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Autore: pleasenotsocheesy    18/07/2012    0 recensioni
"Cosa non si fa per amore. Mi ci vuole una camomilla ora"
Ho sempre scritto riguardo il Lui della storia. Volevo ora far vedere anche una parte di Lei.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Lei'
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Il trauma inizia alle 4.30 del mattino. A quell'ora mi alzo e lavo. Sveglio quel pover'uomo di mio padre e carichiamo le due valigie e la borsa del computer in macchina. Saluto mia madre e mia sorella mezza intontita dal sonno.

Per strada alle 5.00 non c'è nessuno. Alle 5.30 sono all'aeroporto.  Saluto mio padre e vado verso il check in. Chiedo il posto corridoio. Mostro passaporto e ESTA (il visto elettronico.) Stampiamo la bellezza di tre carte d'imbarco. Vediamo quale perdo per prima. La mia valigia parte per la prima volta sul nastro.

Alle 6.00 ho passato i controlli di sicurezza e mi trovo nella zona imbarchi. Il mio è il numero 6.

Alle 7.00 il volo Alitalia parte con puntualità. Grazie a Dio.

Alle 8.20 sono a Roma Fiumicino. Corro per mezzo aeroporto per imbarcarmi  per il volo per Milano Linate delle 9.00. Ci arrivo per soffio.

Alle 10 e qualcosa sono a Milano Linate. Gran bella città Milano. Peccato che io abbia sempre e solo visto uno dei suoi aeroporti.

Qui ho un attimo di respiro. Passo il controllo Passaporti con velocità. In fondo lo faccio da anni. Con calma mi dirigo verso l'ennesimo imbarco e aspetto le 12.45 per volare verso New York.

 Simpatiche 9 ore di volo piene di turbolenze. Ultimamente non sto benissimo e questo non aiuta. Vomito anche il latte materno preso quando sono nata. All'ora di pranzo per evitare quell'odore nauseabondo costringo un hostess a darmi un centinaio di quei bei fazzoletti umidificati.

Finalmente alle 15.25 ora locale (21.25 in Italia) arrivo al J.F.K.

Naturalmente i simpatici Americani hanno deciso che per sicurezza (poveri li capisco anche) io devo fare un controllo passaporti appena arrivata, ritirare il mio bagaglio, uscire dall'aeroporto e rientrare per il prossimo volo.

Dopo giusto un paio di orette di fila (un Air France a due piani arrivato appena prima del mio) il poliziotto mi scannerizza la retina e prende le mie impronte digitali. Nota anche il centinaio di visti di ingresso negli USA. Mi chiedo quando non mi faranno più entrare.

Secondo me, un giorno di questi mi diranno che ho esaurito il numero massimo di ingressi possibili.

Rientro in aeroporto e faccio il nuovo check in. Nuova carta di imbarco. La valigia che se ne va sul nastro trasportatore. A volte vorrei essere trasportata anche io. La partenza è per le 19.00 ( 1.00 di notte italiana).

Imbarco. Posare il bagaglio a mano.  Allacciare la cintura. Decollo.

Altre simpatiche 6 ore in sedili minuscoli con i muscoli contratti e con quella puzza tremenda di cibo degli aerei. Vivo di salatini, acqua e coca cola da quasi 24 h.

Arrivo al LAX ( Los Angeles Airport) alle 22.18 ora locale ( che poi sono 6.00 del mattino in Italia).

Ho superato abbondantemente le 24 h in piedi  e neanche lo sento.

Ecco perché al controllo passaporti mi devono ripetere due volte la domanda e perché io rispondo in italiano invece che in inglese. Vedendo il mio passaporto uno dei controllori mi chiede da dove vengo. Scopriamo che la nonna di sua mamma veniva da una città vicina. Mi lascia passare notando il fatto che a breve cadrò svenuta se non mi muovo.

Recupero la mia valigia ( sono troppo stanca anche per gioire che non si sia persa in tutti sti cambi e non sia finita in Tibet) ed esco dall'aeroporto.  Ci vuole solo mezzora per prendere un taxi. Evviva i voli notturni.

Mi faccio portare a casa, dove lascio le valigie e mi cambio velocemente. Sono le 23.45.

Grazie a Dio sono ancora in tempo.

Esco di casa e percorro a piedi i pochi isolati che mi dividono dal locale. Ho poco tempo ma la stanchezza non mi molla facilmente.

00.00 ( se preferite 8.00 del mattino italiane, come mia madre mi ha ricordato quando l'ho chiamata per farle sapere che ero viva).

Entro sfoderando il mio migliore sorriso e gridando sorpresa

Ricapitolando ho preso 4 aerei, sopportato 4 decolli e 4 atterraggi, vomitato l'anima, non ho mangiato quasi nulla di solido, fatto controllare il mio passaporto un numero che non ricordo di volte.

Ma sono in tempo per fare una sorpresa al mio fidanzato, entrando alla mezzanotte del suo compleanno, nel locale dove sta festeggiando e dove sapeva che non potevo esserci perché l'unico volo disponibile era dopo 2 giorni.

Ricordarsi di ringraziare suo fratello per avermi retto il gioco tutto sto tempo.

Vederlo sorridere mi scalda il cuore. I suoi occhi sorpresi mi fanno battere il cuore. Il suo abbraccio completa la mia metà.  

Dicono che per tutto il resto c'è MasterCard. Per me ci saranno 24 h di sonno. Almeno.

 

 

 

  
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