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Autore: marig28_libra    19/07/2012    1 recensioni
Lutti, incertezze, paure, lotte. La vita dell'apprendista cavaliere si rivela assai burrascosa per Mu che ,sotto la guida del Maestro Sion, deve imparare a comprendere e ad affrontare il proprio destino. Un destino che lo condurrà alla sofferenza e alla maturazione. Un destino che lo porterà ad incontrare il passato degli altri cavalieri d’oro per condividere con essi un durissimo percorso in salita.
Tra la notte e il giorno, tra l’amore e l’odio, Mu camminerà sempre in bilico. La gioia è breve. La rinuncia lacera l’anima. Il pericolo è in agguato. L’occhio dell'Ariete continuerà però a fiammeggiare poiché è il custode della volontà di Atena ed è la chiave per giungere al cielo infinito.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Mu, Aries Shion, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'De servis astrorum' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Due soli di ponente.
Indecifrabili. Impenetrabili. Invalicabili.

Tali brillavano gli occhi di Sion.

Due quarzi d’acque mattutine.
Immobili. Accorti. Freddi.

Tali brillavano gli occhi di Mu.

Muto ma splendente.
Di bronzo, ma non indifferente.
Il medaglione con la testa d'ariete, che  pendeva al collo del ragazzo, contemplava la scena che gli si proiettava dinanzi  e udiva la voce martellante del cuore.

L’apprendista di Sion conservava sull’epidermide un lieve pallore d’autocontrollo e calma.
Sul viso non trasudava il minimo turbamento o emozione.
Nei meandri del petto era tuttavia assurdo imbavagliare la bocca della tensione.

Stava per aver inizio il Sacro Rituale del Montone Bianco.

Il Maestro avrebbe trasmesso al discepolo i poteri più immensi e dilanianti.
In tal modo, Mu avrebbe portato a compimento la formazione d’apprendista. Gli sarebbe poi mancato soltanto il superamento della Prova della Triade Templare d’Occidente per accedere all’ultimo gradino che lo separava dall’armatura d’oro.

Il poggio dell’Acropoli di Lindo si stagliava taciturno e remoto contro il cielo pomeridiano.
L’antico tempio d’Atena, che dominava su tutte le rovine polverose, avrebbe assistito ad uno spettacolo  inconsueto.

Il piccolo Kiki, con silenzio reverenziale,  osservava il fratello e Sion…

- Apprendista Mu- proferì l’uomo maestosamente – su questo  sito consacrato alla celeste Atena attraverserai i portali delle stelle dell’Ariete…il tuo animo verrà scrutato dagli occhi d’un nobile passato…il tuo cosmo s’infiammerà d’una potenza arcana e immensa. Sei disposto a salire lungo i pendii di questo monte bruno e nebbioso?

- Venerabile Maestro, giuro sul nome delle nostra dea, di seguitare la corsa verso la luce della verità e della rettitudine.

Sion chiuse lentamente gli occhi, sollevando le palme al cielo.

- Santo Ariete del Firmamento inestinguibile, Santo Ariete custode del Fuoco Primordiale….diffondi i tuoi raggi dai riverberi senza tempo sul Santuario…

Dalle mani del Maestro comparvero due bolle di luce che lievitarono in aria per poi esplodere in comete gialle.
Le stelle piombarono per terra liquefacendosi...

Mu e Kiki videro  le pozze luminose spargersi sui marmi antichi come vernice dorata….
Presto, un enorme e serico tappeto lucente ricoprì tutto il pavimento del tempio.
I lembi di quel  velo si lanciarono poi  in alto, simili a rivoli schizzanti di miele, plasmando una gigantesca cupola.

L’apprendista dell’Ariete comprese che s’ erano proiettati in una dimensione atemporale.
La titanica semisfera era invisibile alle persone esterne.
Tutto rimaneva occultato in quelle mura di scintillante meraviglia.

Kiki rimirava stupito le pareti di quel varco interspaziale: per alcuni istanti parevano lisce e scivolose e per alcuni s’increspavano pari alla carta vetrata...
Improvvisamente delle sottili linee nere e marroni presero ad ornarle come se fossero guidate dalla mano d’un pittore bizantino.
La superficie della volta mostrò dei disegni danzanti, dei motivi geometrici che mutarono in un enigmatico alfabeto…
Mu, contemplando con attento incanto quella magia, s’accorse che comparvero  geroglifici antichissimi.

- Quei segni che stanno prendendo forma sulle pareti-  prese a narrare Sion – non sono altro che il codice di scrittura dello scomparso  Mu, continente leggendario in cui nacquero le ottantotto armature dei cavalieri zodiacali. Dopo che questa vasta e fiorente terra venne divorata dalle acque del Pacifico, gli scultori alchemici di vestigia attraversarono l’Asia per recarsi qui, nelle lande in cui sarebbe sorta Lindo. Consacrarono gli scrigni alla dea a cui erano devoti, alla dea che aveva salvato loro la vita e per la quale avevano dato forma alle stelle del cielo. Atena portò nell’Attica le armature e fece giurare ai superstiti del Continente di Mu di perpetuare la loro arte nei secoli avvenire. Solo essi erano in grado di udire e comprendere le anime delle vestigia. Solo essi avevano il potere di ripararle e dispensar nuovo vigore…gli artigiani mantennero , come ponte di collegamento  con l’Europa, l’isola di Rodi e si dispersero nelle varie località dell’Asia. Ahimè, l’oscuro Ade, nel corso dei millenni, ha dato la morte a moltissimi di loro, decimandoli tragicamente e riducendoli a brandelli di piccole tribù. La mia famiglia, Mu, così come quella a cui appartenete tu e tuo fratello rappresentano gl’ultimi aneli d’una grande civiltà…anche quella di Ohen sarebbe potuta essere uno dei rari scogli superstiti.

Mu apprese tali  parole  con scura mestizia…
Chissà Ohen in che nembi fluttuava…

- Ora Mu – riprese il Maestro – ti ritroverai al cospetto dei cavalieri dell’Ariete che dimorarono nell’ere passate.

Sion si scostò per mostrare alle  spalle un adito ch’apparì magicamente.
Un portale  triangolare, emblema alchemico della perfezione trina, fendette le pareti d’oro sciolto della semisfera…

Emersero dai Campi Elisi le anime degli antichi guerrieri: erano avvolte in mantelli rossi…
 In doppia fila, con  passo cadenzato, formarono due braccia per disporsi  in cerchio attorno a Mu.
Kiki, terribilmente in soggezione, si nascose dietro di lui.
I visi di quei defunti erano belli ma trasfigurati in una gelida patina diafana…
Nessuna espressione. Sguardi stabili somiglianti a mari notturni. Sopracciglia rasate come era precetto dei combattenti tibetani. Due macchie sulla fronte . Labbra sigillate di gesso. Capelli lunghi dalle varie tonalità dell’autunno, dell’inverno, dell’alba…
Mu, nonostante sentisse un disagio deferenziale, rimase fermo dominando la propria ansia.

Mancava ancora un ultimo importantissimo spirito.

Dalla foschia dell’Aldilà affiorò la grandiosa sagoma d’un uomo...
Portava un’elegante e sobria tunica bianca stretta in vita da una cintura purpurea.
La sua lunga chioma argentea, in parte raccolta da una coda, lasciava ondeggiare due leggere ciocche di capelli…
Il volto  dai nobili lineamenti era rigato da lievi rughe che n’accrescevano l’austerità e la bellezza.

Sion, imitato dagli altri cavalieri, s’inchinò con profonda venerazione:

- Eccelso Hakurei, Maestro mio, conduco dinanzi ai paladini d’Atena che furono, il discepolo Mu. Voi  che nasceste sotto l’Ariete e indossaste le vestigia della costellazione dell’Altare, voi che foste Gran Sacerdote, siete disposto a dar principio a questo rituale?

Hakurei trapassò gli occhi dell’iniziato.

Mu avvertì quasi una sorta di soffocamento ma non osò tentennare.
Sostenne con straordinaria forza quello sguardo abissale...Non  capiva se il suo colore fosse verde, blu o grigio…pareva che in esso si miscelassero le tinte del cielo e delle foreste…

- Mu…- disse l’anziano – apprendista del mio stimato allievo Sion, sei pronto per addossarti la gravità del nome che rechi? Sei pronto a congiungere la virtù della rinascita con l’ombra della distruzione?

Il respiro del ragazzo fu intenso e impercettibile.

- Sommo Hakurei, sotto l’Occhio dell’Ariete e sotto la volta d’Atena, m’accingo a percorrere il sentiero di questa prova di sangue e stelle.

Sion fece cenno a Kiki di venire al suo fianco.
Il bimbo obbedì  senz’indugiare.

- Col potere della sfera celeste infinita e imperscrutabile  – seguitò Hakurei – segno, dunque, l’inizio del Sacro Rituale del Montone Bianco.

Il sacerdote sollevò in alto una mano facendo comparire un vortice di raggi che rese la semisfera d’un biancore intensissimo.
Le vesti  dei cavalieri erano rubini che fiammeggiavano contro veli di neve immacolata.

- Grande Sion, procedi.

Il Maestro di Mu avanzò.
La schiera delle anime scarlatte allargò maggiormente il cerchio.

- Mio apprendista – si rivolse all’adolescente – dovrai dispensare il soffio della vita ai metalli morti  affinché tu carpisca le leggi del disfacimento  e le domini indirizzandole sempre alla Luce.

Mu si vide apparire davanti una doppia fila di corazze completamente rovinate.
Erano le ottantotto costellazioni d’Atena.
Non rappresentavano che una mera simulazione ma rendevano il rito pericolosissimo.

L’apprendista doveva regolare il flusso del  sangue che sarebbe scorso a torrenti.

Kiki cercò di deglutire piano, quasi avesse terrore che le anime s’adirassero a causa dei suoni della sua inquietudine.

Mu si tolse i bracciali di cuoio.
Con  tagli rapidi e precisi s’aprì le vene dei polsi.

Il  fluido vitale iniziò a colare…

Le due linee d’armature vennero, in pochissimo tempo, travolte dai fiumi sanguigni che gli sgorgarono dagli avambracci…

Il  fratellino rimase terrorizzato e impressionato: il rosso di quel liquido contrastava splendido e crudo contro il suolo estremamente pallido…
In che modo il giovane riusciva a restare saldo, con le braccia protese in avanti, senza vacillare?
Stava perdendo dal cuore e dalle arterie un’inimmaginabile quantità di linfa eppure rimaneva in piedi, imperturbabile, pieno di vita.
Silente e pareggiabile alle imperiose catene dell’Himalaya, arrestò infine  le emorragie.

Le armature erano tetre lapidi imbrattate delle lacrime vermiglie delle vene.

Hakurei porse, su un piatto dorato, gli attrezzi da scultore che l’adolescente  afferrò con  ponderazione dando inizio all’opera di rinascita…
Con sollecitudine, con occhi attenti e luccicanti, si dedicò alla resurrezione d’ogni armatura... La sua velocità di velluto lo rendeva un danzatore, un airone che si librava da un angolo all’altro d’un fiume…ai tocchi duri, aspri e diligenti del martello e dello scalpello le vestigia di bronzo, d’argento e d’oro si rianimarono spogliandosi dal pulviscolo bigio della morte.

Il sangue penetrò nelle corazze come leggera acqua piovana tra le fenditure delle rocce.
Ora non v’erano che gemme preziose che brillavano…

Il miracolo s’era compiuto.

Mu aveva infuso la vita. Aveva cantato muto, parlato muto con le armature.  L’anima non necessitava di suoni. Bastavano le scintille di temperanza del cosmo.

Sion sapeva quanti patimenti aveva dovuto subire  il  discepolo per conseguire un risultato finale di tale perfezione.
Sion sapeva quanto fosse grande Mu, sebbene il suo spirito potesse essere ancora percosso, come una canna di bambù, dalle lame del vento.
Sarebbe comunque riuscito a navigare. Ne era convinto malgrado  s’angosciasse di nascosto qualche volta.

-  Mu – fece Hakurei – hai terminato con successo la fase divinatoria della resurrezione. Il  Maestro Sion t’ha infuso un’ammirevole e intensa acutezza di cuore. Non hai oscillato minimamente. Sei stato padrone dei moti del tuo sangue senza che la paura o il panico t’ avessero demolito gli orizzonti dell’intelletto. Avverto che nel tuo cosmo i pilastri della conoscenza e della costruzione sono ben saldi. Ora…non ti rimane ch’apprendere i flussi della distruzione al fine di dominarli.

- Apprendista – soggiunse Sion – liberati degli indumenti che ti coprono il torace.

L’ultimo dilaniante atto stava per aver inizio.
Mu si tolse il mantello purpureo che gli aveva donato Leira.
Provò in quel momento un terrore allucinante.
Il dubbio fulmineo gl’attraversò la mente: se non fosse  uscito vivo da quel rituale?
Se non l’avesse mai più rivista?
Il ricordo del contatto con le sue labbra lo bruciò fin nelle viscere…in quel primo bacio, egli le aveva donato l’anelo del proprio respiro, le aveva regalato tutto sé stesso, tutte le sue speranze…

No. Nessun terrore.
Nessun tentennamento.

Sion contava su di lui. Si fidava dal più profondo del cuore. Inoltre non voleva e non doveva assolutamente perdere Kiki.
Leira…l’avrebbe riabbracciato di nuovo per vivere finalmente l’amore.

Mu si liberò della casacca color ocra, restando a torso nudo.


Dai piedi di Hakurei si levò un vortice di carbone che tinse di tenebra tutta la semisfera…
Kiki s’impaurì nello scrutare nel buio la figure dell’anime dei cavalieri: erano  cupi idoli color cremisi che galleggiavano su onde smorte…

Una luce, ad un tratto,  divampò.
Erano le fiamme del cosmo di Sion che si stava spandendo.

Il ragazzo vide il  Maestro mettersi di fronte…
Era inquietante ma dotato d’una beltà che in quel momento si mostrava inumana.
I  lunghissimi capelli parevano fatti di raggi solari…il viso era quello d’un dio di fuoco…gli
Occhi…erano d’un Ariete.

- Mu – gl’annunciò con voce spettrale di cielo – il mio cosmo e la mia mente ti trasmetteranno i poteri in grado di disintegrare gli atomi della vita. Se sarai capace d’iniettare tale forza dentro te stesso, potrai far estinguere ogni materia… Potrai farla annullare per sempre nella voragine della morte.

Il fuoco ch’avvolgeva l’uomo aumentò d’intensità come le tempeste solari.

- In nome d’Atena, Star light extinction… Stardust revolution…annegate nel cuore del mio allievo!

Un enorme lampo esplose.
Al posto di Sion, un montone di bruciante lucentezza.

Con i piedi piantati al suolo, Mu attese la sua corsa devastante.

L’animale gli si lanciò violentemente.

Kiki si coprì il viso con gli occhi.

Il giovane fu travolto da un dolore squartante.

L’Ariete lo trafisse con le corna affilate.
Era un uragano di tortura rovente.

Mu temette di scoppiare a brandelli.
Si sentì il sangue bollire, i muscoli squagliarsi, le ossa frantumarsi…
Tenne le mandibole chiuse disperatamente per non urlare.
Il respiro era divenuto inesistente.
Le gambe tremavano e cedevano.
Il cuore era ridotto a pezzi gonfi.

Doveva però resistere.
Sopravvivere.
Sopravvivere.
Sopravvivere.
Aldilà d’ogni possibilità, soluzione, limite.

Bisognava far dilagare il cosmo.

Sebbene  s’avvertisse distrutto riuscì ad acquisire una forza impossibile.

Le corna del Montone mutarono in braccia umane…

Sion gli aveva trapassato il petto  per infondere la carica annientatrice degli attacchi.

Ammirò infinitamente gli occhi del suo allievo…nonostante fossero stravolti dalla sofferenza non cadevano, lo fissavano nello spirito senza gridare…

Il giovane restava in piedi con il dolore che lo martoriava.
Non v’erano dubbi che sarebbe stato il futuro cavaliere dell’Ariete.

La  temperatura del cosmo del Maestro s’abbassò…
Tolse le braccia dal busto dell’iniziato.

L’ultimo spasimo svanì dalle interiora di Mu.

Si guardò il corpo: intatto. Sembrava che non fosse accaduto nulla. La pelle non era deturpata da alcuna ferita o ustione.

Non era comunque ancora finita.

- Mu – l’appellò nel buio il Maestro – adesso converti l’ influsso dell’estinzione in pura energia stellare. Annienta le tenebre che macchiano la cupola di questa dimensione, distilla tutto nella Luce totale.

Restava da ultimare quella grande fatica.
Bisogna incanalare nei torrenti del cosmo lo star light extinction e lo stardust revolution al fine di farli conflagrare senza annichilire nessun elemento.

Tale era il principio: comprendere la vita e la morte. Il nascere e il divenire. La creazione e la distruzione.
Ogni opposto andava soppesato in equilibrio sulla bilancia.
Il fuoco dell’Ariete era armonia.

Mu elevò le braccia al cielo.
Evocò la sua energia.

Nelle membra si rovesciarono uragani di tuoni.
Durante i primi secondi  la stessa  sensazione dolorosa dell’atto precedente…dopo, però, avvenne  una metamorfosi.

Il ragazzo si estraniò da qualunque percezione di male fisico…
Non patì più niente.
L’ustionante potere del Montone  mutò in etereo e titanico soffio vitale.

Star light extinction, stardust revolution – gridò l’apprendista – abbattete la muraglia d’ombre che assedia lo spettro della luce!

Delle vampate giganti , d’una brillantezza straordinaria, si lanciarono in aria tuonando rumorosamente.

Frammenti di cristalli neri piombarono al suolo svanendo in cenere.

La semisfera dimensionale tornò dorata e splendente come prima.

Kiki era più che felice ma non poté esternare ancora le sue emozioni.

Vi fu silenzio…

Mu distese le braccia lungo i fianchi.
Lo sguardo verde acqua dardeggiava d’onde pure. Celesti.

Gli spiriti dei cavalieri gli s’inchinarono come foglie d’autunno dinanzi all’albero che le ha fatte nascere.
Kiki era prostrato per terra in un tenero e commosso gesto d’amore.
Sion e Hakurei si genuflessero con rigogliosa umiltà.

- Mu – dichiarò l’Anziano guerriero – hai portato a termine il tuo percorso di conoscenza. Sei asceso al penultimo gradino della scalinata che conduce  alla vestigia d’oro.Che l’equilibrio della ragione ti possa dispensare sempre fortezza, temperanza, giustizia e prudenza.

-   Non appartieni più all’ordine degli Apprendisti  – affermò il Maestro –  Grazie  all’ audacia e all’ assennatezza con le quali ti sei distinto, d’adesso in avanti sarai il Grande Mu, erede della Sacra Arte di Riparazione dell’Armature.

L’adolescente si scambiò con la Guida un sincero abbraccio di stima e  gratitudine.

- E’ giunto il momento di far ritorno nelle terre dell’Ovest – asserì Hakurei – Grande Mu…è stato un  onore  prendere parte a questo Santo Rito. M’auguro di continuare a vedere i progressi del tuo spirito…so che nei meandri del tuo cuore rimangono ancora delle fiaccole da ardere…impadronisciti del Sole e…abbi cura, a tua volta, di donare un coraggioso successore alla nostra stirpe.

Sorrise soave ed enigmatico. Si voltò poi verso Sion.

- Mio antico discepolo…la tua vista mi ha colmato di viva gioia…quando avrai compiuto il tuo dovere verso la Somma Atena, avremmo modo di discorrere finalmente in pace…

L’ex allievo offrì un sorriso pieno d’affetto filiale,  di commozione, di luce un po’ dolente…

- Maestro Hakurei, vi prometto che potremmo camminare nell’Eliseo e vivere la serenità che la terra non ci ha concesso.  

Mu, con in braccio il fratellino, osservò in tacito  raccoglimento quella scena…

Sion non fu in grado di stringere lo spirito dell’amato Maestro.

I due, malgrado ciò, si guardarono…
Dei nastri , d’invisibile intesa, li allacciarono…
Anche quando Hakurei svanì con le altre anime nell’Aldilà si  poté captare nell’aria il  loro alone.

Un’aurea d’adorazione, un palpito immortale.

La cupola dorata si dissolse lentamente.

Di quei raggi atemporali non restarono che alcune lucciole negli occhi di Sion.

Due soli di ponente.
Vibranti. Danzanti. Sospiranti.

Due soli che non volevano chiudersi in stanze di mestizia.

Due soli che desideravano invertire la rotta del tramonto.
 

 


Note personali: perdonate questo ritardo, cari lettori!! È stata dura fare questo capitolo che , tra l’altro, non è neppure concluso -.- eh, già! Ci sono altre due parti! State tranquilli comunque! Le sto portando al termine e , quindi,  dovrei aggiornare al termine della settimana che verrà!! Confesso che ho ritardato anche perché oltre questo capitolo mi ero dedicata un po’ al 9° e al 10° O.O gli sbalzi d’ispirazione… XD devo finire di narrare un po’ di cose! XD Spero che questa parte “ alchimistica-rituale” vi sia piaciuta!! Avrete notato la comparsa di Hakurei, maestro di Sion che appartiene al prequel Lost Canvas ! penso che farò apparire qualche altro personaggio di questa splendida serie di Saint Seiya…vi rassicuro, dicendo che non è necessario aver letto questo manga…^^ se farò qualche piccolo riferimento, lo spiegherò ovviamente!!
Ai prossimi aggiornamenti e grazie come sempre!!!
 

 


 

   
 
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