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Autore: frodina178    23/05/2004    1 recensioni
Ci sono tante opinioni su cosa sia la felicità
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Elijah Wood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota:volevo precisare che, sebbene non sia copiata, ho preso l'ispirazione per scrivere una piccola parte di questo capitolo dalla fanfic "My love is an actor?" di Keira.
Un solo capitolo che si svolge sul set di Troy, perchè preferisco far svolgere le storie nell'ambiente naturale ai protagonisti. Però mi sembrava assurdo non inserire questo piccolo excursus cinematografico, vista la recente uscita del colossal.

Equivoci, spade in testa e calvizie fuori luogo.

Alle undici del mattino Akanta era al limite. Si era seduta al bar dell'aeroporto e aveva consumato una quantità inimmaginabile di caffè e pasticcini. Stava sfogliando senza troppa attenzione un giornaletto scandalistico che si era comprata per passare il tempo, fino a quando un'immagine attirò la sua attenzione: era sfuocata, e riprendeva un ragazzo che stava uscendo dalla piscina. Lesse il trafiletto sottostante, scoprendo così che non si trattava di altri se non d'Orlando Bloom, fotografato durante le riprese estive di Troy. Non si vedeva bene, ma Jusy si soffermò comunque ad osservare i capelli di quel ragazzo, sorridendo all'idea che, forse, avrebbe dovuto metterci le mani sopra.
Voltò il capo, appena in tempo per vedere un uomo passarle accanto, vestito interamente di rosso con un cartello alzato su cui c'era scritto il nome di Akanta. Afferrò prontamente le sue borse, giungendogli alle spalle e battendo due dita su di esse. Lui sobbalzò girandosi di scatto, prima di chiedere:
-Akanta Baroni?-
-Proprio io-disse lei spazientita
-Guardi, non so come scusarmi. Si erano dimenticati di avvertirmi del suo arrivo, sono arrivato il prima possibile-
-Bella considerazione….-disse tra se e se Jusy.
-Se vuole seguirmi….-
Entrarono in una macchina nera, e lei si sistemò sui sedili anteriori poggiando la fronte al finestrino per godersi il paesaggio. Non vide molto, perché l'uomo guidava abbastanza veloce, ma ebbe comunque modo di fare un'istruttiva conversazione:
-Lei è nuova del lavoro vero?-le domandò deconcentrandosi per un istante dalla guida.
-Sì-
-Emozionata?-
-Non eccessivamente!-
-Guardi…. -l'uomo sospirò lanciandole un'occhiata dallo specchietto retrovisore -Non dovrei dirle niente, non è compito mio, ma so comunque che nessuno si prenderà la briga di farlo. Non si aspetti particolari onorificenze o trattamenti, anzi, dovrà cavarsela da sola, soprattutto se ci tiene al lavoro. Verrà trattata molto male, non dagli attori, con cui avrà un contatto minimo, esclusivamente il tempo necessario, ma dai produttori e soprattutto dai suoi superiori. In un set cinematografico, purtroppo, vige una gerarchia molto forte, di cui lei, per ora, rappresenta il gradino più basso.-
-Le assicuro… -rispose Jusy già preparata alla questione-…che ne sono perfettamente consapevole!-
-Ho visto molte ragazze -riprese l'uomo- Perdere il proprio lavoro perché non sono riuscite a reggere un'umiliazione o si sono sentite trattate come cani. Forse lei un giorno farà strada, e allora sarà lei a trattarle come cani, ma per ora la bestia è lei-
-Primo non ho intenzione di fare strada in questo tipo di lavoro, secondo non tratterei mai una persona come un cane!-
-Lei è molto giovane vero?Quanti anni ha?-
-Diciannove appena compiuti, perché?-
-Alla sua età ero molto ingenuo anche io…..-
Il resto del viaggio si svolse in silenzio, Akanta osservava il passaggio pensierosa e l'uomo sembrava immerso nella guida e nei suoi problemi. Arrivati sul set Jusy ebbe modo di vedere molto poco, perché il suo accompagnatore la portò in fretta al suo alloggio, consegnandole le chiavi e congedandosi con altrettanta solerzia.
Il caravan che le avevano assegnato era in condivisione con un'altra ragazza, che ancora non c'era e quindi non ebbe modo di conoscere.
E ora cosa sarebbe successo? Doveva aspettare e sarebbero venuti a chiamarla? Oppure doveva uscire e andare a presentarsi? Scelse la seconda opzione, e, dopo aver sbrigativamente sistemato le sue cose, uscì, in balia di se stessa.
Osservò che lo stereotipo di set cinematografico in cui tutti sono in movimento e c'è sempre un gran via vai aderiva perfettamente alla realtà. Si sentiva spaesata in mezzo a tutte queste persone di tutte le età, che sembravano così sicure di se stesse e urlavano ordini, correvano o semplicemente pasteggiavano sotto vistosi ombrelloni. Quando raggiunse la spiaggia la guardò dall'alto di una duna(se avete visto troy immaginatevi il set cinematografico,ovvero la spiaggia dove si stabiliscono i greci.nda). Si appoggiò a uno di quegli enormi pali di legno appuntiti, ora debitamente avvolti nel chelofanne, osservando l'agitazione sotto di se. Si accese una sigaretta e prese il cellulare, che aveva caricato quel che bastava per una telefonata.
-Ciao amore!- la voce di Blonde si sparse nell'aria.
-Sono arrivata!Non so che cazzo devo fare!- rispose Akanta sollevata di sentire una voce conosciuta in quel mondo estraneo.
-Hai già visto qualche attore?-domandò l'altra emozionata.
-Figurati!Anzi, mi sa che proprio non ne vedrò nemmeno uno! Solo che mi hanno abbandonata qui e non so che diavolo fare!-
-Ma sei scema?Sei su un set cinematografico e non sai cosa fare? Ma girovaga!Dov'è finita tutta la tua curiosità?!?-
-Non mi piace questo posto Blonde, mi sento estremamente fuori luogo, credo sia stata una cattiva idea accettare il lavoro!-
-Vuoi farmi incazzare?!?Guarda che se tra due mesi non mi porti almeno un paio di regalini te la faccio pagare cara!Hai portato la macchina fotografica?-
-Certo!-
-E allora fai foto no? A parte il piacere persona sai quanto ci puoi guadagnare su quando torni qui?-
-Sono stati chiari, non posso fotografare scene o attori!-
-E chissenefrega!C'è gente che pagherebbe oro solo per vedere una parte del set in costruzione! (io per prima,nda)-
-Ho la batteria scarica, ti richiamo questa sera per dirti come vanno le cose!-
-Sì grazie….io me ne torno a dormire….-
-Oddio mi dispiace Blonde!Avevo completamente dimenticato il fuso orario!!-
-Tranquilla!Anzi, se non mi avessi chiamato appena arrivata me la sarei presa moltissimo!-
Si salutarono precedute dalla consueta serie di "ti voglio bene", quindi Akanta si sollevò e prese a girare. Quelle tende dei greci erano veramente fatte bene, e non riuscì a resistere alla tentazione di entrare in una di esse. Dentro vi erano alcuni macchinari e alcuni costumi di scena. Notò una corrazza ellenica, meravigliosa. La sollevò, constadando che non era fatta di cotta, ma era pesante ed estremamente realistica. Non resistette nemmeno alla tentazione di indossarla per provare l'eccitazione di sentirsi un guerriero. Stava girando su se stessa, interamente coperta dall'armatura e dall'elmo. Aveva indossato anche i calzari,e ora aveva preso in mano una spada e uno scudo, pesantissimi anche questi.
-Porca troia!-una voce alle sue spalle l'aveva fatta sobbalzare. Una donna agitatissima era entrata nel padiglione -Dove cazzo eri finito? Siamo veramente in ritardo!-
Prese Akanta per un braccio, trascinandola via.
-Aspetti!C'è un errore!Io......-ma la tizia sembrò nemmeno sentirla.
-Finalmente!Siamo tutti pronti?!?-una voce ampliata al megafono si espanse nell'aria.
Jusy si guardava intorno spaventatissima, non sapeva dove si trovava ne cosa doveva fare. Bardata com'era dovevano averla scambiata per un'altra persona, doveva chiarire immediatamente l'equivoco prima di.....troppo tardi....
-Motore e........azione!!-
Un urlo la fece voltare di scatto: una mandria infuriata di uomini in costume si stava dirigendo pericolosamente verso di lei. Gli uomini che le erano accanto presero a far roteare le spade, gridando e correndo verso il mare, incontro a quei barbari. Akanta era immobile, completamente disorientata.
-Ehi tu ma che cazzo fai?!?!?- probabilmente questo urlo era rivolto a lei, ma dato tutto il baccano e il suo sbigottimento nemmeno se ne rese conto. Era successo tutto così in fretta: un momento prima stava nella tenda, e ora era nel bel mezzo di questa che sembrava una battaglia a tutti gli effetti.
-Io........-alzò una mano Jusy dirigendosi verso quello che sembrava essere il regista. Ma non fece nemmeno sue passi che un guerriero dalle proporzioni enormi le saltò addosso gridando -Per l'immortalità!!!!-
Sdeng
Buio.

Akanta schiuse gli occhi, le doleva la testa in una maniera allucinante. Si diede un'occhiata intorno: era in una stanza tranquilla, su un letto. Che fosse stato tutto un sogno? Due uomini stavano parlano poco lontano da lei e, quando si accorsero che si era svegliata, le andarono vicino.
-Ciao -le porse la mano uno biondo -Io sono Brad, il tuo aggressore!-
Jusy ancora non capiva, guardava prima lui, poi l'altro che stava in piedi fisssandola severo.
-Mi dipiace veramente! -continuò il platinato -Eri li e credevo fossi uno degli stunt!-
-Io... -si massaggiò lei la testa -Mi sono provata un'armatura e....-
-Ti fa ancora male?- Brad le poggiò una mano sulla testa. Akanta fece una smorfia di dolore.
-Signorina -parlò l'uomo che fino a quel momento era rimasto zitto squadrandola -Ha idea della gravità della sua azione?-
-Io, veramente.....non ho capito bene quello che è successo.....-
Brad sorrise -E' successo che ti hanno scambiato per una comparsa, e ti sei trovata nel bel mezzo di una scena di battaglia! Le spade sono vere, ma tutti i nostri stunt sono spadaccini professionisti, quindi io non credevo di.......-
Ma l'uomo lo interruppe -Lei è Akanta Baroni vero? -disse guardando un foglio che aveva tra le mani -La nuova parrucchiera?-
Jusy annuì.
-Devo farle qualche domanda- prese una sedia e si accomodò di fronte a lei.

Dopo aver chiarito l'equivoco, considerato il fatto che lei non aveva avuto nessuna intenzione di intralciare le riprese, la questione fu risolta. Naturalmente le sarebbe stato detratto dallo stipendio il costo del tempo perso.
La sera era nel suo alloggio, ancora un pò scossa da quello che era successo. In fondo non era stata colpa sua , non l'avevano nemmeno lasciata finire di parlare. Avrebbe inziato a lavorare il giorno dopo e quella sera, dopo cena, l'avrebbero presentata alle comparse e agli attori con cui avrebbe dovuto lavorare.
Prima di uscire per l'appuntamento riuscì a conoscere la sua compagna. Si chiamava Jasmine, aveva trentasette anni ed era l'assistente dell'assistente alla costumista. Per ottenere questo misero lavoro aveva atteso anni, e Jusy quasi si vergognòa dirle che lei, per ottenere quell'impiego, non aveva dovuto far altro che un provino, senza nemmeno troppa convinzione.
Sotto il tendone già stavano banchettando una serie di persone. Si avvicinò sedendosi un pò in disparte, chiedendosi per l'ennesima volta in quel giorno cosa diavolo ci stesse a fare lì. Allungò una mano per prendere uno spicchio d'uva da un piatto, quando una voce al suo fianco la bloccò.
-Tu?!?- Orlando stava in piedi, con lo sguardo interrogativo e un mezzo sorriso sulle labbra.
-Proprio io!-disse lei afferrando questa volta la frutta e portandosela alla bocca.
-Che cosa ci fai qui?!?-
-Lavoro!-disse lei, spostando lo sguardo dagli occhi di lui ai suoi capelli.
-Lavori in che senso?-continuò ancora non accennando a volersi sedere.
-Sono una delle acconciatrici, sono arrivata oggi!-
-Ma tu non lavoravi a quel locale di New York?-
-Mi sono presa due mesi di permesso, naturalmente senza stipendio, per venire qui!-
Non sembrò soddisfatto della risposta, ma comunque la salutò abbastanza frettolosamente prima di andarsi a sedere lontano, seguito da pacche sulle spalle e saluti.
-La stavo cercando!-l'uomo che l'aveva accompagnata quella mattina si era seduto vicino a lei -Venga che le presento le persone con cui dovrà lavorare-
Akanta lo seguì, e conobbe così tante persone che alla fine non si ricordava nemmeno un nome o un volto. Le venne spiegato in brevi termini qule sarebbe stato il suo compito: le erano state assegnate venti comparse e un attore principale, e si sarebbe dovuta presoccupare che in quei due mesi di riprese il taglio dei capelli rimanesse sempre coerente a quello iniziale. Naturlamente non doveva accorciarli o sistemarli, ma semplicemente fare in modo che non risultassero troppo irrealistici data l'epoca delle riprese. Sembrava un compito abbastanza facile, ma non aveva fatto i conti con la questione che lei, sebbene quello che si credesse, non era un'esperta del settore, ma solamente una ragazza con del talento. La prima, e ultima, difficoltà del caso le si presentò proprio il giorno successivo quando venne chimata nell'albergo dove alloggiavano alcuni interpreti. Orlando Bloom avrebbe dovuto girare nuovamente la scena del bacio con Elena, e, logicamente, i suoi capelli dovevano essere perfetti. Non si sa come, non si sa da chi, ma comunque venne fatto il suo nome, dato che l'acconciatore personale dell'attore era assente da ormai una settimana per motivi familiari.
Quando entrò nella suite trovò il ragazzo già pronto davanti allo specchio, con un asciugamano posato sulle spalle e lo sguardo vagamente spazientito. Stava gesticolando al cellulare e, quando si accorse dell'entrata di Akanta, le fece segno di accomodarsi sul letto ed aspettare. La telefonata si prolungò a lungo, e Jusy comicniava a dare segni d'impazienza.
-Scusami -disse lui chiudendo la conversazione telefonica -Se vuoi possiamo cominciare!-
Non c'era dubbio che fosse un ragazzo estremamente gentile.
Nell'istante in cui le mani di Jusy affondarono nella capigliatura di Orlando un brivido la investì in pieno: erano i capelli più morbidi e setosi che avesse mai toccato. Chiuse gli occhi, provando solamente ad immaginare quale profumo potessero avere. Senza nemmeno accorgersene, invece che fare il suo lavoro, aveva preso a massaggiargli il cuoio cappelluto.
Orlando, da suo canto, stava zitto, senza metterle fretta. Erano estremamente piacevole la sensazioni che quelle dita gli stavano provocando in tutto il corpo. Quando giunsero alle tempie, con movimenti circolari, l'attore chiuse gli occhi, reclinando impercittibilmente la testa di lato. Si sentiva rilassato e sereno, forse un pò scosso da quei tenui e delicati tocchi sulla sua pelle.
Senza rendersene minimamente conto le mani di Akanta ora erano scivolate lungo le sue guance, lungo quella pelle così morbida e calda. Orlando non la fermò, lasciando che quelle dita tracciassero il contorno del suo viso. Nemmeno quando scesero lentamente sul suo collo si mosse, percependo però che il suo corpo aveva inevitabilmente reagito.
Non gli piaceva quella ragazza o, perlomeno, quasi nemmeno si ricordava come era fatta. Non si era sentito attratto dal suo corpo e non sapeva se fosse simpatica o meno, ma quei tocchi, quelle carezze quasi sussurrate lo stavano facendo volare. Gli era venuta la pelle d'oca quando giunsero all'inzio del petto e fecero per insinuarsi sotto la maglietta. Akanta, quando se ne accorse, come risvegliata da un sonno immediatamente le ritirò, facendosi paonazza. Orlando, sebbene il riveglio da quelle dolci carezze fosse stato alquanto brusco, ne fu contento.
Akanta, decisa a scacciare quei pensieri che l'avevano avvolta durante quel viaggio del tutto personale sul corpo del giovane, afferrò pettine, forbici e lacca. Ma, probabilmente, anche non si era ripresa del tutto perchè, alavoro finito, spalancò la bocca terrorizzata. Orlando era letterlamente irriconoscibile: gli aveva tagliato i capelli più corti da un lato, lasciando svolazzare un ciuffetto alla Elvis. Dietro erano ritti e umidi da quanto fissatore ci aveva spruzzato sopra. Di riccioli ne rimanevano ben pochi,perchè i capelli, inveche che arrivargli alle spalle come era da copione, erano notevolmente spiazzi.
Orlando sembrava non essersi accorto di niente, impegnato com'era a leggere un giornale. Ma, quando sollevò lo sguardo e vide la sua immagine riflessa nello specchio. poco ci mancò che rimanesse senza fiato.
Akanta avrebbe voluto fuggire, non sapeva quello che ora le sarebbe successo, ma sicuramente si era messa in una situazione ben poco auspicabile.
Orlando si mise in piedi con una lentezza estenuante, senza staccare gli occhi dalla sua immagine. Jusy si era allontanata, prendendo a mordersi nervosamente le unghie. Il ragazzo si voltò, con un'espressione tra lo sconcertato e il foribondo dipinta sul viso. Lei avrebbe voluto dire qualche cosa, invece solamente una lacrima le scivolò via dagli occhi. Orlando aprì la bocca e fece per parlare, ma la richiuse immediatamente.
Quello che lei aveva combinato era una vera tragedia per la produzione del film, non serve spiegarne le ragioni.
Lui allargò le braccia spalancando gli occhi come per dire silenziosamente: -Ma che cazzo hai combinato?-
Jusy sorrise nervosamente, lo guardò un'ultima volta prima di uscire velocemente sbattendosi la porta alle spalle.
Chiamò un taxi e si fece portare vicino al set dove alloggiava. Fece velocemente le valige, sperando di riuscire a fuggire prima che qualcuno venisse a reclamarla.
Giunse all'areoporto a tempo di record e prese il primo volo che l'avrebbe condotta via di li. Spense il cellulare e si ritrovò in volo verso la Sicilia, da dove sarebbe poi arrivata in america.
Sicuramente non sarebbe finita in questo modo, lo sapeva, le conseguenza sarebbero state temibili. Ma, come suo solito, aveva preferito fuggire pur di non doversi confrontare con il risultato fallito delle sue azioni. Forse era giustificata, forse la sua giovane età dava una ragione per non volersi mai prendere le proprie responsibilità.
Forse.
  
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