di qualche passo mentre distrattamente chiudeva il rubinetto, puntando verso la porta mezza arrugginita del bagno.

–Non farti più vedere.- Disse solo prima di uscire, lasciando la ragazza leggermente sorpresa.

Dean non si guardò attorno neanche una volta perché se l’avrebbe fatto gli sarebbe tornata la voglia di bere, di tornare al bancone e di iniziare a bere come non mai ma sapeva che non era giusto almeno per quella sera, doveva tornarsene in albergo e dormire e magari rimuginare anche un po’ sui propri errori.

L’impala era parcheggiata avanti al bar, ciò faceva ben capire che Dean era stato uno dei primi clienti di quella serata, dato le macchine che avevano parcheggiato disordinatamente ai bordi della strada.

Grugnì un qualcosa afferrando le chiavi, non riusciva a stare bene fermo sulle gambe o tanto meno a mettere la chiave nella serratura al primo colpo, ma ciò sarebbe dovuto essere una buona cosa, no? Voleva dire che aveva bevuto a sufficienza, l’indomani non avrebbe ricordato sicuramente.

-Ehi Dean, non ci posso credere. Ma hai visto come ti sei conciato?- Sam lo raggiunse all’auto sbuffando sonoramente mentre lo guardava da testa a piedi come sempre, ciò voleva significare solo una cosa: si sarebbe lasciato andare ad un’altra delle sue prediche da fratello maggiore mancato.

Dean per tutta risposta grugnì nuovamente sollevando una mano come per scacciare un moscerino, tornando poi tutto concentrato a cercare di infilare la chiave nella serratura dell’auto. –Oh sta’ zitto, non scassare.- Bofonchiò distrattamente nel momento esatto in cui riuscì nel suo intento. Sorrise, sebbene distrattamente e con aria trionfante si voltò verso il fratello, sfoggiando il classico sorriso da “hai visto?” –Forza monta in ma…- Si fermò, allibito. Davanti a lui non c’era nessuno, il buio più totale. Prese a guardarsi attorno, arretrando di due passi mentre si guardava freneticamente attorno. –Sam!- Chiamò a pieni polmoni il fratello sperando di vederlo spuntare da qualche parte, sebbene dentro di sé  sapesse che fosse una cosa del tutto inutile. Lui non c’era.
Spostò lo sguardo sull’impala fissando tutto concentrato la tinta nera tirata a lucido.
Se solo l’Impala potesse parlare, se solo avesse potuto provare sentimenti dannazione.

Senza nemmeno rendersene conto Dean incominciò a stuzzicare la portiera del conducente con il piede, i suoi tocchi inizialmente potevano parere perfino gentili o almeno potevano sembrare tale fin quando i suoi piedi non iniziarono a scalfire la portiera con colpi più pesanti, arrivando perfino a procurare vari gibolli segni di cui il giorno dopo se ne sarebbe pentito.

 

 

 

 

Quella notte non aveva dormito particolarmente bene doveva riconoscerlo sebbene non sarebbe riuscito ad ammetterlo ad altre persone, gli mancava il fratello e non poco anzi, sentiva la sua assenza ogni giorno di più e ciò lo infastidiva. Non voleva dipendere da lui, ora come mai.

-Sam?-

Voltò il capo verso la voce che lo aveva chiamato. Annie se ne stava dietro al bancone con uno strofinaccio mal messo in mano e un sorriso ampio in volto, guardava il ragazzo con i suoi occhi verdi cercando di scrutare ogni più piccola ferita.

-Sì scusa, stavi dicendo?- Sam le sorrise e tornò al bancone poggiando il vassoio pieno su di esso.
Ormai aveva preso a lavorare in quel bar da almeno una settimana e doveva dire di essersi inserito alla grande, forse perché gli piaceva comunicare con gli altri o forse Annie era stata decisamente gentile con lui da dargli perfino l’appartamento sopra al locale.  Le sorrise. Si sentiva in colpa nei suoi confronti, quando stava in sua compagnia spesso e volentieri lasciava andare la mente pensando a tutto quello che aveva lasciato, ignorandola completamente.

Annie tolse dal bancone il vassoio che Sam le aveva appena portato e prese a lavare le varie tazze e bicchieri guardando continuamente il giovane, sorridendo di tanto in tanto. –Nulla, ti avevo solamente chiesto che programmi avevi per stasera.- Esclamò facendo spallucce.

Che Annie avesse una cotta per Sam questo era evidente anche al vecchietto seduto in fondo alla sala, ma ovviamente non al giovane e per quanto Annie si sforzasse di starsene sulle sue non riusciva proprio a lasciar perdere quel che sentiva per lui, era una strana sensazione doveva ammetterlo.

-Questa sera? Ecco…al dire il vero…- Sam fece una smorfia stringendosi un po’ nelle spalle. –Avevo promesso ad un amico di uscire con lui, mi dispiace.- Ecco Sam non era cambiato cercava ancora delle scuse per tornare alla sua solita vita e ciò lo feriva, non voleva deludere nessuno dei suoi nuovi amici, non voleva dare false speranze a nessuno ma come poteva condurre una nuova vita?

-Oh.- Ora Annie si rabbuiò un po’ tenendo gli occhi verde smeraldo sulla tazzina da caffè che stava lavando. –Non preoccuparti.- Bofonchiò assolutamente imbarazzata per il suo rifiuto. –Sarà per un’altra volta.- Sorrise tornando a fare spallucce e sorridere, non voleva farsi vedere abbattuta da lui.

Sam fece un sorriso che sembrò più ad una smorfia mentre guardò l’orologio. Era decisamente tardi, aveva promesso ad un suo altro amico di raggiungerlo una decina di minuti prima e lui era ancora li.
Annie non gli lasciò nemmeno il tempo di parlare che già aveva allungato la mano, chiedendogli di restituirgli il grembiule nero. –Va’ pure, tanto tra poco chiudiamo. Ci vediamo domani mattina, come al solito.-
Sam si esibì in un ampio sorriso e le diede il grembiule agitando appena una mano. –Grazie sei una vera amica, mi farò perdonare promesso. Divertiti stasera!- Disse dirigendosi all’uscita del bar impugnando le chiavi della Jeep di Annie. Gli aveva prestato perfino la macchina, come poteva non adorarla?
La bionda sbuffò appena rabbuiandosi. Non avrebbe passato quella serata con Sam, ora poteva deprimersi allegramente.

 

Con la jeep di Annie ci mise sì e una mezz’oretta a raggiungere il luogo dell’appuntamento, ma non era preoccupato del fatto che l’amico lo stesse aspettato, avrebbe senz’altro capito.

Parcheggiò la macchina fuori dalla sua residenza e scese chiudendosi lo sportello alle spalle. Bobby lo stava aspettando affianco ad un pick up rosso arrugginito con le braccia incrociate al petto e le labbra storte in una smorfia, non riuscì a vedere i suoi occhi per via del solito cappello blu che gli copriva metà volto ma il giovane Winchester non batté ciglio anzi sorrise ampiamente, raggiungendolo.

-Per quanto ancora vuoi far penare tuo fratello?- Domandò ancor prima che l’altro avesse potuto raggiungerlo.
Sam fece roteare gli occhi senza nemmeno accorgersene e fece una risata ironica allargando un po’ le braccia, mostrando come la leggera maglietta nera a maniche corte aderiva al suo corpo statuario.

-Ciao Bobby, anche io sono contento di vederti. Io sto bene grazie, e tu?-
Bobby borbottò qualcosa di sconnesso facendogli segno di seguirlo, andando dritto in casa.

-Tu non sai quanto mi costi mentire a Dean, siete come figli per me!- Esordì mentre entrava in casa, lasciando la porta aperta al ragazzo.

-Allora non farlo.- Gli suggerì Sam sebbene non gli avrebbe permesso di mandare tutto all’aria. –Digli pure dove mi trovo.-
-Sì già, come se poi potrei resistere con te che tieni il broncio.- Bofonchiò il più anziano andando dritto alla sua scrivania. Prese la bottiglia di whiskey quasi di slancio e la mostrò a Sam, una chiara offerta di bere che il ragazzo rifiutò con un cenno del capo.  –Allora…che vuoi? Perché mi hai voluto vedere?-
-Ecco…- Sam si mise seduto avanti all’amico guardandolo dritto negli occhi. –La verità? Non riesco a star lontano da questa vita e mi stavo chiedendo se tu mi avresti potuto aiutare, intendo trovare altri aitanti cacciatori del soprannaturale.- Disse annuendo leggermente. Il motivo? Non lo avrebbe ancora detto no, avrebbe voluto far calmare un po’ le acque prima di sputare il rospo.

Bobby arcuò un sopracciglio bevendo un lungo sorso di Whiskey mentre storceva le labbra, visibilmente contrario alla sua richiesta. –Perché mai dovresti farlo? Insomma…siamo in un periodo di pace, no? Non sta accadendo nulla di insolito da ormai due settimane. Perché vuoi metterti alla ricerca di un qualcosa che non da traccia di esistere?- Domandò visibilmente confuso e insospettito. L’ultima volta che Sam si era dato da fare c’era di mezzo Ruby e l’apocalisse.

 

“No, mi dispiace. Non posso parlare. Non ora.”

 

Pensò chiudendo per un secondo gli occhi.
Non gli piaceva mentire più del dovuto, specialmente a Bobby o Dean ma ora era il caso, doveva farlo.

-Bobby, fidati di me. Ok?-

Quelli che trascorsero furono secondi irrequieti per Sam: Bobby non aveva risposto era rimasto semplicemente immobile a guardare il giovane Winchester, cercando di capire che fare.

-Allora è veramente finita?-
Sam si irrigidì appena nell’udire le parole dell’uomo. Purtroppo sapeva benissimo a cosa si stesse riferendo.

-Se parli di Dean…Sì, è finita.-

-Perché da un giorno all’altro te ne scappi e non vuoi più collaborare con lui?- Bobby allargò le braccia decisamente confuso mentre poggiava il bicchiere sul tavolo, guardando confuso il giovane.

-Mi aiuterai?- Chiese solamente Sam alzandosi dalla sedia, sospirando. –Voglio sapere solo ciò.-

-Sì, ti aiuterò. Contento?- Bobby sospirò e chiuse gli occhi passandosi la mano sulla barba. –Ma tu dovrai promettermi una cosa…-
Sam lo guardò, potendo solamente immaginare cosa gli stesse per chiedere.

-Dovrai dire a tuo fratello che stai bene e che se non vuoi essere trovato di non cercati, ma fa a sapere a quel povero ragazzo che stai bene. Non puoi immaginare come stia messo.-

 

“Ecco, lo sapevo.”

 

Sam chinò il capo e si morse il labbro inferiore annuendo distrattamente.

-D’accordo. Gli lascerò un messaggio in segreteria, ma nulla di più. Ok?-

Bobby annuì, segno che a lui andava più che bene.

-Ah, possibile che mi sembriate una coppietta in lite?-
Il giovane arrossì senza nemmeno accorgersene e deviò lo sguardo, guardando fuori dalla finestra.

-Sì, è possibile. Be’ io vado, magari stasera esco con alcuni amici, ho sempre rifiutato fino ad ora e...- “E…” cosa? Cosa stava per dirgli? “Prenditi cura di Dean?” Bobby probabilmente intuì le sue parole perché non lo fece nemmeno continuare, annuì solamente.

-Ciao Sam, stai attento.-

Il ragazzo annuì sorridendogli e prese le chiavi della Jeep salutandolo con un cenno del capo e un sorriso.

-Anche tu, riguardati.-

 

 

Sam fece come promesso.

Prima di uscire con Annie e gli altri suoi amici prese il cellulare e si chiuse in bagno.
Prima di chiamare il numero del fratello rimase per qualche secondo immobile appoggiato alla lavatrice, indeciso sul da farsi ma alla fine schiacciò la cornetta verde facendo partire la chiamata.

Aveva due opzioni:

 

A)    Se Dean avesse risposto avrebbe dovuto parlargli direttamente a voce, anziché andare sul sicuro.

B)    Se Dean non avesse risposto avrebbe potuto lasciargli un messaggio in segreteria, come inizialmente avrebbe voluto fare, era decisamente la scelta migliore e vantaggiosa.

 

Il cellulare squillò una, due e tre volte ma Dean non rispose e Sam sospirò, quasi rasserenato e quando sentì il bip si morse il labbro, prendendo un profondo respiro.

-Ehi Dean…- Iniziò a parlare mentre prendeva vari respiri profondi. –Sono io, Sam. Volevo solo dirti che sto bene e che…be’ sì…non cercarmi. Spero che tu stia bene e che stia attento a ciò che fai.- Non sapeva decisamente che dire, stava cadendo in una di quelle scomode discussioni e sperò vivamente che Dean non sene sarebbe accorto. –Be’…Addio Dean.- Chiuse la chiamata stringendo il cellulare tra le mani.

Aveva fatto la cosa giusta?
Difficile a dirlo.

Dean avrebbe rispettato la sua richiesta di non cercarlo?
No, probabilmente no.

 

{…}

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Sam Biersack