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Autore: Arkadio    03/02/2007    5 recensioni
Scelte difficili, se si è predestinati sin dal principio
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una schivata, una finta a un avversario invisibile

Shin, questa è per te.

Choices

Una schivata, una finta a un avversario invisibile. Mi guardo intorno, immaginando il nano, immaginando il gori.

Immaginando te.

Finto un passaggio, poi sospendo e scarico. La palla accarezza il ferro, per poi negarmi la gioia effimera del punto.

Un contentino che si da ai bambini quando devono fare qualcosa di brutto.

È il miele sulla medicina.

Niente più litigate, Kitsune.

Niente più risse.

Niente.

Non ci sei più.

Te ne sei andato senza dirmi nulla.

Solo un “Parto.”

Non mi hai chiesto cosa ne pensavo. Non mi hai chiesto se ero felice per te.

Non mi hai chiesto di noi.

Forse non ci hai nemmeno pensato. Non sarebbe da te pensare a queste cose. Tu fai ciò che vuoi.

E basta.

Non mi hai chiesto un cazzo.

Come non mi hai chiesto cosa ne pensavo di te.

Mi hai preso, e basta.

Lo hai fatto senza un perché. Dovevi farlo e lo hai fatto.

E io non ti biasimo per questo.

Sarei solo un ipocrita. E sai che gli ipocriti li ho sempre odiati.

Recupero il pallone e mi fermo a fissare quella piatta tavola azzurra che oggi è il mare.

Si vede il mare da Seattle?

Non ti manca la brezza? La pioggia?

Che stupido, quelle cose ci sono anche lì.

Non ti manco io?

Forse mi hai già dimenticato.

Mi hai già sostituito.

Solo, prego che tu non mi dimentichi.

Sarebbe crudele.

Ci si dimentica solo delle cose inutili. Delle cose che non si vogliono.

Sapevo che tu non potevi legarti. Forse l’ho sempre saputo.

Sei maledetto dal talento.

Maledetto perché sei il migliore. Perché hai la tua ossessione a cui dedicarti. Corpo, mente.

Anima.

Non puoi avere altro. Solo quella. Compagna/padrona delle tue notti insonni, non puoi avere qualcuno vicino. Lo trascureresti, lo faresti soffrire. Dipenderebbe da te. Da un tuo cenno.

E tu vuoi essere libero.

Per questo è finita.

Sei innamorato di un ossessione.

Di uno splendido sogno chiamato basket.

Ti ricordi quella sera?

Quella in cui ti sei presentato alla mia porta con un sacchetto in bocca e un gatto randagio tra le braccia.

L’avevi trovato in drogheria.

Il tè nel sacchetto, intendo.

Qualunque essere umano si sarebbe presentato con dei biscotti, del gelato.

Tu con del tè pregiato e un gracile gatto nero dalle iridi verdi.

Ora Kit pesa dodici chili e non si muove più dalla finestra, se non per mangiare.

Eravamo rimasti a bere quella splendida ambrosia fino all’alba. In silenzio. A giocare con le stelle, a sfiorare i pensieri dell’altro.

A pensare l’uno all’altro. Senza invadere lo spazio dell’immaginazione con futili parole.

Non sarò più così felice, Ru.

Non vale la pena vincere la seconda volta i nazionali se non posso litigare con te.

Non vale la pena continuare a inseguire il tuo sogno.

Non vale la pena fingere.

Continuo a giocare sul nostro campo. Continuo a vivere su questo campo.

Per te, per me.

Per un noi che non è mai nato.

Addio Ru.

Devo ricominciare a vivere, non credi?

E ricominciare vincendo i nazionali mi sembra un bel modo.

Sai, la coerenza non è mai stata il mio forte.

E non lo sarà mai.

Ti aspetterò su questo campo, per quanto tempo vorrai.

Cercami se vorrai.

Prego solo tu lo faccia.

Sono un egoista a volerti rubare al tuo destino?

Sì.

E non ne provo dolore.

Fine

Scritta una sera ascoltando “Il mondo è mio” della colonna sonora di Aladin della Disney^^.

Corretta con l’ausilio di Hero dei Nickelback.

I personaggi appartengono blablabla…

  
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