Nella sua gelida follia, Adolf Hitler aveva tuttavia intravisto la prova tangibile dell'esistenza di Dio in quel manufatto così simile a una mela dorata. Poteva sentire pulsare la Sua essenza, la Sua coscienza, mentre faceva scorrere le tozze e grosse dita sugli indecifrabili simboli in rilievo lungo la superficie dell'oggetto.
Oh, aveva già potuto assaggiarne l'immenso potere. Gobbels e Himmler erano già sotto la sua influenza, affascinati dall'aura di mistero e potere che ora il Fuhrer emanava. Gli bastava sollevare la Mela dell'Eden per essere glorificato e servito.
E quell'ometto basso e baffuto aveva intenzione di non sprecare quell'opportunità, neanche per un attimo.
Hitler aveva scorto Dio in quella Mela, e ora avrebbe piegato quel potere al suo volere.
Il mondo era già suo. Bastava soltanto chiedere.