Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Inucchan    01/02/2007    2 recensioni
Due vite. Due stili diversi. Due modi d'essere diversi. Un passato in comune forse... Il Mondo Visto da Lei. Il Mondo Visto da Lui. A volte non è il fato a far si che due persone s'incontrino...sono loro che si cercano...si trovano... e a volte...
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Simply Mine

Atto VIII : ...Lui, lei e l'altro...

A volte, la persona che ti è affianco è la meno indicata, pensi che sia solamente

un brutto scherzo del destino.

Ti ritrovi in una situazione assurda, incomprensibile, vorresti sparire.

Ne siamo veramente sicuri?

Mezz'ora.

Che ora s'era fatta? le 22.00, le 23.00, che importava? Ora la priorità

era liberarsi da quell'impiccio.

Era voltata di spalle, irrequieta. Lo si poteva scorgere dal suo frenetico

attorcigliare dei capelli attorno all'indice.

Lui era davanti a lei, avrebbe dato qualsiasi cosa per cancellare quell'espressione strafottente

da quel volto.

[Nemmeno so chi sei, ma già mi stai quassù] celere un pensiero le traversò la mente, bastardo.

Lei si limitò a voltarsi dalla parte opposta, spostando il braccio prima innalzato verso il

capo sotto il bacino, sul fianco, tamburellandovi le dita sopra.

"Dunque?" profuse lui falsamente languido, pareva si stesse divertendo a rivoltare il coltello nella

piaga.Contento lui.

L'hanyou lasciò volteggiare tra le dita artigliate la maniglia della porta, avanzando di qualche

passo in direzione di lei.

Lo sentiva, la distanza s'era fatta pericolosa.

"Stop!" enunciò lei volgendosi di scatto verso il mezzo demone che spiazzato dal gesto improvviso di lei

rimase in bilico su d'una gamba per circa cinque minuti buoni.

"Lo hai fatto apposta? Bene, dunque devo dedurre che sia IO quella che interessa a te" concluse vipera.

Cavolo, quella si che era una donna. Lui cincischìo qualcosa, riappoggiando il piede per terra.

Le si fece contro, sospingendola verso il muro poco distante.

Ghigno ironico.

"Non l'ho mai detto" la voce era spezzata solamente dal respiro che di tanto in tanto andava a muoverle

i ciuffi ribelli sulla fronte. Dio, non era per niente male. Però era stronzo, come la maggior parte degli uomini.

Odiava i bastardi.

Lei indietreggiò sino a ritrovarsi bloccata tra il muro e il corpo di lui, distanziato solamente di

pochi centimetri.L'hanyou alzò il braccio destro, posando il palmo sulla muratura, di fianco al capo di lei.

L'avrebbe preso a schiaffi volentieri.

"Ma l'hai pensato..." controbattè lei sicura, abbassandosi appena e aggirando il suo carceriere.

Lui emise un soffio, nient'altro, seguito da un sorrisetto malizioso.

Che donna, che donna.

Ne aveva incontrate di testarde ma questa sapeva proprio il fatto suo, ci sarebbe stato da divertirsi.

Quando lo sorpassò, una scia del suo profumo gli giunse quasi dispettosa all'olfatto.

Mosse le orecchie sino a farle scendere ai lati del capo.

Conosceva già quel profumo?

La sua memoria cominciava a far cilecca, merito della birretta scolata prima di raggiungere la festa.

Doveva assolutamente smettere di bere.

Discostò con un sospiro un filo d'argento calatosi impertinente sul volto.

Seguì le movenze della femmina con la coda dell'occhio, senza voltarsi.

"Abbiamo una chiromante" professò infine, applaudendo quasi avesse assistito ad una scenetta comica.

Lei s'irrigidì, non le piaceva quel sarcasmo tagliente di cui era provvisto l'hanyou.

Cominciò a camminare in tondo, percorrendo i quattro angoli della toilette nervosa. Kouga l'avrebbe uccisa.

Inutile gridare, la musica ormai era troppo alta perchè potessero sentire i suoi 'miagolii'.

Si sentiva in gabbia.

"Voglio andarmene" profuse a bassa voce, quasi trattenendo una sorta di avviluppo del tono. Lui smosse le orecchie

canine, volgendosi finalmente in modo completo verso la ragazza.

"Sei capace di buttar giù una porta?" ridacchiò lui sarcastico, uno scherzetto che stava cominciando

a durare più del previsto.

Lei respirò profondamente, irritante, oltre che stronzo. Doveva pensare a qualcosa, convincerlo ad

aprire quella maledetta porta, un mezzo demone ce l'avrebbe fatta sicuramente, forse con una facilità

impressionante ad abbatterla.

"Io no...ma tu si" rispose a tono, intrisa d'un acido delicato che le si estingueva dalle labbra.

Lui socchiuse le palpebre, osservandola sornione.

"Certo che potrei ma...il fatto è che non ne ho voglia..." .Scacco.

S'era arrabbiata, l'aveva visto dalle fossette ch'erano apparse sulle labbra della giovane,

dal suo tacchettare nervoso al terreno e dalle sopracciglia che s'erano pericolosamente inarcate.

Aveva cominciato ad avvicinarsi maligna, a passo vicile, con l'indice puntato verso di lui.

"Senti, non so chi tu sia, cosa ci faccia qui...ma ciò che è certo è che quando usciremo di qui

ti ammazzerò di botte" concluse iraconda.

Lui sorrise falso.

Scuotendo il capo da destra a sinistra, le si fece incontro avvicinandosi a malapena, giusto per

trovare le sue labbra all'altezza dell'orecchio di lei.

"Sei già pazza di me" le sussurrò strafottente, con una naturalezza disarmante che avrebbe fatto

spazientire anche uno di quei santoni Buddisti all'entrata dei Templi.

Lei rimase immobile, ascoltando l'insufflo caldo che proveniva dalle sue labbra, quasi un brivido

freddo le percorse la schiena scoperta in quell'istante.

"Io credo sia il contrario invece..." lui si ritrasse appena dalla sua posizione, giungendole a pochi

centimetri dal volto.

"Quanta sicurezza..." mormorò appena, talmente flebile e leggero che quelle parole parvero quasi uno

sbuffo di vento. Lei dischiuse le labbra per formulare qualcosa ma rimase muta.

Lo scontro con quelle iridi d'ambra la fece permanere in uno stato di trans momentanea.

Lui alzò il mento con l'indice, avvicinando ulteriormente il volto a quello di lei,

lei istintivamente chiuse gli occhi, ascoltando il suo respiro sempre più accorto. Stava cedendo ad un imbecille?

Ecco il primo sbaglio di tanti che seguirono.

Quando riaprì gli occhi, notando che l'attesa ormai s'era prolungata, rimase di stucco.

Lui la stava osservando, un sorrisetto divertito sul volto. L'aveva presa per il culo?

"Baccalà" aveva pronunciato sarcastico, imitando con le mani, quasi fosse un mimo l'azione

del pescare, quando il pescatore immerge l'amo sul pelo dell'acqua muovendo appena la 'mosca' sopra di esso,

quando il pesce s'avvicina il pescatore ritrae velocemente l'amo in modo che il malcapitato venga

catturato.

Così era stato per lei. S'era lasciata infinocchiare dal suo sguardo.

Lui rise, era palese che non lo conosceva.

Falso, incredibilmente falso. Era capace d'assumere così tante maschere che nemmeno lui si riconosceva

più ormai.

Irata, si sentiva presa in giro, indignata.

Digrignò i denti, la pece all'interno degli occhi parve bruciare. Strinse i pugni ulteriormente

lungo i fianchi.

"No, non credo che tu abbia capito con chi hai a che fare..." pronunciò senza mezzi termini lei.

Lui imitò un rabbrividire degli arti, fingendo d'essersi spaventato a cotali paure.

"Aiuto...cosa mi farai ora?"

A quell'affermazione lei ghignò maligna. Ecco, quello sguardo e quel sogghigno non presagivano nulla di buono.

Lui si parò sulla difensiva, quando una donna ti guarda in cagnesco vuol dire che è pronta a colpire

le parti basse con il tacco.

Ripensò a Miroku, a lui era successo una volta, ricordò che era rimasto piegato per ben tre ore.

Povero lui.

Continuarono ad osservarsi finchè lui non pose un quesito che gli sarebbe costato non poco "Dunque,

hai intenzione di piagnucolare o cosa?"

La risposta giunse immediata.

Rimase non di stucco, propriamente basito da quel gesto. Deglutì appena, sentendosi per la prima volta

spiazzato.

Aveva sentito le parole morirgli in gola quando s'era avvicinata, poi le labbra sulle sue e nient'altro.

Un semplice bacio, no cazzo. L'aveva preso alla sprovvista.

Non gli andava giù questo. Non a lui.

Non rispose, si limitò a rimanere freddo come il ghiaccio, immobile.

Lei sorrideva maligna intrinsecamente, gioiva di quella piccola vittoria, anche se avrebbe evitato

volentieri una simile vendetta.

Era come baciare un muro, che divertimento c'era?

Per lui la cosa era un pò diversa, sentiva qualcosa avvampargli dentro, rabbia, ira.

Non poteva essere atterrito da una femmina, non a quel modo.

La spinse via con forza, lasciando che ricadesse sulla schiena.

"Cosa cazzo credi, mica mi metto a sbaciucchiare tutte le zoccole che mi ritrovo a tiro..."

Ecco, la parola 'Zoccola', non era mai stata usata in riferimento alla dolce e indifesa Kagome.

Rimase ad osservarlo, quasi sofferente, dalla sua posizione, accasciata al terreno, trattenuta solamente

dagli avambracci.

"..." non rispose, cosa poteva rispondere ad un essere simile? Non la conosceva nemmeno.

Stronza e Battona erano due cose differenti. Completamente differenti.

Ferita.

Lui la squadrava dall'alto beffeggiatore. Incrociò le braccia al petto senza alcun rammarico.

"Sei come tutti gli altri...sei contento? Bene, ridi pure...conformista..." ecco...

questa parola fece si che egli s'incazzasse ulteriormente.

L'aveva paragonato agli altri? Lui che si sforzava d'essere diverso.

"Io, non sono gli altri..." rispose tagliente. L'ironia e la malizia di poco prima erano scomparsi

lasciando spazio solamente ad astio tra i due.

Lei tentò di risollevarsi goffamente da terra, quell'immagine, quegli occhi.

[Dio perchè voglio ripetere i miei errori ancora...non m'è bastato in passato?] il respiro dell'hanyou

si fece greve, il ricordo di quell'immagine lo accaldò tremendamente.

[Non respiro...cazzo...] ogni volta che il passato riaffiorava anche in minima parte alla mente,

qualcosa in lui si smuoveva.

Kagome rimase ad osservare il mezzo demone, inarcò appena un sopracciglio...

[Non di nuovo...non qui...] solamente un guaìto fu capace d'irrompere dalle labbra di lui, la testa era divenuta

pesante, quasi insostenibile, tutto volteggiava pericolosamente attorno a lui.

Si poggiò al muro poco distante col gomito, tentando di riprendere a respirare normalmente, nulla.

Senso di colpa.

Profondo vuoto.

Apatia.

Vertigine.

Buio.

Scivolò lentamente addosso alla murazione, ricadendo indietro sulla schiena, sbattendo violentemente il capo sul pavimento. Kagome rimase per qualche

istante interdetta, magari era solamente un altro scherzo di quel cretino.

Non sembrava.

"Eh...ehi..." niente, pareva svenuto.

Deglutì, inginocchiandosi al suo fianco. "Dai, cerca di alzarti...scemo, vedi fai tanto il rodomonte e poi

perdi coscenza...dai..." il tono di lei era cambiato nuovamente, era quasi, docile.

Le orecchie d'Inuyasha si mossero appena, sentiva un peso tremendo sulle spalle.

Non riusciva ad alzarsi.

Lei rimase cauta, senza allarmarsi poggiò il capo di lui sulle gambe, rimanendo in ginocchio.

"Svegliati..." lo richiamò una, due, tre volte.

Non voleva saperne. La sicurezza di lei svanì improvvisa, diavolo, perchè non si riprendeva?

Dov'erano gli altri, nessuno cazzo doveva andare in bagno?

Rimase per più di mezz'ora a sussurrargli all'orecchio di alzarsi, di tentare di farlo perlomeno.

"Mhh..." finalmente.

Lui riuscì a socchiudere le palpebre un poco, era abituato a quel genere di attacchi di svenimento

improvvisi.

Quando le immagini gli furono chiare, non aprì bocca. Tentò di focalizzare al meglio l'immagine

sopra di lui.

"Tu sei..." masticò appena, in un filo di voce. Lei annuì, intimandogli di fare silenzio "Sono Kagome,

non c'eravamo presentati...si si, sono la zoccola ricordi?" sorrise ironica, eppure, in quel sorriso

traspariva anche una sorta di amara dolcezza.

Lui abbassò le iridi, bella figura, un'altra l'avrebbe lasciato per terra.

Quella donna aveva il cuore troppo tenero, forse.

"E tu, signor svenimento...saresti?" domandò lei , con una sorta di cortesia che non sapeva di poter

possedere ,riferendosi ad un ragazzo simile.

"Inuyasha..." rispose quasi rabbonito dalla botta presa in precedenza alla testa. Lei sorrise appena,

espressione del tutto differente da quella precedente.

Portò l'indice a sfiorargli il retro del capo, facendogli emettere un guaìto sordo.

"Sei pazza o cosa? Fa male!" ringhiò sollevandosi sugli avambracci.

Lei questa volta rimase bonaria, stavolta negli occhi non aveva nulla di ostile nei confronti del

meticcio.

Lui la guardò perplesso, cosa diamine ...

Non aveva mai visto una donna tanto lunatica, prima ce l'aveva con lui poi sorrideva? Folle, o semplicemente...

che donna!

L'aveva ripetuto più volte a sè durante il corso della permanenza prolungata in bagno, quel deficiente

di Kouga non s'era accorto che mancava da più di un'ora?

Va bene 'natura clamat et homo respondet' ma ora c'era da essere cretini per non accorgersi dell'assenza

di un tuo ospite.

Magari s'era ubriacato e ora giaceva tra i cuscini d'una bella biondona.

Lui invece, era in una toilette, sdraiato sulle gambe di una ragazza...

Bè, forse non era tanto male come situazione infondo...nemmeno lei era così male...

Lui si sollevò ulteriormente, tenendo basso lo sguardo "Non è mia abitudine farlo...e non l'avrei detto se

non fossimo solamente io e te...ma...immagino che dovrei ringraz...si insomma quello..."

lei scosse la testa sorridendo. Ormai aveva ben capito che tipo di 'lui' era Inuyasha.

O forse, s'era convinta fosse a quel modo.

"Bè, di niente..." mormorò lei, era una cosa surreale, erano seduti sul pavimento di una toilette,

le veniva quasi da ridere.

Lui sollevò lo sguardo, ad incontrare nuovamente quello di lei. Ora, diavolo se era bella.

La fronte imperlata di sudore per il troppo caldo, respirava affannata, forse per imbarazzo,

era leggermente rossa, coi capelli arruffati sulla testa.

Quelle labbra rosse, gli occhi d'un ebano troppo scuro per vedere la differenza tra iride e pupilla.

Adesso si che, avrebbe risposto a quel bacio di prima.

Forse senza rendersi conto, quel pensiero fu moto di trasporto per il capo di lui che senza volerlo

s'avvicinò nuovamente al volto di lei...

Socchiuse appena le palpebre...

Lei lo imitò, nemmeno a farlo apposta, come se il sapore sentito poco prima non le fosse nuovo,

come se l'odore di lui l'avesse già sentito.

"KAGOME!INUYASHA!" ecco, quello che si poteva chiamare tempismo perfetto.

La porta s'era spalancata, lasciando i due galeotti presi alla sprovvista. Kouga, che non aveva avuto

di meglio da fare s'era smosso solamente in quel momento, riuscendo a forzare la porta d'entrata.

Ok, la situazione poteva sembrare alquanto equivoca.

Lui, con la camicia mezza slacciata che debordava dai pantaloni, col volto avvampato d'un lieve

porpora, un pò per il caldo, l'altra metà d'imbarazzo.

Lei, uguale, sconvolta il vestito s'era appena sdrucito sul davanti, mettendo in mostra 'ulteriormente'

le sue grazie, probabilmente quando s'era accasciata in ginocchio, aveva detto che quell'abito era

stretto.

Kouga rimase silente per qualche istante, correndo con lo sguardo dal meticcio alla ragazza in modo sincrono.

"Vedo che avete fatto conoscenza..." si limitò piuttosto freddo nel tono.

Gli dava fastidio, una cosa indicibile che Kagome si trovasse con l'ex migliore amico. Sottilizzò

gli occhi, fessurizzandoli.

Fulminò per un istante Inuyasha che nel frattempo si stava rialzando.

"Kou-kun..." lei gli corse incontro, poggiando la mano destra sulla spalla di dell'amico.

Inuyasha si limitò ad osservare il lupo, senza un espressione particolare. Aveva capito che qualcosa non andava da quando era

entrato in quella stanza.

Di solito avrebbe riso di una situazione simile ma, a quanto pare Kagome non gli era sconosciuta.

"Lo conosci?" chiese la ragazza, senza ottenere risposta. I due continuarono ad osservarsi per

un lasso di tempo che parve interminabile.

"Si lo conosco Kagome...un tempo era il mio migliore amico..." rispose freddo il lupo,

le iridi cobalde parvero tremare per un istante.

Mosse il braccio destro attorno alla vita della ragazza, segnalando con quel gesto, a colui

che gli era di fronte, che quella era 'proprietà privata'.

Inuyasha si limitò a sorpassare le due figure, ricomponendosi.

Passò di fianco a Kouga, increspando un lieve sogghigno "...Non c'è nessun marchio sul suo collo..."

sorrise infingardo, sparendo sulla porta.

Kouga sgranò gli occhi per un istante, non lui.

[Inuyasha non puoi farmi questo...credevo tu fossi mio amico...evidentemente, mi sbagliavo]

Kagome rimase ad osservare l'espressione di Kouga, s'era indurita, come facevano quei

due ad essere amici?

[No mio caro Kouga, farò in modo che tu non t'intrometta...lei è una mia preda...non è alla tua portata...]

Un sogghigno,

un sospiro e l'aria fredda al di fuori s'era condensata in fumo.

Un bivio...

Valeva la pena di rivaleggiare col suo ex migliore amico per un'umana?

Ecco, c'era da sottilineare una cosa rilevante...

La parola Ex...

"Non rifiuto mai una sfida..."

  
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