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Autore: Ten chan    20/07/2012    1 recensioni
Dimenticate Amu, Ikuto, i guardian, la Easter.
Yume Hanazono è il "candido giglio" dell'accademia Saint Flower, dolce, gentile, educata, la perfetta Yamato Nadeshiko. Niente in lei sembra poter essere migliore.
Allora perchè ha uno shugo chara?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta l'aggiornamento è stato più veloce.

«Hanazono-san!»

Yume sussultò e si girò.

Il presidente dimissionario (o dimissionato? È già all’università…) le stava venendo incontro. Correndo.

Peeessimo segno.

«Sugushima-senpai!» disse Liberiamoci dello psicopresidente, generazione 0 «Come mai è qui? Non dovrebbe essere all’università?»

«Non preoccuparti, Hanazono-san. Oggi non avevo lezione, quindi ho chiesto al direttore di fissare il congedo. Anche se non dovrei dirtelo…»

Il congedo. Una stupida inutile cerimonia a sorpresa in cui ci si mettevano 2 ore a dire che iniziava la campagna elettorale.

Bè, perlomeno poteva cominciare ad evitare tutti quelli che potevano tentare di aspirare al consiglio studentesco. Oppure avrebbe dovuto rifiutare stupide offerte ogni singolo secondo.

«In realtà, volevo parlarti, Hanazono-san.» Il tono di Psicopresidente0 divenne improvvisamente serio.

Oemme. Dichiarazione? «Di cosa, Sugushima-sen…?»

Psycopres0 non la lasciò finire. Le afferrò le mani e ricominciò a (s)parlare «Hotogi-kun si è preso molta cura di me, durante l’anno passato. Spero che tu farai lo stesso con lui.» si staccò «Beh, questo è tutto. Bye bye.» In tre secondi, scomparve.

In un altro momento, Yume si sarebbe fatta quattro risate sul vistoso rossore che aveva colorato le guancie del tizio. Ma non allora.

«Uh? Yaoi? Bara? Bl?» borbottò Sui.

Yume non rispose.

«Uh, Yu…» cominciò Sui, ma si bloccò non appena vide l’espressione della ragazza.

Le si gelò il sangue nelle vene.

Nonostante Yume proclamasse che la reputazione fosse più importante di ciò che realmente si faceva, quell’espressione avrebbe fatto cambiare idea a tutti.

Era l’espressione dell’imperatore supremo quando un qualcosa andava minimamente fuori fai suoi piani. Quella del dio che sta per schiacciare le formiche che osano passare troppo vicino ai sui piedi.

«Morte.» sussurrò, avanzando a passo di marcia.

«Ehy, Yume…» cominciò Sui, senza sapere manco come continuare. Chiederle si aspettarla? Di fermarsi?

Yume si fermò.

«Yu…»

«Classe, classe.» Disse la ragazza, voltandosi. Espressione normalissima. «Hotogi non vale una reputazione.»

E si diresse verso la classe

Ma intendeva andare in classe o avere classe?

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«Hanazono-San!» Strillò Hotogi, tutto contento. Non accadeva spesso di trovare Hanazono Yume, l’innocente dea che aveva conquistato il suo cuore, non appena iniziava a cercarla. Doveva essere il suo giorno fortunato, quindi il dolce angelo avrebbe accettato la sua offerta.

Il povero cuore innocente di Hotogi e le sue illusioni stavano per essere delicatamente sbriciolati da Yume, che si era lasciata trovare da Hotogi a quello scopo.

Jessica era stata spedita da tutt’altra parte da Sui, forzata a collaborare.

«Buongiorno, Hotogi-senpai.» disse Yume, modulando attentamente la voce. Tutto doveva essere perfetto per eliminare un’erbaccia (idea) completamente formata da quel terreno improduttivo (testa) di Hotogi.

Hotogi reagì come previsto. «C’è qualcosa che non va, Hanazono-san? La tua voce sembra preoccupata…»

«Sto bene…. È solo che molte persone mi stanno chiedendo di entrare nel consiglio studentesco.»

Hotogi si irrigidì.

«Nonostante io continui a ripetere che non sono adatta né alla carica di segretario, né a quella di tesoriere o vicepresidente, né tantameno quella di presidente, ma…»

Anche se balbettando, Hotogi riuscì a ricomporsi abbastanza da rispondere «Anche se io penso che tu saresti per…perfetta nel ruolo di vicepresidente, non oserei mai pressarti per prendere quel p..posto.»

Yume sorrise ampliamente «L’ho sempre saputo, Hotogi-senpai.» tu decidi tutto da solo e non consulti nemmeno.

Hotogi divenne rosato «E io saprò sempre di poter contare sulla sua collaborazione, se verrò eletto.»

«Uhn»

Vittoria. O, almeno, così pensava.

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«Reino-sama… deve firmare questo.» disse un gruppo di primini, comparendo alle spalle di Misaki.

«Cosa? Perché io? Fatelo fare a quegli altri scansafatiche!» Urlò Misaki, infilandosi le scarpe. Il consiglio studentesco, ovvero gli sfaticati, avevano passato la giornata ad inseguirlo, e ora gli toccava fare il loro lavoro?

«Perché è il segretario degli affari generali, e gli altri sono ancora bloccati sul tetto.»

Hiko si mise a fischiettare. Non era esattamente nei suoi piani rompere la serratura al punto che, dopo un’ora e mezza di scassinatura professionista, continuava a non aprirsi.

Un quarto d’ora sarebbe andato benissimo.

«Quella carica è solo onoraria.»

«Ma comunque ha l’autorità per autorizzare questo documento.»

«Ok, datemi quella cartelletta e facciamola finita.»

Uno dei ragazzini eseguì.

Misaki diede una rapida occhiata. Sembrava tutto regolare.

Ma, dalla sua prospettiva abbassata, Misaki otteneva una visione perfetta di dettagli a cui nessuno pensava.

In questo caso, muscoli del collo tesi.

Riabbassò lo sguardo verso la cartelletta. Il trucco c’era, bisognava solo scoprirlo.

Strappò via il foglio. Carta carbone.

Eliminò anche quella, mentre i primini diventavano pallidi.

Sotto c’era il modulo per candidarsi come presidente. Compilato perfettamente. Mancava solo la firma, che, guardacaso, si trovava in corrispondenza di dove avrebbe messo la firma nell’altro foglio.

Silenzio.

I primini diventarono ancora più pallidi.

Misaki sollevò la tavoletta.

Hiko capì, ed eseguì il chara change.

Le braccia di Misaki si abbassarono. Il ginocchio si alzò.

I primimi degluttirono, mentre il ragazzo buttava a terra i due frammenti.

«Siete troppo prevedibili. Ci rivedremo quando avrete inventato qualcosa di meglio.» disse Misaki, voltandosi. «Adieu.».

Non appena uscirono dal loro raggio visivo, Hiko sciolse il Chara change.

Istantantaneamente, Misaki crollò a terra tenendosi il ginocchio. «Hiko, io ti ammazzo.»

«Prima dovresti mettere su qualche muscolo, misachin…»

«Per schiacciarti bastano quelli che ho (il minimo indispensabile. Ve lo immaginereste con quella faccia e il corpo da palestrato?N.D.T.).»

«Per acchiapparmi, no.»

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Yume si accomodò elegantemente sulla ben poco ergonomica sedia.

L’assemblea stava per iniziare. “Finalmente” avrebbe “scoperto” chi era il presidente del consiglio studentesco.

Anche se non gliene fregava nulla e sapeva benissimo che l’ameba avrebbe vinto.

Ma, in fondo, era meglio delle lezioni.

Sui spuntò fuori dalla cartella «Yuume… perché dobbiamo stare qui a vedere quell’idiota fare la ruota?»

«Perché sono una brava studentessa.» Mormorò Yume, muovendo a malapena le labbra. Ultimamente stava diventando la sua specialità.

«Che pizza… dovremmo fargli cadere qualcosa sulla testa… movimenteremo il tutto e sveglieremo i tuoi compagni.»

Non aveva tutti i torti, perlomeno sui compagni. Il 100,1% dei compagni (lo 0,1 erano gli insegnanti) erano amplimamente nel regno di morfeo.

E, a dire tutta la verità, Yume sentì solo sino a “che”.

Sleeping.

Yume si svegliò mentre Hotogi annunciava i membri del consiglio studentesco.

Uhhh… Stavo dormendo così bene…. Dette un colpo alla borsa per svegliare Sui. Mi toccherà fare loro i complimenti per un mese... diventerà ancora più pavone… Sco-occiatura. Lo è anche dormire su una sedia… povero il mio collo… Sbadigliò Ho anche fame… Voglio carne.

«E ora, i membri del comitato disciplinare, eletti per raccomandazione del corpo docente.»

OCAVOLO. C’era anche questo!?

«Presidente: Hanazono Yume-san.»

  
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