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Autore: Mrs C    18/07/2012    9 recensioni
Potresti morirci, in questo abbraccio e sarebbe una morte felice.
John ha la testa poggiata sulla tua spalla e i suoi capelli ti solleticano il collo.
Ti allontani di un centimetro, quel tanto che basta per poter sfiorare la sua fronte con le labbra.
John sospira, tu hai un brivido. Il solo toccarlo ti manda in confusione.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shamrock Se avessi immaginato tutto, saresti comunque guarito









Mycroft ti abbracciava spesso, anni addietro.
Quando morì papà rimase ore e ore a stringerti  forte al petto, cullandoti e canticchiando per te, fra le lacrime. Era impacciato e tremava un po'. Ti piaceva, quella parte di Mycroft e ti è dispiaciuto quando è morta.
Lui è diventato freddo con te e tu ti sei rinchiuso nel tuo mondo, come risposta.
Non sai perché ti sia tornato in mente quest'episodio. La sensazione che stai provando ora non è paragonabile a quella di tuo fratello che ti stringe fra le braccia.
Potresti morirci, in questo abbraccio e sarebbe una morte felice.
John ha la testa poggiata sulla tua spalla e i suoi capelli ti solleticano il collo. Ti allontani di un centimetro, quel tanto che basta per poter sfiorare la sua fronte con le labbra.
John sospira, tu hai un brivido. Il solo toccarlo ti manda in confusione.
Le sue mani ti sfiorano le schiena. E' un lento esplorare, il suo, sfiorarti come non ha mai fatto, come tu non gli hai mai permesso.
In questi anni non hai voluto altro e tremavi perché sapevi perfettamente che, una volta tornato, non l'avresti avuto. Non subito almeno. Al solo pensiero, stavi così male che Mycroft si è sentito in dovere di abbracciarti*, ben consapevole del rapporto che corre fra di voi e di quello che non c'è più.
Dio, vorresti davvero morire qui, con John che ti stringe e il suo respiro addosso. Ma sai che non puoi, sai che devi delle spiegazioni, sai che il tuo compagno se le merita.
Però perché John non fa domande? Ti eri preparato, prima, a tutto. Pugni, urla, anche un rifiuto.
Ti ha fatto male, più di quanto ammetteresti, ma eri consapevole del dolore causato quindi sarebbe stata una reazione giustificata, la sua.
Allora perché non dice niente?
Ti allontani da lui con delicatezza, sempre con le mani alla sua vita e le sue sulla schiena. Non vuoi lasciarlo e non ci riesci.
Lui ti guarda e tu ti cibi dei suoi occhi, per la paura che hai avuto di dimenticarti dei suoi colori.
- Non riesco a leggere, John - lo confessi a voce bassa, direttamente sul suo viso - è frustrante non leggere ciò che prima era chiaro. Perché non fai domande? Perché non chiedi cos'ho fatto per tutto questo tempo? Voglio darti delle spiegazioni, John. Tu... te le meriti, delle spiegazioni.
John fa fatica a seguire il filo dei tuoi pensieri. Ha la bocca dischiusa, e ti chini un po' di più per sentire il suo respiro addosso a te. Assorbe le tue parole, con lentezza, la tua voce penetra dentro di lui come un soffio di vento caldo. Rassicurante. Poi fa una cosa.
La cosa.
Le sue mani  ti abbandonano e senti un brivido alla base della spina dorsale. Ti afferra per la sciarpa e ti tira giù, alla sua altezza. La bocca di John sulla tua guancia è bollente o forse sei tu che scotti. Morbida, immagini.
Vorresti che continuasse a baciarti, labbra contro labbra questa volta. La sua pelle... basta immaginare le tue mani sul suo corpo per sentire un improvviso calore che t'incendia il ventre.
Ha un gran sorriso quanto torna a guardarti negli occhi. Tu i tuoi li hai spalancati dalla sorpresa.
- Questa... questo che hai... insomma, questa... cosa... - biascichi parole incomplete e John ride.
Hai perso il conto di tutte le volte in cui hai riavvolto il nastro della sua risata nel tuo Palazzo Mentale, solo per non cadere nella pazzia del distacco. Glielo vorresti dire. Bruci dalla voglia di farglielo capire, maledizione.
- Non sappiamo proprio dare un nome a questa cosa.** - Dice, sfiorandoti appena il naso con il suo.
Lo stringi un po' di più con uno scatto improvviso e John si zittisce di colpo.
- Mi dispiace - mormori, piano - volevo solo salvarti. Io non ho... pensato al dopo, a come saresti stato tu o a come sarei stato io. Volevo solo salvarti. Era di vitale importanza, non potevo permettere che ti facessero del male. Lui non... e io...
John ti ascolta in silenzio, sa che è difficile per te avere a che fare con le emozioni umane. Ti fa tante piccole carezze, sul collo prima, sfiorandoti i capelli poi. Altro incendio, dentro di te. Sospiri. Vorresti baciarlo.
- Tu lo sei, John. Di vitale importanza.*** Per me.
Ti guarda, come se ti vedesse per la prima volta. Ti guarda, come se non ci fosse altro nella sua testa se non tu. Ti guarda, con gli occhi di chi ha finalmente ripreso a vivere. Stringimi, fammi sentire che ci sei, non lasciarmi ancora, va tutto bene, ti voglio. Questa volta riesci a leggerlo, con forza le sue parole ti entrano dentro e fanno guarire le tue ferite, perché John le disinfetta con il suo amore senza lasciarne neanche la cicatrice; si è fidato di te e lo farà ora e sempre e questa consapevolezza è un'anestetico potente contro il dolore. Ti voglio, e Dio, anche tu lo vuoi, nient'altro se non John, John, sempre e solo John. Ti chini verso di lui, abbracciandolo così tanto che potresti fargli male ma lui non si lamenta e tu neppure. E lo baci. Sulla guancia. Un contatto appena accennato, perché tu non sei bravo in queste cose, ma se l'unico modo per dimostrare a John che ti è mancato - cazzo, sì, che ti è mancato! - è stringerlo forte come stai facendo ora ed essere esplicito con le parole, beh, sei disposto a farlo. Sei disposto ad afferrargli il viso con due mani, a sentire il tuo cuore accelerare e il suo respiro che si mescola al tuo affanno. Sei disposto a baciarlo lì, sulla bocca, come hai voluto fare da quando ti si è avventato addosso appena sei comparso ai suoi occhi. God, non vuoi altro che potergli dimostrare quanto ti è mancato. E il suo sapore ti brucia le sinapsi del cervello e per mezzo secondo non capisci neanche chi sei. Poi tutto va veloce, al cardiopalma, e lui è così... così, abbandonato contro di te, affamato di te che stenti a credere di aver avuto paura che non volesse più vederti.
- Andiamo a casa, Shamrock. ****
Ride lui, ridi tu e il mondo con voi. Cosa sono questi colori e perché non li hai mai notati, prima? Non lo sai. Ma sei sicuro di poter dare loro il nome di felicità.*****







Ps. I'm a Serial Addicted

Questo è un tripudio di citazioni, per festeggiare! Sìììì, perché oggi è il compleanno della mia amata Ermete tutte le frasi segnate, sono delle sue meravigliose creazioni <3 passiamo a elencarle:

- * L'ho adattata alla prima persona, comunque è citazione di Back to Afghanistan.

- ** Citazione di Back to London.

- *** Citazione di 7 giorni.

- **** Riferimento a Anche il Trifoglio porta fortuna.

- ***** Questa non è una frase di Ermete XD è una rivisitazione di una frase del manga The Gentlemen's Alliance Cross!

Non ti ho detto niente perché ci tenevo tanto a farti una sorpresa e un regalo. Spero non ti dia fastidio il fatto che ho preso in prestito i tuoi bambini, e spero anche che ti piaccia questa piccola cagata, tutta per te. Ti voglio bene cara *: e sia sempre lodato Sherlock che ci ha fatto incontrare!

ps. So che i personaggi sono decisamente OOC in alcuni punti, spero non facciano troppo schifo ç_ç

ps2. Shot spirata a questa bellissima immagine <3

ps3. Il titolo è una citazione di Stefano Benni ("E se avessi immaginato tutto?" "Se avessi immaginato tutto, saresti comunque guarito") e, tralasciando che la trovo adattissima, l'ho scelta perché nel romanzo da cui è tratta (Elianto), c'è un Ermete *ha fatto ricerche specifiche* ù_ù


Ok, me ne vado (i personaggi non sono miei bla bla non scrivo a scopo di lucro bla bla) e provo tanto amore per Ermete <3 un bacione!



Jess
   
 
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