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Autore: boreal lele    19/07/2012    2 recensioni
Salve a tutti popolo di EFP!
SI AVVISANO COLORO CHE SEGUIVANO LA FIC CHE ESSA RIMARRà IN SOSPENSIONE FINO A NUOVO RITROVAMENTO DELLA PASSIONE PER ESSA DELLO SCRITTORE.
Spero che ciò che ho scritto fino ad adesso sia di vostro gradimento, vi auguro buona lettura!
Estratto:
... Solo in quel momento avvertì una fitta di dolore alla spalla destra. Un dolore lancinante che fece scomparire ogni cosa intorno a lui. E sentì una voce familiare chiamarlo, o , per essere più precisi, insultarlo...
(i personaggi sono un po' OOC, vi chiedo perdono)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Le cronache dei mercenari

-11
Il capo dei mercenari

Mike si avvicinò strabiliato. Zoey si voltò verso di lui, e il suo volto si illuminò di felicità.
-Mike! Che sorpresa vederti qui! Hai visto il mio tiro? Li ho battuti tutti!- Era avvolta in una tunica rossa, stretta alla vita da una cintura di cuoio, che metteva in risalto le forme del suo corpo. Il vestito le arrivava a stento alle ginocchia, dove terminavano i suoi stivali in cuoio nero. La faretra appesa alla schiena era vuota. I suoi lunghi capelli sciolti incorniciavano le orecchie appuntite. Aveva uno strano diadema fatto in cuoio sulla fronte, ornata da simboli elfici in un materiale che sembrava ferro. Anche le sue spalliere e la sua cintura avevano gli stessi simboli, in oro e argento. Il suo arco lungo in legno la superava in altezza di qualche centimetro, e anch’ esso era ornato da delle rune, rosse come il sangue. Mike portò di nuovo lo sguardo sul bersaglio appena colpito dalla rossa, per poi posarlo di nuovo su di lei. Fece per dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola. Non sapeva cosa dire: un colpo simile era degno di un arciere scelto!
-C-complimenti!- Balbettò ancora stupito.
-Ti sei esibita in un tiro eccezionale! Chi ti ha insegnato a mirare così bene?- Chiese riassumendo un minimo di contegno. Lei gli sorrise stringendosi nelle spalle, arrossendo lievemente.
-Mi è sempre piaciuto esercitarmi nel tiro con l’ arco e nella lotta. Mio padre aveva acconsentito a farmi dare alcune lezioni dai suoi maestri migliori.- Lui le sorrise di rimando, per poi voltarsi verso l’ arena da combattimento. Il parco si stava lentamente svuotando, e la folla che fino a poco prima aveva circondato l’ elfa si era dispersa.
-Quindi sei brava anche nella lotta? Te la sentiresti di combattere a mani nude contro un mercenario?- Le rivolse un sorrisetto di sfida. Lei, senza dire una parola, corse all’ interno di uno degli ampi cerchi tracciati in rosso nel terreno, posizionando i pugni davanti al viso e mettendosi di tre quarti rispetto al ragazzo, esponendo la minima superficie del suo corpo ai suoi colpi.
-Fatti sotto, mercenario.- Scherzò la rossa. Mike entrò a sua volta nell’ arena ridendo, per poi assumere goffamente la posizione da combattimento. Zoey si lanciò all’ attacco con dei rapidi quanto leggeri pugni. Il moro li bloccò facilmente senza nemmeno muovere il corpo dal busto in giù. La rossa gli girò intorno, abbassandosi e tentando di colpire le sue gambe con un calcio per farlo cadere. Mike balzò in avanti evitando il colpo, rotolando verso il bordo del cerchio con agilità. Zoey tornò all’ attacco sferrando un pugno con forza verso il volto del moro, che si scostò afferrando il braccio della ragazza e piegandoglielo dietro la schiena, evitando di farle del male. Lei si sbilanciò, mettendo un piede fuori dalla linea. Lui immerse il volto nei suoi capelli, assaporandone loro profumo. Nessuno dei due aveva smesso di sorridere per tutta la durata del confronto. Rimasero immobili per alcuni secondi, poi il moro ruppe il silenzio.
-Hai perso.- Le sussurrò all’ orecchio con tono dolce. Lei con uno scatto felino si liberò dalla presa del ragazzo e gli andò dietro, colpendo con la gamba dietro il suo ginocchio e facendolo cadere con la schiena nuda a terra. Subito gli bloccò le mani sopra testa e si mise cavalcioni sul petto di lui.
-Io dico che invece è il contrario.- Gli sussurrò lei di rimando, con un sorriso malizioso sul volto. Entrambi risero spensierati. Zoey si tolse dal suo petto e gli si sedette in parte. Mike si mise a sedere a sua volta, tastandosi la spalla ferita. Quando era da solo con lei il dolore svaniva. Il parco orami era vuoto, fatta eccezione per loro due. Il moro tornò a stendersi, imitato dalla compagna. Si misero a guardare il cielo. Appariva così lontano, oltre gli alti muri che li circondavano. Zoey si voltò verso di lui. Si era fatta improvvisamente seria. I suoi grandi occhi scuri lo scrutarono con un espressione indecifrabile in volto. Mike ricambiò lo sguardo corrugando la fronte.
-Qualcosa non va?- Le chiese facendosi serio a sua volta. Lei rimase in silenzio, continuando a fissarlo. Dopo qualche secondo interruppe il suo silenzio, scuotendo la testa leggermente.
-Stavo solo pensando che questi giorni felici a breve finiranno. La guerra è iniziata, e si porterà via le vite di tutti noi. Quando sarà finita, non ci sarà più tempo per ridere e scherzare.- Abbassò leggermente gli occhi, percorsi da un lampo di tristezza. Mike si rialzò e la aiutò a fare altrettanto.
-Quei giorni arriveranno per tutti, non serve farsi il sangue cattivo prima del tempo. Finchè non sono arrivati, preferisco godermi il tempo che mi rimane, piuttosto che andare in paranoia attendendoli.- Lei annuì, tornando a sorridere.
-Allora, vuoi la rivincita o ti decreto ufficialmente sconfitto?- Gli chiese sfoderando di nuovo un sorrisetto furbo.
-Voglio la rivincita qui, ora, subito. E stavolta non avrò misericordia!- Replicò lui scherzando. Senza attendere che lei si preparasse alla lotta, la prese per i fianchi, sollevandola in aria, e roteando su se stesso più e più volte. Lei, capelli al vento, rise di gusto.
-Pietà, pietà!- Urlò ridendo sempre più. Lui la posò a terra dopo qualche secondo, mantenendo le mani sui suoi fianchi.
-Allora, ti arrendi?- Le chiese col fiato corto. Lei annuì, con un’ espressione raggiante in viso.
-Adesso mi spetta un premio, non credi anche tu?- La rossa, senza una parola, posò le labbra su quelle di Mike, assaporando quel momento fino in fondo.

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Duncan si mosse all’ interno dell’ accampamento con estrema calma, nonostante intorno a lui regnasse il caos più assoluto. Soldati di ogni razza si apprestavano a ripartire e a lasciare il luogo. Fino al giorno prima in quel posto sorgeva un villaggio di confine delle Terre Centrali. Erano piombati loro addosso massacrandone gli abitanti. Non avevano risparmiato nessuno. Donne, uomini, bambini, vecchi, ricchi, poveri … Uccisi tutti, senza distinzione alcuna. Gli assalitori non si erano comportati da soldati. Si erano comportati come bestie selvagge desiderose solo di sangue e morte. A strage compiuta, dopo aver razziato il razziabile,avevano dato fuco alle case e alle carcasse degli sconfitti. In seguito avevano stabilito il loro accampamento proprio sopra le macerie.
Il moro entrò in una tenda più grande, trattenendo a stento la rabbia e il suo disgusto. La sua cresta verde scintillante brillò alla luce delle torce che illuminavano il posto. Su una moltitudine di cuscini sgargianti sedeva un uomo aitante, dalla pelle bronzea e dai lunghi capelli castani, legati in un codino dietro la nuca. Portava ancora l’ armatura argentea intrisa di sangue. Ai suoi piedi giaceva un’ elmo senza celata, con il paranaso staccato di netto.
-Chi ti ha rotto l’ elmo, Al?- Chiese Duncan ironicamente, conscio del fatto che quel soprannome irritasse l’ uomo di fronte a lui. Infatti quello distorse il naso, esibendosi in una smorfia di fastidio.
-Un uomo morto. E tu farai la sua stessa fine, se non la pianti di chiamarmi così, Duncan. I miei soldati, a un mio minimo cenno, ti farebbero a pezzi ancora prima che tu te ne possa rendere conto.- Rispose Alejandro mantenendo una calma distaccata.
-Quali soldati? Oh, intendi le belve sanguinarie che ti porti dietro? Non farmi ridere! E poi dovresti riuscire a farlo, quel gesto. Tu sai quanto io sia veloce con il coltello, amico mio … - Disse ghignando il moro. Alejandro lo imitò, facendo segno al suo interlocutore di sedersi sui cuscini con lui. Duncan si accomodò, tornando serio.
-La strage di questo villaggio non era necessaria. Perché li abbiamo massacrati, questi straccioni? Potevamo tirare dritto ignorandoli, stuprando qualche donna magari, e divertendoci un po’. Non capisco perché ad ogni centro abitato che incontriamo dobbiamo per forza radere al suolo tutto. Stiamo solo perdendo tempo, e questi non erano gli accordi. Il mio padrone ti paga per prendere il mercenario e le principesse che protegge, non per uccidere la povera gente.-Il moro era riuscito a rimanere freddo e controllato. Nonostante ciò, comunque, doveva ammettere che l’ inutile assassinio di tutta quella gente gli dava un leggero fastidio. Alejandro si fece portare del vino, per poi tracannarlo avidamente. Pulendosi la bocca, non poté fare a meno di ridere del suo compagno.
-Da quando ti sta a cuore la gente povera? Non ti starai rammollendo, vero?- Detto questo liberò un’ altra risata cupa. Si fece di nuovo portare il vino e di nuovo lo tracannò. Era visibilmente ubriaco.
-Comunque, come tu hai accennato poco fa, mi porto dietro delle belve sanguinarie, smaniose di menar le mani. Per mantenerne il controllo devo pur dar loro dei contentini, no? E che contentino migliore di un massacro tutto per loro? Il tuo mercenario si è sicuramente rintanato a Città Del Sole, in attesa di rimettersi in marcia verso la capitale degli Elfi Madyr con le principesse e una scorta. Conto di intercettarli durante il loro viaggio.- Poi si fece scuro in volto. Rimase a guardare il suo bicchiere vuoto per qualche istante, rimuginando fra sé e sé, poi gettò lo gettò a terra, frantumandolo.
-Se non li avessimo uccisi noi, questi straccioni, li avrebbe uccisi sicuramente qualcun altro. Non ho fatto altro che anticipare la loro fine.- Duncan scosse la testa, rassegnato al fatto che il mercenario non capisse. Non poteva discutere con un uomo ubriaco, rischiava solo di farlo arrabbiare. Si alzò dalla montagna di cuscini e pianto il suo sguardo gelido negli occhi Alejandro.
-Spero per te che la missione vada a buon fine. Se così non dovesse essere le conseguenze saranno terribili.- Detto questo si voltò ed uscì dalla tenda a passo spedito.
Intanto, all’ interno della tenda, da dietro la montagna di cuscini uscì una donna alta e aggraziata, dagli occhi a mandorla e dai lunghi capelli neri e lisci che le arrivavano fin quasi alla vita. Era avvolta in una veste nera, che per qualche strana ragione sprigionava riflessi rossi ogni volta che la luce la colpiva. Si avvicinò ad Alejandro silenziosa come un’ ombra e posò le mani sulle sue spalle muscolose.
-Duncan ha ragione, Al. Dobbiamo eliminare quel dannato mercenario prima che si risvegli e venga a sapere che abbiamo sterminato … - Alejandro la zittì con un cenno secco.
-Lo so, Heather. Prima della prossima luna le sue ossa riposeranno sotto due metri di terra, questa è una promessa. Adesso lasciami da solo, ho bisogno di pensare. Avverti il campo che domani all’ alba ci metteremo in marcia.-  La donna tornò silenziosamente nell’ ombra così com’ era arrivata. La luce delle torce scemò fino a scomparire definitivamente, gettando nell’ oscurità la tenda. Alejandro tornò completamente lucido per pensare meglio. Questo era un suo pregio: riusciva a riprendersi dalla sbornia senza difficoltà in pochi secondi. Rifletté meglio sul da farsi. Gli tornarono alla memoria le immagini del massacro compiuto una ventina di anni addietro. Con i suoi compagni aveva spazzato via un intera razza, o quasi. Un esemplare di quel popolo era rimasto in inspiegabilmente in vita. Ma non ci sarebbe voluto molto perché anche lui raggiungesse i suoi simili, di questo era sicuro. Questa volta non avrebbe lasciato il lavoro a metà. Era una promessa a sé stesso.

Angolo autore
Ciao a tutti, sono tornato! Dopo giornate intere passate all’ aria aperta a giocare a beach volley ci voleva proprio una “sana” seduta di qualche ora davanti al mio adorato PC, lasciato a impolverarsi a casa. Come vi è sembrato il capitolo, vi è piaciuto? Spero che i lettori che seguivano la storia non si siano estinti mentre ero via! Naturalmente ringrazio chi ancora mi segue legge sta roba. Spero al più presto di aggiornare. Intanto ringrazio di cuore Raggio di Gioia e blue melody per le loro magnifiche recensioni. Sayonara!
Boreal Lele

  
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