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Autore: theshinygirl    20/07/2012    5 recensioni
Severus Piton e Hermione Granger vengono catturati. Osserva la loro relazione cambiare in 30 giorni durante i quali vengono tenuti prigionieri in una cella.
-traduzione-
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Mangiamorte, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa è la traduzione della storia “30 Days” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

 

- Day 3-

 

 

 

Mi chiedo se dorme mai. Non l’ho mai visto dormire. Sono io quella che si addormenta ogni sera per prima e l'ultima a svegliarsi ogni mattina. Lui resta semplicemente seduto sulla sedia o in piedi in un angolo, perso nei suoi pensieri. Spero non si accorga che lo sto osservando. Sembra ... stanco. La sua faccia non è liscia come lo è di solito, ovviamente, non si è fatto la barba negli ultimi tre giorni. Come fanno i maghi a rasarsi comunque? Hanno una sorta di schiuma magica? Oppure usano un incantesimo? C'è un incantesimo per questo genere di cose? Forse lo fanno alla maniera babbana?

Improvvisamente mi rendo conto di quanto sciocchi sono i miei pensieri. Essere rinchiusa in una prigione per tre giorni sta iniziando a fare effetto.

È ancora mattino presto. E sta piovendo fuori. Posso sentirlo. Mi è sempre piaciuto il suono della pioggia.

Guardo di nuovo il Professor Piton, sentendo il bisogno di parlare con qualcuno. Ma cosa posso dire? Non sembra essere in vena di conversazioni. Non è mai in vena di conversazioni.

Prendo un respiro profondo e mi impongo di parlare.

“Signore?”

I suoi occhi si posano di me e aspetta che continui.

“N-Non pensa che sia strano che non siamo stati ancora portati da Vold ...lei-sa-chi? Sono già passati tre giorni.”

Lui fa un respiro profondo.

“Non so quali siano i loro piani.” Dice. “Non dipende più da noi.”

“Tutto quello che possiamo fare è aspettare?” Chiedo e lui annuisce.

Fine della conversazione.

 

ooo

 

Non ce la faccio più. Il silenzio. La freddezza. Il sentimento di disperazione. La paura. L'attesa.

Prima ancora di rendermi conto di quello che sto facendo, sto prendendo a pugni la porta della cella con tutta la mia forza e urlando a squarciagola.

“Cosa volete da noi? Lasciateci andare!” Urlo, riconoscendo a malapena la mia voce.

Niente.

“Mi sentite?”

Tiro un calcio alla porta e sussulto per il dolore che mi attraversa. Ma questo non mi ferma.

“Cosa volete?”

Improvvisamente vengo afferrata  da dietro e trascinata via dalle porte.

“Basta.” Dice con calma, non lasciandomi andare.

Lotto con forza, scalciando e urlando, cercando di liberarmi. È inutile.

“Professore, mi lasci andare!” Chiedo, lottando ancora di più.

“Smettila con queste sciocchezze una volta per tutte, Miss Granger!”

Riconosco l'autorità nella sua voce e mi sento come se fossi di nuovo a scuola. Ma ... non sono a scuola. Sono in una prigione, intrappolata, attendendo nella paura, mentre dovrei aiutare Harry e fare qualcosa di utile.

“No, voglio sapere perché siamo qui!” Urlo, ancora lottando contro il Professor Piton. È molto più forte e non sembra intenzionato a lasciarmi.

“Credi realmente che ti diranno qualcosa?”

Non gli rispondo mentre cerco di divincolarmi, tutto il mio corpo tremante dalle emozioni. Devo fare qualcosa. Non posso semplicemente sedermi e aspettare.

Ma sono in trappola. Il Professor Piton passa le braccia intorno alla mia vita e non mi lascia andare. Dopo pochi minuti riesco a sentire tutta l'energia lasciare il mio corpo e inizio lentamente a calmarmi.

“Devo fare qualcosa.” Confesso a bassa voce.

“Devi calmarti.”

Mi conduce al mio materasso e vi scivolo sopra, rannicchiandomi a palla. So che dovrei vergognarmi del mio comportamento. Non ho mai voluto che fra tutte le persone il Professor Piton mi vedesse così, che vedesse il mio crollo. Ma non posso farne a meno. L'isolamento mi sta facendo impazzire.

Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi.

 

ooo

 

Lentamente ritorno alla realtà, sbattendo le palpebre un paio di volte. Nulla è cambiato. Sono ancora nella cella. Un sentimento di disperazione si insinua dentro di me, ma cerco di ignorarlo.

Mi accorgo del Professor Piton seduto sulla sedia nell’angolo. Getta a malapena uno sguardo verso di me. Sento le guance arrossire per l'imbarazzo mentre mi ricordo come mi sono comportata. Probabilmente pensa che io sia immatura e debole.

“Signore.” Comincio. “Mi scuso per il mio comportamento di prima. I-Io non so che altro dire.”

“Non c'è bisogno di scusarsi, Miss Granger.” Risponde. “È perfettamente comprensibile.”

Lo guardo, un po’ sollevata: “Davvero?”

Lui annuisce semplicemente. “Si.” Poi aggiunge: “Ma apprezzerei se potessi evitare di comportarsi di nuovo in quel modo.”

“Certamente, signore.”

Silenzio.

Mi guardo intorno e poi noto un piccolo piatto sul pavimento.

“Hanno portato il cibo mentre dormivo?” Chiedo.

Lui abbassa lo sguardo sul piatto, poi di nuovo verso me: “Evidentemente.”

Arrossisco alla mia stessa domanda stupida.

Il pasto è uguale a quello degli ultimi due giorni. Acqua e pane. Bevo solo l'acqua e torno al mio materasso.

“Ti consiglio di mangiare, Miss Granger. Non ci servirebbe a niente se tu morissi di fame.”

“Non ho fame.” Rispondo debolmente.

Lui alza il sopracciglio incredulo.

Mi correggo. “Ho fame, ma non riesco a mangiare ... quello. Il pane è tutto quello che ho mangiato negli ultimi giorni. Non ne posso più ...” Smetto di parlare e credo che lui capisca perché non dice altro.

 

ooo

 

“So che i Babbani hanno iniziato tutto.”Comincio la conversazione, incapace di tenere oltre i pensieri.

Lui sospira infastidito: “Potresti almeno cercare di dare alle tue frasi un inizio, un mezzo e una fine?”

Ci riprovo: “Voglio dire, so che i Babbani sono anch’essi responsabili di tutto ciò che sta accadendo nel mondo dei maghi.”

“Spiegati.”

“Il razzismo e la convinzione che i Nati-Babbani non siano degni della magia. I Babbani hanno iniziato tutto. In passato molte presunte streghe furono perseguitate e bruciate sul rogo. La caccia alle streghe mieté migliaia di vite ogni anno.”

“Non è necessaria una lezione di storia, Miss Granger. Sono a conoscenza di tali fatti.”

“Non lo metto in dubbio, signore.” Dico subito. Non avevo mai voluto insultare la sua intelligenza.

Continuo: “Credevano che le streghe fossero in combutta con il Diavolo e usassero i loro poteri per danneggiare persone e cose. Non posso nemmeno immaginare quante persone innocenti siano morte.”

“La maggior parte di quelli morti erano per lo più non-magici.” Aggiunge lui.

“Lo so e questo non lo rende meno orribile.”

Silenzio.

“I Mangiamorte, le credenze Purosangue, sono semplicemente una vendetta per come li abbiamo trattati in passato.”

“Questo gioca un ruolo importante.”

“Ho sempre detto quanto tutta la supremazia purosangue sia fuori moda visto che una cosa del genere non potrebbe mai accadere in una società moderna.”

Il Professor Piton mi guarda come se sapesse che ho intenzione di continuare.

“Ma mi sbaglio.” Dico con calma. “I Babbani non credono più nelle streghe. Ma se lo facessero ... non ho dubbi  che ci sarebbe di nuovo una caccia alle streghe.”

“È comprensibile. Le persone hanno paura delle cose che non conoscono.”

Annuisco e mi perdo di nuovo  nei miei pensieri. Molti maghi odiano i Babbani e molti Babbani odiano i maghi. La pace sarebbe mai possibile?

 

ooo

 

Vengo riportata nella cella e la guardia se ne va sbattendo la porta dietro di me. Mi avvolgo le braccia attorno  e mi appoggio al muro, prendendo un respiro profondo.

“Non ha voluto nemmeno parlare con me.” Ammetto.

Il Professor Piton mi guarda, sorpreso e un po’ divertito: “Hai cercato di ottenere informazioni dalle guardie di nuovo?”

“S-Si.”

“Anche dopo quello che è successo l'ultima volta?”

“Si.”

Sospira. “Miss Granger, non infastidirli. Quello che è successo l'ultima volta, quando sei stata spinta a terra, quello è nulla in confronto a quello che possono fare.”

“Ma lo dica.”

“Cosa vuoi che ti dica?”

Prendo un respiro profondo, preparandomi: “Mi dica cosa possiamo aspettarci da loro. So che lei sa molto su di loro, signore.”

“Non sarebbe saggio-“

Per favore.” Lo interrompo.

“Alcune cose sono molto spiacevoli. Non adatte alle tue orecchie, Miss Granger.”

“Professore.” Comincio lentamente. “Siamo in una prigione, catturati dai Mangiamorte. Le possibilità che saremo salvati ... sono minime.” La mia voce si spezza un po', ma continuo: “Voglio sapere cosa possiamo aspettarci. Non deve più proteggermi, signore.”

Lo guardo e mi accorgo che mi sta fissando, uno sguardo duro negli occhi. Posso dire che sta combattendo con se stesso se dirmelo o meno. Ci vuole un sacco di forza di volontà, ma mantengo il contatto visivo con lui e dopo pochi istanti sospira e annuisce.

“Sei a conoscenza della mia storia con i Mangiamorte, o sbaglio?”

Annuisco velocemente.

“I metodi che usano sono ... aspri. Non hanno alcun rispetto per la vita umana. Nessuna coscienza.”

Non so nemmeno perché lo sto ascoltando. Tutto quello che voglio è coprirmi le orecchie e far finta che tutto va bene. Ma per qualche strana ragione continuo ad ascoltarlo.

“Maledizioni Imperdonabili, torture mentali, omicidio, stupro, qualsiasi cosa. Tu lo dici, loro lo fanno.”

Tremo violentemente.

Lui continua: “Sono disposti a tutto pur di ottenere ciò che vogliono. E a volte lo fanno semplicemente per noia.”

“Mio Dio.” Sussurro a bassa voce.

“Non ci sono limiti per loro. Non importa se hai 100 anni o 11 anni. Hanno ucciso bambini.” Poi dice a bassa voce. “L’ho visto.”

Mi viene da vomitare. Mi copro la bocca con la mano mentre aspetto che il malessere passi. Tutto quello che mi ha detto, ha solo provocato la creazione di orribili immagini nella mia testa.

Poi una domanda appare nella mia mente. Lui ha-?

“S-Signore, tutto quello che mi hai detto ... lei ha mai-?" Non finisco la domanda, ma lui capisce quello che stavo per chiedergli e si irrigidisce, i suoi occhi improvvisamente molto severi.

“Vuoi veramente saperlo, Miss Granger?” Chiede.

Lo  guardo e poi rapidamente scuoto la testa. “N-No.”

“Decisione intelligente.”

 

ooo

 


È già buio. Sono sola nella prigione. La guardia è venuta e ha preso Piton con se. Era la sua visita al bagno. Cerco di fare un buon uso del tempo mentre sono sola e sposto subito la sedia sotto la piccola finestra. Voglio vedere dove siamo e non capisco perché Piton non sembra interessato a questo. Senza pensarci salgo sulla sedia e mi accorgo che la finestrella è ancora troppo in alto da raggiungere. Gemendo per il fastidio, mi arrampico instabile sullo schienale, sostenendomi al muro.

Sono così vicino alla finestra. Solo un po' di più...

La porta della cella si apre e sobbalzo per lo shock, perdendo l'equilibrio e cadendo a terra senza tanti complimenti.

La guardia scoppia a ridere: “ Ragazza dovresti stare più attenta con le tue acrobazie.”

Con queste parole esce dalla prigione, ancora ridendo, lasciandomi di nuovo sola con il Professor Piton.

Lui si avvicina con rabbia, afferrandomi il braccio e tirandomi su dal pavimento.

“A cosa stavi pensando?” Mi abbaia contro.

“I-Io stavo semplicemente cercando di vedere oltre la finestra.” Mi difendo.

Mi lascia andare il braccio. “Potevi farti male. Usa il cervello per una volta, sciocca!”

Sto usando il cervello!” Alzo la voce. “Almeno io sto cercando di fare qualcosa, mentre tutto quello che lei sta facendo è restare seduto e compiangersi.”

La rabbia avvampa nei suoi occhi e si avvicina ulteriormente, la sua voce bassa e controllata. “Modera i termini, Granger. Potremmo non essere ad Hogwarts in questo momento, ma io sono ancora il tuo insegnante e mostrerai rispetto nei miei confronti. È chiaro?”

Apro la bocca per discutere, ma qualcosa nei suoi occhi mi ferma. Ha ragione. Non dovrei dimenticare ciò che è per me. Ho oltrepassato la linea.

“Mi scuso, Professore.” Mi sforzo di dire.

Lui annuisce semplicemente.

Mi lascio cadere sul mio materasso e gli do le spalle, chiudendo gli occhi, sentendo le lacrime formarsi lentamente. Non devo lasciare che mi veda così. In pochi minuti mi addormento.

  
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