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Autore: Shecanhaveyou    19/07/2012    1 recensioni
-E' libero?- chiede gentile.
-Certo- dico, sorridendo.
Mi guarda un attimo, incuriosito.
Sarà perché sono arrossita? No, dai. Non può averlo notato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Siamo stesi sul divano a guardare la TV uno appiccicato all'altra. Subito dopo aver mangiato i pancake mi sono congedata due minuti per cambiarmi e mettermi la tuta. Giusto per stare più comoda.

Per pranzo abbiamo semplicemente ordinato due pizze e le abbiamo mangiate sul divano davanti alla TV.

Al momento Nick mi sta facendo i grattini al braccio, cosa che mi fa quasi addormentare. La mia testa macchina, pensa, pensa, pensa, senza darsi pace. Senza dare pace a me. Pensa a lui, pensa a quello che siamo, a quello che stiamo diventando e a quello che saremo.

Ma perché la vita deve essere così complicata?

Questa con me non è stata poi così tanto buona. Mi ha portato via mia madre quando ancora ero piccola, lasciandomi con un padre troppo preso dal suo lavoro e dai suoi viaggi. Infatti ha fatto qualsiasi cosa pur di tenermi impegnata: le lezioni di danza e l'equitazione, la musica e poi per i miei 15 anni Scarlett. Probabilmente ha cercato di riempire il vuoto che mamma ha creato non volendo. Con questo non voglio dire che lui ha cercato di comprarmi con oggetti, penso solo che abbia cercato di distrarmi dal “pensiero mamma”.

-Ehi, piccola-. Nick mi interrompe i miei pensieri. -Si?-.

-Devo tornare a casa adesso; sono le due passate, mia madre si chiederà che fine ho fatto- dice, lasciandomi un bacio sulla fronte.

-Bè, penserà semplicemente che sei stato trattenuto. Infondo tua madre dovrebbe saperlo che sei qui, no? C'è, non proprio l'esatto posto, o l'esatta città, però sa che sei a casa di una persona a cui vuoi bene.. oh, lascia stare l'ultima parte, sto blaterando- dico, diventando rossa in viso -Dai, ti lascio andare-. Cerco di districarmi dal suo abbraccio. -Enno, piccolina, dove credi di andare,eh?!- mi riprende tra le sue braccia.

Finiamo uno sopra l'altra. -Proprio non riesci a lasciarmi andare, eh? E poi sei tu quello che deve andarsene, mica io, questa è casa mia!- dico, tirandogli i ricci.

-Gnegnegne, scricciolo furbo. Due minuti?-.

Annuisco -Vieni qui, dai- dice, e le nostre labbra si incontrano per la millesima volta in queste 15/20 ore che ci conosciamo.

La sua lingua esplora senza ritegno la mia bocca, la mia lingua rincorre la sua come se fosse un gioco. Le sue mani esplorano la mia schiena e, non contente, si avventurano sotto la maglietta. Le sue labbra si spostano, -Questa pelle liscia- sussurra sul mio collo -Non vedo l'ora di baciarti ovunque, ragazza-.

Una serie di brividi mi percorrono la schiena, facendomi mugolare. -Calmo, ragazzo. Tempo al tempo, Nicholas- dico, quasi senza fiato.

Torna sulle mie labbra.

Le mie mani non resistono e si intrecciano nei suoi ricci. Lui sorride tra il nostro bacio. Le sue braccia mi stringono di più a lui, come se fosse possibile essere ancora più vicini.

I nostri bacini si incontrano ripetutamente e il mio cuore fa le capriole. Porto le mani sul suo viso, la leggera barba mi stuzzica i polpastrelli e sorrido di questo tra le nostre labbra.

Si stacca da me e appoggia la sua fronte alla mia. -E' davvero ora che vada, scricciolo. Anche perché ho lasciato la mia adorata Mustang nella stazione dei treni di Dallas, sai. Da sola, al freddo... oh, poverina- dice con aria afflitta pensando alla sua adorata macchina.

Oh, quella Mustang!

-Prima o poi mi farai fare un giro su quella fantastica macchina, vero? So che su quella macchina sono salite si e no due donne, tra cui una di queste era tua madre, quindi non voglio insistere. Però mi piacerebbe tanto fare un giro su quella meraviglia- dico cercando di non essere invadente, perché so benissimo chi fosse l'altra donna.

-Oh, be, io spero di portarti svariate volte al cinema o a cena fuori con quella meraviglia, tu che dici? Accetteresti?- dice, alzando entrambi i sopraccigli.

-Bè, se tu mi vieni a prendere con quella meraviglia, certo- lui ride, baciandomi la spalla sinistra. -Che ti credi, io lo faccio solo per la Mustang!- dico scherzando.

-Ah, allora è così, scricciolo? Mi vuoi solo per farti bella con quella Mustang!- comincia a farmi il solletico.

-AHAHAH! Nicholas!! AHAHAH! Dai, AIUTO!- cerco di dire tra le risate -Se continuiamo così non andrai mai a casa!-.

-Oh, preferisco, passiamo più tempo insieme, scricciolo- dice, concludendo il tutto lasciandomi un bacio dolce sulle labbra.

Si stacca guardandomi negli occhi.

Lo osservo.

-E sei io ne volessi ancora?- dico, con un tono di voce avido e affamata di lui.

-Beh, se la metti così..- si avvicina, lasciando la frase in sospeso, avvicinando le labbra alle mie con una lentezza da far male.

Il mio sguardo si perde nel suo, cioccolata e ghiaccio che si fondono, e la mia bocca semi-aperta non vede l'ora di accogliere la sua lingua. Il mio respiro si fa corto, porto le braccia attorno al suo collo cercando di avvicinarlo, stringo le gambe attorno alla sua vita facendo incontrare i nostri bacini, intrappolandolo nella mia morsa.

Lui comincia a ridere a qualche millimetro di distanza dalla mia bocca.

-Io sto qui, in agonia, e tu scoppi a ridere? Hai dei seri problemi, ragazzo- sussurro, appoggiando la fronte alla sua, ancora speranzosa.

-Tu speri di avermi adesso, qui, su questo divano, ma purtroppo, sia per me che per te, credimi, dovremmo aspettare un po'. Non mi va di consumarti già dopo solo dodici ore!- dice, districandosi facilmente dalla mia trappola fatta di gambe e braccia, dopo aver appoggiato dolcemente le sue labbra sulla mia fronte.

Si alza, lasciandomi a mani vuote e si dirigre verso le scale che portano al piano superiore.

Mi darà dei grandi grattacapi questo qui, me lo sento.

 

 

Nick se n'è andato da cinque minuti, dopo esserci scambiati i numeri di cellulare, lasciandomi da sola e ancora piuttosto vogliosa di lui.

Sapete com'è, no?, quando ti danno da assaggiare un dolce, tu lo trovi talmente buono e dolce che ne vorresti ancora, ma purtroppo è solo un assaggio. Beh, mi ha più o meno lasciata in queste condizioni.

Dopo una decina di minuti dalla sua uscita da casa mia, il mio BlackBerry vibra.

Un messaggio.

 

Ho solo percorso un metro da casa tua e vorrei già tornare indietro. N.

 

Mmh, Dio, posso già amarlo? Ma certo, io già lo amavo ancora prima di incontrarlo di persona. Stupide ed infantili lacrime di nostalgia mi salgono agli occhi, appannandomi la vista.

Rispondo con mani tremanti e con il cuore a mille.

 

Quindi sei reale? Voglio dire, hai davvero passato la notte con me, abbiamo davvero preparato la colazione insieme, noi ci siamo veramente avvinghiati come due serpenti, TU mi hai davvero chiesto di essere la TUA ragazza, vero? Dimmi che sei reale e che non te ne andrai, ti prego. E.

 

Premo il tasto invio senza neanche rileggere il messagio per paura di cancellarlo e dirgli semplicemente che mi manca.

Riappoggio il cellulare sul divano e, reprimendo quelle stupide lacrime, mi dirigo al piano superiore per prendere qualche DVD da guardarmi, dato che non ho niente da fare e sono sola in casa.

Arrivo al corridoio e per fortuna che ci sono due grandi finestre che fanno entrare la poca luce autunnale che c'è, altrimenti col cavolo che andrei in camera (ricordate? La mia stupida e infantile paura del buio e quella diavolo di luce fulminata).

Mi fermo alla seconda finestra che si affaccia sul piccolo giardino davanti a casa e guardo fuori.

E se adesso comparisse? No, Ellie, è una speranza infondata. Lui sta tornando a casa sua.

Frena i pensieri e stai tranquilla che tanto lo rivedi. Vi siete anche scambiati i numeri di cellulare, vorrà pure dir qualcosa, no? Ma questo non vuol dire comunque niente. Lui è una rockstar e può avere tutte le ragazze che vuole, perché proprio me?!

La mia mente macchina con e contro di me, non sapendo da che parte stare. Scuoto la testa, passandomi una mano tra i capelli, scompigliandoli, e continuo il mio cammino verso la mia stanza.

Entro e vado dritta dalla mensola dei DVD, senza soffermarmi sul fatto che qui ci siamo dati il primo bacio.

Ellie. Cazzo, stai pensando come se vi foste lasciati dopo anni di amore e convivenza! Frena quei pensieri!

Smetto di pensare e mi dedico alla mia scelta del film. Sinceramente di roba romantica proprio non ne ho voglia, troppa roba sdolcinata. Mh... e che ne so. Dai, mi guardo Speak-le parole non dette. L'ho visto e rivisto perché questo film mi piace davvero molto, è uno dei miei preferiti, e rispecchia cose che succedono anche nella vita reale. Cose brutte, ma che purtroppo succedono. E poi, beh, c'è Kristen, come posso non amarlo questo film?!

Ritorno al piano inferiore e metto su il DVD.

Noto che il mio BB lampeggia. Un messaggio, probabile che mi abbia risposto Nick.

Con finta indifferenza apro il messaggio.

 

Certo che sono reale! In carne ed ossa, scricciolo. Smettila di macchinare, e frena certi pensieri. Lo sai come sono, mi conosci, non mi sarei mai autoinvitato se tu non mi fossi interessata. Te l'ho detto. E si. Tutto quello che abbiamo fatto in queste 15/20 ore è tutto reale, piccola. Ed è stato bellissimo. Quando arrivo a casa ti chiamo, tieni il telefono a portata di mano, scricciolo! N. PS: Mi manchi.

 

Il mio cuore ha perso un battito. Ma cosa dico?, credo che si sia fermato. E.. come funziona il “respirare”?

Prendo una forte boccata d'aria e cerco di pensare lucidamente.

Punto uno: probabile che mi legga nel pensiero, dato che mi ha esplicitamente ordinato di smetterla di pensare certe cose. Punto due: beh, dovevo accertarmi di interessargli. Ok, gli interesso veramente, è evidente. Punto 3: bene, almeno non è stato tutto frutto della mia stupida immaginazione quello che è successo nelle ultime 20 ore.

Ha scritto che gli manco.

Io.

Gli manco.

La mia stupida persona manca a qualcuno a cui tengo davvero.

Che cazzo gli rispondo adesso? Mi serve un po' di inventiva.

Decido di pensarci mentre guardo il film, magari mi viene in mente qualcosa.

Il film è cominciato già da venti minuti buoni e ancora non so che cavolo scrivergli.

Se gli scrivo semplicemente “Mi manchi anche tu” è squallido. Almeno, io lo trovo squallido. È troppo... banale.

Uff. Banale ma vero.

Provo, magari guardando il telefono mi viene l'ispirazione.

 

Sono venti minuti buoni che cerco di scriverti qualcosa di decente, ma non trovo le parole. A te la vena romantica non manca mai! E così non mi lasci altra scelta che scriverti un banale “Mi manchi anche tu”. Non vedo l'ora di rivederti perché tu mi hai lasciata qui, in casa mia, sul mio divano, insoddisfatta! Però ti perdono, solo perché sei tu. Sei arrivato a casa? E. PS: sembro una pervertita, oddio.

 

Premo il tasto invio imbarazzatissima per... un po' per tutto il messaggio, insomma. Appoggio il telefono e cerco di prestare attenzione al film, ma il mio cervello decide di abbandonare il tutto e spegnere il mio corpo e la mia mente.

 

 

L'incubo che stavo facendo mi sveglia di soprassalto. Guardo l'orologio che porto al polso e noto che sono le otto e trenta di sera.

Diavolo, ho dormito per ben sei ore di fila. Prendo il telefono per controllare se Nick mi ha risposto nel frattempo.

Sgrano gli occhi. Dieci chiamate perse e tre messaggi. Dio!

Sette chiamate di Nicholas e due suoi messaggi, mentre le tre chiamate e un messaggio sono di mio padre.

Leggo prima il messaggio di papà.

 

Tesoro, io torno da New York domani notte, come ben sai. Tutto bene a casa? Papà.

 

Gli rispondo veloce dicendogli che va tutto bene e che se non ho risposto è perché dormivo profondamente.

Pensiamo a Nick.

Sette chiamate e due messaggi. È fuori questo.

Apro il primo messaggio.

 

Sai da dove viene la mia vena romantica, piccola, ti ci dovrai abituare. Il “mi manchi anche tu” non penso che sia banale. È il modo più semplice per dire ad una persona della quale ti importa che ti manca. Sono completamente consapevole di averti lasciata insoddisfatta e mi dispiace (per entrambi, eh) ma dovrai perdonarmi ancora per un po' di tempo. E comunque non sembri affatto una pervertita, stai parlando con il tuo uomo, dolcezza, non c'è bisogno di essere imbarazzata! Si, io e la mia Mustang siamo arrivati a casa sani e salvi. Adesso ti chiamo. N.

 

...STAI PARLANDO CON IL TUO UOMO”, queste parole mi si sono impresse nel cervello a caratteri cubitali e tutto il resto del messaggio è scomparso. Porcavacca.

L'altro messaggio è più, diciamo... preoccupato.

 

Allora, PERCHE' NON MI RISPONDI?! Che è successo, Eleonora?! Richiamami, altrimenti giro la macchina e vengo a Sweetwater! N.

 

Diamine. Questo se non rispondo alla prima c'è il rischio che chiami la polizia per venirmi a cercare. Tsk.

Torno nelle chiamate e lo chiamo.

Tuu. Tuu. Risponde al terzo squillo.

-Scricciolo. Ti richiamo io, così non spendi soldi- non ho neanche il tempo di dire “ok” che lui ha già riattaccato.

Non mi sembrava molto allegro il suo tono di voce. Era al quanto... nervoso, forse irritato.

Pochi secondi dopo il telefono suona e io rispondo subito.

-Non c'era bisogno di sbraitare nel messaggio- dico tranquilla, spegnendo la TV.

-Si, lo so... non volevo, scusa, ma poteva esserti successo qualcosa. Dio, ti ho chiamata sette volte!- dice, alzando il tono di voce.

-Non alzare la voce, per favore. Odio le persone che lo fanno- dico sussurrando.

-Perdonami, piccola. Ma non so cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa-dice, abbassando la voce, tornando normale.

Stiamo in silenzio per qualche secondo, mentre io salgo le scale per andare in camera mia.

-Nick?-.

-Si, sono qui, che c'è?-. Deglutisco, guardando il corridoio buio, illuminato soltanto dalla luce fioca dei lampioni che vengono da fuori.

-Il buio, il corridoio-.

-Ah, già- dice -Vuoi che faccia qualcosa?-.

-Fammi un favore, parleresti mentre io cerco di arrivare in camera mia sana e salva?- chiedo, quasi supplicandolo.

-Si, cosa vuoi che ti dica?-.

-Non lo so.. qualsiasi cosa, ma parla. Voglio sentire la tua voce, mi tranquillizza- ammetto, con un po' di imbarazzo.

Qualche secondo di silenzio e la sua voce riempie le mie orecchie.

-I walked across an empty land, I knew the pathway like the back of my hand, I felt the earth beneath my feet. Sat by the river and it made me complete, oh simple thing where have you gone. I'm getting old and I need something to rely on-.

Comincia a cantare una canzone che io conosco a memoria e che amo alla follia.

Cammino, arrancando nel buio, cercando di arrivare nella mia stanza.

Lui continua, tranquillizzandomi sempre di più con ogni parola che dice.

-So tell me when you're gonna let me in, I'm getting tired and I need somewhere to begin. I came across a fallen tree, I felt the branches of it looking at me. Piccola, tutto bene? Sei arrivata? Non ti sento neanche respirare- dice ansioso.

Io si, sono arrivata in camera mia e ho chiuso la porta, ma non voglio che smetta di cantare.

-Si, Nick.. ma continueresti a cantare per favore? Questa è una delle mie canzoni preferite-.

-Certo, se ti tranquillizza tanto. Is this the place we used to love? Is this the place that I've been dreaming of?-.

La sua dolce voce melodiosa mi entra nelle orecchie e mi culla.

Decido di stendermi sul letto, però stando attenta a non mettermi in una posizione in cui potrei addormentarmi facilmente.

-Oh simple thing where have you gone, I'm getting old and I need something to rely on. So tell me when you're gonna let me in, I'm getting tired and I need somewhere to begin-.

E' bravissimo. Ho amato lui e la sua voce dal primo momento che l'ho visto e ascoltato.

E non pensavo che un giorno sarebbe stato mio.

-And if you have a minute why don't we go talk about it somewhere only we know? This could be the end of everything, so why don't we go somewhere only we know?-.

-Ok, Nick, può bastare. Grazie di esserci anche quando non ci sei-.

-Ma lo sai, scricciolo, io ci sono sempre stato per te, anche se io non sapevo della tua esistenza- dice, sussurrando queste parole dolci, al telefono.

-Tenero, il mio Riccio!-.

So perfettamente che gli da fastidio questo nomignolo.

-Allora... domani sera mi degnerai di una cena?- chiede dolcemente, ignorando la mia presa in giro.

-Mh, devo guardare sulla mia agenda- faccio finta e prendo tempo -Si, domani sera, casualmente sono libera!-. Ride.

Passano alcuni minuti in silenzio. Ma non è un silenzio imbarazzante o pesante, è un silenzio che ci fa bene.

-Nicky?- lo chiamo sussurrando, con le palpebre pesanti.

Adesso posso permettermi di chiamarlo così. E chissene se anche quell'altra lo chiamava in questo modo.

-Dimmi, scricciolo?-.

-Promettimi che resterai e che non sarò una delle tante-.

-Te lo prometto, piccola. E no, non sei una delle tante. Tu sei importante per me-.

Sorrido a queste parole.

-Se non mantieni la promessa ti mando mio padre a cercarti-.

-D'accordo piccola, ma ora dormi. Lo sento dal tuo tono di voce che non vedi l'ora di dormire-.

-Impossibile, ho dormito fino ad un'ora fa...- sbadiglio.

-Che ti avevo detto? Buonanotte, Ellie-.

-'Notte, Riccio- i miei occhi si chiudono, il telefono mi scivola dalle mani e cado tra le braccia di Morfeo.

 

Ok. Scusate il mio grandissimo ritardo. Eh che mi ci vuole un pò per partorire capitoli così, e pensate che volevo continuarlo!, ma su un buon consiglio di una grande amica (Nialler, bellina :3) ho deciso di postare stasera e lasciare le tragedie (si, purtroppo) al prossimo capitolo!
Bene, spero vi sia piaciuto, non uccidetemi vi prego! t.t <3
Bacioni,
-Ellie.

   
 
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