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Autore: Kgm92    20/07/2012    2 recensioni
1) Lose Control
2)Gaara's Speech
3)The first night
4)Changing
5)Kazekage
6)Love
7)Helping
8)The first night
9) The end of war
10) Letting go
11) A new life
12) Father's death: "la cerimonia aveva richiamato la partecipazione di ogni singolo abitante del villaggio… beh, quasi tutti in effetti, perché Sabaku no Gaara non vi aveva preso parte."
Una serie di one-shot incentrate su Gaara ambientate dall'esame Chunin in poi: dedicate a tutti i fan del rosso jinchuriki! Leggete e commentate numerosi^^
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ragazzi, eccomi di nuovo!
Dopo un luuungo periodo clausura (maledetti esami....-.-") sono finalmente in vacanza e riesco a postare un nuovo capitolo.
Un grazie a tutti quelli che mi seguono e, in particolare, a Soly Dea e Ele Vera.. grazie per le vostre fantastiche recensioni!
Buona lettura e alla prossima.
Kgm92

 

Father’s death

-Kankuro..-
-No Temari, non l’ho visto nemmeno io.. da quando siamo tornati dall’esame e si è fatto curare la ferita è sparito. Nessuno sa dove sia andato.-
Un uomo entrò improvvisamente nella stanza:-Kankuro-sama, Temari-sama!- esordì senza fiato –Venite, ci sono notizie su vostro padre il Kazekage.-
 
Il lungo corteo funebre si stava ormai disperdendo: la solenne cerimonia che aveva riunito tutte le più alte cariche e gli shinobi del Villaggio della Sabbia per celebrare l’estremo saluto allo Yondaime Kazekage era giunta al termine.
Il corteo stava rientrando nelle mura di Suna e, a chiudere la fila, camminavano i figli del precedente Kage.. o almeno, solo quelli riconosciuti con questo titolo.
Temari e Kankuro camminavano fianco a fianco con gli occhi bassi: nessuno di loro due avrebbe pensato che la morte di quel padre, che aveva avuto così pochi gesti di affetto verso di loro, avrebbe in realtà potuto sconvolgerli.
-Hei Kankuro, stai bene?- chiese la bionda kunoichi sollevando lo sguardo: era da ore che non sentiva uscire alcun suono dalla bocca di suo fratello.
-Si, credo di si- rispose vago il moro prima di sospirare rumorosamente e passarsi una mano sul volto stanco –Sai Temari.. più che la morte di nostro padre credo che mi abbia scosso il modo in cui siamo stati totalmente raggirati ed ingannati da quelli del Suono- confessò infine.
-Si, è lo stesso per me… anche se non avrei mai pensato di poter essere triste per quanto è successo.-
Kankuro non rispose e invece si fermò in mezzo alla strada polverosa rivolgendo lo sguardo verso l’alto: i suoi occhi catturati da un punto ben preciso.
Temari aggrottò le sopracciglia senza capire, ma non appena rivolse anch’ella il suo sguardo nella stessa direzione del fratello non ebbe più bisogno di chiedere spiegazioni.
I due fratelli si scambiarono una breve occhiata prima di cominciare ad incamminarsi.
 
La notizia della morte del Kazekage aveva raggiunto ogni angolo di Suna in un batter d’occhio: la cerimonia aveva richiamato la partecipazione di ogni singolo abitante del villaggio… beh, quasi tutti in effetti, perché Sabaku no Gaara non vi aveva preso parte.
La notizia, da parte sua, era stata accolta con apparente indifferenza; a giudicare dalla sua reazione chiunque avrebbe pensato che non ne fosse minimamente toccato. Ebbene: tutti avrebbero sbagliato.
Gaara aveva passato il tempo dedicato alla cerimonia a fissare le strade deserte di Suna dal tetto di una delle tante case popolari della periferia. Da quando era tornato da Konoha aveva voluto passare del tempo in solitudine a pensare, e quelle ore non avevano fatto differenza. La notizia della morte del Kazekage non aveva fatto altro che aumentare i dubbi ed incrementare la confusione che dominava i suoi pensieri.
Da lontano vide le porte del villaggio aprirsi e la folla cominciare a rientrare lentamente e riversarsi in ogni via. Tutte quelle persone erano intervenute per ricordare il loro Kazekage e, a questo pensiero, Gaara non riuscì a trattenere uno sbuffò infastidito, spostando momentaneamente la sua attenzione verso il cielo plumbeo.
Quando il rosso riportò il suo sguardo verso la via sottostante: due paia di occhi fin troppo familiari lo stavano fissando, indagatori ed insicuri.
 
Temari e Kankuro sapevano perfettamente che Gaara aveva notato la loro presenza e rimasero stupiti dal fatto che il fratello, dopo giorni di assenza, si fosse lasciato avvicinare così facilmente.
Non appena entrambi ebbero raggiunto il tetto della casa cominciarono ad avvicinarsi lentamente, per poi fermarsi a pochi passi da Gaara, che invece non accennò né a muoversi né a voltarsi verso di loro.
Dopo un attimo di silenzio fu Kankuro a prendere la parola per primo:- Ecco dov’eri finito! E’ giorni che ti stiamo cercando-
-Bugiardo- rispose atono il più giovane.
Il moro si irrigidì, ma decise di proseguire:- Pensala come vuoi. Comunque.. la ferita alla spalla? E’ guarita?-
Gaara si irrigidì e finalmente decise che il fratello meritava la sua attenzione più che le strade del villaggio
-Perché ti interessa?- chiese con tono leggermente stupito mentre i suoi occhi azzurri sondavano il volto di Kankuro.
-Non ti era mai capitato di essere ferito e sei sparito per giorni…  eravamo preoccupati.- balbettò Kankuro, ancora incapace di capire perché gli fosse venuta in mente proprio quella domanda.
Gaara spalancò leggermente gli occhi:-E’ guarita- rispose, prima di aggiungere un “Grazie” così flebile che i due fratelli pensarono di esserselo immaginato.
Il nuovo silenzio che si era venuto a creare venne inaspettatamente rotto proprio da Gaara:-E voi? State bene?-
Fu ancora Kankuro a rispondere:-Certo, perché non dovremmo?- chiese, stupito da quella domanda: erano stati loro a riportarlo a Suna ferito dopo l’esame chunin, non il contrario!
Un alone di incertezza percorse il viso del più giovane:-Io credevo.. il funerale..-
Temari, che fino a quel momento aveva assistito attonita a quello scambio di battute tra i fratelli, che appena pochi giorni prima sarebbe risultato impensabile, decise di prendere la parola:-Gaara, noi stiamo bene, solo.. un po’ giù di morale, ecco tutto. Non c’è bisogno di preoccuparsi.- rispose sorridendo dolcemente.
-Capisco..- rispose il rosso, mentre un sottile velo di tristezza velava quel volto normalmente freddo ed inespressivo –E’ così che mi dovrei sentire? Non felice o sollevato?- chiese, rivolgendosi più a sé stesso che ai fratelli.
-Gaara..- mormorò Temari senza per riuscire a terminare la frase perchè le parole le morirono in gola.
-Non dire così, nessuno può biasimarti- disse Kankuro, intervenendo in aiuto della sorella –sono sicuro che noi proveremmo i tuoi stessi sentimenti se la persona che ci ha rovinato la vita morisse all’improvviso.- terminò abbassando lo sguardo.
Temari si voltò appena verso di lui, dopodiché imitò il gesto del ragazzo, sentendo un improvviso senso di colpa nascere dal petto e farsi sempre più forte e doloroso.
-Forse..- si limitò a commentare Gaara laconico.
Dopo qualche minuto di silenzio Kankuro riuscì a trovare il coraggio di rialzare lo sguardo sul fratellino che intanto avevo riportato la sua attenzione sul villaggio e vide che anche Temari si era ripresa e si stava lentamente avvicinando al punto dove era seduto Gaara.
Il giovane ninja, dal canto suo, non riusciva a capire cosa lo aveva portato a confessare i propri sentimenti: in quel momento era lui il primo incapace di decifrarli e, da quando aveva memoria, né Temari né tantomeno Kankuro avevano mai fatto niente per aiutarlo. Però, forse, era proprio quella la strada che lo avrebbe portato a sperimentare l’affetto.
Gaara, che aveva deciso di riportare la sua attenzione verso il villaggio, credeva che i fratelli se ne sarebbe andati lasciando lì, solo, e mai si sarebbe aspettato di vedere ciò che, dopo pochi minuti di silenzio, gli apparve davanti algi occhi.
 
Temari vide Gaara irrigidirsi, senza spostare la sua attenzione dalla sua mano tesa davanti al suo viso: probabilmente, pensò la kunoichi, nessuno gli aveva mai offerto un aiuto in tutta la sua vita.
Gaara non reagì subito, ma Temari non ritrasse la mano ne la spostò di un millimetro:-Forza, andiamo a casa.- si limitò a dire con voce dolce.
 
Il giovane genin era pietrificato: sentiva che la sua maschera stava per cedere e allora sarebbe stato costretto a mostrare tutta la confusione e quegli strani sentimenti che in quel momento gli stavano divorando l’anima.
All’improvviso la voce di Temari, che mai avrebbe immaginato potersi rivelare così femminile e premurosa, lo fecero tornare alla realtà e decise che quello era il momento per dare una svolta alla sua esistenza: sollevò la mano e, lentamente, la posò su quella calda e morbida di Temari, che gliela strinse gentilmente, rassicurandolo.
Gaara sollevò lo sguardo e vide sia Temari sia Kankuro che lo fissavano con un sorriso gentile dipinto sulle labbra e non riuscì ad impedire che anche le sue labbra si incurvassero leggermente verso l’alto. Lo sapeva, lo sentiva: forse avrebbe potuto smettere di esistere ed iniziare finalmente a vivere.
  
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