Questa
è la traduzione della
storia “30 Days” pubblicata sul sito
‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl.
Potete trovare il link della versione originale nel profilo.
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Day 3-
Mi
chiedo se dorme
mai. Non l’ho mai visto dormire. Sono io
quella che si addormenta ogni sera per prima e l'ultima a svegliarsi
ogni
mattina. Lui resta semplicemente seduto sulla sedia o in piedi in un
angolo,
perso nei suoi pensieri. Spero non si accorga che lo sto osservando.
Sembra ...
stanco. La sua faccia non è liscia come lo è di
solito, ovviamente, non si è
fatto la barba negli ultimi tre giorni. Come fanno i maghi a rasarsi
comunque?
Hanno una sorta di schiuma magica? Oppure usano un incantesimo?
C'è un
incantesimo per questo genere di cose? Forse lo fanno alla maniera
babbana?
Improvvisamente
mi
rendo conto di quanto sciocchi sono i miei pensieri. Essere rinchiusa
in una
prigione per tre giorni sta iniziando a fare effetto.
È
ancora mattino
presto. E sta piovendo fuori. Posso sentirlo. Mi è sempre
piaciuto il suono
della pioggia.
Guardo
di nuovo il
Professor Piton, sentendo il bisogno di parlare con qualcuno. Ma cosa
posso
dire? Non sembra essere in vena di conversazioni. Non è mai
in vena di
conversazioni.
Prendo
un respiro
profondo e mi impongo di parlare.
“Signore?”
I
suoi occhi si
posano di me e aspetta che continui.
“N-Non
pensa che
sia strano che non siamo stati ancora portati da Vold ...lei-sa-chi?
Sono già passati
tre giorni.”
Lui
fa un respiro
profondo.
“Non
so quali siano
i loro piani.” Dice. “Non dipende più da
noi.”
“Tutto
quello che
possiamo fare è aspettare?” Chiedo e lui annuisce.
Fine
della
conversazione.
ooo
Non
ce la faccio
più. Il silenzio. La freddezza. Il sentimento di disperazione. La
paura. L'attesa.
Prima
ancora di
rendermi conto di quello che sto facendo, sto prendendo a pugni la
porta della
cella con tutta la mia forza e urlando a squarciagola.
“Cosa
volete da
noi? Lasciateci andare!” Urlo, riconoscendo a malapena la mia
voce.
Niente.
“Mi
sentite?”
Tiro
un calcio alla
porta e sussulto per il dolore che mi attraversa. Ma questo non mi
ferma.
“Cosa
volete?”
Improvvisamente
vengo afferrata da
dietro e trascinata
via dalle porte.
“Basta.”
Dice con
calma, non lasciandomi andare.
Lotto
con forza,
scalciando e urlando, cercando di liberarmi. È inutile.
“Professore,
mi
lasci andare!” Chiedo, lottando ancora di più.
“Smettila
con
queste sciocchezze una volta per tutte, Miss Granger!”
Riconosco
l'autorità nella sua voce e mi sento come se fossi di nuovo
a scuola. Ma ...
non sono a scuola. Sono in una prigione, intrappolata, attendendo nella
paura,
mentre dovrei aiutare Harry e fare qualcosa di utile.
“No,
voglio sapere
perché siamo qui!” Urlo, ancora lottando contro il
Professor Piton. È molto più
forte e non sembra intenzionato a lasciarmi.
“Credi
realmente
che ti diranno qualcosa?”
Non
gli rispondo
mentre cerco di divincolarmi, tutto il mio corpo tremante dalle
emozioni. Devo
fare qualcosa. Non posso
semplicemente sedermi e aspettare.
Ma
sono in
trappola. Il Professor Piton passa le braccia intorno alla mia vita e
non mi
lascia andare. Dopo pochi minuti riesco a sentire tutta l'energia
lasciare il
mio corpo e inizio lentamente a calmarmi.
“Devo
fare
qualcosa.” Confesso a bassa voce.
“Devi
calmarti.”
Mi
conduce al mio
materasso e vi scivolo sopra, rannicchiandomi a palla. So che dovrei
vergognarmi del mio comportamento. Non ho mai voluto che fra tutte le
persone
il Professor Piton mi vedesse così, che vedesse il mio
crollo. Ma non posso
farne a meno. L'isolamento mi sta facendo impazzire.
Chiudo
gli occhi e
cerco di rilassarmi.
ooo
Lentamente
ritorno
alla realtà, sbattendo le palpebre un paio di volte. Nulla
è cambiato. Sono
ancora nella cella. Un sentimento di disperazione si insinua dentro di
me, ma
cerco di ignorarlo.
Mi
accorgo del Professor
Piton seduto sulla sedia nell’angolo. Getta a malapena uno
sguardo verso di me.
Sento le guance arrossire per l'imbarazzo mentre mi ricordo come mi
sono
comportata. Probabilmente pensa che io sia immatura e debole.
“Signore.”
Comincio. “Mi scuso per il mio comportamento di prima. I-Io
non so che altro
dire.”
“Non
c'è bisogno di
scusarsi, Miss Granger.” Risponde. “È
perfettamente comprensibile.”
Lo
guardo, un po’
sollevata: “Davvero?”
Lui
annuisce
semplicemente. “Si.” Poi aggiunge: “Ma
apprezzerei se potessi evitare di
comportarsi di nuovo in quel modo.”
“Certamente,
signore.”
Silenzio.
Mi
guardo intorno e
poi noto un piccolo piatto sul pavimento.
“Hanno
portato il
cibo mentre dormivo?” Chiedo.
Lui
abbassa lo
sguardo sul piatto, poi di nuovo verso me: “Evidentemente.”
Arrossisco
alla mia
stessa domanda stupida.
Il
pasto è uguale a
quello degli ultimi due giorni. Acqua e pane. Bevo solo l'acqua e torno
al mio
materasso.
“Ti
consiglio di
mangiare, Miss Granger. Non ci servirebbe a niente se tu morissi di
fame.”
“Non
ho fame.”
Rispondo debolmente.
Lui
alza il
sopracciglio incredulo.
Mi
correggo. “Ho fame, ma non
riesco a mangiare ... quello.
Il pane è tutto quello che ho mangiato negli ultimi giorni.
Non ne posso più
...” Smetto di parlare e credo che lui capisca
perché non dice altro.
ooo
“So
che i Babbani hanno
iniziato tutto.”Comincio la conversazione, incapace di tenere
oltre i pensieri.
Lui
sospira
infastidito: “Potresti almeno cercare
di dare alle tue frasi un inizio, un mezzo e una fine?”
Ci
riprovo: “Voglio
dire, so che i Babbani sono anch’essi responsabili di tutto
ciò che
sta accadendo nel mondo dei maghi.”
“Spiegati.”
“Il
razzismo e la
convinzione che i Nati-Babbani non siano degni della magia. I Babbani
hanno
iniziato tutto. In passato molte presunte streghe furono perseguitate e
bruciate sul rogo. La caccia alle streghe mieté migliaia di
vite ogni anno.”
“Non
è necessaria
una lezione di storia, Miss Granger. Sono a conoscenza di tali
fatti.”
“Non
lo metto in
dubbio, signore.” Dico subito. Non avevo mai voluto insultare
la sua
intelligenza.
Continuo:
“Credevano che le streghe fossero in combutta con il Diavolo
e usassero i loro
poteri per danneggiare persone e cose. Non posso nemmeno immaginare
quante
persone innocenti siano morte.”
“La
maggior parte
di quelli morti erano per lo più non-magici.”
Aggiunge lui.
“Lo
so e questo non
lo rende meno orribile.”
Silenzio.
“I
Mangiamorte, le
credenze Purosangue, sono semplicemente una vendetta per come li
abbiamo
trattati in passato.”
“Questo
gioca un ruolo
importante.”
“Ho
sempre detto
quanto tutta la supremazia purosangue sia fuori moda visto che una cosa
del
genere non potrebbe mai accadere in una società
moderna.”
Il
Professor Piton
mi guarda come se sapesse che ho intenzione di continuare.
“Ma
mi sbaglio.”
Dico con calma. “I Babbani non credono più nelle
streghe. Ma se lo facessero ... non
ho dubbi che ci
sarebbe di nuovo una caccia alle
streghe.”
“È
comprensibile. Le
persone hanno paura delle cose che non conoscono.”
Annuisco
e mi perdo
di nuovo nei miei
pensieri. Molti maghi
odiano i Babbani e molti Babbani odiano i maghi. La pace sarebbe mai
possibile?
ooo
Vengo
riportata
nella cella e la guardia se ne va sbattendo la porta dietro di me. Mi
avvolgo
le braccia attorno e
mi appoggio al
muro, prendendo un respiro profondo.
“Non
ha voluto
nemmeno parlare con me.” Ammetto.
Il
Professor Piton
mi guarda, sorpreso e un po’ divertito: “Hai
cercato di ottenere informazioni
dalle guardie di nuovo?”
“S-Si.”
“Anche
dopo quello
che è successo l'ultima volta?”
“Si.”
Sospira.
“Miss
Granger, non infastidirli. Quello che è successo l'ultima
volta, quando sei stata
spinta a terra, quello è nulla in confronto a quello che
possono fare.”
“Ma
lo dica.”
“Cosa
vuoi che ti
dica?”
Prendo
un respiro
profondo, preparandomi: “Mi dica cosa possiamo aspettarci da
loro. So che lei
sa molto su di loro, signore.”
“Non
sarebbe
saggio-“
“Per favore.” Lo interrompo.
“Alcune
cose sono
molto spiacevoli. Non adatte alle tue orecchie, Miss Granger.”
“Professore.”
Comincio lentamente. “Siamo in una prigione, catturati dai
Mangiamorte. Le
possibilità che saremo salvati ... sono minime.”
La mia voce si spezza un po',
ma continuo: “Voglio sapere cosa possiamo aspettarci. Non
deve più proteggermi,
signore.”
Lo
guardo e mi
accorgo che mi sta fissando, uno sguardo duro negli occhi. Posso dire
che sta combattendo
con se stesso se dirmelo o meno. Ci vuole un sacco di forza di
volontà, ma
mantengo il contatto visivo con lui e dopo pochi istanti sospira e
annuisce.
“Sei
a conoscenza
della mia storia con i Mangiamorte, o sbaglio?”
Annuisco
velocemente.
“I
metodi che usano
sono ... aspri. Non hanno alcun
rispetto per la vita umana. Nessuna coscienza.”
Non
so nemmeno
perché lo sto ascoltando. Tutto quello che voglio
è coprirmi le orecchie e far
finta che tutto va bene. Ma per qualche strana ragione continuo ad
ascoltarlo.
“Maledizioni
Imperdonabili,
torture mentali, omicidio, stupro, qualsiasi cosa. Tu lo dici, loro lo
fanno.”
Tremo
violentemente.
Lui
continua: “Sono
disposti a tutto pur di ottenere ciò che vogliono. E a volte
lo fanno
semplicemente per noia.”
“Mio
Dio.” Sussurro
a bassa voce.
“Non
ci sono limiti
per loro. Non importa se hai 100 anni o 11 anni. Hanno ucciso
bambini.” Poi
dice a bassa voce. “L’ho visto.”
Mi
viene da
vomitare. Mi copro la bocca con la mano mentre aspetto che il malessere
passi.
Tutto quello che mi ha detto, ha solo provocato la creazione di
orribili
immagini nella mia testa.
Poi
una domanda
appare nella mia mente. Lui ha-?
“S-Signore,
tutto
quello che mi hai detto ... lei ha
mai-?" Non finisco la domanda, ma lui capisce quello che stavo per
chiedergli e si irrigidisce, i suoi occhi improvvisamente molto severi.
“Vuoi
veramente
saperlo, Miss Granger?” Chiede.
Lo guardo e poi rapidamente
scuoto la testa.
“N-No.”
“Decisione
intelligente.”
ooo
È già buio. Sono sola nella prigione. La guardia
è venuta e ha preso Piton con
se. Era la sua visita al bagno. Cerco di fare un buon uso del tempo
mentre sono
sola e sposto subito la sedia sotto la piccola finestra. Voglio vedere
dove
siamo e non capisco perché Piton non sembra interessato a
questo. Senza
pensarci salgo sulla sedia e mi accorgo che la finestrella è
ancora troppo in
alto da raggiungere. Gemendo per il fastidio, mi arrampico instabile
sullo
schienale, sostenendomi al muro.
Sono
così vicino
alla finestra. Solo un po' di più...
La
porta della
cella si apre e sobbalzo per lo shock, perdendo l'equilibrio e cadendo
a terra
senza tanti complimenti.
La
guardia scoppia
a ridere: “ Ragazza dovresti stare più attenta con
le tue acrobazie.”
Con
queste parole
esce dalla prigione, ancora ridendo, lasciandomi di nuovo sola con il
Professor
Piton.
Lui
si avvicina con
rabbia, afferrandomi il braccio e tirandomi su dal pavimento.
“A
cosa stavi pensando?”
Mi abbaia contro.
“I-Io
stavo
semplicemente cercando di vedere oltre la finestra.” Mi
difendo.
Mi
lascia andare il
braccio. “Potevi farti male. Usa il cervello per una volta,
sciocca!”
“Sto usando il cervello!” Alzo
la voce.
“Almeno io sto cercando di fare qualcosa, mentre tutto quello
che lei sta
facendo è restare seduto e compiangersi.”
La
rabbia avvampa nei
suoi occhi e si avvicina ulteriormente, la sua voce bassa e
controllata.
“Modera i termini, Granger. Potremmo non essere ad Hogwarts
in questo momento,
ma io sono ancora il tuo insegnante e mostrerai rispetto nei miei
confronti. È
chiaro?”
Apro
la bocca per
discutere, ma qualcosa nei suoi occhi mi ferma. Ha ragione. Non dovrei
dimenticare ciò che è per me. Ho oltrepassato la
linea.
“Mi
scuso,
Professore.” Mi sforzo di dire.
Lui
annuisce
semplicemente.
Mi
lascio cadere
sul mio materasso e gli do le spalle, chiudendo gli occhi, sentendo le
lacrime
formarsi lentamente. Non devo lasciare che mi veda così. In
pochi minuti mi
addormento.