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Autore: LeftEye    02/02/2007    18 recensioni
Sulla scia deglli ultimi fatti di cronaca, ovvero la condanna a morte di Saddam, mi è venuta in mente questa fanfiction...
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattro.

 

 

 

Il giorno seguente Bulma andò a far visita a Bardack, ma da lui non ottenne altro che un basso grugnito.

Tentò di parlargli di Goku, ma lui non diede alcun segno di interesse, anzi, dopo un po’ le gridò di andarsene.

Così aveva sprecato il suo tempo, e poté ritornare solo la settimana dopo.

Dal giudice non era riuscita a ottenere altro che questa frase:

«Lei è un’ottima giornalista, può scrivere la sua biografia anche con il tempo che le ho messo a disposizione! Mi ascolti, meno tempo trascorre con quei criminali meglio è. Presto il principe sarà morto e nessuno ne parlerà più.»

Ma lei ne voleva parlare!

Più lo conosceva e più capiva che anche Vegeta aveva un’anima, e voleva che anche gli altri lo capissero.

Lui aveva sofferto per tutta la sua vita, non aveva ricevuto altro che dolore e odio, e dolore e odio aveva donato.

Quella sera Muten le telefonò in albergo:

«Bulma, non è che riusciresti ad avere il permesso per intervistare Freezer?»

La ragazza sentì gelarsi il sangue nelle vene:

«Stai scherzando?? Non ho la minima intenzione di farlo, e poi come puoi solo pensare che me lo permettano? Lo tengono lontano da tutti, isolato dal resto del mondo fino al giorno dell’esecuzione!»

«Ma, con i tuoi contatti potresti arrivare dovunque…» insistette Muten.

«E’ escluso. Accontentati della biografia su Vegeta.»

«Ok, io ci ho provato. Sarebbe stato un bel colpo però, riuscire a parlare con Lord Freezer in persona.»

«Io non avrei mai il coraggio di parlare con un mostro del genere!»

«Ma se sei riuscita a parlare con Vegeta in persona! Nemmeno lui è uno stinco di santo, anche lui deve incutere un bel po’ di timore…»

«Meno di quanto pensi. E’ così giovane… e gli si legge una tale tristezza negli occhi…» mormorò la giornalista.

«Eh?! Bulma, ti sei bevuta il cervello?? Vuoi dirmi che quell’assassino ti fa pena?»

«Io… non lo so, Muten. Vegeta ha fatto del male a tante persone, per tutta la sua vita, e me ne rendo conto, però…»

«Però cosa?»

«Vedo in lui anche tanto dolore.»

«Non dire sciocchezze, Bulma! Non lasciarti coinvolgere emotivamente e porta a termine il tuo lavoro. Ci sentiamo!»

 

 

 

Quasi un mese più tardi…

 

«Salve!» una voce squillante e allegra lo destò dal suo stato di dormiveglia. Vegeta non dormiva mai veramente, non ci riusciva più.

Ma prima ancora di sentire la sua voce, il principe si era accorto della presenza di Bulma dal buon profumo che emanava e che si poteva sentire per tutta l’ala della prigione.

Un profumo di fiori e di miele, dolce e fresco, come il vestito che indossava quel giorno.

Quello era l’ultimo giorno in cui si potevano vedere.

Una settimana più tardi Vegeta sarebbe stato giustiziato.

Freezer invece sarebbe morto fra due giorni.

«Come mai ti sei messa in ghingheri?» le chiese Vegeta.

«Ehm… ma che dici, ho messo la prima cosa che ho trovato!» rispose Bulma arrossendo, sapendo di essere stata smascherata.

In realtà quella mattina si era svegliata presto e aveva eseguito un trattamento di bellezza per apparire al meglio agli occhi del Sayan.

Aveva intenzione di farlo sentire bene, di non fargli pensare al giorno dell’esecuzione che incombeva, di metterlo di buon umore.

«Ti ho portato delle brioches e della frutta!»

«Davvero ti permettono di darmi da mangiare?»

«Sì» sorrise Bulma.

«Non lo sai che se dovessi recuperare abbastanza forze, c’è il rischio che io riesca ad uscire di qui e ammazzare tutti?» le disse minaccioso avvicinandosi alla parete che li separava, con l’intento di spaventarla.

«Sì» rispose ancora lei, restando tranquillissima.

«E non hai paura di morire?»

«E tu?» chiese lei senza staccare gli occhi da lui e cercando di captare ogni minima reazione. «Tu hai paura di morire?»

«No» rispose freddamente Vegeta, chiudendosi ancora in se stesso.

«Muoviti a chiedermi quello che devi chiedermi, non ho voglia di parlare oggi.»

Quel giorno lei gli chiese i dettagli della sua vita nell’esercito di Freezer quando ancora era un bambino.

Sebbene lui non fosse molto loquace aveva raccolto abbastanza dati e la stesura della biografia era a buon punto.

Il Sayan le raccontava i soprusi subiti con una calma che faceva venire i brividi, quasi quelle torture non fossero state inflitte a lui ma a qualcun altro.

Nei primi anni in cui combatteva per Freezer, Vegeta era stato restio ad uccidere; lui aveva sempre amato combattere, come ogni Sayan, ma non era ancora abituato a fare stragi di innocenti e l’idea non gli piaceva: non era quello che gli era stato insegnato.

«E cosa ti avevano insegnato allora?»

«Fino all’età di cinque anni ho avuto un precettore che aveva anche il compito di insegnarmi a combattere. Non era molto forte, ma insegnava bene: diceva che un vero guerriero Sayan non si sporca le mani di sangue debole, ma lotta solo contro nemici potenti e brama lo scontro con avversari sempre più forti. Solo così diventerà sempre più forte. Ma questo a Freezer non interessava: si serviva di noi Sayan come mercenari e basta.»

«Eri molto legato al tuo precettore?»

Vegeta sbuffò:

«Per niente. Io non sono mai stato “legato”, come dici tu, a nessuno.»

Pareva che la domanda di Bulma l’avesse divertito molto, come se gli avesse chiesto una cosa veramente ridicola.

«Non c’è nessuno in particolare che ti manca? Un famigliare, un parente?»

«No» rispose seccato Vegeta, e le voltò le spalle.

Bulma capì che lui non le stava mentendo, non aveva veramente mai avuto una figura importante che lo seguisse o che significasse qualcosa per lui, nel corso della sua vita.

Era sempre stato completamente solo.

«Vegeta» disse con voce spezzata. «Io non voglio che tu muoia.»

Il Sayan si voltò a guardarla, stupefatto dalle sue parole.

«Perché? Non mi conosci nemmeno.»

«Ti conosco più di molte altre persone. In questi giorni ho saputo cose su di te che i giudici non immaginano neanche e di cui non si interesseranno mai, ma io so che tu non meriti di morire!»

Lui continuava a guardare quegli occhi colmi di lacrime come se lei gli avesse detto qualcosa di straordinario, e infatti era così.

«Non puoi aiutarmi, lo sai.»

«Lo so…» singhiozzò lei. «Ma voglio che tu sappia che a questo mondo c’è una persona che avrebbe voluto far parte della tua vita, e quella persona sono io.»

«Non piangere per me, Bulma» mormorò Vegeta avvicinandosi alla parete che li divideva. «Non merito le tue lacrime.»

«A te è stata negata la possibilità di vivere una vita come tutti gli altri!» esclamò lei.

«E io l’ho negata a centinaia di altre persone» ribatté lui. «Merito di morire.»

«No, no…» lei scosse la testa, incapace di accettare quell’idea.

«Ma ti sbagli anche riguardo un’altra cosa. Tu sei già entrata nella mia vita, anche se per poco tempo, e ti ringrazio per questo.»

In quel momento giunse la guardia per portar via Bulma.

«Aspetti un attimo» supplicò lei. «Vegeta, devo farti una domanda, e voglio che tu sia sincero: hai paura di morire?»

Lui la fissò negli occhi, non sapendo se mentire o dire la verità.

Poi scelse:

«Sì.»

 

 

 

Bulma aveva ricevuto un permesso per assistere all’esecuzione del principe Vegeta, ma naturalmente non ci sarebbe andata.

Non ne aveva la forza.

La correzione della bozza della biografia fu affidata ad altri suoi colleghi, ma la giornalista volle scegliere il titolo dell’opera: “Il principe infelice”.

Lei trascorse il resto della settimana a letto, a piangere, con i suoi migliori amici e i suoi genitori che si chiedevano perché fosse tanto disperata.

Era solo per la morte di un meschino assassino?

Cos’era successo tra loro nell’arco di un mese?

Possibile che si fosse legata ad un essere mostruoso, in così poco tempo?

Lei non voleva parlarne; si chiuse nel suo dolore, pensando a quanto fosse ingiusta la vita… o forse fin troppo giusta.

 

 

FINE.

 

 

 

NdLefteye: finale triste? deludente?

Ehm... scusate, lo so, non è il mio genere, ma ci voleva.

Per chi ama gli happy ending, però, ho in serbo un finale alternativo, ma non so quando lo potrò pubblicare^^

Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia, scusate se è molto breve, spero che vi sia piaciuta lo stesso e che vi abbia trasmesso qualche emozione (seppur negativa).

 

La vostra,

LeftEye

   
 
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