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Autore: phoenix_esmeralda    20/07/2012    2 recensioni
“Lui è il mio nemico da sempre. Non c’è nessuno che io odi altrettanto. Ha saccheggiato le mie terre, ha terrorizzato il mio popolo. Mi ha umiliata e oltraggiata. Ha violentato mia sorella. Avrei dato qualunque cosa per tenerlo tra le mani, in mio completo e assoluto potere. E adesso ce l’ho.”
SECONDA CLASSIFICATA al "Kiss flash contest" di Slappy. Premio Speciale SCRITTURA. Prima classificata al contest "Fantasia, originalità e sentimento" di Red Angel.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3

 

Entro nella stanza di Strella e come sempre mi ritrovo a cercarla fra le ombre.

- Strella, gliela sto facendo pagare. Lo sto ripagando della stessa moneta.

Lei scuote la testa nella penombra, è un movimento di cui mi accorgo a malapena.

-  Deve darti almeno un po’ di soddisfazione, questo! – Le dico – Dovrebbe farti sentire meglio!

- E perché? – sussurra lei, sottile e immobile sulla sedia, nell’angolo più buio – Ci sarà solo una persona in più con l’anima in pezzi.

Le sue parole mi bruciano la gola. Fare ciò che sto facendo è diventata una sofferenza per me. E se non fa stare meglio neanche Strella, per cosa sto continuando?

- Strella, apri la finestra, fa entrare un po’ di sole, ti prego!

- No! – bisbiglia lei, allarmata – Lasciami al buio. Solo l’oscurità nasconde i suoi occhi!

- Cosa dici?

- I suoi occhi mi appaiono di continuo, neri come la notte. Solo nell’oscurità possono confondersi con il resto della stanza! Lascia tutto chiuso Rebekha! – mi implora.

Le sue parole mi lasciano senza fiato.

- Di quali occhi parli?

- Quelli di Lothan. Mi perseguitano dalla notte della violenza. Li vedo in tutti gli angoli della stanza, neri, senza luce... perversi.

Mi alzo in piedi ed esco dalla camera in preda a un’ansia improvvisa. Non posso chiedere a Strella se è sicura di ciò che dice. È stata violentata da quegli occhi neri, sono impressi a fuoco nella sua carne.

Ma il ragazzo nella mia stanza non ha gli occhi neri!

Ora sto correndo per i corridoi come una folle. Spalanco la porta delle mie stanze e mi sforzo di richiuderla senza far tremare i muri. Il mio sguardo fruga nel salotto alla ricerca del prigioniero. Non è lì, non è in camera, non è in bagno.

Lo trovo sul mio piccolo terrazzo personale, seduto a terra e avvolto in una coperta. Sta guardando il cielo e i suoi occhi verdeazzurro sono intrisi di malinconica disperazione.

Quando mi vede arrivare, un guizzo di paura lo attraversa suo malgrado. Ma lo sopprime immediatamente.

- Devo togliermi la coperta? – chiede, mentre il suo sguardo corre per una attimo nuovamente al cielo. Alla libertà perduta.

Mi chino davanti a lui.

- Chi sei?

Lui sussulta.

- Lothan di Artelia – risponde.

- Non è vero.

Lui non ribatte. Ora i suoi occhi sono nei miei, non li distoglie.

Non sono gli occhi di uomo spietato e non so come abbia potuto fraintenderli.

Il rancore e la brama di vendetta han fatto sì che perdessi lucidità.

- Tu non sei Lothan – ripeto.

Lui non abbassa lo sguardo. Leggo in quelle profondità verde-azzurre tutto il dolore che gli ho inflitto. Scorgo la vergogna che prova per ciò che gli ho fatto. Intravvedo le ferite che ha subito il suo spirito e che porterà per sempre su di sé.

- Sono Lothan – insiste.

Allungo una mano e faccio scivolare la coperta dalle sue spalle. Appare il marchio arancio e oro.

Un falso?

Se lui è Lothan, un bacio mi ridurrà alla sua mercé.

Te lo meriteresti – sussurra una voce alla mia coscienza.

Mi accosto a lui che di riflesso si appoggia al muro, senza capire.

Gli prendo la testa fra le mani e accosto la mia bocca alla sua. Ho tormentato questo corpo toccandolo in parti così intime che nessuna donna a parte sua moglie dovrebbe sfiorare.

Eppure non mi sono mai neppure avvicinata alle sue labbra.

Ora mi avvento su di loro. Con frenesia, con angoscia, con dolore. Con il desiderio di farmi del male per ciò che sono diventata.

Mordo quella bocca, la divoro, cerco la lingua fra suoi i denti. E quando la trovo, sento che quella bocca risponde alla mia con sorpresa. Si avvinghia alle mie labbra come se cercasse qualcosa di introvabile e insistesse in quella ricerca inutile con furia insensata.

Gli scappa un gemito, quello che non si è mai concesso prima e questo aumenta l’adrenalina nel mio corpo. Lo bacio fino a risucchiarlo dentro di me, avviluppata in un combattimento corpo a corpo con il disprezzo di me stessa, la paura di ciò che ho fatto, il bisogno di redenzione.

Mi stacco all’improvviso e lui mi fissa smarrito, sconvolto quanto me da quel bacio.

Mi osservo il corpo, analizzo le mie sensazioni. Non è cambiato nulla, a parte la velocità del mio battito cardiaco.

- Non sei Lothan. Questa ne è la dimostrazione.

Solo in quel momento lui si rende conto del perché del mio bacio. Scorgo sul suo volto l’esatto momento in cui si accorge di essere stato definitivamente scoperto.

 

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Mi rendo conto ora di aver risposto ad alcune recensioni dicendo che questo era l'ultimo capitolo. Ebbene... in realtà ce n'è un altro!! °_°'
Lo so, si presume che io debba sapere in quanti capitoli suddivido le mie storie, ma evidentemente non è così... ^^';;;;
Chiedo perdono per la mia distrazione... comunque il prossimo è certamente l'ultimo - ho controllato!!! è_é
Ne approfitto intanto per ringraziare chi sta seguendo questa storia e chi l'ha recensita, non mi sarei mai aspettata tanto riscontro da una fic
di questo tipo!!!
Grazie davvero a tutti quanti e... al prossimo, ultimo - per certo - capitolo!!! ^^

phoenix_esmeralda


  
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